Quello che abbiamo già detto
ArcelorMittal finora non ha fatto in realtà nessun
passo indietro. Il governo interviene per salvare la sostanza del piano
ArcelorMittal: esuberi, peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro
Il grande
sciopero del 9 ottobre aveva bisogno di una continuità reale per arrivare alla
trattativa su posizioni di forza.
Ma lo
sciopero non è continuato e non ci sono state neanche le assemblee
La guerra
dell'acciaio in corso su scala mondiale spinge Mittal a volere l'Ilva
abbassando il costo del lavoro, che significa più sfruttamento con meno operai.
Il governo del jobs act e dell'abolizione dell'art.18 non può che essere dalla
sua parte.
Noi da
sempre abbiamo proposto un'altra soluzione, quella di imporre con la lotta un
decreto operaio che sancisca la conservazione di tutti i posti di lavoro e la
difesa dei diritti acquisiti e “25 anni bastano” - vale a dire una misura di
pensionamento anticipato, che sia anche di risarcimento agli operai che hanno
pagato un costo pesante in termini di vite umane, salute, ecc. .
Ambientalisti
e gruppi di cittadini sono venuti ai cancelli Ilva, ma non vogliono capire che operai e cittadini si devono
unire per bloccare fabbrica e città se vogliamo davvero cambiare i piani
di padroni, governo e Stato.
bisogna bloccare la produzione e invadere la città. Chiamare a raccolta le masse
popolari dei quartieri inquinati, far sentire finalmente forte e chiara la voce
comune.
Sappiamo
bene che è una lotta prolungata, difficile e che serve l'unità dei lavoratori; questa
unità non è assicurata dalla linea, dalla pratica dei sindacati confederali
– se siamo arrivati a questo punto è anche “grazie” a loro. Nè pensiamo,
francamente, che gli spezzoni di sindacati di base presenti attualmente in
fabbrica siano una vera alternativa, anzi aggiungono alle posizioni
conciliatorie dei sindacati confederali, confusione di parole d'ordini e
prospettive, e pratica inconsistente
Abbiamo sin
dall'inizio denunciato i piani di ArcelorMittal perchè lo Slai Cobas per il
sindacato di classe conosce bene questi padroni, dato che siamo legati da un
vincolo ideologico e di classe con gruppi operai e masse che combattono questi
padroni in India e ovunque hanno un loro stabilimento, e le loro fabbriche
hanno sempre significato più sfruttamento, licenziamenti e cancellazione dei
diritti.
Ora, però,
quel che conta è cosa siamo in grado di fare noi di fronte a questi nuovi
padroni, in termini di lotta, organizzazione e resistenza operaia e popolare.
Il governo
Gentiloni e i nuovi governi che si avvicinano, ripetiamo, sono dalla parte dei
padroni e ogni idea di portarli dalla nostra parte è una pura illusione. Lo
stesso vale francamente per Emiliano e il sindaco Melucci. Dobbiamo contare
sulle nostre forze, dobbiamo lottare per un governo operaio che difenda lavoro
e salute.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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