giovedì 11 febbraio 2016

10 febbraio - Contratto bidone nei trasporti



nel 2015 sono stati rinnovati o sono state presentate le ipotesi di rinnovo di numerosi contratti collettivi nazionali. Tra questi il contratto collettivo del settore trasporti autoferrotranvieri (mobilità TPL) che riguarda oltre 116.000 lavoratori. Anche in questo come negli altri contratti collettivi nazionali rinnovati o in via di rinnovo è chiaro che l’attacco padronale è durissimo e che sempre più c’è un tentativo di togliere qualsiasi diritto a chi lavora e di impadronirsi di una parte sempre maggiore del suo tempo, in parallelo con lo smantellamento dei servizi pubblici.

In particolare il contratto di questo settore, peggiorando notevolmente le condizioni lavorative, implica che la qualità del servizio di trasporto pubblico andrà abbassandosi ulteriormente.
Infatti, senza contare l’aumento irrisorio del salario (fermo da 8 anni) e l’obbligatorietà per tutti i lavoratori di versare una quota al fondo PRIAMO, vediamo chiedere a chi lavora maggiore flessibilità e la possibilità di deroghe alle limitazioni dell’orario in caso di eventi speciali o crisi dell’azienda; tutte misure per far sì che i lavoratori siano a piena disposizione dell’azienda sempre e quando questa vuole. Tutto questo in un settore in cui, come abbiamo documentato nel caso romano, i lavoratori vengono già ampiamente spremuti, contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda giornalistica. Il che tra l'altro apre e prepara la strada a un privato, là dove la privatizzazione ancora non è avvenuta.
In tutto questo i sindacati confederali sembrano essersi dimenticati cosa dovrebbe essere un CCNL, cioè uno strumento importante per affermare la forza collettiva dei lavoratori e così strappare condizioni di lavoro dignitose per tutti, anche per quelli che si ritrovano in situazioni individuali o aziendali particolarmente ricattabili. Il loro obbiettivo sembrerebbe piuttosto l’autoconservazione, come dimostra la piattaforma che stanno presentando e che pretendono di aver sottoposto ai lavoratori con il referendum del 28 novembre. Se questo ha visto la vittoria del SI facendo cantare alla vittoria CGIL, CISL, UIL e FAISA, come denunciano invece tanti lavoratori che vi si oppongono, si è trattato praticamente di una truffa: infatti non solo non è stato organizzato e pubblicizzato a dovere ed è stato accompagnato da false promesse e minacce di precariato, ma spesso i lavoratori non sono stati messi nella condizione di poter votare. Di conseguenza a votare è stato il 40% dei lavoratori, di cui il 35% era sfavorevole.
Contrariamente a quanto pretendono i confederali, a moltissimi lavoratori questo CCNL non va bene. Proprio per opporsi a esso a Firenze il 16 gennaio si è svolta un'assemblea chiamata dal Coordinamento Nazionale Autoferrotranvieri.

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