Firmato il decreto per la cessione degli impianti. Da questo mese il 10 per
cento in meno in busta
LA vendita dell’Ilva parte davvero, mentre a Cornigliano si accende la
battaglia degli stipendi. Ieri il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha firmato
il decreto che autorizza la cessione dei complessi aziendali dell’Ilva e
l’avvio delle procedure per il trasferimento delle aziende che fanno capo alle
società del gruppo Ilva ora in amministrazione straordinaria.
Oggi sarà pubblicato il bando per le manifestazioni di interesse e proprio
questa mattina a Genova alle 10,30 sindacati e azienda torneranno ad
incontrarsi in Confindustria per affrontare il tema degli stipendi dei
siderurgici di Cornigliano, che già da questo mese rischiano di essere tagliati
del 10% per colpa della riforma degli ammortizzatori sociali.
Il Jobs act riduce infatti dal 70 al 60% della retribuzione il valore dei
contratti di solidarietà, che a Cornigliano riguardano a rotazione 750
lavoratori su 1650. Inevitabilmente al centro del confronto ci sarà anche il
tema della vendita dell'Ilva che ha avuto un'accelerazione proprio ieri. Secondo
una nota del ministero il bando, che verrà pubblicato sulla stampa nazionale ed
internazionale, si concretizzerà in un «invito a manifestare interesse
all'operazione di trasferimento dei complessi aziendali del gruppo Ilva, al
fine di consentire l'espletamento delle relative procedure entro il temine del
30 giugno 2016, come previsto dal decreto-legge approvato dal Consiglio dei
ministri il 4 dicembre scorso». Il decreto, firmato ieri dal ministro Guidi,
autorizza l'esecuzione «del programma di cessione dei complessi aziendali
dell'Ilva predisposto dai tre commissari Piero Gnudi, Corrado Carruba ed Enrico
Laghi, che avrà una durata fino a 4 anni». Si intrecciano così nella stessa
giornata le mosse del governo che incideranno sulle sorti della società Ilva,
con la vertenza locale, quella che ha al centro l'accordo di programma, lo
stabilimento siderurgico Ilva di Cornigliano e i suoi 1650 addetti che da
questo mesi rischiano di vedersi tagliare del 10% lo stipendio perchè la
riforma del Jobs Act ha ridotto l'ammontare del valore dei contratti di
solidarietà del 70 al 60% della retribuzione, proprio a partire da questo
gennaio. Così se il prossimo 10 gennaio i lavoratori genovesi riceveranno la
busta paga ancora in linea con quelle precedenti, visto che gli stipendi
vengono pagati il 10 del mese successivo e la busta di gennaio si riferisce
alla mensilità di dicembre, con il mese prossimo la decurtazione rischia di
pesare sulle buste paga già ridotte. «Anche con i lavori socialmente utili,
finiti a settembre del 2015, comunque i lavoratori di Cornigliano facevano già
i conti con un busta paga ridotta all'80-85% dello stipendio iniziale – dal
primo settembre scorso con tre settimana in solidarietà e una settimana al
lavoro non si arrivava già più all'80%, con la riforma che porta al 60% i
contratti di solidarietà c'è un taglio ulteriore e siamo in presenza di una
violazione dell'accordo di programma. Ricordiamo che la chiusura dell'area a
caldo non era stata determinata da una crisi, l'azienda tirava, ma da un
interesse ambientale che ha portato benefici a tutti la città». «Confidiamo nel
fatto che nei prossimi giorni vada in porto l'emendamento alla finanziaria che
dovrebbe dirottare 10 milioni di euro dalla bonifica ai lavori socialmente
utili per integrare il reddito dei lavoratori –
Nessun commento:
Posta un commento