Pesaro: Decreto di condanna
penale per il presidio in solidarietà a Abd El Salam
Contro PD e governo di polizia: estendere la solidarietà!
Poco più di un anno fa moriva a Piacenza Abd El Salam
Ahmed El Danf, operaio nel settore della logistica. E’ morto scioperando,
davanti ai cancelli della GLS, investito e ucciso da uno dei mezzi che ha
forzato i blocchi organizzati dai lavoratori. I vertici dell’azienda se ne sono
da subito lavati le mani parlando di incidente stradale ma solidali da tutto il
paese si sono mobilitati per non far cadere nel vuoto un episodio così grave.
Abd El e’ morto perché lottava per condizioni lavorative dignitose, contro il
nuovo schiavismo che vorrebbe gli immigrati come carne da macello sottopagata e
iper sfruttata (finendo per abbassare salario e peggiorare le condizioni
lavorative di tutte e tutti). Lo abbiamo ribadito anche noi in piazza a Pesaro,
con un presidio spontaneo nel cuore/vetrina della città’. Studenti
giovanissimi, precari e attivisti dello spazio sociale si sono alternati con
degli interventi, e’ stato affisso uno striscione, qualche coro. Per non
dimenticare il sacrificio di un uomo in lotta per una vita migliore. Per
ricordare a tutti chi è’ il nemico: chi ci sfrutta e ci rende la vita
impossibile chiedendoci sempre di più e dandoci sempre meno.
Per quella
giornata arriva oggi un decreto penale di condanna ai danni di un compagno per
“manifestazione non autorizzata”. Lo stesso meccanismo con le medesime modalità
si e’ verificato altrove (9 solo a Bologna) e ciò lascia pensare ad una
direttiva calata sulle prefetture del paese. Farebbe sorridere, se non fosse
morto un nostro fratello, il fatto che si pretenda un preavviso di tre giorni
per un presidio relativo ad una morte improvvisa a cui si è data una risposta
repentina e non rimandabile. Farebbe sorridere il fatto che il compagno,
essendo al lavoro, non fosse neanche presente se non per un breve passaggio nel
luogo della manifestazione. Farebbe sorridere, se non fosse (sul compagno in
questione ma non solo…) l’ultimo episodio di un accanimento ai limiti dello
stalkeraggio da parte di una questura che tenta con mille inutili mezzucci di
intimidire chi nelle lotte ci mette faccia, tempo, passione e progetti di vita.
Ad ognuno il suo, a loro una grandissima perdita di tempo e interi plichi di
cartacce da compilare, a noi una vita tutta da costruire e l’inesauribile
necessità’ di lottare. Con il sole in faccia e i pugni nelle mani
Contro razzisti, padroni e chi se li difende per due
spicci
Ai nostri posti ci troverete. Abd El é vivo e lotta
insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai.
Nessun commento:
Posta un commento