sabato 16 gennaio 2016

16 gennaio - Denuncia dello Slai Cobas sc de L'Aquila: questo sistema Uccide di Lavoro e Non Lavoro



L'Aquila, un altro omicidio di "crisi" senza colpevoli 


Lavorava alla Tensiter di Bazzano Piero Fiordigigli, l’operaio che ha eseguito la sua condanna a morte ingerendo acido muriatico. Aveva 36 anni, due bambini e una compagna che fino all’ultimo ha cercato di tirarlo fuori dal tunnel in cui lo avevano cacciato padroni, governo e sindacati concertativi. 
Viveva a Paganica (AQ) Piero ed era da qualche mese in mobilità. La  Tensiter di Bazzano, specializzata nella produzione di strutture prefabbricate, come muri di sostegno in cemento armato  e ponti, lo aveva “sacrificato” insieme ad altri 14 esuberi, per mantenere il sito aquilano, dato che l’azienda lamentava, dal 2014, “una forte crisi aziendale a causa del mercato debole e della mancanza di commesse” nel più grande cantiere d’Europa!
La Tensiter di Bazzano è una srl, come quella di Cagliari e fa capo a una SPA con sede a Torino . «La Tensiter naviga in brutte acque», spiegava Di Donato della Uil due anni fa’ «Tenteremo di trovare un accordo per evitare gli esuberi. Dovranno essere spiegate anche alcune contraddizioni rilevate nella gestione, come il fatto che, nonostante i problemi, i lavoratori hanno lavorato anche a Natale e vengono richiesti straordinari. Inoltre la rotazione della cassa integrazione non sempre viene rispettata, con disparità di trattamento».
La UIL si accordò con la proprietà per 15 esuberi e Piero era il 15° “esubero” di una fabbrica che si occupa di ricostruzione nel più grande cantiere d’Europa!
Piero si è ucciso perché gli hanno tolto il lavoro, la dignità, la vita per sé e per la sua famiglia!
Come si fa’ a dire «Si tratta di una tragedia senza colpevoli»?


I colpevoli ci sono eccome, tant’è che è stata disposta un’autopsia e aperta un’indagine!
Piero è morto di “crisi” e di colpevoli di questa crisi ce ne sono a iosa, a cominciare dalla Tensiter, dalla Uil, dai sindacati concertativi, dal governo, dallo Stato e dal sistema capitalistico che è dato per scontato e “naturale” in questa società.
Una società che antepone il profitto alla vita, il profitto alla salute, il profitto alla felicità, il profitto alla libertà.
Piero non era in guerra. Piero cercava solo di lavorare per mantenere la sua famiglia.
Forse Piero, dai pompieri della UIL, non ha mai sentito parlare di lotta di classe e tantomeno di guerra di classe.
E Piero la classe per cui gli muovevano guerra l’aveva nel sangue!
Il suo primo ed ultimo gesto con cui ne ha difeso la dignità è stato il suicidio.
Ma il suicidio non esiste, esiste l’omicidio.
E per questo omicidio di classe pretendiamo giustizia!
Slai cobas s.c. L'Aquila



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