Un
comunicato del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di
Lavoro e nel Territorio
I morti sul lavoro non sono mai una fatalità ma omicidi. Ieri altri due incidenti mortali sul lavoro nel Mantovano: due operai di 57 e 47 anni. All’Elettrodigit di Piubega un dipendente è precipitato dal cestello della gru dopo che uno dei parapetti ha ceduto: morto dopo un volo di 5 metri.
Alla Frati di Pomponesco un operaio è rimasto schiacciato da una pressa.
Il primo assassinio si è verificato all’Elettrodigit, un’azienda che produce impianti elettrici e idraulici ad alta tecnologia, dove ha perso la vita, il 57enne Gaetano Amendola. L’operaio stava eseguendo alcuni lavori all’interno del cestello di una gru interna all’azienda, all’altezza di 5 metri circa. Secondo le prime ricostruzioni, uno dei quattro parapetti del cestello cui l’operaio era appoggiato
avrebbe ceduto improvvisamente, facendolo precipitare. L’operaio ha battuto violentemente il capo al suolo ed è morto sul colpo. Il secondo incidente è avvenuto dopo meno di un’ora nello stabilimento Frati di Pomponesco, un’azienda che opera nel settore legno e compensato.
Il 47enne romeno Ion
Anghelache, insieme ad un paio di colleghi, stava pulendo una pressa
quando il macchinario si è avviato per errore, schiacciandolo. Anche
i due colleghi che stavano lavorando insieme ad Anghelache sono
rimasti feriti in modo lieve. Come sempre non è chiaro se il
macchinario, nel momento dell’incidente, fosse acceso o spento. Ora
si aprirà l’ennesima inchiesta giudiziaria, con processi
lunghissimi che, con la prescrizione, lascerà i padroni responsabili
come sempre impuniti.I morti sul lavoro non sono mai una fatalità ma omicidi. Ieri altri due incidenti mortali sul lavoro nel Mantovano: due operai di 57 e 47 anni. All’Elettrodigit di Piubega un dipendente è precipitato dal cestello della gru dopo che uno dei parapetti ha ceduto: morto dopo un volo di 5 metri.
Alla Frati di Pomponesco un operaio è rimasto schiacciato da una pressa.
Il primo assassinio si è verificato all’Elettrodigit, un’azienda che produce impianti elettrici e idraulici ad alta tecnologia, dove ha perso la vita, il 57enne Gaetano Amendola. L’operaio stava eseguendo alcuni lavori all’interno del cestello di una gru interna all’azienda, all’altezza di 5 metri circa. Secondo le prime ricostruzioni, uno dei quattro parapetti del cestello cui l’operaio era appoggiato
avrebbe ceduto improvvisamente, facendolo precipitare. L’operaio ha battuto violentemente il capo al suolo ed è morto sul colpo. Il secondo incidente è avvenuto dopo meno di un’ora nello stabilimento Frati di Pomponesco, un’azienda che opera nel settore legno e compensato.
In Italia ogni giorno si registra una media di tre morti sul lavoro al giorno, senza contare quelli in itinere e in nero. Una strage quotidiana inaccettabile per tutte le persone civili, ma considerata “normale” dagli sfruttatori . Le vittime del 2018 nel mantovano sono quasi triplicate: dall’inizio dell’anno si contano 11 vittime contro 4 decessi del 2017. Sono stati invece 5687 gli infortuni dichiarati cresciuti rispetto all’anno prima di 61 casi. In Italia si continua a morire di lavoro e sul lavoro nell’indifferenza del governo e delle istituzioni. Dai dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul lavoro, dal 1° gennaio al 16 ottobre 2018 sono 584 i morti sui luoghi di lavoro. Con i morti sulle strade e in itinere sono già morti oltre 1100 lavoratori. Se a questi aggiungiamo i morti per malattie professionali (più di 4000 mila solo per amianto ogni anno, 12 al giorno, una morte ogni due ore), siamo in presenza di una vera guerra di classe che colpisce, con morti, feriti e invalidi, la classe proletaria. Lo sfruttamento capitalista è la causa principale degli infortuni, dei morti sul lavoro e di lavoro. Nella contraddizione antagonista esistente fra capitale e lavoro bisogna schierarsi. E’ ipocrita piangere lacrime di coccodrillo quando si accetta come legittimo lo sfruttamento, il profitto, il mercato, come fanno governo, istituzioni, partiti borghesi e i sindacati confederali.
Non c’è nessuna compatibilità tra i nostri interessi e quelli dei padroni. Solo nella lotta per eliminare lo sfruttamento, la proprietà privata dei mezzi di produzione del capitale, è possibile difendersi.
Sesto San Giovanni 17 ottobre http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com
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