domenica 14 febbraio 2016

13 febbraio - Amianto a Vespolate



Quattro avvisi di garanzia per l’amianto a Vespolate
Indagine sulla bonifica delle strade campestri. Le ipotesi di reato: abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso

13/02/2016
marco benvenuti
VESPOLATE Abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso. Sono i reati ipotizzati dalla Procura di Novara nell’inchiesta sulla bonifica dell’amianto nelle strade interpoderali di Vespolate. A distanza di alcuni mesi dall’avvio dell’indagine (risale a luglio il sequestro di documenti eseguito dalla Forestale negli uffici della Provincia in corso Cavallotti, seguito da quello del «sarcofago» costruito vicino al cimitero per contenere il materiale), nei giorni scorsi il pm Ciro Caramore ha mandato quattro avvisi di garanzia relativi a un primo troncone: lo hanno ricevuto un dirigente e un tecnico del settore Ambiente della Provincia, un libero professionista che seguiva la bonifica, tutti novaresi, e il titolare della ditta che ha eseguito i lavori poi bloccati, la Uno Emme di Medolago (Bergamo).
La ditta era già stata raggiunta lo scorso anno da un’«informazione interdittiva antimafia» emessa dalla Prefettura di Bergamo, con conseguente cancellazione dalla «white list» che consente di avere commesse con la pubblica amministrazione. Un provvedimento, in ogni caso, che nulla aveva a che vedere con l’incarico ottenuto a Novara. E’ una vicenda che si trascina da oltre un decennio quella dell’amianto a Vespolate.  Era l’estate nel 2003 quando in nove chilometri di strada nelle campagne al confine con Nibbiola venne notato pietrisco proveniente dallo smantellamento della massicciata ferroviaria. Era stato venduto agli agricoltori a poco prezzo. Ci fu anche un processo. Portò sul banco degli imputati i vertici delle società che stavano eseguendo i lavori nella tratta tra Novara e Mortara. Vennero in gran parte assolti. Iniziò la bonifica. I lavori sono fermi al 75%. La bonifica, coordinata dalla Provincia, è stata finanziata dalla Regione per un milione e 600 mila euro. Prevede la rimozione del sedime contaminato e lo stoccaggio in due apposite vasche nel territorio di Vespolate. A provocare lo «stop», a marzo, è stato un rilievo tecnico mosso dall’Asl sul ridimensionamento della seconda vasca proposto dal direttore dei lavori, anche nella direzione di un risparmio economico. Secondo l’azienda sanitaria questo poteva provocare dispersione del materiale. La Regione ha sospeso i finanziamenti. Poi le indagini. Riguarderebbero procedure e fondi legati al progetto. E si dividerebbero in più filoni: in uno di questi ci sarebbero già altri due denunciati.



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