il 18 la prima
sentenza
Si terrà il 18 febbraio prossimo l'udienza che porterà alle prime sentenze
per le cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro. Corbellini:
"Una vigilia importante per i lavoratori che chiedono siano riconosciuti diritti
e compensi"
ECONOMIA E LAVORO - Il 18 febbraio sarà una data storica per i braccianti
agricoli di Cascina Lazzaro: sarà, infatti, il giorno in cui andranno in
conclusione alcune delle cause di lavoro intentate dai lavoratori, che
all'indomani delle proteste dell'estate del 2012 avevano denunciato le
condizioni di lavoro cui erano sottoposti.
Una vicenda complicata e dolorosa, i
cui tempi - civili e penali - hanno visto dei rallentamenti, provocati
dall'accorpamento dei tribunali. "La prima denuncia era per schiavitù -
spiega l'avvocato Simonetta Crisci - poi derubricata a grave sfruttamento: le
condizioni di lavoro denunciate, con dieci ore di lavoro al giorno per due euro
all'ora, i ricatti motivati dall'irregolarità sul territorio del lavoratore stesso,
l'assenza di contratti, trattamenti di fine rapporto o busta paga, erano
disumane. I lavoratori non regolari sul territorio, addirittura, hanno
ottenuto la possibilità di essere regolarizzati perché riconosciuti vittime di
sfruttamento. E anche le situazioni della ditta, che ha acceso un mutuo
all'indomani dello scandalo, ipotecando terreni e strutture, con una nuova
azienda subentrata alla precedente che ha però assunto i vecchi proprietari,
lascia qualche perplessità...". "Questa è una vigilia importante,
comunque - le fa eco l'avvocato Luca Corbellini - perché, nonostante la
sentenza riguardi solo cinque lavoratori, si tratta comunque delle prime
sentenze. L'unico caso precedente, infatti, risale al Tribunale di Tortona,
che aveva riconosciuto ad un bracciante un risarcimento di 30mila euro,
ricevuti però solo in minima parte: i datori di lavoro risultano infatti
nullatenenti, e a nulla sono valsi i tentativi di recuperare denaro. Nel 2013,
infatti, all'indomani dell'accensione del mutuo e dell'ipoteca, la fabbrica è
stata pignorata prima che gli avvocati chiedessero un sequestro preventivo dei
beni. Il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autorganizzata
composta da lavoratori e attivisti solidali, annuncia intanto la propria
presenza davanti al Tribunale di Alessandria, per la mattinata del 18 febbraio.
"Saremo presenti per chiedere giustizia - dicono - e per difendere
ancora una volta il diritto al lavoro e alla dignità".
10/02/2016
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