mercoledì 6 maggio 2015

6 maggio - Bologna - Salta l'accordo sui lavoratori SDA, corteo selvaggio e blocchi!



Si riaccende la tensione, per quanto latente e mai sopita, intorno alla vicenda dei lavoratori dello stabilimento SDA di Sala Bolognese.  Si era partiti un paio di settimane fa con scioperi e blocchi riguardanti le manovre dei cambi d'appalto tentati dall'azienda e dalle coop compiacenti, per poi continuare con un presidio che reclamasse la legittimità del SI Cobas come organo rappresentante della stragrande maggioranza degli operai, fino ad arrivare all'ennesimo incontro nullo di oggi.
I fatti. L'incontro, tenutosi oggi in Prefettura tra il SI Cobas, delegazioni di SDA e di Poste Italiane e Ispettorato del Lavoro, ha evidenziato ulteriormente la chiusura di Poste ed SDA rispetto ad ogni piano di azione riguardo al futuro dei lavoratori, evidentemente considerati sempre e solo come numeri nei piani di ristrutturazione dell'azienda e non persone con famiglie e situazioni esistenziali precarie. Da sottolineare come al tavolo fosse presente anche la cooperativa Ucsa, chiamata da Sda al tavolo di trattative senza alcuna gara d'appalto precedente che decidesse a chi affidare il piano di ristrutturazione voluto da Poste. Alla faccia delle regole su trasparenza degli appalti e del capitalismo pulito sbandierato da Renzi a mezzo stampa!
La proposta arrivata è infatti irricevibile, dato che prevede la riapertura dello stabilimento (da diversi giorni chiuso, ovvero in serrata, illegale nel nostro ordinamento) solo in caso di accettazione del fatto che solamente un quarto dei dipendenti (120 su 500) sarebbe stato temporaneamente impiegato in attesa di una successiva risoluzione della vicenda. Una mossa finalizzata a dividere i lavoratori che tramite i loro delegati all'incontro hanno a quel punto fatto saltare la discussione incanalata evidentemente verso il nulla di fatto, per dirigersi poi in corteo spontaneo per il centro bolognese fino alla sede dei SI Cobas di via Saffi, effettuando blocchi del traffico e comunicando alla città quanto accaduto al grido di “sciopero,sciopero!” e “SDA mafia!” Mafia sì, dato che anche la cooperativa Ucsa alla quale SDA vorrebbe affidare la gestione dei 120 lavoratori è in odor di mafia per la sua gestione non proprio ortodossa in passato dei suoi affari; modalità di comportamento che avevano portato già due anni fa i lavoratori a cacciare la stessa coop che non applicava il contratto nazionale nè pagava regolarmente gli stipendi. Da sottolineare nuovamente come alla base di tutti questi avvenimenti c'è la volontà di effettuare una ristrutturazione complessiva di Poste Italiane che ovviamente si abbatte su aziende che ne esplicano le funzioni nella pratica come SDA. La ristrutturazione, ca va sans dire, prevede una serie di peggioramenti sia a livello di contratto che di condizioni qualitative di lavoro, e ovviamente solo per chi verrebbe risparmiato da un probabile alto numero di esuberi come da tradizione delle privatizzazioni nostrane. Intanto la situazione è esplosiva: il corteo di oggi è partito spontaneo con numeri intorno alle duecento unità. Da considerare come l'SDA sia un nodo centrale della logistica nel nostro paese, con stabilimenti in tante città d'Italia dove il fallimento di oggi nel trovare un accordo potrebbe avere ripercussioni e innescare un potenziale conflitto nei confronti di un'azienda e di un settore chiave della riproduzione economica capitalistica.
Nei prossimi giorni torneremo ad aggiornare sulla vicenda..

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