AMMINISTRAZIONE E COMUNE DI CASCINA SENZA
MEMORIA. Chi denuncia l’assenza di sicurezza viene soggetto a procedimenti
disciplinari
Sono trascorsi almeno 12 anni dalla prima segnalazione all’Amministrazione
comunale di Cascina sulla necessità di aprire un’uscita di emergenza su un lato
del fabbricato che ospita vigili e altri uffici comunali, per
dotare il palazzo di una seconda via di uscita e fuga. L’attuale Comandante appena
insediata ha chiesto a tutto il personale di segnalare eventuali
situazioni di pericolo riscontrate nei locali, raccolte le segnalazioni,
la comandante propone (nell’ ottobre 2015) all’Amministrazione una nota
riassuntiva. Dal 30 novembre, con provvedimento 833/2015, la Comandante
riorganizza la polizia municipale individuando per la prima volta la figura del
preposto ai sensi del Dlgs. 81/2004 e individua anche un responsabile delle
cassette di pronto soccorso
Vista l’inerzia dell’Ente, con un atto la
dirigente della Polizia Municipale (svolge anche la funzione di
datore di lavoro) spalma le proprie responsabilità su altre
figure subalterne. Uno dei preposti nominati, nell’agosto
2015, aveva segnalato alcune anomalie al Comandante e in assenza di
risposte e soluzioni ha scritto direttamente alle figure interessate
dalle Normative sulla sicurezza, Datore di Lavoro, Segretario generale,
Sindaco, sollecitando un intervento in assenza del quale avrebbe provveduto ad
informare le Autorità competenti. La comunicazione viene ripetuta la settimana
successiva, amministratori e dirigenti erano quindi da tempo informati, niente
hanno fatto scegliendo la strada della repressione.
L’unico riscontro arriva il 18.12 da parte del datore
di lavoro con una nota che affronta solo un argomento: cassette di pronto
soccorso e formazione del preposto. La comunicazione invece si dipana molto
approfonditamente su altri argomenti. Alla domanda di sicurezza sul luogo di
lavoro, si risponde con i provvedimenti disciplinari e frasi del genere ”
Pertanto deve solo entrare nell’ottica di lavorare ottimizzando i tempi e
produrre i risultati”.
Il 21.12 il preposto deposita alla ASL (già
intervenuta nel febbraio 2014 dopo un esposto dei cobas) e per conoscenza alla
Procura della Repubblica, una nota con cui, allegati alcuni documenti, chiede
di valutare la possibilità di una verifica degli ambienti di lavoro. Il
15.01.2016 la ASL effettua il sopralluogo richiesto e non sappiamo ancora quale
sia l’esito. Il 20.01.2016, al preposto viene consegnata una nota a firma
del Comandante Elena Barsacchi dove viene chiesto l’avvio di un
procedimento disciplinare per varie violazioni del codice di
comportamento. L’obiettivo è palese: sospendere senza paga il lavoratore fino a
sei mesi. La richiesta, vista la gravità degli addebiti decisamente poco
motivata, è incentrata fondamentalmente sulla richiesta di sopralluogo
trasmessa alla ASL. E’ evidente che ritardi, inadempienze e responsabilità
degli amministratori comunali e di alcune figure apicali del Comune siano
interamente scaricati su un lavoratore , l’applicazione dei codici disciplinari
avviene sempre a senso unico e questa volta per coprire una situazione di
rischio per i lavoratori. L’opinione pubblica deve essere debitamente informata
perchè la sentenza è scontata, il lavoratore sarà sanzionato e con la
motivazione “esercizio abusivo di un diritto/dovere” e questo non può passare
inosservato!
COBAS PUBBLICO IMPIEGO
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