Un altro caso nel Tarantino «Mia moglie, stroncata da un malore nei campi
di ANTONELLO PICCOLO
MASSAFRA. Si è spenta nel silenzio, Maria Lemma, 39
anni, bracciante agricola di Massafra regolarmente assunta dal suo datore di
lavoro, anche lei - come l’altra collega pugliese deceduta - l’ultimo abbraccio
ai suoi cari l’ha dato prima che il sole sorgesse, in un venerdì di luglio.
Maria non avrebbe mai immaginato che quella tra i vigneti di Ginosa sarebbe
stata l’ultima partenza verso la campagna, verso il lavoro nei campi. Un
improvviso malore, sotto la calura estiva, implacabile in un luglio da decenni
mai così rovente, mentre tagliava l’uva da tavola, destinata ad essere venduta
nei mercati del Nord Italia. Poi la corsa disperata in ospedale, al «Giuseppe
Moscati» di Taranto dove ogni tentativo dei sanitari di salvarle la vita si è
rivelato vano perché, a distanza di dieci giorni (poco prima di ferragosto), il
suo cuore si è fermato. Il marito Nicola Maggio - invalido civile con una
piccola pensione - e i cinque figli, adesso, sono rimasti privi dell’unica
fonte di reddito certa. I 40 euro che Maria guadagnava giornalmente sui campi
della provincia di Taranto servivano per soddisfare l’esigenze domestiche,
contribuendo perfino al pagamento delle rate di un mutuo contratto per
l’acquisto della casa. Una vita dedicata alla campagna, tra le difficoltà di
una quotidianità sempre più dura e le preoccupazioni di assicurare tranquillità
ai figli. A volte anche sottacendo qualche patologia, perché lo stato di
malattia può ostacolare il rapporto di lavoro, fino a renderlo impossibile.
Nicola Maggio ha deciso di raccontare il suo dramma, a distanza di giorni e a mente più serena, perché attraverso il dolore della sua famiglia si possa pensare a nuove e idonee misure di legge, tali da tutelare in maniera più adeguata quanti prestano la propria mano d’opera in ag ricoltura. Molto spesso i nostri braccianti sono costretti ad accettare condizioni di lavoro massacranti altrimenti non lavorano, e, purtroppo, per la fame di lavoro si rendono spesso «invisibili». Tanti i quesiti che accompagnano la vita lavorativa nei campi: la durata di un turno di lavoro nei campi, d’estate, quando finisce di essere regolare e diventa, invece, un rischio? In merito alle patologie professionali che possono colpire il lavoratore agricolo, esiste una classificazione che prevede malattie legate all’ambiente di lavoro, nonché a materiali e a strumenti di lavoro.
I malori avvertiti durante l’estate da braccianti
impegnati nelle lavorazioni nei campi hanno d’altronde fatto sorgere il
sospetto che possano essere stati causati dall’uso massiccio e incontrollato da
fitofarmaci e antiparassitari.
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