Con la Scuola edile del Vco si impara a smaltire
l’amianto
I corsi
mancavano in provincia da 13 anni: “Anche così un settore in difficoltà si
rialza”
01/03/2016
luca zirotti
gravellona
toce
La bonifica e lo smaltimento dell’amianto, un problema
da affrontare con più formazione e che può tornare utile anche alle imprese di
un settore come quello edile che è ancora in difficoltà. Viaggia su questo
doppio binario il percorso di formazione pensato dalla Scuola edile del Vco,
rivolto da un lato alle pubbliche amministrazioni del territorio e dall’altro
alle aziende che sullo smaltimento di questo materiale possono giocarsi anche
una parte importante della riconversione della loro attività.
Proposte ai
Comuni
«Alle amministrazioni pubbliche ci rivolgiamo con una
proposta gratuita» spiega Marco Porini, direttore della Scuola edile del Vco.
La proposta è quella di un corso di «addetto allo sportello informativo
amianto», della durata di 32 ore. È gratuito per i partecipanti perché
totalmente finanziato dalla Regione. «È un’opportunità per i Comuni e realtà
della pubblica amministrazione che hanno a che fare sempre di più con cittadini
alle prese con queste problematiche e che devono dare risposte esaurienti -
spiega Porini -. Dai riscontri che abbiamo fatto ci risultano sportelli attivi
in questo senso nei Comuni del Vco solo a Verbania e Gravellona, Ornavasso per
ora è l’unica realtà che ci ha già risposto positivamente ma attendiamo che da
tutto il territorio arrivino richieste di partecipazione». Per il 2016 inoltre
la Scuola Edile del Vco (che nell’ultimo anno ha rilasciato un totale di 2.020
attestati di formazione, dai corsi di almeno 4 ore fino a quelli di 120 ore) ha
in programma di attivare un corso rivolto ai lavoratori delle aziende e
dedicato alla rimozione dell’amianto. «La formazione è obbligatoria per legge
ma chi si è formato negli ultimi anni lo ha dovuto fare fuori zona, l’ultimo
corso del genere nel Vco lo avevamo fatto nel 2003» spiega Porini. Sul fronte
dei numeri per il settore edile del Vco anche il 2015 si è chiuso con il segno
meno davanti, per un comparto che ha incassato il colpo forte negli scorsi anni
e ora pur rallentando il calo fatica ancora a rialzare la testa.
Il calo
occupazionale
Confrontando i dati del periodo 2007-2015 (fonte Cassa
Edile del Vco) si è scesi dalle 625 imprese del 2007 si è scesi alle 417 del
2015, con i lavoratori passati da 3.173 a 1.900, quasi 10 milioni di euro di
massa salari persa per strada (da 32 milioni 405 mila euro, ai 22 milioni 586
mila euro del 2015), per oltre un milione e mezzo di ore lavorate in meno (da 3
milioni 618 mila fino a 2 milioni 100 mila) e le ore di cassa integrazione
salite da 80 mila a 279 mila. «Ci sono già aziende interessate a questo corso -
conclude Porini -. Se prima magari era una tipologia di lavoro che affidavano a
realtà qualificate ora non avendo il pieno di lavoro c’è chi vuole magari
riconvertire l’attività e specializzarsi per restare in piedi».
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