giovedì 17 ottobre 2024

NELLO SCIOPERO CONTRO LA REPRESSIONE, PER L’AUMENTO DELLO STIPENDIO, GLI OPERAI BELGRAVIA HANNO RICORDATO IL PROF SAIBABA E LA SUA VITA RIVOLUZIONARIA PER LA CAUSA DEL PROLETARIATO E DELLE MASSE INDIANE

Lo sciopero è stato buona occasione di solidarietà internazionalista, perché la lotta per il lavoro è la lotta a fianco dei popoli oppressi, dalla Palestina, Libano, fino alle masse indiane che si battono contro il regime fascista/indutva di Modi. Ed è a fianco del proletariato, di queste masse indiane che ha speso la sua vita rivoluzionaria il prof Saibaba, a cui gli operai in sciopero hanno reso omaggio. Saibaba è morto sabato a seguito di un intervento chirurgico a 57 anni, dieci passati in carcere colpito da una falsa accusa parte delle campagne repressive dello stato Indiano. Campagne lanciate a più riprese con nomi come ‘operazione Green Hunt’, ‘operazione Kagaar’, compiute anche con veri e propri genocidi contro le popolazioni native ‘adivasi’, per soffocare le mobilitazioni dei lavoratori dei contadini delle masse popolari che combattono per la fine del regime di Modi, per ‘cancellare i maoisti dall’India’.

 https://proletaricomunisti.blogspot.com/2024/10/pc-17-ottobre-la-morte-del-dr-gn-saibaba.html#more

E precisa e decisa è stata la denuncia degli operai in sciopero nella fabbrica Belgravia, contro i padroni e la gestione dello stabilimento come un campo di insalata con il supporto complice dei sindacati Uil Cgil Cisl, applicando il contratto Agricolo Fluorovivaisti agli operai delle linee di produzione, abusando delle condizioni specifiche previste per il lavoro dei campi, stravolgendo alcuni aspetti del lavoro operaio in fabbrica.

 Contro la repressione in fabbrica, dove ogni singolo elemento di potere familiare/padronale, viene indirizzato capillarmente secondo una concezione di tipo fascista a sottomettere e colpire i lavoratori e qualunque forma del loro dissenso. In sintonia con il decreto sicurezza in discussione al senato risultato della natura fascista del governo Meloni.

 Contro l’arbitraria e particolare flessibilità imposta agli operai, che significa più profitto e paura, paura

17 ottobre - ANNULAMENTO 1° GRADO SENTENZA "AMBIENTE SVENDUTO": NON FINISCE QUÌ, DOPO ASSEMBLEA TARANTO INCONTRO IL 21 A TORINO

 


martedì 15 ottobre 2024

15 ottobre - dal blog tarantocontro: "Non finisce qui!" - avevamo detto alla lettura di annullamento della sentenza processo Ilva di 1° grado - E ieri abbiamo cominciato a renderlo realtà...

 

Riportiamo i temi principali che sono stati posti nell'assemblea di parti civili e avvocati, tenutasi ieri alla Provincia.

Prima di iniziare vi è stato un forte saluto/ricordo di Massimo Battista, operaio, delegato Ilva, morto il 7 ottobre, che ha combattuto contro i Riva, i padroni pubblici e privati dell'ex Ilva e che nella sua lunga battaglia soprattutto in fabbrica è stato un riferimento per tanti operai.

Noi avevamo detto dall'inizio che questo processo "Ambiente svenduto" era ed è un processo storico. Non andava visto, quindi, come un processo normale, sia pur necessario, contro padroni, ma anche rappresentanti complici delle istituzioni, della politica, ecc.. E' un processo storico sia per la quantità di imputati, chiaramente prima di tutto i Riva e le società che hanno gestito l'Ilva per vari anni, poi tutta la catena che in un certo senso dà un'immagine concreta di quello che è il sistema del capitale, perché ci sono i politici, ci sono i rappresentanti istituzionali, gli Enti che dovevano controllare, c'è la Chiesa, le forze dell'ordine; sia per l'insieme dei reati che in un certo senso coprono tutto l'arco di violazioni sulla sicurezza e la salute per cui i lavoratori sono colpiti e viene messa in pericolo la vita degli operai e delle popolazioni - dalle violazioni che avvengono nei cantieri edili a quelle nella siderurgia, a quelle nei porti, nei trasporti ferroviari, eccetera.

E anche questa sentenza di annullamento, fa diventare questo un processo storico.

Il 13 settembre è stata scritta una brutta pagina per la città di Taranto, per la difesa del diritto alla salute dei cittadini, per la difesa dei diritti dei lavoratori, della sicurezza.

Sono stati cancellati 7 anni del processo di primo grado. Ma in realtà di più, perché dal 2012 che la

questione generale dell’Ilva è balzata sul fronte giudiziario.

Altrettanto esemplare in negativo è stato l'atteggiamento del Presidente della Corte d'appello. Fin dall'inizio, Del Coco ha fatto sollevare, da parte nostra ma non solo nostra, parecchi sospetti circa una posizione di costante imparzialità. 

Fin dalla seconda udienza il presidente Del Coco ha fatto un’ordinanza con cui, per la prima volta in un processo del genere, ha sospeso la provvisionale. Questo è stato un segnale abbastanza pesante, non solo per gli effetti sulle parti civili – qui stiamo parlando di più di 1500 parti civili di cui l’80% si tratta di lavoratori, donne, uomini che hanno subito nella loro vita anche pesanti risvolti economici, sia per lo sfruttamento sul lavoro e la mancanza di sicurezza, sia per il problema proprio della salute, con tutti gli iter della catena di sofferenze, fatte di ospedali, viaggi per la salute ecc - ma per la motivazione che c'è stata dietro questa ordinanza. Una motivazione visibilmente di parte, politica, che va al di là delle motivazioni giuridiche. Perché si diceva che se gli imputati, i Riva e gli altri, fossero stati assolti, per loro sarebbe stato un enorme danno economico aver sborsato questa provvisionale e non poter riuscire a recuperare questi soldi. Una motivazione, quindi, che non c'entrava per niente con le norme giudiziarie.

Questa sentenza è molto grave perché insieme a cancellare tanti anni di udienze, ha buttato a mare tante testimonianze di operai, di cittadini abitanti nei quartieri inquinati, di lavoratori cimiteriali, veramente importanti. Queste testimonianze hanno dato un quadro anche del fatto che non è che non era possibile “un'altra fabbrica”. Il problema, era ed è, che la fabbrica è gestita chiaramente ai soli fini del massimo profitto, e tutto il sistema politico, istituzionale è sostenitore di questo interesse dei padroni. Ma dalle testimonianze degli operai emerge un’altra realtà; gli operai nel denunciare quello che succedeva in fabbrica dicevano anche cosa loro proponevano, quantomeno per limitare l'inquinamento, le violazioni continue di normative sulla salute, sulla sicurezza. Loro lo dicevano ma per questo venivano puniti, declassati, trasferiti, anche se erano delegati.

Questo processo non è da vedere solo come processo ambientale, ma è un processo che ha messo in luce il rapporto tra produzione, attività produttiva, e operai. Cioè è un processo al modo di produzione capitalista.

Un processo sintetizzato da una concezione espressa da alcuni avvocati degli imputati: “Voi parlate di giustizia, noi parliamo di diritto”. Un diritto che in questo sistema capitalista è fondato sul diritto borghese, non certo su un diritto per gli operai e le masse popolari. Un diritto che in questo processo d’appello si è basato su veri e propri cavilli giuridici (che precedentemente la Cassazione aveva già respinto. Per esempio, come ha detto ieri un'avvocata, come mai la Corte d’appello ha dato valore alla costituzione di parte civili di due giudici onorari, ma non al ritiro di queste costituzioni?) li amplificano al massimo e sulla base di questi cavilli buttano a mare un impianto di circa 3800 pagine del processo di primo grado.

In questo senso quello che è alla fine più grave è che annullando questo processo, è come se si fosse detto: il modo di produzione capitalista non si tocca. Padroni e complici sono stati accusati di “associazione a delinquere”? Ma è un’ “Associazione a delinquere” che può continuare e che padroni, governo, Stato portano avanti ogni giorno; e una parte della magistratura dice che i capitalisti che sfruttano, uccidono, inquinano l’ambiente, mettono in pericolo la vita di operai, donne, bambini… devono poterlo fare, senza che ci siano giudici, pochissimi, lavoratori o cittadini che pretendano giustizia, che li intralcino.

Ma, come abbiamo detto fin dal 13 settembre: non finisce qui; cercheremo di opporci in ogni modo a questo annullamento.

Per questo ieri abbiamo organizzato l'assemblea delle parti civili con gli avvocati di Taranto – Fabrizio Lamanna e Antonietta Ricci – e gli avvocati di Torino in collegamento telematico – Gianluca Vitale e Enzo Pellegrin, e altre realtà interessate a opporsi a questo “schiaffo”, tra queste principalmente Marescotti di Peacelink.

E i nostri avvocati dal 13 settembre non sono stati fermi. E ieri nell’assemblea hanno annunciato, e argomentato, il deposito di una istanza ex art. 572 CPP, con cui chiedono alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Taranto di proporre ricorso per Cassazione avverso la sentenza del 13 settembre.

Nello stesso tempo – come ha detto Marescotti - le perizie, la documentazione scientifica a base del processo “Ambiente svenduto” restano; come restano le disposizioni/ordinanze di sequestro fatte dalla Todisco.

D’altra parte, questa sentenza di annullamento sembra “caduta a fagiolo”. Il governo in questo periodo ha al centro il problema della vendita dell'Ilva. Ci sono addirittura 15 possibili acquirenti, in generale multinazionali estere, qualcuna italiana, che hanno fatto la propria offerta per l'Ilva.

Ecco, è come se questa sentenza incide anche su questo. Cioè si vuole consegnare l'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia a nuovi padroni, come una fabbrica che non sia sotto il “tallone di Achille” di condanne, di ordinanze della Procura. Ritorna anche con questa sentenza il discorso della depenalizzazione. La questione è che i nuovi padroni devono stare “liberi e franchi” da ogni catenaccio.

Oggi è annunciata la ripartenza dell’Afo 1 con la presenza del Min. Urso, accensione celebrata in modo trionfalista, mentre non c’è tuttora un piano che coniughi l’aumento della produzione con la salute dei lavoratori, dei cittadini, con la tutela dell’ambiente. Quindi è una ripartenza – come è stato detto in assemblea - per continuare la “morte” e lo sfruttamento

Questa sentenza, quindi, va colta in tutta la sua importanza e gravità.

Chi deve essere veramente interessato a questa nuova fase della battaglia che è di lotta di classe, devono essere gli operai, devono essere i lavoratori cimiteriali, devono essere i cittadini dei tamburi, ma devono essere anche tutti lavoratori delle altre fabbriche, delle altre città a livello nazionale. 

Per questo, per portare la questione Ilva livello nazionale, è stato annunciato che il 21 ottobre un'assemblea, organizzata da Medicina democratica e Slai Cobas sc, si terrà a Torino 

15 ottobre - STELLANTIS: PARLA UN'OPERAIA.....MA

 MA NON SERVE LAMENTARSI, SERVE LA LOTTA

L’operaia Stellantis: «Negli ultimi sette mesi ho lavorato 8 giorni. Ho creduto in Marchionne, Tavares? Non è un manager che stringe la mano agli operai»

La vita in Cig di Sabrina De Luca, addetta alla 500 elettrica: «Lavoro da 24 anni in fabbrica. Più di dieci li ho trascorsi in cassa integrazione»

«Lavoro da 24 anni in fabbrica. Più di dieci li ho trascorsi in cassa integrazione. E da marzo ho prestato servizio in linea a Mirafiori solo 8 giorni. Così non si può andare avanti, non con uno stipendio da Cig di mille euro al mese e due figli da sfamare e da mandare a scuola». Sabrina De Luca è una delle 2.800 tute blu delle Carrozziere di Mirafiori, chiuse fino al 4 novembre e con poche speranze di varcare quei cancelli prima del nuovo anno, che giovedì parteciperà all’assemblea di piazza davanti alla palazzina di corso Agnelli. Cinquantadue anni, sposata, due figli, ha vissuto sulla sua pelle tutti i testacoda dell’automotive torinese dell’ultimo quarto di secolo: «operaia Bertone a Grugliasco, 9 anni filati di cassa, poi l’arrivo di Sergio Marchionne, le speranze, e il rilancio dello stabilimento nel segno di Maserati fino alla vendita della fabbrica e al trasferimento a Mirafiori dell’era Tavares».

Signora De Luca, come si vive con mille euro al mese?
«Male. Ovviamente io e mio marito non possiamo comprare un’auto nuova, e viaggiamo con una Lancia Ypsilon vecchia di dieci anni con il tubo di scappamento mezzo rotto. Si capisce poi perché il mercato dell’auto in Italia è fermo. Non ci sono soldi per andare in pizzeria, infatti io la preparo in casa per risparmiare, figurarsi per comprare una vettura elettrica o modelli Maserati scontati, come l’azienda ha avuto il coraggio di proporci qualche settimana fa. Faccio fatica a capire come siamo finiti a questo punto. Prima vivevamo un sogno ora un incubo».

15 ottobre - La crisi Stellantis, lo sciopero del 18, la nostra posizione e azione

 

La situazione delle fabbriche è sotto la nostra lente da sempre perché riteniamo che senza una ripresa della lotta e dell'organizzazione sindacale di classe nelle fabbriche, senza il reingresso degli operai in prima fila nel movimento generale di lotta contro il governo e senza la partecipazione, la posizione operaia nei confronti dei grandi temi della guerra, della situazione in Palestina, della repressione, il movimento nel nostro paese non può fare quel salto di qualità necessario per difendere gli interessi della classe operaia e delle masse popolari.

Però nelle fabbriche la situazione dal punto di vista degli operai va sempre peggio. Le fabbriche Stellantis sono in profonda crisi e tutti i discorsi su ripresa e piani futuri ogni giorno vengono smentiti dai fatti. Tutto il gruppo attraversa una crisi profonda che vede nella maggior parte dei casi la cassa integrazione.

Ma non è tanto ciò che esiste adesso, ma quello che può succedere dopo il vero problema, perché è legato a questi livelli produttivi, alla guerra commerciale che esiste nel mondo, al generale calo del mercato - che naturalmente è frutto e, nello stesso tempo, il risultato, la ragione della crisi generale di tutto il sistema industriale mondiale da cui nessun paese del mondo è escluso, neanche la stessa Cina.

Il problema centrale è la ripresa della lotta operaia.

Lo sciopero del 18 per il gruppo Stellantis deciso dalla Fiom che vedrà anche una manifestazione a

Roma, sono importanti soprattutto perché richiama in campo i lavoratori di tutti gli stabilimenti, al di là delle loro stesse posizioni che attualmente non sono certo buone dal punto di vista di classe.

Certo, non è che i lavoratori non organizzati col sindacato, che criticano il sindacato siano migliori dei lavoratori organizzati con il sindacato o di coloro che non lo criticano, perché l'atteggiamento generale che c'è dietro è comunque la passività operaia. Quindi questo doppio anello, della gestione sindacale confederale degli stabilimenti e della lotta dei lavoratori e la passività dei lavoratori è un fattore che alimenta l'altro.

Bisognava tenere duro con una Piattaforma Operaia sancita da assemblee che portassero via via la massa operaia ad una lotta vera; ma con le fabbriche desertificate dalla cassa integrazione o semichiuse o con le fabbriche in eterna attesa delle decisioni di Tavares e governo in merito ai modelli, tutto questo non avviene.

15 ottobre - Roma, Cade l'ascensore di un palazzo in centro: un morto e due feriti. Questi omicidi sono frutto anche delle politiche del governo fascista Meloni, come la tanto stombazzata "patente a punti"

L'incidente è avvenuto all'interno di un edificio in cui c'è un cantiere. La vittima è un 48enne di origini nigeriane

Tragico incidente a Roma in un palazzo del centro storico, che ha portato alla morte di un operaio e al ferimento di due colleghi.

Dalle prime informazioni sembra che l'ascensore dell'edificio sito in via delle Vergini, poco distante da fontana di Trevi, in cui c'è un cantiere, sia improvvisamente caduto per cause ancora da accertare.

Cosa sappiamo

Secondo quanto si apprende i tre operai erano impegnati in un lavoro di manutenzione straordinaria della cabina dell'ascensore quando è avvenuto l'incidente. Mentre si trovavano sopra l'elevatore le cinghie di ancoraggio si sono rotte. I tre lavoratori sono precipitati nella tromba dell'ascensore per diversi metri d'altezza, secondo quanto riporta RomaToday. Da stabilire se si siano staccate o spezzate. L'area del cantiere è stata posto sotto sequestro.

L'impatto è stato fatale per uno di loro, un cittadino nigeriano di 48 anni, morto sul colpo. Feriti gli altri due, di cui uno in modo grave. Sono stati trasportati in condizioni critiche in ospedale.

Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia e polizia locale. Al via le indagini da parte dei poliziotti del commissariato Trevi.


 


lunedì 14 ottobre 2024

14 ottobre - info solidale: MIGLIAIA DI PERSONE IN CORTEO A SEANO (PRATO) CONTRO LO SFRUTTAMENTO E PER IL DIRITTO ALLO SCIOPERO

 

da radio onda d'urto

14 Ottobre 2024 -

Migliaia di persone hanno partecipato domenica pomeriggio alla manifestazione a Seano, Comune di Carmignano (Prato), indetta a sostegno del diritto di sciopero e contro lo sfruttamento dopo l’assalto notturno ad un picchetto di operai e sindacalisti Sudd Cobas che scioperavano davanti ad una ditta nel distretto tessile della zona.

In corteo anche l’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini, il segretario regionale della Cgil Rossano Rossi e anche tanti semplici cittadini.

Tra slogan e striscioni alcuni manifestanti sventolano anche bandiere della Palestina. “Oggi, nel 2024, si continua a lavorare 12 ore al giorno 7 giorni su 7 – ha sottolineato Luca Toscano di Sudd Cobas -.

Si continua a lavorare anche la domenica, siamo qua per poter proteggere il diritto di sciopero”.

Sentiamo le valutazioni proprio di Luca Toscano dei Sudd Cobas  Ascolta o scarica

Mentre il corteo sfilava, da una delle molte fabbriche della zona, aperte e al lavoro nonostante la domenica, sono usciti 2 operai pakistani che al grido ‘Sciopero sciopero‘ si sono uniti ai manifestanti.

Proprio davanti alla fabbrica è sorto un nuovo picchetto.

Arturo, Sudd Cobas, raggiunto lunedi al nuovo picchetto Ascolta o scarica

Per l’aggressione davanti alla Confezione Lin Weidong, la procura ha intanto aperto un’inchiesta.

Il fascicolo contiene diverse ipotesi di reato: intermediazione illecita del lavoro, sfruttamento, lesioni aggravate e minacce gravi.


 


14 ottobre - SCIOPERO FERROVIE: RIUSCITO

 

Sciopero dei treni, Cub: “Adesioni oltre il 70%. Protesta anche per la sicurezza dei viaggiatori”

di Gaia Scacciavillani | 13 Ottobre 2024

Lo sciopero dei treni indetto dalla Cub, da Sgb e dall’assemblea del personale macchinista e del personale di bordo dalle 21 di sabato 12 ottobre alle 20.59 di domenica 13, ha registrato “tra il 70 e l’80% di adesione del personale in servizio, con impatti difficilmente quantificabili al momento, ma che sono altissimi per quanto riguarda il trasporto regionale e rilevanti su quello ad alta velocità, nonostante le comandate su alcuni servizi”, come spiega a ilfattoquotidiano.it il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, nel primo pomeriggio di domenica.

14 ottobre - PALERMO: COMUNICATO SLAI COBAS SC SU INCONTRO CON ASSESSORATO VICENDA ASSISTENTI IGIENICO/SPECIALIZZATI

 

Comunicato stampa 13 ott. 2024

Mercoledì 9 ottobre, si è tenuta una riunione presso l’Assessorato regionale lavoro, famiglia e politiche sociali tra una delegazione dello Slai cobas per il sindacato di classe e i responsabili del settore, Capo di Gabinetto Dott. Greco e dott. Reale, sulla delicata questione dell’assistenza igienico-personale specializzata alle studentesse e agli studenti disabili delle scuole superiori ma anche dell’assistenza dovuta dagli enti locali in generale.

L’incontro è nato dopo una manifestazione di protesta del mese di settembre davanti l’Assessorato a causa dei ritardi nell’inizio del servizio di assistenza dell’anno scolastico, cosa che purtroppo si ripete ogni anno in maniera a dir poco vergognosa!

In quella occasione ci fu un incontro che ha poi sbloccato di fatto l’iter per l’avvio del servizio nelle scuole superiori di Palermo e prov, anche se con ritardo, si è partiti a fine settembre primi di ottobre, ma questo ritardo per diversi studenti continua gravemente ancora oggi; il Dott. Greco chiese la documentazione ai suoi uffici: le delibere del 12 settembre che mettevano a disposizione dei consorzi e delle città metropolitane i fondi per il servizio fino a dicembre 2024.

La riunione del 9 ottobre quindi serviva a discutere sui temi necessari finalizzati ad un percorso urgente che porti ad una stabilizzazione sia dei finanziamenti che del personale, visto che si tratta di un servizio previsto per legge “obbligatorio, essenziale e non sottoposto a vincolo di bilancio”, come recitano sentenze di Cassazione!

La discussione si è animata attorno agli ostacoli che impediscono attualmente l’erogazione del servizio a studenti e famiglie e coinvolge numerose lavoratrici e lavoratori specializzati del settore, e cioè, i finanziamenti non sufficienti a coprire tutto il servizio (che attualmente viene fornito per sole 24 ore settimanali per esempio a Palermo ma che gravemente non viene invece neanche fornito in alcune città della regione, vedi il caso di Trapani), e che purtroppo arrivano in ritardo, così la richiesta della cosiddetta certificazione UVM alle famiglie per avere assegnato il servizio agli studenti disabili, novità introdotta dall’ex assessore Scavone, una documentazione che non ha niente a che vedere con l’assistenza che deve essere erogata nelle ore scolastiche, ma si riferisce alla possibilità delle famiglie di fare richiesta per ulteriori servizi per attività extrascolastiche con fondi delle Asp!.

Questa certificazione oggi viene usata strumentalmente dagli enti locali tutti per limitare, appunto, l’erogazione del servizio di assistenza agli studenti disabili le cui famiglie presentano tale certificazione ed escludere invece tutti gli studenti disabili che presentano come di norma la certificazione prevista da sempre per legge e cioè, quella che producono gli organismi scolastici preposti come il GLO (che prevede la presenza di medici delle Asp), il Pei, con cui si assegnano per ogni studente i servizi necessari tra cui anche quello dell’assistenza igienico personale.

È chiaro, abbiamo dovuto ripetere nell’incontro per l’ennesima volta al Capo di Gabinetto, che il richiamo costante delle Istituzioni al famigerato “parere del Cga” che assegnerebbe allo Stato l’onere dell’assistenza al personale CS delle scuole, cosa non vera ma strumentalizzata dalle Istituzioni perche i CS per contratto possono fare solo assistenza di tipo non specialistico, e l’introduzione della certificazione UVM, si trasformano di fatto unicamente in una manovra di risparmio di fondi destinati agli studenti, tra l’altro con effettiva discriminazione tra gli stessi.

Dopo la ferma insistenza della nostra delegazione nel tenere in conto perfino le dichiarazioni pubbliche dell’ex Ministro Bianchi, oltre alle diverse prese di posizione di diversi deputati regionali e degli stessi referenti dell’USR, vedi l’ultima audizione in V Commissione presso l’ARS a cui ha preso parte questa O.S., in merito al fatto che l’assistenza igienico personale specializzata non è di competenza del personale scolastico e che sulla base delle leggi vigenti fino alla Legge regionale 10/2019 l’erogazione del servizio di assistenza igienico personale specializzato è competenza degli enti locali, precisando che questa O.S. non si fermerà sulla battaglia necessaria di rendere più stabile questo servizio come reale soluzione per studenti, famiglie e lavoratori, il Dott. Greco ha preso l’impegno di analizzare insieme ai suoi collaboratori la questione della certificazione UVM, ma è chiaro che questo non può affatto bastare, i problemi restano eccome, basti pensare che a Palermo per esempio ancora diversi studenti sono scoperti dal servizio e i contratti agli Assistenti, in buona parte rientrati al lavoro grazie alla lotta messa in campo ma ci sono ancora precari fuori, vengono erogati di settimana in settimana, la lotta pertanto si deve continuare.

Slai Cobas sc

@@@

Comunicato stampa

V Commissione consiliare sull’assistenza igienico personale scuole primarie e secondarie di primo grado: incontro con la delegazione Slai cobas sc sul trasferimento di 300 operatori presso gli uffici comunali

Il 2 ottobre scorso si è tenuta la riunione tra la delegazione dello Slai cobas per il sindacato di classe e la V commissione del Comune di Palermo per affrontare il problema del servizio di assistenza igienico personale specializzata riservato agli alunni e studenti disabili delle scuole primarie e secondarie di primo grado di competenza degli Enti locali, il Comune, secondo le leggi vigenti.

L’incontro è partito dalla presa d’atto che il trasferimento dei 300 operatori che si occupavano dell’assistenza sono stati quasi tutti trasferiti presso gli uffici comunali per “rimediare ai buchi di organico” con cambiamento di mansioni lasciando di fatto gli studenti senza assistenza!

Su questo specifico punto la delegazione ha messo in rilievo, pur non entrando, per adesso nel merito delle ragioni che hanno portato al suddetto trasferimento, un problema serissimo che il Sindaco Lagalla è tenuto a risolvere: come intende coprire il “buco” che si creerà per questo servizio definito per legge e per sentenze di cassazione “obbligatorio, essenziale e non sottoposto a vincolo di bilancio” una volta che i circa 300 operatori specializzati e stabilizzati saranno tutti trasferiti?

L’illegittimità di questo fatto gravissimo compiuto dall’amministrazione comunale utilizzando strumentalmente la famigerata questione del “parere del CGA” è stata chiarita dalla delegazione Slai con dovizia di spiegazioni supportata dalla documentazione legale, compresa la presa di posizione non solo dell’ex Ministro Bianchi, ma anche da diversi deputati regionali dei più disparati partiti che hanno firmato un ordine del giorno all’Assemblea Regionale Siciliana: ai collaboratori scolastici ATA delle scuole statali da contratto spetta unicamente un’assistenza di base e non di tipo specialistico mentre le leggi attualmente vigenti a livello regionale, non ultima la legge 10/2019 redatta dallo stesso Lagalla quando era assessore regionale all’istruzione, prevede che siano gli Enti locali a fornire le figure specializzate, il Comune per le scuole di primo grado, le Città Metropolitane e consorzi per le scuole di secondo grado.

In particolare il presidente della Commissione ha tenuto a dire che l’Amministrazione si attiene alle disposizioni della Regione, ma di fatto, quindi, non applicano le leggi vigenti, ha ribadito lo Slai Cobas sc. allineandosi peraltro all’agire non legittimo della Regione Siciliana.

La delegazione Slai denunciando fermamente alla Commissione la gravità da parte del Comune di Palermo di disapplicare delle leggi vigenti solo e unicamente per risprmiare risorse, ha fatto esplicita richiesta di convocare una seduta pubblica del Consiglio Comunale riservata a questa delicata e urgente questione del servizio di assistenza igienico personale agli studenti disabili nelle scuole di primo grado, alla luce della grave situazione in cui versano molte scuole in merito alla complessa condizione di frequenza scolastica dei bambini e ragazzi disabili denunciata peraltro a questa O.S. da diverse famiglie.

Slai Cobas per il sindacato di classe

Via Michele Cipolla 93 – Palermo

domenica 13 ottobre 2024

13 ottobre - Info dal blog tarantocontro: Lunedì 14 assemblea sulla sentenza di annullamento processo Ilva di 1° grado

 

"Tutto quello che è stato fatto va buttato nel cesso, sostanzialmente. Il che significa che se ci abbiamo messo 12 anni a fare il primo processo, se aspettiamo altri 12 anni a Potenza penso che i nostri eredi non vedranno la sentenza definitiva. Forse il tentativo di fare ricorso in Cassazione, magari riproponendo questione di legittimità costituzionale potrebbe tentare la "mossa disperata" di riportare il tutto a Taranto".

Lunedì 14 ottobre alle ore 16,30 nella sala Lacaita della provincia - ex biblioteca, sita all'inizio di via Anfiteatro (quasi ad angolo con lungomare - a piano terra), terremo un'importante assemblea sulla sentenza che ha annullato il processo di 1° grado di "Ambiente svenduto", per decidere come agire per opporci a questo "schiaffo" ai lavoratori e alla città.

Saranno presenti gli avvocati.

Si sollecita la presenza di tutte le parti civili, e di tutti coloro, realtà che sono interessati che 10 anni di processo non vadano cancellati, per decidere insieme i passi successivi.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

WA 3519575628

sabato 12 ottobre 2024

12 ottobre - MORTI SUL LAVORO, I DATI INAIL E QUELLI DELL'OSSERVATORIO DI BOLOGNA: Confronto morti INAILe Osservatoprio al 31 agosto, ma ora sono già 1050

venerdì 11 ottobre 2024

Sono usciti i morti sul lavoro di INAIL al 31 agosto, sono stati 680 le denunce arrivate all'Istituto. Ma occorre fare chiarezza, inail raccoglie le denunce che gli arrivano dal territorio e solo dei suoi assicurati e sfuggono centinaia di lavoratori, che l'Osservatorio registra. Poi occorre avere ben chiaro che nei 680 morti di INAIL ci sono anche i morti in itinere, l'Osservatorio a quella data, come potete andare a vedere nel sito http://cadutisullavoro.blogspot.it ne aveva monitorati 941 complessivi. Dove sta la differenza: i morti in nero, gli agricoltori spesso anziani e lavoratori autonomi nn sono assicurati a INAIL e solo tra gli schiacciati dal trattore ne sono morti già 116, poi ci sono anche gli assicurati a altre categorie che sono diversi milioni, categorie che non sto ad elencare. Non possono sparire dal conteggio dei morti sul lavoro diverse centinaia di lavoratori, lo racconto da 17 anni, ma contro c'è un muro di gomma, fatto di molteplici interessi politici, mediatici e economici. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio di Bologna morti sul lavoro

mercoledì 9 ottobre 2024

9 ottobre - Lavoratrici asili Taranto - 7 ottobre bene sciopero e presidio - e non finisce qui....

In tutti gli asili le lavoratrici hanno scioperato. Un presidio vivace, determinato sotto Palazzo di città ha poi fatto arrivare forte al Comune, agli assessori che passavano la denuncia delle condizioni vergognose, misere in cui devono lavorare, la denuncia dello sfruttamento di anni e anni da parte di Amministrazioni comunali e Ditte che pretendono più lavoro, sempre più servizi ma non vogliono sborsare un centesimo per migliorare una condizione fatta di pochissime ore, tanto lavoro, salari al di sotto del cosiddetto "salario minimo", di periodi di non lavoro, fatto di continue pretese delle direzioni degli asili, di discriminazioni volte a dividere le stesse lavoratrici - tra le "cattive", quelle dello Slai cobas e dell'Usb e le "buone" quelle dei sindacati confederali o di appartenenze intoccabili -; una condizione anche a rischio salute perchè si deve lavorare come 70 anni fa spaccandosi la schiena e anche in ambienti pieni di scarafaggi (come è successo a settembre), fregandosene anche della tutela igienica dei bambini. 

Nello stesso tempo ieri le lavoratrici hanno fatto sentire la loro determinazione ad ottenere risposte concrete, non ennesimi incontri inutili.

Ma siccome senza lotta non si ottiene niente - l'abbiamo visto in questi anni in cui solo con scioperi, lotte, ricorsi giudiziari si sono strappati risultati, anche se ancora piccoli (da un aumento dell'orario di lavoro, al riconoscimento dell'ausiliariato, al lavoro di un mese in estate, alle sostituzioni al 100% di personale assente, ecc.) - allora anche questo sciopero continuerà.

Il Comune ha tentato nei giorni scorsi di fare un incontro nello stesso orario del presidio, allo scopo di far fallire lo sciopero ed evitare il presidio, ma questo tentativo è stato respinto! e l'assessorato è stato costretto a fissare altra data di incontro. 

Vogliamo evidenziare 2 cose:

- Nello sciopero e nel presidio, indetto dallo Slai cobas, è stata importante l'unità tra le lavoratrici Slai cobas e lavoratrici Usb, che ha posto in generale la necessità dell'unità di tutte le lavoratrici e lavoratori a fronte dei tentativi, in atto anche per ieri, di ostacolare lo sciopero con allargamento delle precettazioni per i servizi minimi, seminando false preoccupazioni, ecc. Così come è importante un'azione di convincimento, critica tra le lavoratrici che non scioperano, per loro atteggiamenti sbagliati o perchè seguono i diktat dei sindacati confederali - perchè esse danneggiano sè e tutte le altre.

- Importante, ma anche naturale, è stata la solidarietà da parte di tutte/tutti durante il presidio al popolo palestinese, alla sua resistenza, con la denuncia del genocidio di Israele, dei massacri di bambini e donne, espressasi anche con dei cartelli, perchè le lavoratrici, i lavoratori sono parte di un unico popolo del mondo.

Così come importante è stata la comprensione e la denuncia dell'azione repressiva del governo Meloni, che ora sta per varare il nuovo decreto sicurezza che punta a impedire, criminalizzare qualsiasi lotta, protesta, dissenso in ogni ambito per imporre peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vita, dei diritti democratici, con provvedimenti che violano la stessa Costituzione.

Lo sciopero e le iniziative di lotta servono anche per questo, per avanzare nella coscienza della situazione più generale e nella comprensione che occorre molto di più per liberarci di questo sistema che pensa solo al suo potere.  

Lavoratrici e lavoratori asili Taranto

“Rivendichiamo i nostri diritti”

Prosegue la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori degli asili comunali

Da Corriere di Taranto

Gianmario Leone

pubblicato il 08 Ottobre 2024, 08:37

“I nostri problemi sono ampiamente conosciuti così come le condizioni sempre più peggiorative per lavoratori e lavoratrici degli asili comunali. Adesso vogliamo risposte e soluzioni definitive”. Così Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato di classe ribadiva ieri durante lo sciopero e il presidio all’esterno di Palazzo di Città, la posizione del sindacato nei confronti della vertenza che riguarda decine di lavoratrici e lavoratori che operano nel capitolato d’appalto comunale affidato alla ditta Servizi Integrati che scadrà a novembre e che verrà quasi sicuramente rinnovato.

“Cambiano gli assessori al ramo, ma agli incontri arrivano sempre impreparati: si documentassero prima di incontrarci – ha urlato nel megafono l’esponente del sindacato di classe -. L’assessore Simili ci ha detto che essendo nuova del ramo non è ancora a conoscenza dei nostri problemi. E allora glieli abbiamo ricordati noi ancora una volta: la miseria delle ore lavorate e dei salari, le pretese delle coordinatrici degli asili che spesso vanno oltre le attività previste dal contratto, la tutela della salute. Sarà fornita nuova documentazione all’assessore Simili, compreso l’esposto del nostro avvocato che è molto dettagliato. In modo tale che l’assessore possa essere a conoscenza di tutto. Ma magari potrebbe anche farsi un giro negli asili nido comunali per osservare direttamente con i suoi occhi quali sono le condizioni di lavoro che denunciamo”.

La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con l'Assessore e “proporremo la partecipazione di una delegazione larga con permessi sindacali essendo l’incontro di mattina. Dopo di che faremo le prime verifiche, che non pensiamo saranno ciò che ci aspettiamo. Anche perché a novembre questo appalto scade – ha ricordato ancora la Calderazzi – ma quasi sicuramente Servizi Integrati otterrà una proroga sino a giugno alle stesse condizioni: per questo o nella proroga il Comune interviene aumentando le ore di lavoro, aggiornando le condizioni migliorative di salario (introducendo ad esempio quello "minimo" come hanno già avuto modo di fare altre amministrazioni comunali in altri capitolati di appalto) che sia almeno di 9 euro netti, migliora le condizioni per la salute di lavoratrici e lavoratori, altrimenti continueremo la nostra protesta. Che però ha bisogno anche di una maggiore partecipazione tra i lavoratori – ha poi concluso rivolgendosi alle lavoratrici e ai lavoratori l’esponente dello Slai Cobas per il sindacato di classe -: perché chi non sciopera contribuisce a peggiorare la condizione di tutte e tutti noi. Anche perché non abbiamo altra strada che insistere nella nostra lotta”.

9 ottobre - Urgente, massima solidarietà e diffusione: Prato, scioperanti aggrediti con spranghe di ferro: quattro feriti in ospedale. Corteo di notte in centro

La denuncia di Sudd Cobas: “Una squadraccia armata di spranghe di ferro ha attaccato il picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano. Ci hanno urlato ‘La prossima volta vi spariamo’”

Prato, 9 ottobre 2024 – Stavano manifestando e scioperando per avere contratti regolari e contro lo sfruttamento, quando all’improvviso “nel cuore della notte una squadraccia armata di spranghe di ferro ha attaccato il picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano”. A raccontare l’episodio avvenuto stanotte è il Sudd Cobas. Il bilancio dell’assalto è di quattro feriti portati in ospedale. Tra questi anche Luca Toscano, coordinatore del sindacato, un solidale e altri due lavoratori. Gli aggressori, sempre in base al racconto del sindacato, mentre si dileguavano hanno urlato “la prossima volta vi spariamo”. 

Appena avuta la notizia dell’assalto al picchetto, i lavoratori delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrate in sciopero per tutto il turno notturno. Decine di operai poi hanno dato vita, nel cuore della notte, intorno alle 4, a una manifestazione spontanea nel centro di Prato

"Il nostro territorio – scrive il sindacato – è ostaggio di queste realtà. Le istituzioni negli anni sono rimaste immobili di fronte a queste aggressioni, immolando sull'altare del profitto la vita di migliaia di operai e operaie e la libertà sindacale. Il picchetto a Seano continua. È la sfida che lanciamo a chi pensa di chiudere uno sciopero con la violenza e l'intimidazione mafiosa. Ci attaccano perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostrato in questi giorni di Strike Day. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”.

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Aggressione a sprangate questa notte al picchetto del @suddcobaspratofirenze a Seano. Con minacce di tornare per sparare. Ci sono 4 feriti e non sappiamo in che condizione. Chi può vada: via Galileo Galilei, Seano.

Altre cose semplici:

1. È uno sciopero contro il lavoro 7 giorni su 7 . Quindi contro il lavoro nero. Roba che dovrebbero rilevare gli ispettorati. Invece c'è chi rischia la vita per un diritto già riconosciuto in teoria.

2. Dove c'è lavoro nero, appalto, subappalto, lavoro in nero, scatole societarie, c' è tendenzialmente illegalità, mafia, riciclo di denaro. Mentre partecipi a qualche forum sulle mafie, o mentre guardi qualche serie TV poliziesca, la mafia è lì, nei capannoni della tua periferia

3. La reazione di tutte e tutti noi è inadeguata. E questo permette a loro di attaccare lotte eroiche ma non generalizzate. Una sprangata ad un picchetto dovrebbe dare vita a uno sciopero generale cittadino

4. Oggi a loro, domani a noi. Non si sfugge da questa legge.

5. Il pronto moda cinese è perfettamente inserito nel settore moda e tessile generale. Non sono isole di sfruttamento: è un mare di sfruttamento con vari gradi di profondità.

6. Intanto va avanti il ddl 1660 per la sicurezza contro coloro che fanno le lotte e i picchetti (sic). E quando fai uno spettacolo teatrale di fronte alla Gkn ci sono dieci agenti tra polizia e carabinieri e un drone sulla testa.

Le nostre date del 12 e 13 ottobre sono naturalmente a disposizione della massima solidarietà possibile allo strike day

#insorgiamo

9 ottobre - ANCORA SU CHIODI E SICUREZZA NELLE FERROVIE: OGGI SCIOPERO DEI MANUTENTORI

 


martedì 8 ottobre 2024

8 ottobre - Dall'Osservatorio Bologna di C. Soricelli

martedì 8 ottobre 2024

anche ieri 4 morti sui luoghi di lavoro, ma dedichiamo questo post a gaia Gandolfi (nella< foto), una delle tante donne che muoiono sulle strade e in itinere 

anche ieri uno spaccato dei morti sul lavoro, un agricoltore morto in Trentino schiacciato da un quad, un magazziniere nel napoletano, un edile nel sassarese e un autotrasportatore sull'A1 morto qualche giorno fa ma della sua morte si è appreso ieri

lunedì 7 ottobre 2024

7 ottobre - dal blog tarantocontro: Massimo Battista ci ha lasciato - La nostra tristezza, il nostro impegno a mantenere tra gli operai ex Ilva il suo esempio di combattività

 

Massimo Battista ci ha lasciato. Un operaio e delegato 

dell’ex Ilva che ha lottato e combattuto contro i padroni 

in questa fabbrica ottenendo repressione e mobbing ma 

non arrendendosi mai, anzi alzando il tiro di denuncia e 

impegno divenendo per un certo periodo una voce e un 

riferimento per tanti operai.

Noi così lo vogliamo ricordare. E lo ricorderemo alla 

fabbrica e tra i lavoratori nei prossimi giorni.  

I funerali di Massimo saranno domani alle 16.30 alla 

concattedrale.

Slai Cobas per il sindacato di classe - Taranto

7 ottobre - Tra ritardi "chiodi" e insicurezza, Ancora in Marcia risponde all'indegno Salvini

 


7 ottobre - Operaio muore nel porto di Napoli, travolto da mezzo meccanico. Continuano gli incidenti mortali nei porti della Campania

 

ROMA, 7 ottobre 2024 – Una tragedia si è consumata al porto commerciale di Napoli, dove Antonio Nazzaro, un operaio sessantenne della Magazzini Generali Spa, ha perso la vita in tarda mattinata, travolto da un mezzo pesante. Nonostante i tentativi di soccorso dei colleghi presenti, non c’è stato nulla da fare. L’incidente è attualmente sotto indagine da parte della Procura di Napoli, con l’intervento della Capitaneria di Porto, della Guardia Costiera e dell’Asl Napoli 1.

Il caso ha sollevato la richiesta di interventi concreti per migliorare la sicurezza sul lavoro, specialmente in un contesto delicato come quello portuale. È un nuovo, doloroso episodio che si aggiunge a una serie di incidenti già avvenuti nelle aree portuali campane, da Napoli a Salerno e Castellammare di Stabia. In un Paese civile, tragedie di questo tipo non dovrebbero verificarsi.

È stata sottolineata l’importanza di adottare misure di prevenzione più stringenti, di rispettare rigorosamente le norme di sicurezza, di migliorare la formazione dei lavoratori e di utilizzare strumenti tecnologici avanzati. Promuovere una cultura della sicurezza è fondamentale per evitare nuovi incidenti. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere considerata un diritto fondamentale e irrinunciabile, e si chiede che tutte le parti coinvolte nel sistema portuale operino con urgenza affinché il lavoro non diventi sinonimo di pericolo.



domenica 6 ottobre 2024

6 ottobre - Lodi Vecchio: pensionato al lavoro “in prestito” cade dalla scale e muore. Colpevole è questo governo che affama e taglia le pensioni......

 ....complici sono i sindacati confederali che si dico indignati ma poi sono quelli che firmano o combattono questi provvedimenti

L’uomo, un 71enne, stava effettuando alcuni lavori di manutenzione: il compito gli era stato affidato da un muratore con partita Iva che aveva ricevuto l’incarico da un'azienda di cosmetici

Lodi Vecchio, 6 ottobre 2024 – Morire a 71 anni precipitando da una scala per dieci metri. La tragedia ieri a Lodi Vecchio, attorno alle 11.30, nell’azienda Romy Cosmetics, che produce cosmetici conto terzi e si affaccia su viale Europa. Qui il pensionato residente a Tavazzano stava effettuando alcuni lavori vicino alla copertura della ditta quando ha perso l’equilibrio ed è volato a terra.

L’anziano è stato subito soccorso da addetti che si trovavano nelle vicinanze, ma invano: i soccorritori del 118 non hanno potuto che dichiarare il decesso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i tecnici dell’Ats di Lodi per ricostruire con esattezza la dinamica dell’infortunio.

“Subappalto” tragico

Sembra che il pensionato fosse stato chiesto “in prestito“ per riparare un’infiltrazione d’acqua su un tetto in amianto: secondo fonti sindacali, l’azienda aveva commissionato la mansione a un muratore con partita Iva, che a sua volta si è servito di un collaboratore, appunto il settantunenne.

“Sia l’affidatario diretto dell’attività sia il suo aiutante erano certamente sprovvisti di qualsiasi dispositivo di protezione individuale quali le imbracature e tutta l’attrezzatura a garanzia della sicurezza sul lavoro – spiega la segretaria generale della Filctem Cgil Lodi, Morwenna Di Benedetto – Siamo fortemente indignati per quanto accaduto. Ancora una volta emergono tutte le criticità dei nostri sistemi di controllo che, a causa soprattutto della carenza di personale ispettivo, perdono di efficacia”.

Inoltre, attacca il sindacato, “non si può non mettere in risalto l’esigenza di tanti anziani di integrare la pensione con lavoretti indispensabili per lenire l’indigenza. È un fenomeno che si sta diffondendo sempre più e merita di essere monitorato con maggiore attenzione”.

Infine, ribadisce Di Benedetto, “auspichiamo che questo nostro dolore possa scuotere quegli imprenditori che non usano la coscienza nelle loro scelte bensì vengono guidati solo da logiche di risparmio sulla forza lavoro e profitto per loro stessi”.

Pensionato chiamato per "lavoretto extra" precipita e muore. Ira dei sindacati: "In nero, per pochi euro"

L’incidente è avvenuto sabato 5 ottobre 2024, intorno alle 11:30, presso l'azienda Romy Cosmetics a Lodi Vecchio

Un pensionato di 71 anni ha perso la vita dopo essere caduto da una scala, precipitando per circa dieci metri. L’incidente è avvenuto sabato 5 ottobre 2024, intorno alle 11:30, presso l'azienda Romy Cosmetics a Lodi Vecchio, situata su viale Europa. Pare che l'uomo stesse effettuando un "lavoretto" extra.

Pensionato chiamato per un lavoretto "extra" precipita e muore

L'anziano, residente a Tavazzano, stava eseguendo alcuni lavori vicino alla copertura dell'edificio, quando ha perso l’equilibrio, precipitando al suolo. Nonostante l’intervento immediato di alcuni presenti e l’arrivo dei soccorritori del 118, per la vittima non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono giunti anche i carabinieri e i tecnici dell’Ats, che hanno avviato le indagini sull'accaduto.

Secondo quanto emerso dalle fonti sindacali, il pensionato era stato chiamato per riparare un’infiltrazione d’acqua su un tetto in amianto. L'incarico sarebbe stato affidato dall'azienda a un muratore con partita IVA, il quale ha poi coinvolto il collaboratore di 71 anni.

Ci si chiede a quale titolo il pensionato fosse al lavoro e perché, come pare, fosse sprovvisto d’imbragatura.

Ira dei sindacati

"Sia il muratore che il suo collaboratore erano privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale, come imbracature e attrezzature per la sicurezza sul lavoro", ha dichiarato Morwenna Di Benedetto, segretaria generale della Filctem Cgil di Lodi. "Siamo profondamente indignati da quanto accaduto, e questo incidente mette nuovamente in evidenza le gravi lacune nei nostri sistemi di controllo, aggravate dalla cronica mancanza di personale ispettivo". I sindacati hanno anche sottolineato un problema più ampio: "È sempre più frequente che gli anziani siano costretti ad accettare piccoli lavori per integrare pensioni insufficienti, una situazione che si sta diffondendo rapidamente." "Soltanto uno stato legato alla povertà potrebbe infatti giustificare la decisione di questo uomo di operare un sabato mattina in nero e nelle condizioni più rischiose possibili, magari per una manciata di euro”. Quindi il cordoglio: “Ci stringiamo con rispetto e cordoglio al dolore che affligge la famiglia del lavoratore e che questo dolore possa essere “sentito” da tutti quegli imprenditori che non mettono coscienza nelle proprie scelte, ma vengono guidati solo da logiche di risparmio sulla forza lavoro e profitto per sé stessi”.

sabato 5 ottobre 2024

5 ottobre - dal blog tarantocontro: Nel processo per la morte di Giacomo Campo - operaio dell'appalto Ilva - importanti testimonianze accusano i capi dell'Ilva ma anche la Procura di Capristo

 

Dall'articolo sulla GdM di Casula e Cannetiello

TARANTO - «Giacomo stava accanto a me, a pochi metri». Si spezza nel pianto il racconto di Roberto Taurisano, collega di Giacomo Campo, l’operaio della Steel Service che il 17 settembre 2016 è morto schiacciato all’interno di un nastro trasportatore dell’ex Ilva... Insieme a lui ieri mattina (il 1° ottobre) sono stati interrogati anche altri due colleghi: Alessio Vorace e Luca D’Andria. Proprio quest’ultimo, nelle sue dichiarazioni, ha puntato il dito in particolare contro uno degli imputati, il capo turno dell’Ilva Antonio Bianco.

Quella notte il nastro era bloccato per un accumulo di materiale e la squadra di Giacomo fu chiamata (alle 2,30 di notte, dopo che Campo aveva già fatto il suo turno di lavoro) per dare man forte ai colleghi: stando a quanto hanno raccontato in aula e durante le indagini, infatti, il capo squadra smontante avrebbe detto ai colleghi di non intervenire fino a quando non fosse arrivato il sostituto, ma le cose andarono diversamente: «Bisognava aspettare il capo squadra con il tubo nuovo per aspirare il materiale, ma il signor Bianco ci diede l’ordine di cominciare. Io dissi di stare fermi e Bianco rispose “Tu fatti i fatti tuoi. Qui comando io”. A Giacomo gli ho detto più volte di scendere dal nastro, ho anche provato a tirare il tubo che stringeva nelle mani, ma Bianco ha detto di andar via. Così sono salito e quando mi sono affacciato di nuovo, Giacomo era sotto il nastro»...

Ma insieme a questo fatto gravissimo, si indica anche un altro:

"quella vicenda è arrivata anche nei fascicoli della Procura di Potenza, che ha chiesto e ottenuto il processo per l'ex commissario straordinario dell'ILva Enrico Laghi e Carlo Maria Capristo all'epoca procuratore di Taranto: tra le accuse contestate, infatti, c'era anche la decisione dell'allora capo della procura Capristo che, su indicazione di Pietro Amara, consulente legale di Ilva poi finito in numerose inchieste giudiziarie, aveva nominato un consulente gradito alla fabbrica e concesso in poco più di 24 ore il dissequestro del nastro trasportatore per non interrompere la produzione dell'acciaieria"

venerdì 4 ottobre 2024

4 ottobre - Ennesima vittima del lavoro sui binari.

 da Ancora in Marcia

Esprimiamo il nostro dolore e il nostro sbigottimento nell’apprendere dell’ennesima vittima del lavoro sui binari. Questa volta a morire è stato un operaio di una ditta in appalto in località San Giorgio di Piano, sulla linea Bologna-Venezia.
La strage di Brandizzo evidentemente non ha insegnato nulla e sui binari si continua a morire. Risparmiare, fare in fretta, fare pressioni, dare in appalto, produrre tanto, queste le parole d’ordine, mentre salute, sicurezza e rispetto per la vita umana sembrano diventati concetti fuori moda.
Crediamo che i familiari di questa ennesima vittima se ne facciano ben poco del cordoglio di RFI, che continua ad esternalizzare lavorazioni delicate, e anche del cordoglio di un ministro dei Trasporti sempre pronto ad attaccare i lavoratori ma lontanissimo da quella che è la realtà ferroviaria, uno dei settori di sua competenza.
Auspichiamo che i lavoratori che operano sui binari, dai manutentori ai macchinisti ai capitreno a tutti gli altri, mettano in atto tutti i comportamenti necessari a tutela della propria incolumità, in questo clima di abbandono generale, e che la cittadinanza intera insorga denunciando il decadimento di quelle che, fino a non troppo tempo fa, erano considerate le ferrovie più sicure d’Europa, una risorsa inestimabile per tutto il nostro Paese.

da

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

 Il lavoro in appalto ha ucciso Attilio Franzini un altro ferroviere. Dopo la strage di Brandizzo non è cambiato niente. Chi lavora sulle Ferrovie dev'essere un dipendente diretto. Così è solo caporalato di Stato

giovedì 3 ottobre 2024

SOLIDARIETA’ IN FABBRICA CON ANNA E CONTRO LA REPRESSIONE PADRONALE DAGLI OPERAI IN SCIOPERO A BELGRAVIA

 

Anna fa l’operaia da otto anni, la sua vicenda è attraversata dalla repressione padronale, quella che il governo della Meloni copre e alimenta con la sua natura fascista e lo farà ancora di più con l’effetto dei decreti sicurezza 1660 all’esame al senato, ma è principalmente una storia di ribellione al ricatto e all’incertezza di otto anni di lavoro precario interrotto per ritorsione, ‘se vuoi il contatto…’ , a condizioni sempre più dure, ad una paga operaia misera di poco più di mille euro, tartassata dal contratto Agricolo Fluorovivaista, frutto avvelenato della cogestione padroni/Cgil Cisl Uil degli operai del settore IV Gamma, quella delle insalate pronte in busta, che porta in fabbrica letteralmente la condizione dei campi. È l’analogo in stile fai da te, del sistema di intermediazione della manodopera degli appalti e delle coop e del Multiservizi.

  


Quella è la porta se non vi va bene. Posso trovare una scimmia per caricare le macchine. Se dai i contratti poi gli operai fanno quello che vogliono... fraseologia da ducetto che affianca il ritmo vorticoso delle macchine, controllato dai computer che registrano e codificano ogni minima interruzione. E chi si ferma paga, chi non tiene i ritmi, chi non si sottomette, viene ripreso ad urla o segnalato dalla rete di capetti e punito con il temuto messaggio whatsapp che arriva a tradimento: ‘domani non c’è lavoro stati a casa’. Niente lavoro niente paga.

Delle condizioni della fabbrica se ne è parlato poco tempo fa in una partecipata assemblea, assieme agli effetti sui proletari delle politiche di padroni e governo nella vita come nel lavoro, e del fatto che è ora che siano gli operai ad organizzarsi per produrre ‘i loro effetti’ contro questo sistema di sfruttamento, contro la guerra imperialista e il suo progressivo allargamento su scala internazionale, e il governo Meloni, fascista e imperialista sempre più attivo in gran parte dei conflitti.

Lo sciopero ‘per Anna’ è stata una prima positiva prova sul campo, che proseguirà con nuove iniziative dentro e fuori la fabbrica per il suo ritorno in fabbrica a testa alta. Tocca una tocca tutti.