Fiumicino. Costretti a
lavorare nonostante la diossina
L'incendio al Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino
continua a produrre conseguenze mefitiche per i lavoratori e l'ambiente ma
anche polemiche sulla linea dell'azienda Aeroporti di Roma che ha costretto i
lavoratori ad andare al lavoro nonostante gli alti livelli di nocività. Sulle
conseguenze dell'incendio al Terminal 3, è intervenuto anche l'Istituto
superiore di Sanità rilevando che: "Sulla base di un numero limitato di
rilevamenti, riferiti peraltro solo ad alcuni inquinanti a e 4 giorni di
monitoraggio, i risultati fino ad ora trasmessi identificano una situazione di
compromissione delle due aree oggetto di valutazione in termini di qualità
dell'aria". Per l'Istituto Superiore di Sanita', che ha espresso un parere
di "natura squisitamente tecnico-scientifica" richiesto dall'Asl Rm
D, la situazione dopo l'incendio al terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino
appare ancora molto critica. I rilevamenti della qualità dell'aria, fatti da Arpa
Lazio per valutare la presenza di microinquinanti organici nell'area vicina a
quella in cui si è verificato l'incendio e in un'altra considerata
verosimilmente non interessata al rogo sono tali da aver spinto l'Istituto a
"suggerire, nell'attesa di acquisire ulteriori risultanze analitiche, di
adottare, in via precauzionale, tutte le misure di protezione per la salute
pubblica, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente, con particolare
riferimento ai lavoratori esposti secondo la legge 81/2008". Una situazione
intollerabile che ha visto crescere l'opposizione dei sindacati dei lavoratori
dell'aeroporto di Fiumicino: “Il silenzio colpevole, l'imperizia, la
superficialità e il far prevalere gli interessi economici su quelli della
salute dei lavoratori, sono gli aspetti più gravi che hanno caratterizzato il
comportamento di istituzioni e aziende nella vicenda dell'incendio di
Fiumicino”, attacca Fabrizio Tomaselli, dell'Esecutivo nazionale USB, che
prosegue: “Oggi leggiamo sul Corriere della Sera che uno dei più importanti
esperti del settore, la Professoressa Antonietta Gatti, fisica e bioingegnere
di fama mondiale e docente del CNR ritiene ‘carenti e tardive’ le
analisi delle autorità sanitarie, che serviva verificare le ‘evidenze
cliniche’ e che ‘ci vogliono 3 giorni per accertare la presenza
di diossina’. Rincara la dose il Direttore dell'Istituto sull'Inquinamento
Atmosferico del CNR, Nicola Pirrone dicendo che ‘Il buon senso
vorrebbe prima la bonifica e poi la riapertura’”. “Ci voleva tanto a dire e
fare cose che gli esperti affermano in modo così categorico? - domanda il
sindacalista - O gli interessi economici sono più importanti della salute di
lavoratori e passeggeri? La stessa Alitalia ora afferma che ‘(... )vista la
persistente assenza di certificazione rilasciata da istituti pubblici, per la
tranquillità dei dipendenti è stato affidato al CNR un secondo screening’ ”.
“Resta il fatto che lo scalo è rimasto aperto – denuncia il dirigente USB - e
una parte è stata chiusa solo per ordine del magistrato e che per oltre 20
giorni i lavoratori hanno operato in modo continuato, senza alcuna protezione,
per ore ed ore di seguito, a contatto con agenti chimici e tossici
pericolosissimi. In tanti sono andati al pronto soccorso e molti stanno ancora
male. Chi doveva gestire la situazione sul campo, la società di gestione
aeroportuale Aeroporti di Roma, si è distinta in modo assoluto per inefficienza
e soprattutto per essersi assunta responsabilità enormi, che a nostro avviso
non hanno tutelato la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ma la Asl
competente, l'Enac e il Ministero dei Trasporti non sono stati da meno e sono
sicuramente corresponsabili di ciò che è accaduto. Cosa dire poi di Cgil, Cisl,
Uil e Ugl che hanno brillato per la loro assenza? Un silenzio che la dice lunga
sulla reale credibilità e rappresentatività di questi sindacati”. “Ora che
l'Istituto Superiore della Sanità ha emesso un primo documento di lettura ed
analisi dei dati tutto è più chiaro, ma i tentativi di insabbiare o sminuire la
gravità della situazione non sono finiti. L’USB, insieme alla CUB Trasporti, è
stata sin dall'inizio al fianco dei lavoratori – sottolinea Tomaselli - ha
denunciato il pericolo per gli operatori aeroportuali e per i passeggeri, ha
indetto lo sciopero per tutelare la salute di chi lavora, ha fatto denunce su
denunce, ha subito pressioni e diffide, ma non si è mai fatta intimorire”.
“Purtroppo avevamo ragione – conclude Tomaselli – e ora chiediamo che chi ha
sbagliato si alzi dalla sedia e sia cacciato via. Le responsabilità sono tante,
sia di carattere politico, sia penale, sia economico. Vogliamo sicurezza per
chi lavora e che chi ha sbagliato paghi”.
AEROPORTO FIUMICINO:
FINALMENTE PUBBLICA LA RELAZIONE ISS
ORA IMPERATIVO METTERE AL
SICURO I LAVORATORI
Con grandissimo ritardo è stata finalmente pubblicata
la relazione dell'Istituto Superiore di Sanità sulle rilevazioni dell'Arpa
effettuate tra il 12 e il 16 di maggio: ora nessuno può continuare a
nascondersi, i lavoratori vanno messi in sicurezza e i siti oggetto delle
rilevazioni vanno chiusi immediatamente.
In questi 22 giorni che ci separano dall'incendio non si è voluto ricorrere al
principio di precauzione e si sono esposti migliaia di lavoratori a rischi
gravissimi. Le autorità competenti hanno colpevolmente tergiversato, prima
nell’effettuare le rilevazioni e poi nel renderle note, mentre Enac e Adr hanno
ripetutamente sostenuto in tutti questi giorni che l’ambiente era salubre e che
i lavoratori non correvano alcun rischio. A fronte di queste evidenze i
dirigenti di Adr e di Enac dovrebbero avere il pudore di dimettersi. Ma
dovrebbe rassegnare le dimissioni anche il Ministro Delrio, che in queste
settimane ha avallato i comportamenti irresponsabili delle direzioni
aeroportuali. E' infatti frettolosamente venuto a Fiumicino il 15 maggio per
affermare che tutto stava rapidamente tornando alla normalità. Queste colpevoli
lentezze, che hanno causato il ricovero di centinaia di lavoratori con
conseguenze sulla loro salute che scopriremo solo con il tempo, costituiscono
un autentico crimine ed una vergogna per il nostro paese, contro il quale le
nostre organizzazioni esprimono tutto lo sdegno possibile.
Roma, 29 maggio 2015
Per CUB
Trasporti Antonio Amoroso,
per USB Federazione di Roma Guido Lutrario
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