sabato 29 febbraio 2020

29 febbraio -la denuncia degli Assistenti igienico personale di Palermo "abbiamo diritto alla retribuzione dei giorni di sospensione delle lezioni"


Agli Assistenti igienico-personale precari di Palermo e provincia, cosi come a tutti gli altri operatori del settore, deve essere garantita la copertura piena di alcune giornate di sospensione delle lezioni per la sanificazione delle scuole, a seguito di  contagi da coronavirus in città ma molto circoscritti, sia in termini di riconoscimento del servizio sia in termini di retribuzione perchè si tratta di causa di forza maggiore non imputabile in alcun modo quindi ai lavoratori.

Peraltro la copertura finanziaria di queste giornate rientra pienamente nel budget delle risorse stanziate dalla Città Metropolitana per il periodo di servizio degli Assistenti igienico - personale delel scuole superiori di Palermo e provincia a Palermo e provincia  fino al 16 maggio e e dai Comuni limitrofi a Palermo nelle scuole di I grado fino a giugno.


venerdì 28 febbraio 2020

28 febbraio - STORIE DI ORDINARIO SFRUTTAMENTO NELLA RICCA FRANCIACORTA

DOVE I PADRONI SI DANNO UNA FACCIATA RISPETTABILE NASCONDENDO NEI LABORATORI CINESI I SOPRUSI SUGLI OPERAI
QUESTA VOLTA IL MECCANISMO SI È INCEPPATO E SI È APERTA UNA FINESTRA DI LOTTA



La prestigiosa ditta Dora che vende, produce cinture e altro, conta su una fetta di operai interni, ma una buona parte di produzione viene appaltata a laboratori che vengono mantenuti in condizioni di lavoro e contrattuali indecenti.
L’azienda italiana, che usa il laboratorio cinese che assume lavoratori pakistani, è una storia che ci ricorda che i padroni sono tutti neri, non hanno colore se non quello dello sfruttamento.
Ci dice che dietro il padrone che fa funzionare il laboratorio c’è quello che fa i contratti di appalto al massimo ribasso, sottopagati, ma che cerca di attribuirsi una facciata di rispettabilità e si giustifica dicendo che lui non sapeva, che non li ha mai nemmeno visti lavorare… che lui è in regola, ha pagato tutte le fatture!
Gli operai hanno detto basta, si sono organizzati e sono andati direttamente davanti alla committente a rivendicare gli stipendi, a denunciare le condizioni in cui lavorano.
Perché in questo laboratorio, per garantire alti margini di profitto a Dora, gli operai lavorano con contratti part time facendo anche 12 ore, lavorano la pelle con solventi, macchine abrasive senza aspirazioni e protezioni adeguate bruciandosi i polmoni, e la misera paga che dovrebbero ricevere diventa a discrezione del padroncino, tanto che ogni volta è una contrattazione per avere il bonifico fino al punto che ora ci sono tre mesi di stipendi arretrati e la 13a.
Uniamo e sosteniamo le lotte, moltiplichiamo le azioni contro i padroni degli appalti, contro i veri responsabili, facciamo saltare il meccanismo degli appalti.

28 febbraio - LURIDE CAROGNE AL SERVIZIO DEI PADRONI AGGREDISCONO COMBATTIVO DELEGATO DEL SICOBAS A POZZO D’ADDA È IL SECONDO COLPO A DISTANZA DI UN ANNO, DEVONO AVERE UNA GIUSTA RISPOSTA, DI PIAZZA, DI MASSA. DIAMO VITA SENZA ULTERIORI RITARDI AL PATTO D’AZIONE CONTRO LA REPRESSIONE





nella sera del 27.2.20 verso le 21.30 con una perfetta conoscenza dei turni di lavoro e degli orari di andata
al lavoro due vigliacchi servi dei padroni mascherati e con bastoni appostati vicino all’auto del delegato,
lo hanno aggredito riuscendo in questo caso, per la sua pronta reazione, a colpirlo ‘solo’ poche volte.
È la seconda aggressione, la prima nel dicembre 2018, (https://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com/2018/12/9-dicembre-vimercate-agguato-giovane-e.html?m=1) per massacrarlo, per intimidirlo e farlo
desistere dalla lotta contro i padroni.
Il delegato lavora in una fabbrica della zona, con un gruppo di operai che si sono sindacalizzati, da tempo
è impegnato con il SiCobas per combattere lo sfruttamento, contro condizioni di lavoro contrattuali e
retributive indegne, si tratta di operai assunti al solito con una cooperativa dentro la fabbrica. Con il
sindacato hanno tra l’altro portato avanti ricorsi e denunce a ITL.
I colpi ai delegati combattivi, agli attivisti, a tutti gli operai che non si piegano all’ordine dei padroni e
delle cooperative, con aperte aggressioni, con le montature disciplinari… sono un’emergenza.
DIAMO IMMEDIATA APPLICAZIONE AL PATTO DI AZIONE CONTRO LA REPRESSIONE

giovedì 27 febbraio 2020

27 febbraio -Assicurare agli assistenti igienico-personale personale delle scuole validità del servizio e retribuzione delle giornate di sospensione delle lezioni per causa di forza maggiore

Comunicato stampa

Denunciamo la situazione in cui versano i lavoratori e le lavoratrici precarie Assistenti igienico-personale degli studenti disabili, dipendenti delle Coop Sociali e in servizio nelle scuole superiori di Palermo e Provincia,  che, a seguito dell'ordinanza regionale emessa il 25 febbraio 2020 sulla questione 'emergenza "Coronavirus", non stanno lavorando nei giorni di sospensione delle lezioni disposte per le operazioni di sanificazione degli istituti scolastici.

In una situazione di ordinanze e indicazioni di Regione e Comune assolutamente ambigue e non chiare che hanno portato di fatto ad una situazione di caos nelle scuole a  Palermo, città dove sottolineiamo l'emergenza sanitaria è  molto circoscritta e per nulla da focolaio, con scuole completamente chiuse dai DS e scuole tenute invece aperte da altri DS con la sola presenza del personale ATA, con scuole sanificate e altre che restano non sanificate, nessuna delle Istituzioni interessate si è posto il problema dei tanti lavoratori e lavoratrici che non lavorando stanno perdendo sia il riconoscimento dell'anzianità di servizio che la retribuzione per ogni giorno non lavorato, anzi, e la cosa è assolutamente vergognosa, a precari che giustamente hanno protestato in questi giorni da alcune Coop  è stato risposto " ma che volete, pretendete pure di essere pagati se le scuole sono chiuse?"

Gli Assistenti igienico-personale degli studenti disabili  per via degli scellerati bandi emessi dalla Città Metropolitana di Palermo improntati ad una logica di risparmio fino all'osso per i lavoratori che incide negativamente sulla qualità del servizio assistenza, si trovano in una condizione lavorativa precaria che vede il loro servizio e la conseguente retribuzione legata alla presenza dell'alunno disabile a scuola, dello stile se lo studente frequenta ti paghiamo, se non frequenta non ti tocca nulla.  
E quello che sta accadendo a Palermo in questi giorni diventa per le Istituzioni una nuova becera occasione di approfittare della situazione per "risparmiare"sulla pelle dei lavoratori e lavoratrici.

Questa cosa non può assolutamente passare! 

Agli Assistenti igienico.personale deve essere garantita la copertura piena di queste giornate di sospensione delle lezioni nelle scuole sia in termini di riconoscimento del servizio sia in termini di retribuzione perchè si tratta di causa di forza maggiore non imputabile in alcun modo quindi ai lavoratori e anzi in questa occasioni devono essere maggiormente tutelati, così come sta accadendo per tutti gli atri lavoratori e lavoratrici che prestano servizio a diverso titolo nel mondo della scuola.
Peraltro la copertura finanziaria di queste giornate rientra pienamente nel budget delle risorse stanziate per il periodo di servizio degli Assistenti igienico - personale di Palermo e provincia fino al 16 maggio 2020 (purtroppo!)

E non deve esistere assolutamente la disparità di trattamento di cui siamo venuti a conoscenza per cui sembrerebbe che la Città Metropolitana di Palermo darebbe la possibilità agli Assistenti all'autonomia di recuperare le ore non fatte in questi giorni di sospensione al rientro nelle scuole mentre agli Assistenti igienico-personale questa possibilità sarebbe preclusa. 
Rigettiamo e contrasteremo senza se e senza queste logiche dei palazzi di dividere le categorie dei lavoratori innescando anche sterili guerre tra poveri.

Assicurare gli assistenti igienico-personale personale la validità del servizio e la retribuzione delle giornate di sospensione delle lezioni a causa dell'emergenza sanitaria! 

Slai Cobas per il sindacato di classe 








mercoledì 26 febbraio 2020

26 febbraio - Martedì 25.2 Con i lavoratori di diverse aziende è stato fatto un primo punto sulla situazione coronavirus nelle fabbriche e non della zona di Bergamo

Tutti gli operai hanno riconosciuto e denunciano che la produzione sta prevalendo sulla tutela della
salute e della sicurezza per i lavoratori nei reparti
le indicazioni e le azioni aziendali rispetto al virus vanno da quelle formali che riprendono i comunicati
sanitari ufficiali a quelle restrittive per limitare la presenza di lavoratori provenienti dalle cosiddette zone
‘rosse’, ma sono indicazioni che anche quando esprimono una correttezza formale, risultano
contraddittorie sul piano dell’efficacia pratica.
Per fare alcuni esempi,
vengono allontanati dal lavoro gli operai provenienti dalle zone infette dopo che hanno lavorato gomito a
gomito con molti altri operai sulle linee, che continuano a produrre normalmente
vengono date indicazioni sulle distanze da tenere tra colleghi, diverse per ogni settore, ma la distanza si
riduce a seconda delle mansioni, ovvero il principio non è più quello sanitario ma il non ostacolare la
produzione;
Anche quando procedono a svuotare la fabbrica le direzioni lasciano i problemi, compreso quello
salariale, sulle spalle degli operai, che non possono certo essere reimpiegati nel telelavoro, scaricandosi
delle loro responsabilità a cui dovrebbero invece fare fronte e garantire la produzione in sicurezza.
Palese il caso Same che sta attuando una ristrutturazione attraverso i cds, ha chiuso per una settimana.
Per arrivare a quelle palesemente inadatte, vero fumo negli occhi per i lavoratori,
come la distribuzione e l’uso di mascherine cosiddette chirurgiche del tutto inadatte, fatto avvenuto anche
tra le corsie degli ospedali per mancanza di quelle appropriate;
vengono date le mascherine comunemente usate in alcune aree di produzione anche agli operai di altri
reparti ma solo per farli produrre tranquilli, dal momento che non hanno i filtri e non sono del modello
indicato come efficace.
Manca persino il sapone in alcune fabbriche, ma in generale non esiste il tempo materiale per lavarsi le
mani stetti dai ‘normali’ ritmi di lavoro sulle affollate linee di produzione!
Nel complesso le aziende hanno la coda di paglia. Quando si chiedono chiarimenti fanno seguire
comunicati arrangiati nelle vetrinette aziendali, o autocertificazioni con le quali i lavoratori si dovrebbero
assumere la responsabilità della prevenzione nel luogo di lavoro garantendo persino di non essere venuti
in contatto con persone a rischio.
Davanti ai padroni che come appare evidente anche oggi al tempo del virus, cercano di usare la loro
autorità, il loro comando sulla massa degli operai, per millantare una tutela della salute che non fanno, per
garantirsi invece la produzione regolare,
gli operai in massa e organizzati devono reagire, rivoltare questa sottomissione, prendere nelle loro mani
la salute e la sicurezza nelle fabbriche senza fiducia ne’ delega alle aziende che agiscono solo per
garantirsi il profitto sulla pelle degli operai.
In questa direzione prosegue e si sviluppa l’attività del sindacato,
con interventi specifici nelle aziende dove si è presenti,
facendo leva sui gruppi già organizzati di operai, prezioso il contributo dei lavoratori della sanità, per
raccogliere più forze, al servizio di un’azione che vorrebbe arrivare, non solo nei reparti, ma anche tra le
mass popolari dei paesi, per costruire un orientamento e una posizione di classe, contro la gestione emergenziale che governo e parte delle strutture sanitarie
stanno facendo del corona virus a base di disinformazione, quarantene, isolamento, coprifuoco sanitario
che alimenta solo paure, sparate e speculazioni, quando non aperto razzismo alla Salvini.
Slai Cobas per il sindacato di classe
Dalmine via Marconi 1

lunedì 24 febbraio 2020

24 febbraio - Riflessioni tra le corsie ai tempi del Coronavirus. Servono risorse aggiuntive di personale, ridotto all'osso dalle politiche del risparmio e del profitto

CORONAVIRUS

In politica le emozioni vanno ponderate, soppesate. Il buon politico non lavora sulle emozioni. Il buon politico invita sempre al ragionamento pacato. E soprattutto cerca di migliorare la comnunità in cui vive, senza seminare odio, rancore o paura. Ciò che serve è la saggezza, la ponderatezza, la capacità di dialogo e di confronto. Ma, ahimè, non è cosi'. Va bene dunque ascoltare ciò che dicono i politici, ma poi dobbiamo imparare a ragionare anche con la nostra testa. Non vi è bisogno di diventare esperti in medicina o in virologia. Ma è giusto porsi alcuni quesiti ed andare in cerca delle risposte.
Una delle prime cose alle quali dobbiamo fare attenzione in questi momenti è di natura storico-politica: la propaganda. La propaganda in questi momenti è sempre terribile. Può essere sfruttata per motivi politici, per alimentare l'odio e la paura, ma anche per motivi legati al consumo. L'allarmismo è strettamente legato alla corsa al consumo. Non a caso parlo di corsa: Andare a prendere d'assalto i supermercati in questo momento è propaganda. Propaganda assolutamente dannosa, ovviamente. L'allarmismo fa vendere copie di giornali e fa prendere d'assalto i siti delle testate giornalistiche a caccia del trafiletto dell'ultimo minuto. Perchè, citando un rapper del momento, se “non leggi non sei informato”, peccato che “se leggi sei informato male”. Perchè anche la notizia è merce, gettata sul banco per essere consumata, senza un ragionamento, un approfondimento. Si alimentano posizioni politiche e si crea volontariamente agitazione.
Pensate che ogni giorno in Italia muiono in media 3 persone sul Lavoro. Per questo nessun allarmismo, nessuna preoccupazione. Questo non vuol dire che non dobbiamo preoccuparci per il Coronavirus, ma che dobbiamo usare la testa. Il problema c'è e va affrontato, ma senza propaganda e senza allarmismo. C'è bisogno che ognuno si ponga delle domande e si sforzi di cercare le risposte, senza accontentarsi di quelle lette su qualche tweet.
Approfondire e Ragionare.
Benchè questi meccanismi, ahimè, sull'informazione di massa siano ormai collaudati ed all'ordine del giorno, ci si sarebbe aspettati che almeno la comunicazione con gli addetti ai lavoratori (operatori sanitari, medici, ecc... ) sarebbe stata chiara e tempestiva. Invece permangono tra la popolazione e tra i lavoratori ancora tanti dubbi e domande senza risposta.
Da una parte, ad esempio, si invita a non fare usi impropri delle mascherine, dall'altra non viene chiarito quando l'uso sia proprio oppure improprio. Si parla sempre di “caso sospetto”. Ma in PS ogni giorno si eseguono decine di radiografie del torace per ogni turno, tutte per sospette polmoniti o simili. In base a cosa, ad oggi, discrimino un caso da un altro se non col tampone? Risultato: venerdi all'Ospedale Papa Giovanni XXIII è giunta una paziente poi risultata infetta. Il quesito diagnostico non specificava in alcun modo che potesse trattarsi di un soggetto “a rischio” e gli operatori pertanto non hanno indossato i DPI necessari. Gli infermieri in turno quella notte ora sono a casa, cosi' come la tecnica che ha avuto contatto diretto con il paziente. Il secondo tecnico di turno è regolarmente al lavoro, benche anche se non ha avuto contatti con il paziente ovviamente ha avuto contatti con tutti gli altri operatori che ora sono a casa “in quarantena”. La discriminante per cui alcuni siano a casa ed altri no, non è del tutto chiara ai lavoratori.
Innanzitutto non è ammissibile che manchino idonei DPI adducendo come motivazione un esaurimento scorte. Vedere girare per la Clinica decine di operatori con la mascherina chirurgica (inefficace contro la trasmissione da Coronavirus) per mancanza di mascherine FPP3 è inaccettabile oltre che inutile. Eppure gli operatori anziché ribellarsi usano questo palliativo come a sostenere che “meglio cosi' che niente”.
Inammissibile anche la mancanza di strutture, ambulanze e spazi dedicati ai pazienti con sintomi respiratori per prevenire la diffusione del contagio in ambienti sovraffollati.
Servono risorse aggiuntive di personale, ridotto all'osso dalle politiche del risparmio e del profitto, sia perchè il tempo richiesto a trattare un caso sospetto incide inevitabilmente sulla gestione ordinaria, sia perchè è utile ridurre l'attesa per i risultati dei tamponi.
Come sempre invece gli organici anziché aumentare sono destinati a ridursi ulteriormente. L'improvvisa chiusura di asili e scuole costringerà molte lavoratrici e lavoratori ai domiciliari e l'attività verrà scaricata INTERAMENTE (perchè di ridurre le agende non se ne parla) su organici ultra ridotti. Attività che non viene mai messa in discussione, nemmeno per le prestazioni differibili. Persino in caso d'emergenza, produzione ed economia devono essere tutelate. E cosi' le mascherine non ci sono, strutture dedicate non ci sono e personale adeguato men che meno.
Soluzione: scuole chiuse e centri commerciali aperti.

24 febbraio - TREZZO contro il sistema senza regole degli appalti, mantenuto in vita dai governi dei padroni e dagli accordi confederali

Per le vie di Trezzo la denuncia delle condizioni di lavoro ottocentesche dentro
Maschio SN,
operai di varie fabbriche, la maggioranza in cooperativa uniti dalla stessa rabbia per rivendicare assunzioni dirette,
ma non decolla il patto d’azione dell’8 febbraio




Basta cooperative, basta ricatti, basta sfruttamento. Il grido degli operai di Maschio SN di Grezzago e della sede tedesca di Erkelenz, ha unito molti operai, di diverse fabbriche ma tutti con un contratto vergognosamente in appalto, fittizio nei fatti perché non da alcuna garanzia, da quelle sostanziali come il
rapporto di lavoro fondato su basi inesistenti perché i cambi appalto sono all’ordine del giorno, perché le
aziende appaltatrici si arrogano il diritto di dichiarare non gradito un operaio escludendolo dalla produzione per arrivare alla vulgata popolare ‘le cooperative sono tutti ladri, ogni anno cambiano, non pagano i contributi e le buste paga regolari, spariscono con i soldi ma sono sempre gli stessi che
riaprono con un nome diverso...’.
Apprezzata da tutti la presenza di alcuni abitanti, operai della zona, giovani e la pazienza dei tanti automobilisti (la strada è prossima e percorso obbligato al più grosso centro commerciale della zona) che
in larga parte hanno solidarizzato e chiesto i volantini.




La manifestazione tra le vie e i palazzi popolari, ha aperto una finestra sulle condizioni di lavoro e di vita
di questa classe operaia, di questi operai con due padroni,
per i quali lavorare su più macchine è la regola, anche quando per seguire la produzione bisogna
letteralmente correre nei reparti, per scaricare le presse che stampano taniche a ritmi elevati, senza un
secondo libero anche per 12 ore, senza pausa e mensa,
tant’è che le prime pause dopo 15 anni sono arrivate lunedì 10 febbraio 2020 con la lotta,
con gli operai costretti a fare i propri bisogni vicino alla macchina o all’esterno del capannone perché i
bagni sono troppo lontani e non si possono lasciare gli impianti,
con il padrone carogna fascista, che passa per i reparti, rovescia i pezzi prodotti o i cestini per obbligare
gli operai a raccogliere e sistemare, ‘sono io che comando’ ‘sono io che ti pago, sono io il tuo dio, non ti
serve il sindacato...’
operai terrorizzati per anni da un padrone che di notte gira per i reparti aggredisce verbalmente gli operai
a sorpresa (anche se denunce per aggressione fisica sono purtroppo state conciliate lautamente e non sono
arrivate a giudizio) spegne le macchine e li caccia dalla fabbrica...
Un operaio dell’impianto tedesco si è trovato costretto a tornare in Italia per denunciare e curarsi dopo un
infortunio, ed ha trovato i cancelli chiusi al suo ritorno a Erkelenz ‘vai via non c’è più lavoro per te qui...’
Un operaio crumiro messo a sostituire i colleghi in sciopero su di un impianto che non conosce, è rimasto
vittima di un infortunio, che ad oggi risulta non essere ancora stato denunciato, che avrebbe potuto
amputargli la mano invece di un taglio curabile, perché imprudentemente ha messo le mani dentro la
macchina…
Dalla piccola fabbrica al grande impianto di riciclo rifiuti, presente una squadra della Montello, 500
operai, in maggioranza immigrati e donne, in cooperativa (la penultima con il presidente arrestato per 34
milioni di evasione fiscale, con il committente frettolosamente ‘assolto’ dalla stampa e dalla Cgil) in lotta
contro gli stessi ricatti.
Clamoroso, ma sempre drasticamente uguale, il caso di C.L.G., che a gennaio 2018 si è trasformata in
CLG per ‘rinnovarsi’ agli occhi dei controlli, grossa cooperativa sotto inchiesta per evasione fiscale, a più
riprese al centro delle indagini dalla Dia di Brescia per legami con la ndrangheta, a processo a marzo a
Bergamo per estorsione ad una trentina di operai ‘o rinunci agli arretrati o non lavori più’ anche per le
denunce dello Slai Cobas sc , Ma l’aspetto più grave di questa faccenda è che
sono storie giudiziarie che non fanno i conti con le esatte responsabilità del committente, che si è trovato
‘gestiti’ dalla cooperativa, con questi sistemi, centinaia di operai nelle due fabbriche bergamasche del
gruppo ex Arti Grafiche.
Ecco i due padroni, uno di carta che può anche finire sotto processo, e l’altro nell’ombra che accumula
profitti. Per la giustizia borghese forse, non per quella proletaria.
Tante storie, tutte da scoprire, tutte da rivoltare estendendo e rafforzando la lotta, oltre i cortei di
denuncia. Alzando la guardia contro la repressione, di Stato, poliziesca, padronale. Contro i decreti
sicurezza, le cariche gli sgomberi le denunce, i falsi provvedimenti disciplinari per colpire le avanguardie.
Importante strumento per rovesciare i rapporti di forza è il patto d’azione sottoscritto nell’assemblea
nazionale dell’8 febbraio di Roma, indetta dal SiCobas, che a Bergamo fatica a partire,
nonostante le lotte e gli attacchi per tutti, nonostante gli appelli formali e diretti anche nei depositi Tnt,
Sda, Dhl, dove pure giovedì è stato licenziato un combattivo rappresentante sindacale del SiCobas al
termine di di un provvedimento disciplinare fondato su una montatura premeditata.





24 febbraio - Coronavirus: le indicazioni dello Slai Cobas per il sindacato di classe


LUNEDÌ 24 FEBBRAIO 2020

pc 24 febbraio - Coronavirus - Nessuna sospensione dell'attività sindacale e politica - Ora più che mai serve l'orientamento politico e sindacale dei lavoratori e delle masse popolari

L'esistenza delle ordinanze governative e regionali rendono naturalmente difficile se non impossibile convocare riunioni pubbliche all'aperto, per cui bisogna promuovere riunioni pubbliche al chiuso con avviso internet - dando riferimenti politici e organizzativi praticabili dai lavoratori e masse popolari

Slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
24 febbraio 2020

Indicazioni per Milano 
Prendere contatti con altri compagni, lavoratori che a Milano/Lombardia lavorano nella sanità
Proporre una presa di posizione.
I sindacati di base devono esprimersi e intervenire dove è possibile.
Scendere in campo e aiutare le masse a capire e agire, ad essere protagoniste, non passive esecutrici di ordinanze istituzionali.
Smascherare lo stato della sanità lombarda.

Chiaramente, niente allarmismo, ma precauzione. Ci fidiamo del governo fino ad un certo punto, sia nell'esagerazione che nella sottovalutazione.

Il riferimento politico classista della nostra azione è il comunicato apparso su questo blog che riproponiamo


pc 23 febbraio - CORONAVIRUS IN ITALIA - IL COMPITO DEI COMUNISTI

Circa le notizie non abbiamo da aggiungere per ora altro, oltre quello che stiamo sentendo in televisione o leggendo sui mass media, internet.
Fermo restando che ancora non c'è una risposta al "buco nero" della conoscenza su come è iniziata questa propagazione in Italia, del perchè si è passati da un giorno all'altro a decine di casi, cosa è sfuggito su questo che ora fa dell'Italia il primo paese d'Europa di ammalati di Coronavirus.

domenica 23 febbraio 2020

23 febbraio - Sullo sciopero scuola del 6 marzo dei sindacati confederali

“Finalmente” i sindacati concertativi della scuola sciolgono la “riserva” e a 24 ore - letteralmente 24 ore su orizzonte scuola la notizia è apparsa alle ore 15.35 del 15 febbraio - dal riuscito sciopero del 14 febbraio organizzato dal basso, unitariamente, a prescindere dall’appartenenza sindacale, dai precari della scuola, proclamano uno sciopero il 6 marzo, alla vigilia, cioè, dello sciopero delle donne del 9 marzo. Crediamo che questo moltiplichi gli effetti di disorientamento, ma soprattutto di divisione in particolare tra le lavoratrici precarie della scuola. Invece di avere la possibilità di confrontarsi con lavoratrici in sciopero e in lotta di altri settori, di creare reti tra lotte diverse ancora una volta si tengono le singole lotte separate. Doppiamente e particolarmente grave, poi, che si vogliano tenere separate le lavoratrici dalla lotta “perché tutto deve cambiare” a cui  lo sciopero delle donne allude
Sappiamo e comprendiamo lo spirito con cui NUDM ha fatto appello ai sindacati “aspettando” la decisione della cgil, in particolare per l’impatto numerico positivo che se ne potrebbe avere. Crediamo che questa sia una esplicita risposta - in negativo - che richiede una presa di posizione netta di denuncia rispetto alla Flc Cgil e chiarezza verso le lavoratrici, a cui rivolgiamo l'appello a scioperare comunque, insieme a tutte le altre donne, lavoratrici, il 9 marzo.
Ps: sul sito di NUDM sono elencate le indizioni di Usb e Cub e non quella dello Slai cobas per il sindacato di classe (fatta il 3 febbraio). Invitiamo le compagne che curano il sito ad aggiornarlo.

Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe - Milano 

23 febbraio - Indetto per lunedì 9 marzo lo sciopero in collegamento con la giornata nazionale delle donne dell'8 marzo

A tutte le lavoratrici.
lo Slai cobas per il sindacato di classe ha fatta l'indizione ufficiale dello Sciopero delle donne del 9 marzo 2020, inviandolo a tutti i Ministeri, associazioni padronali, Enti, e alla Commissione di Garanzia Sciopero.

Lo Sciopero delle donne si fa anche quest'anno! E lo possono fare tutte, tutte sono coperte sindacalmente (al di là della propria iscrizione - o non iscrizione - a qualsiasi sindacato), sia nei posti di lavoro pèrivati che pubblici e in tutti i settori.
Tutte possono scendere in sciopero  (per eventuale info: mfpr.naz@gmail.com o slaicobasta@gmail.com.
Che quest'anno lo sciopero sia più grande ed esteso di prima!

In allegato, la piattaforma dello sciopero delle donne, indicata dal Mfpr, frutto delle lotte, delle inchieste, delle proposte di associazioni, di Nudm.

Qui sotto la schermata del sito della Commissione Garanzia Sciopero.


giovedì 20 febbraio 2020

20 febbraio - Diamo gambe al patto d'azione contro la repressione, sabato 22 febbraio tutti alla manifestazione di Trezzo

La lotta contro i licenziamenti repressivi alla Maschio SN è lo specchio di una situazione sempre più presente nei posti di lavoro, dove i padroni si sentono liberi di schiacciare e trattare gli operai come merci usa e getta, forti di leggi liberticide e della politica dei governi amici.

Dentro questa lotta si muove la necessità di rendere concreta l'unità d'azione di tutti gli operai e le realtà che lottano, per rispondere alla repressione padronale e governativa, 
per questo chiediamo la presenza alla manifestazione di sabato 22 febbraio a Trezzo
con l'obbiettivo di far avanzare nei territori il PATTO D'AZIONE, CONTRO LA REPRESSIONE E I DECRETI SICUREZZA come deciso all'assemblea di Roma dell'8 febbraio promossa dal Si.Cobas

  

mercoledì 19 febbraio 2020

19 febbraio - Tenaris Dalmine: mentre padron Rocca prende altri stabilimenti nel mondo, i sindacati fiom-fim-uilm firmano un'accordo per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che prepara nuovi esuberi


Nei giorni scorsi alla Tenaris di Dalmine sono state indette da fiom-fim-uilm, assemblee riguardanti
"l'ipotesi di accordo sugli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione) già attivati o di possibile futura attivazione per l'anno 2020....."
ma questi sindacati non solo approvano sempre tutto quello di cui il padrone a bisogno, ma ora vorrebbero pure far votare un referendum agli operai in cui non si capisce a cosa serve l'accordo, visto che quello che c'è scritto (che alleghiamo) non dice niente...........MA SERVE SOLO ALL' AZIENDA PER AVERE MANO LIBERA E USARE A SUO PIACIMENTO CASSA INTEGRAZIONE E CONTRATTI DI SOLIDARIETA' E PRODURRE CON MENO OPERAI!!!

Infatti l'accordo datato 23 gennaio è già operativo nello stabilimento di Arcore con i contratti di solidarietà per 130 persone e riduzione oraria al 50% e nello stabilimento di Costa Volpino con contratti di solidarietà e un 1 giorno di fermo alla settimana e che ora serve applicare anche allo stabilimento di Dalmine per ripianificare la produzione a seconda delle mutate esigenze e interessi di padron Rocca nella competizione dei mercati petroliferi e nella guerra/crisi dell'acciaio.

Proprio in questi mesi la Tenaris ha completato l’acquisizione della società americana Ipsco Tubulars da PAO TMK, in continuità con la recente acquisizione di Saudi Steel Pipe in Arabia Saudita, con la joint venture con Severstal in Russia e con l’inaugurazione dell’impianto di Bay City in Texas (vedi articoli di seguito).

Ma per i padroni le acquisizioni di nuovi stabilimenti servono solo per accaparrarsi nuovi mercati e continuare a fare profitti sulla pelle degli operai attraverso ristrutturazioni/riorganizzazione della fabbrica e l'apertura degli ammortizzatori sociali è lo strumento che prepara e spiana la strada a nuovi esuberi della forza lavoro con conseguenti licenziamenti degli operai.

Ora serve lottare contro i piani di aumento dello sfruttamento dell'azienda coperti dai sindacati confederali.
No agli accordi che preparano i prossimi licenziamenti
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Tenaris ha completato l’acquisizione della società americana Ipsco Tubulars da PAO TMK.
3 gennaio 2020(Teleborsa)

Il prezzo di acquisizione è stato di 1.067 milioni di dollari (incluso circa 220 milioni di dollari di capitale circolante). Tenaris consoliderà Ipsco a partire dal primo trimestre 2020.

In relazione alla chiusura della transazione, le parti hanno stipulato un accordo di 6 anni in base al quale, a partire dal 2 gennaio 2020, Tenaris sarà il distributore esclusivo OCTG di TMK negli Stati Uniti e in Canada.

“L’acquisizione Ipsco segna un nuovo capitolo della nostra espansione negli Stati Uniti e rappresenta un’altra pietra miliare nella storia di Tenaris” – ha affermato Paolo Rocca, Presidente e CEO di Tenaris -.

A Piazza Affari l’azione segna un rialzo dello 0,3% collocandosi tra i pochi e migliori titoli del principale paniere FTSE MIB.


Tenaris acquisisce la statunitense IPSCO Tubulars da TMK
22 marzo 2019

(Teleborsa) – Tenaris si rafforza nei principali mercati Oil & Gas a livello mondiale, in particolare nel mercato statunitense nel settore manifatturiero, grazie all’acquisizione di IPSCO.

Il produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas ha annunciato oggi, 22 marzo 2019, l’acquisizione da TMK – azienda russa produttrice di tubi sia saldati che senza saldatura – del 100% della sua controllata statunitense IPSCO Tubulars per un valore di 1.209 milioni di dollari USA. IPSCO produce tubi saldati e senza saldatura e ha una capacità di produzione annua di 450.000 tonnellate di barre d’acciaio, 400.000 tonnellate di tubi senza saldatura e 1.000.000 di tonnellate di tubi saldati.

L’acquisizione costituisce un importante step nel processo di rafforzamento e posizionamento di Tenaris nei principali mercati Oil & Gas a livello mondiale e si pone in continuità con la recente acquisizione di Saudi Steel Pipe in Arabia Saudita, con la joint venture con Severstal in Russia e con l’inaugurazione dell’impianto di Bay City in Texas.

L’operazione contribuisce inoltre a rafforzare l’impegno di Tenaris a rivitalizzare il manufacturing negli Stati Uniti, ampliando la propria offerta di prodotti e di servizi per l’industria domestica e consentendo una migliore integrazione verticale dei processi produttivi di Tenaris. Infine, viene consolidata la presenza di Tenaris negli USA attraverso nuovi impianti che potranno migliorare il servizio ai clienti in tutto il Paese.

Festeggia il titolo Tenaris a Piazza Affari: +3,39%.







19 febbraio - SFRUTTAMENTO SENZA CONFINI, I PADRONI HANNO UN SOLO COLORE SONO TUTTI NERI, VIVONO TUTTI SUL LAVORO E SULLA PELLE DEGLI OPERAI PRESIDIO VENERDÌ ORE 8.30 DORAsrl CAZZAGO S.,MARTINO BS


Cazzago S.Martino, l’azienda ‘italiana’ appalta il lavoro al laboratorio ‘cinese’ dove operai pakistani, anche richiedenti asilo, in condizioni brutali vengono fatti lavorare 12 ore al giorno, ritmi pressanti, chiamati ‘a giornata’ quando e come servono, massima disponibilità requisito indispensabile, senza misure di sicurezza verso polveri colle solventi, a bruciarsi i polmoni fino a quando, come sta accadendo ora, il padroncino comincia a non pagare più, nemmeno quella misera paga già dimezzata, perché è giunta l’ora di cambiare la squadra.
Gli operai non ci stanno, vogliono cambiare. Hanno capito che sottomissione è solo vita da schiavi fino a quando non ti scaricano.
Venerdì un primo presidio di protesta alla Dora srl di Cazzago S. Martino, ore 8.30, la committente, il padrone vero quello che non appare mai, quello che da in appalto il lavoro, che non si cura delle condizioni di lavoro, della retribuzione, quello che fa solo profitti.
Quello che pretende di apparire con le mani pulite perché il lavoro sporco sul campo lo fa qualcun altro.
È il principale responsabile, deve essere contestato come tale.
Per rivendicare gli stipendi arretrati, la regolarizzazione contrattuale, per fare un passo in avanti nella battaglia generale contro gli appalti nelle fabbriche, un cancro che favorisce lo sfruttamento e indebolisce la classe operaia.
Chiediamo una presenza solidale e attiva, per unire le lotte che ci sono, contro lo sfruttamento, il razzismo, la repressione.

giovedì 13 febbraio 2020

13 febbraio - INIZIATIVA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEL POPOLARE QUARTIERE A ZINGONIA


ASSEMBLEA DI PIAZZA PER PORTARE LA DENUNCIA E ALLARGARE LA MOBILITAZIONE OPERAIA E POPOLARE
FORTE IMPATTO HA AVUTO LA NOTIZIA DEL NUOVO RAPIMENTO DA PARTE DEL REGIME EGIZIANO DI PATRIK GEORGE ZAKY,
GOVERNO CON CUI DI MAIO E SOCI CONTINUANO A TRAFFICARE ARMI AIUTI AFFARI, ALTRO CHE PERSEGUIRE LA VERITÀ PER GIULIO REGENI


Negli interventi,
le bombe Usa che hanno innescato una nuova fase della guerra in Medioriente e nel Mediterraneo, dell’intervento di Russia, Turchia, Europa in Libia
il governo italiano e la sua disgraziata politica a favore degli interessi padronali, in primo piano quelli dell’industria petrolifera e militare, con al centro il rinnovato patto con la Libia, il sostegno alla guardia costiera, la copertura su sparizioni rapine stupri torture cui vengono sottoposte le popolazioni in fuga dalle zone di guerra, che finiscono nei lager costieri con l’alternativa per uscire delle carrette del mare o di essere inquadrati nel fronte della guerra in corso
l’impegno internazionalista per la pace che deve essere quello di fare la guerra a queste guerre, qui ed ora contro il nostro governo, per il rientro dei soldati dall’Irak e dagli altri fronti di guerra,
contro le spese militari
forte è stata la denuncia arricchita delle tante esperienze personali, di come, i fondi pubblici dirottati a sostegno dell’intervento imperialista italiano, azzerino le risorse per il lavoro, la sanità, l’istruzione, i servizi sociali in generale
in sostanza un altro fronte di guerra, quello interno, con il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per i proletari e le masse popolari, con i decreti sicurezza di Salvini 1 e bis, fortemente difesi da PD/ M5S,
decreti razzisti, vere e proprie leggi speciali contro gli immigrati e repressivi contro le lotte per il lavoro e sociali
Una buona iniziativa da far avanzare.


mercoledì 12 febbraio 2020

12 febbraio - QUALCHE COLPO AI PADRONI, I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI, ALTRO NON SONO CHE AZIONI PUNITIVE DA PARTE DEL PADRONE SENZA RICORRERE AL GIUDICE.

SONO L’ESPRESSIONE DELL’AUTORITÀ PADRONALE PER MANTENERE L’ORDINE 

DI SEGUITO TRE LICENZIATI REINTEGRATI
SALUTIAMO CALOROSAMENTE GLI OPERAI CHE HANNO SAPUTO ANDARE FINO IN FONDO E CHE RIENTRANO IN FABBRICA
MA SONO LA SOLIDARIETÀ E LA LOTTA DI CLASSE CHE POSSONO LIMITARNE L’USO


E’  finalmente rientrato in fabbrica Manpreet, operaio iscritto allo Slai Cobas sc alla Montello spa, colosso del riciclo e recupero rifiuti, con gli operai a maggioranza, immigrati, donne e in appalto ad una cooperativa.
Una vittoria legale impegnativa, con una lunga battaglia nei tribunali che ha richiesto ben due ricorsi, il primo contro il licenziamento disciplinare il secondo contro la nuova cooperativa subentrata nel frattempo con un cambio appalto, che si opponeva al reintegro, affiancata dalle mobilitazioni e dal sostegno del sindacato, dei compagni di lavoro, dei lavoratori della zona, che hanno dato a Manpreet la forza di tenere duro fino al rientro. Senza cadere nella trappola della conciliazione economica, della rinuncia alla lotta. Un rientro applaudito dalla stragrande maggioranza degli operai in fabbrica.


A FINE 2018 TENARIS DALMINE HA SCATENATO UNA CAMPAGNA REPRESSIVA CON LICENZIAMENTI, FONDATA SUI PRESUNTI RILIEVI DI INVESTIGATORI PRIVATI PER POTER LICENZIARE GLI OPERAI CHE USUFRUISCONO DELLA LEGGE 104. 
NEI GIORNI SCORSI È ARRIVATA UNA SENTENZA POSITIVA, DI SECONDO GRADO, FRUTTO DELLA TENACIA DI UN OPERAIO CHE NON SI È FERMATO AL PRIMO AVVOCATO, AL PRIMO SINDACATO CHE HANNO DATO PER PERSA LA SUA CAUSA.
UNA SENTENZA CHE HA SMASCHERATO LA CREDIBILITÀ DELLE INDAGINI PRIVATE, ED HA REINTEGRATO L’OPERAIO, CHE VOGLIAMO RIVEDERE AL PIÙ PRESTO IN FABBRICA

invitiamo gli operai alla lettura di questo opuscolo di Lenin del 1895

Gli operai con la 104 sono malvisti perché rompono la pianificazione aziendale. Con gli organici ridotti al minimo, ogni uomo sulle linee deve essere molto flessibile e pianificabile, in poche parole a disposizione. Essere o non essere in fabbrica deve essere esclusivamente frutto della programmazione aziendale, per comporre i turni con la massima armonia produttiva, la massima saturazione dei tempi produttivi.
Gli operai con la 104 sono malvisti perché utilizzano un beneficio previsto da una legge, e aggirano l’autorità aziendale, che tutto ha fatto per trasformare i diritti (permessi, riposi e ferie) in concessioni. Per integrare i cosiddetti cali produttivi, le ferie vengono bruciate unilateralmente, i riposi possono saltare, per i permessi si fatica sempre a trovare un sostituto.
Chi utilizza la 104 è un elemento contraddittorio con l’ordine produttivo, QUELLO SANCITO DAGLI INFAMI ACCORDI DI FIOM FIM UIL SULLA FLESSIBILITÀ TOTALE.
Esattamente quello che traspare dall’ultimo CCNL Metalmeccaici, dove Confindustria ha preteso ed ottenuto una limitazione nell’uso della 104, per ostacolarne l’uso a seconda delle necessità della persona assistita, per subordinarne l’uso nella misura maggiore possibile alla produzione.
Chi usa la 104 è un pessimo elemento per il padrone. Speriamo rientri


FBM -VINCE TRE PROCESSI E TORNA AL LAVORO UN DELEGATO FIOM COMBATTIVO, 
DOPO UN LICENZIAMENTO MONTATURA.
UN DELEGATO CHE SI È OPPOSTO ALLA PRECARIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO, CHE HA CONTRASTATO LA DIREZIONE PER FRENARE L’INSERIMENTO DI OPERAI IN REPARTO CON LE AGENZIE E SIMILI, 
OPERAI RICATTATI E CON UN ALTO TURN OVER, CHE TRA L’ALTRO NE LIMITA DI MOLTO LA FORMAZIONE, ANCHE PER LA SICUREZZA.

sabato 8 febbraio 2020

8 febbraio - VENERDÌ SCIOPERO A MASCHIO SN CONTRO IL CAPORALATO IN FABBRICA PER UN CONTRATTO DI LAVORO DIRETTO CONTRO IL FASCISMO PADRONALE PER UNIRE LE LOTTE




Venerdì 7.2.2020 sciopero alla Maschio di Grezzago. Gli operai hanno scioperato compatti per tutta la giornata, in stretto contatto con gli altri operai, sempre in cooperativa, buttati fuori dalla sede del gruppo in Germania.
La stampa invitata, a parte l’importante intervista a Radio Onda d’Urto, https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2020/02/vertenza-MASCHIO-SN-grezzago-amil-e-Caprini-Sali-Cobas.mp3
 non si è presentata.
Lunedì il padrone, tra insulti vari, definendo parassita un delegato, lo ha buttato fuori dalla fabbrica ‘vai via non mi servi più, torna dalla tua cooperativa...’
Questo ha portato di nuovo gli operai, tutti in appalto, a scioperare, contro il caporalato in fabbrica, per un contatto di assunzione diretto, per il rientro del delegato, per darsi forza contro un padrone che intimidisce gli operai gridando e insultandoli girando tra i reparti.
Un padrone che sta conducendo una crociata a tutti i costi contro gli operai che si sono organizzati nel sindacato, al punto, che con questo episodio è entrato in evidente contrasto persino con la direzione di fabbrica (anche se al momento la controlla pienamente), che non ha visto di buon occhio questa nuova fonte di conflitto in contemporanea con quello tedesco, ma generando evidenti comportamenti contraddittori nel fronte padronale.
Lunedì la produzione inizia sempre alle ore 7.00. Lunedì 10 invece l’inizio è stato anticipato alle ore 6.00, per usare persino quest’ora per recuperare, a conferma di quanto lo sciopero abbia pesato.
                                                 operai Maschio davanti alla Mauser

Durante lo sciopero gli operai MASCHIO sono andati alla vicina fabbrica MAUSER per portare la loro solidarietà agli operai che da lunedì, con uno sciopero di 24 ore, hanno aperto una importante mobilitazione contro il peggioramento delle condizioni di lavoro. E per chiedere di unire le forze.
Le due fabbriche sono praticamente gemelle, dal punto di vista produttivo, nascendo l’una da una divisione dell’altra, quando Maschio se ne andò anni fa aprendo una fabbrica tutta sua, ma lasciando un ricordo ben preciso.
Significativo il commento di un operai MAUSER che ci ha detto ‘la dittatura che viviamo noi qui è l’eredità di quello la (il vecchio padrone Maschio)
Gli operai hanno accolto favorevolmente
la presenza ai cancelli degli operai in sciopero, immediatamente si sono riconosciuti e confrontandosi lungamente e prendendo contatti,
l’appello alla solidarietà,
il sindacato SLAI COBAS sc, essendoci una buona fetta di operai che non ha fiducia nella Cgil che sta conducendo la loro trattativa.
Abbiamo così saputo che lo sciopero di lunedì alla Mauser è stato possibile perché gli operai sono ‘insorti’ contro i sindacalisti che proditoriamente hanno cercato di sabotare lo sciopero all’ultimo minuto, presentandosi come se la decisione fosse irrevocabile ‘lo sciopero è rimandato...’
Ma non hanno calcolato la rabbia operaia che ha preso la direzione giusta, mettendo in minoranza i servi del padrone.
Di seguito il volantino distribuito dagli operai Maschio agli operai Mauser.


8 febbraio - SAB/IL TRICOLORE UN PICCOLO CASO NELLA GUERRA QUOTIDIANA DEI MORTI PER IL PROFITTO - UNA INSOLITA ISPEZIONE CHE CI RICORDA COME PER LA SICUREZZA IN FABBRICA, SIA DETERMINANTE L’ORGANIZZAZIONE DI CLASSE DEGLI OPERAI E LA LORO AZIONE, ANCHE PER RICEVERE UN AIUTO TECNICO

                                recente sciopero a Sab/Il tricolore


SAB/Il Tricolore, è una fabbrica dove vengono trattati industrialmente prodotti ortofrutticoli, in prevalenza insalata che esce confezionata, la cosiddetta IV gamma.
Ovvero dove ci sono operai addetti a linee di produzione che nulla hanno a che spartire con l’agricoltura.
Ma gli operai della committente sono inquadrati come agricoli e sono circa il 20%, mentre la restante produzione è appaltata alla cooperativa Hap Logistics.
Gli operai sono addetti alle linee di produzione, di fatto siamo di fronte ad una intermediazione di manodopera ingiustificata. Quella zona grigia, per usare le parole di alcuni giornalisti più sensibili al problema, come il caporalato.
Ovvero un’altra fabbrica dove lo sfruttamento inizia dal rapporto di lavoro precario sotto il ricatto di ‘socio/lavoratore’.
In fabbrica si lotta contro un pesante processo di ristrutturazione, più produzione con meno operai, più sfruttamento, meno sicurezza, profitti più alti.
Una parte di questa azione si è scaricata al reparto ‘tavoli’ (piattaforme rotanti) dove l’insalata, dopo l’intero ciclo di produzione arriva su nastri, già mondata, lavata imbustata pronta per essere messa nelle casse e spedita.
I ritmi sono alti, i nastri trasportatori viaggiano, per fermarli quando c’è necessità, a volte gli operai devono ricorrere al pulsante per le emergenze ‘rosso stop’.
Ogni secondo deve essere destinato per imballare le buste, così il pulsante di recente è stato rimosso, saturando i tempi di produzione in modo tale che non resta nemmeno il tempo per organizzare il lavoro e posizionare i materiali correttamente, fino al punto che le casse vengono fatte mettere (vicino) davanti alle uscite di emergenza, o non c’è il tempo per rimuovere l’insalata che cade a terra rendendo il pavimento pericolosamente scivoloso.
Il sindacato ha segnalato questa situazione di pericolo ad ATS che ha fatto un sopralluogo trovando il reparto abbastanza in ordine. In sospeso l’esito delle indagini sul pulsante di emergenza rimosso, che dovrebbe servire a fermare i nastri in caso di pericolo.
Gli operai ci hanno segnalato che prima dell’arrivo la direzione li ha allertati per liberare le uscite di emergenza, per pulire… ma che tutto è tornato come prima subito dopo.
Il sindacato ha immediatamente segnalato il fatto ad ATS. Due giorni dopo, sorprendentemente, nuovo sopralluogo a sorpresa, e gli ispettori questa volta hanno trovato quanto segnalato dal sindacato.
A conferma che qualcosa per il padrone si è incappato, il giorno dopo, un sopralluogo dei carabinieri per i rilievi del caso.

Oltre allo stabilimento di Telgate, SAB/iL Tricolore possiede una fabbrica simile a Monterotondo, Roma, anche li con tutta la produzione appaltata ad una cooperativa logistica.
Invitiamo i lavoratori indifferentemente dalla tessera sindacale, di questa fabbrica a mettersi in contatto con noi per unire le forze. Un padrone, una lotta.

mercoledì 5 febbraio 2020

5 febbraio - ITALIA-GERMANIA, GLI OPERAI DELLA FILIALE TEDESCA DI MASCHIO SN IN RIVOLTA CONTRO LO SFRUTTAMENTO SENZA CONFINI





Gli operai in Germania di Maschio SN, al lavoro anche li con una cooperativa la Sky Job, come nello stabilimento di Grezzago, sono in lotta perchè l'azienda, immediatamente dopo l'ispezione dell'Ispettorato del Lavoro di Milano di giovedi 30 gennaio nella sede centrale di Grezzago, sono stati precipitosamente cacciati dalla fabbrica dalla direzione e invitati a prendere l'aereo domenica 'perchè il lavoro è finito'.

Questi tentativi maldestri di sanare quelle che evidentemente sono irregolarità nel rapporto di lavoro, rimuovendo i lavoratori, cancellando posti di lavoro approfittando dell'appalto,

ancora una volta diventa difficile per il padrone, perchè i lavoratori si sono ribellati, hanno vinto la paura e si sono uniti alla lotta dei loro compagni in Italia con lo Slai Cobas.

Gli operai ora sono entrati negli alloggi in fabbrica che avevano occupato fino a poche settimane fa per resistere ai tentativi di rimpatrio, e rivendicano lavoro diritti soldi.

massimo sostegno e unità di classe per gli operai che lottano. 





martedì 4 febbraio 2020

4 febbraio - Cacciato delegato dopo infortunio

Fascismo padronale, alla Maschio SN di Grezzago (mi), nella forma più becera e schifosa, padroni come bestie che pensano di possedere, liberamente e senza conseguenze, operai usa e getta. 
Delegato cacciato dopo infortunio.

https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2020/02/Caprini-slai-cobas-cacciato-operaio.mp3

Delegato dello Slai Cobas dopo due mesi rientra dall’infortunio per colpa dei macchinari non a norma, con limitazioni, il padrone vigliaccamente lo aggredisce verbalmente e brutalmente lo caccia dalla fabbrica.

Vai via non mi servi più…
tirati su la tua roba, vattene fuori, parassita,
sono io che giudica chi lavora o no, tu sei un parassita e un porta zizzania vai a cagare...
sono otto anni che fai il parassita bastardo...
portati via la tua merda...

Cacciato su due piedi, sfruttando il rapporto di lavoro in appalto. Un rapporto di lavoro senza regole.


Maschio SN, 20 operai sulle linee di produzione, tutti in appalto a Business Service srl e Sky Job soc coop che ‘fornisce’ anche gli operai per la fabbrica in Germania. I contratti in appalto, sono un cancro che ha infiltrato profondamente le fabbriche non solo i magazzini.


Gli operai hanno scioperato immediatamente fino a sera e le mobilitazioni continuano.
Serve tutto il sostegno possibile agli operai che lottano, colpire duro i padroni, in modo concentrato e unitariamente Contro una repressione che sta crescendo sensibilmente verso delegati e avanguardie di lotta nelle fabbriche come nei magazzini.

’8 febbraio a Roma, assemblea nazionale contro al repressione padronale e di Stato.

Slai Cobas per il sindacato di classe