all'ilva - il marasma si allarga... i sindacati
confederali, uilm in testa, si rivolgono a Renzi e fanno finta di non capire
dove si sta andando
ma anche usb
e liberi pensanti non hanno la linea per affrontare dal punto di vista operaio
la situazione
Senza la lotta e il blocco di fabbrica e città la questione non si affronta nè si risolve.
Ma perchè bloccare fabbrica e città per rivendicare cosa?
Lo Slai cobas invita i lavoratori a rivendicare nell'emergenza un 'decreto operaio' che sancisca anche per legge:
- che nessun operaio dell'Ilva e dell'indotto venga licenziato,
- che il salario sia garantito anche attraverso il pieno utilizzo dei lavoratori nelle operazioni di bonifica e ambientalizzazione della fabbrica,
- che la sicurezza e le condizioni di lavoro vengano garantite anche in una situazione complessa come quella attuale di produzione e ambientalizzazione, attraverso un rafforzamento dei poteri di controllo in fabbrica con una postazione ispettiva permanente, con una modifica e un aumento dei poteri degli RLS liberamente eletti fuori dalle liste sindacali,
- che venga presa una misura di emergenza di prepensionamento massiccio dei lavoratori, connessa sia alla condizione siderurgica sia alla tutela della salute in una situazione già documentata che richiede comunque una minore permanenza degli operai sugli impianti e degli anni di permanenza degli operai nello stabilimento: riduzione di orario a parità di paga e 20/25 anni bastano sono la risposta urgente e necessaria alla situazione.
Sul piano cittadino gli operai devono essere anche loro a rivendicare l'effettiva bonifica del quartiere Tamburi, del cimitero e di tutte le parti del territorio seriamente danneggiate. I soldi messi sono pochi e i lavori sono a zero. Ci vogliono molti più soldi, presi dai Riva e integrati dallo Stato; ci vogliono tempi rapidi che richiedono la messa al lavoro di almeno un migliaio di disoccupati per unire bonifiche e lavoro. Questo va unito alle iniziative già in corso sul rischio sanitario e sull'emergenza salute.
Senza la lotta e il blocco di fabbrica e città la questione non si affronta nè si risolve.
Ma perchè bloccare fabbrica e città per rivendicare cosa?
Lo Slai cobas invita i lavoratori a rivendicare nell'emergenza un 'decreto operaio' che sancisca anche per legge:
- che nessun operaio dell'Ilva e dell'indotto venga licenziato,
- che il salario sia garantito anche attraverso il pieno utilizzo dei lavoratori nelle operazioni di bonifica e ambientalizzazione della fabbrica,
- che la sicurezza e le condizioni di lavoro vengano garantite anche in una situazione complessa come quella attuale di produzione e ambientalizzazione, attraverso un rafforzamento dei poteri di controllo in fabbrica con una postazione ispettiva permanente, con una modifica e un aumento dei poteri degli RLS liberamente eletti fuori dalle liste sindacali,
- che venga presa una misura di emergenza di prepensionamento massiccio dei lavoratori, connessa sia alla condizione siderurgica sia alla tutela della salute in una situazione già documentata che richiede comunque una minore permanenza degli operai sugli impianti e degli anni di permanenza degli operai nello stabilimento: riduzione di orario a parità di paga e 20/25 anni bastano sono la risposta urgente e necessaria alla situazione.
Sul piano cittadino gli operai devono essere anche loro a rivendicare l'effettiva bonifica del quartiere Tamburi, del cimitero e di tutte le parti del territorio seriamente danneggiate. I soldi messi sono pochi e i lavori sono a zero. Ci vogliono molti più soldi, presi dai Riva e integrati dallo Stato; ci vogliono tempi rapidi che richiedono la messa al lavoro di almeno un migliaio di disoccupati per unire bonifiche e lavoro. Questo va unito alle iniziative già in corso sul rischio sanitario e sull'emergenza salute.
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