mercoledì 15 marzo 2017

14 marzo - Da 10 mesi in malattia, lavoratrice licenziata



Torino: bidella licenziata dopo 10 mesi di malattia: con la Tbc non poteva stare a scuola
Mandata via dalla coop perché ho superato i limiti di giorni a casa"
di GABRIELE GUCCIONE


14 marzo 2017 


Rita Cupani, la bidella licenziata 
 Quando i medici del San Luigi le hanno detto che sarebbe potuta rientrare a scuola, dopo dieci mesi trascorsi a lottare contro la tubercolosi, il suo posto di lavoro non c’era più. Rita Cupani, 63 anni, di cui quindici negli istituti scolastici torinesi come addetta alle pulizie negli appalti del Comune, ha ricevuto la lettera di licenziamento il 12 gennaio, subito dopo le feste di Natale. Un mese dopo lo pneumologo la dichiarava guarita, ma ormai era troppo tardi.
“Mi hanno lasciata a casa — chiarisce la signora Cupani — perché ho superato il limite dei giorni di malattia consentiti e mercoledì (domani per chi legge, ndr) l’ufficiale giudiziario verrà a casa per sfrattarmi”.
Nella raccomandata inviata il 28 dicembre dal suo datore di lavoro, la cooperativa Ici Arca, si legge che la signora Cupani è stata assente 399 giorni negli ultimi tre anni; 272 giorni solo nel 2016. «Mi sono ammalata — racconta l’interessata — di una tubercolosi che mi ha costretto a casa dieci mesi: prendevo 29 pastiglie al giorno». E del resto, si chiedono l’ex addetta alle pulizie e i rappresentanti sindacali dell’Usb, che la stanno sostenendo nella battaglia legale con l’azienda, come avrebbe potuto rientrare in servizio alla scuola elementare Parini e tornare a contatto con i bambini, prima di essere guarita? Ora la signora Cupani rischia anche di perdere la casa, dopo un anno di morosità. Ed è per questo che si è rivolta al comune e all’assessore al Lavoro, Alberto Sacco, che ha seguito il caso della Ici Arca e dei suoi ritardi nei pagamenti degli stipendi di 70 lavoratrici impiegate negli appalti comunali. Probabilmente, se andrà a buon fine l’accordo imbastito il 7 marzo con un’altra cooperativa, “La nuova socialità”, 10 di loro saranno riassorbite. Ma le altre no. E tra queste anche le diverse lavoratrici licenziate nell’ultimo periodo, come la signora Cupani. «È intollerabile che si registrino casi di pagamenti ritardati oltre il limite della dignità per le lavoratrici e licenziamenti in seguito a malattie gravi in una cooperativa che, seppure in subappalto, lavora per il Comune», attacca la consigliera comunale Eleonora Artesio. La quale ha chiesto un’audizione del sindacati proprio per fare il punto sugli appalti comunali nei servizi.


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