Sara
Olivieri
Sestri Levante - È stata respinta senza mezzi
termini l’ipotesi di accordo presentata da Fincantieri per evitare la cassa
integrazione ordinaria, a partire dal 7 marzo e per le tredici settimane
successive. I lavoratori riuniti ieri in assemblea l’hanno cestinata
all’unanimità, ribadendo che le ferie arretrate e i Par (giornate considerate
festive) non si toccano.
Perlomeno non a fronte dei 6 miliardi di euro appena stanziati dal governo per rinnovare la flotta militare, che hanno generato nuove commesse e alte aspettative in termini occupazionali; senza contare poi i numerosi appalti esterni, la buonuscita da 3 milioni di euro riconosciuta all’ex direttore generale per un incarico di soli nove mesi; la non garanzia, per il comparto meccanica, di scampare davvero alla cassa integrazione nel corso dell’anno.
Perlomeno non a fronte dei 6 miliardi di euro appena stanziati dal governo per rinnovare la flotta militare, che hanno generato nuove commesse e alte aspettative in termini occupazionali; senza contare poi i numerosi appalti esterni, la buonuscita da 3 milioni di euro riconosciuta all’ex direttore generale per un incarico di soli nove mesi; la non garanzia, per il comparto meccanica, di scampare davvero alla cassa integrazione nel corso dell’anno.
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