sabato 5 dicembre 2015

5 dicembre - Ilva venduta entro 30 giugno 2016



ILVA VENDUTA ENTRO IL 30 GIUGNO 2016 - MA IL DECRETO NON DICE CHE SUCCEDERÀ AGLI OPERAI E DÀ LIBERTÀ AI PRIVATI SUL PIANO AMBIENTALE

Questo nono decreto approvato poche ore fa nel Consiglio dei Ministri, accelera la vendita dell'Ilva ai padroni privati per svenderla a quattro soldi.
Il decreto non dice cosa e a quanto verrà ceduto dello stabilimento e soprattutto tace sulla salvaguardia di tutti i posti di lavoro, lasciando quindi la possibilità di migliaia di tagli; come non dice una parola su come passeranno gli operai ai nuovi padroni, con quali contratti, quale difesa dei diritti acquisiti (che grazie al jobs act di Renzi potrebbero essere peggiorati).
Sul piano della salute, della sicurezza e dell'ambiente, lascia ai nuovi padroni privati la facoltà di cambiare il piano ambientale dell'Aia, per renderlo compatibile con i loro piani industriali (cioè con i loro profitti, non con la salute e la vita degli operai e della popolazione dei quartieri); Aia che comunque (sarà anche per questo) viene fatta slittare al 31 dicembre 2016; mentre il Min. dell'Ambiente dice che tutti i limiti di emissione europei sono rispettati a Taranto, proprio quando la stessa Arpa conferma gravi sforamenti degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) ai Tamburi (anche se, alla faccia della logica, dice che "l'aria è ottima (!?)". 
I primi a farsi sentire sono i sindacati più aziendalisti. La Fim applaude alla vendita e non pone neanche mezzo paletto a salvaguardia degli operai. 
Quindi resta tutta la denuncia dello Slai cobas sc e la sua iniziativa alla fabbrica sul "No alla newco" e sulle rivendicazioni di: salvaguardia di tutti i posti di lavoro, del salario e dei diritti; No a contratti peggiorativi; messa in sicurezza degli operai con postazioni ispettive fisse in fabbrica, fondi per una vera e urgente ambientalizzazione. 
SLAI COBAS per il sindacato di classe – Taranto

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