Appalto revocato
improvvisamente, 14 lavoratori licenziati
"Vittima"
la cooperativa Metis, che lavorava a un call center
di GIULIA
DESTEFANIS
14 gennaio
2016
C’è rabbia,
ci sono 14 lavoratori in ballo, c’è un’interrogazione presentata in Regione dal
consigliere Matteo Rosso. E c’è la consapevolezza che, in un modo o nell’altro,
si finirà in tribunale. Sarà un giudice a stabilire se i dipendenti della
cooperativa Metis, impiegati a Genova in un call center per conto di Iren,
siano stati licenziati legittimamente o no. La cronaca: la brutta sorpresa
l’altra mattina, quando i 14 lavoratori della cooperativa sociale, svantaggiati
e invalidi, arrivando al lavoro hanno trovato telefoni staccati e password non
più attive. Mentre i loro colleghi, compagni d’ufficio della società milanese
Onc, continuano a lavorare normalmente al call center, i loro terminali sono
spenti.
Scoppia il caos, vengono chiamati i Carabinieri. ‘Avevamo il sentore
che Onc, la società con cui lavoriamo e che gestisce l’appalto con Sap e a sua
volta Iren, volesse cambiare le carte in tavola - spiega Massimo Ligustro,
responsabile della comunicazione del gruppo Metis, cooperativa con sede a
Savona dove ha altri 40 dipendenti - Ma mai più pensavamo che arrivassero a
tanto, senza preavviso, da un giorno all’altro. Non si toglie il lavoro così
alla gente, era dal 2013 che avevamo l’appalto e non ci risulta che Sap abbia
revocato l’incarico. Siamo sconvolti’.La rabbia è per il lavoro che si perde sul territorio, mentre - l’accusa di Metis a Onc - si sostituisce una cooperativa locale con una milanese, che impiega detenuti del carcere di Opera. ‘Ci tagliano fuori per ragioni di business, dimenticando che con noi lavorano persone svantaggiate, per giunta del territorio’, continua Ligustro. La replica arriva direttamente dall’amministratore delegato di Onc, Roger Isaia: ‘Li avevamo avvisati con una raccomandata, ma non hanno risposto, e abbiamo deciso di agire’. Il problema? ‘Da tempo avevamo dispute con Metis sui livelli del servizio, sul mancato coordinamento, tanto che abbiamo ricevuto richiami scritti da parte del committente’. Quindi la decisione di rifarsi a un cavillo burocratico per tagliare ogni rapporto: ‘Ci siamo accorti che che c’erano estremi di nullità del contratto, e abbiamo deciso di farli valere’. Resta il dramma dei lavoratori: ‘Ci rendiamo conto che dietro ai numeri ci sono delle persone, e non è mai facile, ma la nostra azione non è contro i dipendenti, è contro la gestione della cooperativa: ci dispiace per i disagi causati ai lavoratori’. ‘Dispute e polemiche? Niente di vero, non ci sono mai state lettere di richiamo - conclude Ligustro - La loro è una speculazione, che aggrava i problemi occupazionali della nostra Regione. Siamo pronti a dare battaglia’.
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