martedì 1 marzo 2016

1 marzo - Allora è possibile smaltire l'amianto e salvare i posti di lavoro?



Con la Scuola edile del Vco si impara a smaltire l’amianto
I corsi mancavano in provincia da 13 anni: “Anche così un settore in difficoltà si rialza”

01/03/2016
luca zirotti
gravellona toce 

La bonifica e lo smaltimento dell’amianto, un problema da affrontare con più formazione e che può tornare utile anche alle imprese di un settore come quello edile che è ancora in difficoltà. Viaggia su questo doppio binario il percorso di formazione pensato dalla Scuola edile del Vco, rivolto da un lato alle pubbliche amministrazioni del territorio e dall’altro alle aziende che sullo smaltimento di questo materiale possono giocarsi anche una parte importante della riconversione della loro attività. 

Proposte ai Comuni
«Alle amministrazioni pubbliche ci rivolgiamo con una proposta gratuita» spiega Marco Porini, direttore della Scuola edile del Vco. La proposta è quella di un corso di «addetto allo sportello informativo amianto», della durata di 32 ore. È gratuito per i partecipanti perché totalmente finanziato dalla Regione. «È un’opportunità per i Comuni e realtà della pubblica amministrazione che hanno a che fare sempre di più con cittadini alle prese con queste problematiche e che devono dare risposte esaurienti - spiega Porini -. Dai riscontri che abbiamo fatto ci risultano sportelli attivi in questo senso nei Comuni del Vco solo a Verbania e Gravellona, Ornavasso per ora è l’unica realtà che ci ha già risposto positivamente ma attendiamo che da tutto il territorio arrivino richieste di partecipazione». Per il 2016 inoltre la Scuola Edile del Vco (che nell’ultimo anno ha rilasciato un totale di 2.020 attestati di formazione, dai corsi di almeno 4 ore fino a quelli di 120 ore) ha in programma di attivare un corso rivolto ai lavoratori delle aziende e dedicato alla rimozione dell’amianto. «La formazione è obbligatoria per legge ma chi si è formato negli ultimi anni lo ha dovuto fare fuori zona, l’ultimo corso del genere nel Vco lo avevamo fatto nel 2003» spiega Porini. Sul fronte dei numeri per il settore edile del Vco anche il 2015 si è chiuso con il segno meno davanti, per un comparto che ha incassato il colpo forte negli scorsi anni e ora pur rallentando il calo fatica ancora a rialzare la testa.  
Il calo occupazionale
Confrontando i dati del periodo 2007-2015 (fonte Cassa Edile del Vco) si è scesi dalle 625 imprese del 2007 si è scesi alle 417 del 2015, con i lavoratori passati da 3.173 a 1.900, quasi 10 milioni di euro di massa salari persa per strada (da 32 milioni 405 mila euro, ai 22 milioni 586 mila euro del 2015), per oltre un milione e mezzo di ore lavorate in meno (da 3 milioni 618 mila fino a 2 milioni 100 mila) e le ore di cassa integrazione salite da 80 mila a 279 mila. «Ci sono già aziende interessate a questo corso - conclude Porini -. Se prima magari era una tipologia di lavoro che affidavano a realtà qualificate ora non avendo il pieno di lavoro c’è chi vuole magari riconvertire l’attività e specializzarsi per restare in piedi».  


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