Solidarietà
alla coordinatrice dello SLAI COBAS Per il sindacato di Classe
Margherita Calderazzi, condannata dalla Corte di Appello di
Taranto alla pena di un mese da scontare agli arresti domiciliari, in
merito alla sua attività di organizzazione e direzione delle lotte
dei disoccupati del 2010. Si tratta dell'ennesimo, grave
attacco al movimento proletario: alle sue organizzazioni e ai suoi
organizzatori. Oggi più che mai, organizzare le lotte é una
necessità per i lavoratori e le lavoratrici, occupati e disoccupati,
italiani e immigrati: controllare e reprimere tali lotte é allora il
compito principale assegnato dai padroni agli apparati statali - in
primis forze dell'ordine, magistratura e sindacati padronali - e ai
loro servi. Daltronde, da sempre lo Stato si é dimostrato null'altro
che un comitato d'affari: al servizio del capitale e degli interessi
della borghesia, per più e meglio sfruttare la classe lavoratrice.
Per rispondere alla pericolosa, continua minaccia che i capitalisti e
il loro Stato costituiscono per gli interessi e il movimento dei
proletari in generale, e degli operai in particolare, bisogna usare
le armi della solidarietà e della lotta.
Come S.I. COBAS,
conosciamo purtroppo bene il metodo padronale di provocazione e
attacco alle lotte: innanzitutto ai loro protagonisti e ai loro
coordinatori. Oltre alle denunce e ai fogli di via ricevuti da
centinaia di operai autorganizzati che hanno partecipato a picchetti
di sciopero, o cortei manifestazioni e presidi (non ultimi, i 5
licenziati FCA di Pomigliano), ricordiamo soprattutto il caso del
teorema poliziesco-giudiziario montato ad hoc e rabbiosamente
scagliato contro il nostro coordinatore nazionale Aldo Milani, nel
2017: un teorema falso e odioso, cui abbiamo risposto subito
unitariamente e combattivamente, con la lotta nei luoghi di lavoro e
dal carcere di Modena. Lotta che naturalmente non si ferma,
rafforzandosi nei magazzini e nelle fabbriche contro le manovre di
procure e questure, e ormai capace di raggiungere fin il cuore delle
città, dalla provincia ai capoluoghi: infatti, pur essendo
miseramente crollato l'intero impianto accusatorio verso Aldo, contro
di lui affannosamente lo Stato sta continuando un processo farsa
nella Modena delle cooperative "modello" che in realtà per
aumentare il profitto sfruttano senza pietà la forza lavoro,
specialmente quella immigrata. Per tali fatti e dato il lavoro comune
svolto insieme allo SLAI COBAS in questi anni, evidentemente la
nostra solidarietà a Margerita non é formale: il prossimo 27
ottobre, a Roma, al corteo internazionalista contro sfruttamento,
razzismo e repressione, a migliaia e migliaia protesteremo - come
operai, come proletari - anche per lei; nonché per tutte quelle
compagne, tutti quei compagni infamamente colpiti da simili rabbiosi
provvedimenti. Provvedimenti appunto destinati - testardamente benché
inutilmente - a colpire non solo le persone ma soprattutto le lotte
che - dal lavoro alla casa, dalle grandi opere all'ambiente, dalla
scuola alla salute - giorno e notte stanno coraggiosamente,
inesorabilmente spingendo allo scoppio le troppe contraddizioni
insanabili del capitalismo in crisi, per svegliare e unire tutti gli
sfruttati e tutte le sfruttate in un fronte di classe organizzato e
combattivo, che abbatta finalmente il dominio mortale del capitale
sulla vita.
Nessuna
denuncia, nessun arresto ci fermerà: chi tocca uno tocca tutti...
alla lotta!
Vogliamo
superare questo sistema di schiavitù dell'uomo sull'uomo e dell'uomo
sulla natura: solidarietà a Margherita e allo SLAI COBAS, la lotta
di classe né si arresta né si processa!
S.I.
COBAS nazionale
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