27 Ottobre:
assenza “ingiustificata”
Riscontro
stampa: L'Italia è fuori da Il
Pasquino 14 novembre 2017
Lo avevamo
denunciato: l’esercizio del diritto di sciopero è in pericolo. Come se non bastasse “l’editto” di Del Rio – che
24 ore prima dello sciopero generale del 27 ottobre scorso proclamato
rispettando tutte le regole imposte dalla normativa e con ben 3 mesi e mezzo
di anticipo ha precettato i lavoratori del comparto trasporto pubblico
riducendolo da 24 a 4 ore e sterilizzandolo nei fatti – un altro episodio
gravissimo ci è stato segnalato da Chieti. I fatti. 11 lavoratori
della Bravo Srl di San Salvo (Chieti) aderendo all’invito di USI-AIT hanno
esercitato il proprio diritto soggettivo inalienabile. Diritto – lo ribadiamo
con forza – di rango costituzionale e, in quanto tale, tutelato dalla legge: hanno
scioperato!
La Bravo Srl
di Chieti occupa circa 360 dipendenti e fa capo ad una multinazionale
giapponese del vetro (NSG Group) con sedi a Settimo Torinese, Melfi e Porto
Marghera: ai primi di novembre, spulciando nella busta paga, i lavoratori
hanno trovato una sorpresa. Hanno scoperto che – il 27 ottobre – la
trattenuta effettuata dall’azienda aveva, come causale, un’assenza … “ingiustificata”
e non l’adesione ad uno sciopero – lo ripetiamo, proclamato con larghissimo
anticipo e rispettando tutti i, rigidissimi, vincoli di legge: a
cominciare dall’ordine di precettazione!. Nei giorni successivi sono
cominciate a pervenire le prime lettere con le quali la Direzione aziendale
preannunciava l’apertura di un procedimento disciplinare a carico degli
scioperanti … “ingiustificati”.
Chiariamo
subito che la Segreteria nazionale USI-AIT si è già attivata per tutelare i
lavoratori fornendo alla Direzione aziendale tutta la documentazione relativa allo sciopero generale del 27 ottobre 2017 inoltrata – come prescrive la normativa – alle
Autorità competenti che, ad ogni buon conto e a beneficio della direzione
aziendale chietina, ribadiamo:
• Presidenza
Consiglio dei ministri;
• Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti;
• Ministero
del Lavoro;
• Ministero
Funzione pubblica;
• Presidente
Commissione di Garanzia ex lege 146/90.
Nessuna legge
o clausola contrattuale obbliga le OOSS in lotta per ottenere miglioramenti
salariali o sociali ad informare le singole aziende – come pretende la
filiale chietina della NSG Group – dell’agitazione in corso dal momento che l’obbligo
giuridico dell’informazione corretta e tempestiva ai sensi dell’articolo 2
comma 6 della legge 146/90 (come correttamente riportato e rammentato nel
telegramma di indizione dello sciopero indirizzato alle Autorità competenti) spetta
al Governo e – in ultima analisi – agli organi di (dis)informazione di
massa (tiggì in primis) che però – per calcoli meschini e fin troppo facili
da prevedere – si guardano bene dal farlo. Informare correttamente e per
tempo i lavoratori e le lavoratrici di uno sciopero generale riguardante sia
il settore pubblico che quello privato – che rientra negli obblighi etici
prima ancora che giuridici di quel “servizio pubblico” denominato
informazione di massa – significherebbe aumentare potenzialmente il rischio
di adesione/partecipazione alle iniziative di lotta proposte dal sindacalismo
più combattivo. Meglio, molto meglio (per il governo ed i media asserviti)
mettere la “sordina” a queste iniziative e poco importa se questo
atteggiamento di “censura preventiva dell’informazione” comporti “l’effetto
collaterale” di cogliere di sorpresa i padroni che reagiscono in maniera
arrogante e scomposta: come alla Bravo Srl di San Salvo. Pur non volendo
corredare il gravissimo episodio di un significato improprio non possiamo
fare a meno di rilevare come questa iniziativa padronale abbia fortemente
scosso ed irritato i lavoratori palesandosi come una forma – nemmeno tanto
occulta – di condizionamento se non proprio di vera e propria intimidazione
in occasione di – assai probabili – mobilitazioni future. E, probabilmente, è
proprio questo lo scopo che si prefigge la direzione aziendale protagonista
di questo episodio: scongiurare mobilitazioni future!
Un tentativo
di “condizionamento occulto” che – stringendoci idealmente agli
scioperanti di Chieti – rispediamo al mittente. Nell’esprimere la piena e
completa solidarietà ai lavoratori di San Salvo oggetto di discriminazione
invitiamo tutti i solidali ad inviare una lettera alla Direzione aziendale in
modo che sia chiaro e tangibile che essi non sono e non saranno lasciati soli
alla mercè delle arbitriarie interpretazioni padronali.
Se toccano
uno toccano tutti.
Per USI-AIT
Puglia
Pasquale Piergiovanni
P.S.: I
messaggi solidali vanno indirizzati alla Direzione della Bravo Srl al
seguente recapito postale (o al numero di fax indicato in calce) con questa
dicitura: “Piena e completa solidarietà agli scioperanti della Bravo Srl
di San Salvo (Chieti) vittime di procedimento disciplinare per aver aderito e
partecipato allo sciopero generale del 27 ottobre scorso. Se toccano uno
toccano tutti”.
Direzione
Aziendale BRAVO SRL ZONA INDUSTRIALE 66050 SAN SALVO (CH)
Fax 0873 549998 |
SEDE LEGALE E NAZIONALE TARANTO VIA LIVIO ANDRONICO, 47 tel 099/4792086 347/5301704 slaicobasta@gmail.com
lunedì 20 novembre 2017
17 novembre - Ennesimo attacco al Diritto di Sciopero: A Chieti lo sciopero è..., "ingiustificato"!
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