sabato 20 aprile 2024

20 aprile - ENNESIMA SETTIMANA DI STRAGI/ASSASSINI SUL LAVORO: Le morti sul lavoro aumentano continuamente - i dati aggiornati ad aprile

Incidente sul lavoro, morto operaio di 23 anni nel Milanese: è rimasto intrappolato in un tritarifiuti

di F. Q. | 20 Aprile 2024

Un ennesimo incidente sul lavoro è avvenuto nella notte a Cusago, nel Milanese. Un operaio di 23 anni è morto nella notte, stritolato da un macchinario tritarifiuti in un impianto in provincia di Milano.

Il giovane era di origine egiziana e stava lavorando quando, per cause ancora da accertare, è caduto nel compattatore. Inutile l’immediato intervento dei soccorsi: i vigili del fuoco hanno estratto il corpo e i soccorsi di Areu 118 hanno solo potuto constatare il decesso. Sul posto anche i carabinieri, mentre la Sis ha eseguito i rilievi.

Secondo quanto riporta MilanoToday l’azienda dove è avvenuto il fatto si trova proprio in viale Europa e si occupa di smaltimento rifiuti, la Convertini. Al momento dell’incidente, l’uomo, regolarmente assunto, stava distruggendo degli scarti di lavorazione del legno.

 

Incidente sul lavoro, morto un ragazzo di 23 anni colpito da un pesante tubo a Montepulciano (Siena)

di F. Q. | 19 Aprile 2024

Un ragazzo di 23 anni, originario dell’Aretino, è morto sul lavoro. L’incidente è avvenuto oggi, intorno alle 12:51, in località Tre Berte, nel comune di Montepulciano, in Toscana. Sul posto, insieme ai sanitari del 118, è intervenuto anche l’elisoccorso, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il personale della prevenzione di igiene e sicurezza nei posti di lavoro della Asl. Per il giovane però nn c’era più nulla da fare.

Dalle prime ricostruzioni e secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, l’incidente è avvenuto all’interno di un’autocarrozzeria: il giovane, che lavorava come operaio per una ditta esterna, sarebbe stato colpito al petto da un pesante tubo caduto da un rimorchio.

Altri sette decessi nei cantieri: i nomi

Redazione,  19 Aprile 2024 

 «La strage quotidiana di lavoratori è entrata nella fase più sanguinosa, nel silenzio della politica, delle aziende e dei media. Oggi registriamo 7 nuove morti, che portano il totale della settimana a 17 (2 lunedì, 7 martedì, 5 mercoledì, 3 giovedì) e quello di aprile a 63, con il totale del 2024 a 323 vittime in 109 giorni». L'osservatorio Morti sul lavoro analizza i dati relativi alle morti sul lavoro e ricorda i nuovi incidenti che hanno portato ad altre stragi nei cantieri.

Da Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, arriva la notizia della morte orribile dell’ascensorista 31enne Antonio Pistone, chiamato per liberare una ragazza intrappolata nell’impianto di una palazzina a tre piani. Durante l’intervento l’ascensore è ripartito, schiacciando il tecnico tra la cabina e una porta. A quel punto sono intervenuti i vigili del fuoco di Acireale per recuperare il corpo senza vita di Pistone e liberare la ragazza.

Il 23enne veronese Leonardo Lorini stava per laurearsi in Relazioni Internazionali a Padova e - per godere di un minimo di indipendenza - consegnava pizze e prestava la sua opera in eventi come il Vinitaly. Martedì 16 aprile, rientrando proprio dal Vinitaly, ha perso il controllo della sua moto e si è schiantato contro un albero, morendo sul colpo. Particolare tragico: il padre di Leonardo, notando la geolocalizzazione del figlio fissa da tempo, è uscito per raggiungerlo e si è trovato davanti un corpo coperto da un telo bianco.

Alessio Moroni di anni ne aveva soltanto 20, ma già si era conquistato un contratto a tempo indeterminato come informatico alla Everience di Rho (Milano). Martedì 16 è uscito in moto dall’azienda durante la pausa pranzo per comprare qualcosa da mangiare. Non ha più fatto ritorno, vittima dello scontro con un’autovettura.

Il tenente Franco Mangiucca, 62 anni, comandante della polizia locale di Gallese (Viterbo), è morto alle 8 di giovedì 18 aprile mentre prestava servizio davanti alle scuole elementari del paese. Un malore improvviso la causa del decesso.

Sergio Rea, 60 anni, giovedì 18 aveva appena raggiunto il posto di lavoro nel parcheggio della stazione di Falciano del Massico (Caserta), quando si è sentito male. È riuscito a telefonare al fratello per chiedere aiuto, ma quando i soccorsi sono arrivati era ormai tardi.

Adriano Ponzin, 60 anni, moglie e due figli, lavorava al prosciuttificio King’s di Sossano (Vicenza). Mercoledì 16 aprile rientrava a casa dal lavoro quando ha perso il controllo dello scooter dopo un sorpasso e si è schiantato contro un muro.

Armando Rotondo, 65 anni, era un medico di base a San Donato di Lecce. Mercoledì 16 i familiari si sono allarmati non vedendolo rientrare e sono andati a cercarlo in studio. Lo hanno trovato senza vita, vittima probabilmente di un infarto.

 

I Dati

Aprile 2024: 63 morti (sul lavoro 49; in itinere 14; media giorno 3,5)

Anno 2024: 323 morti (sul lavoro 248; in itinere 75; media giorno 2,9)

44 Lombardia (26 sul lavoro – 18 in itinere)
37 Campania (27-10)
34 Emilia Romagna (28-8)
27 Veneto (17-8)
22 Toscana (20-2)
21 Puglia (18-3)
19 Lazio (13-6)
18 Sicilia (13-5)
16 Piemonte (12-4)
14 Abruzzo (11-3)
12 Calabria (10-2)
10 Marche (8-2)
9 Liguria (7-2)
8 Sardegna (7-1), Estero (7-1)
6 Trentino (4-2)
4 Valle d’Aosta (4-0), Alto Adige (4-0), Umbria (4-0)
3 Friuli V.G. (3-0)
2 Basilicata (2-0)
1 Molise (1-0).


venerdì 19 aprile 2024

20 aprile - info da Ancora in Marcia: Abbiamo denunciato l’Italia

 

La nostra rivista, assieme ad un gruppo di cittadini e lavoratori, tra cui molti RLS, pensionati, ferrovieri e non, ed alle associazioni il Mondo che vorrei” e “Assemblea 29 giugno, sorte a seguito della strage ferroviaria di Viareggio, ha presentato alla Commissione Europea una denuncia per la violazione degli obblighi di recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro. L’occasione è stata la ricorrenza del 16° anno dall’adozione del Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008, legge fondamentale per la tutela dei lavoratori. Dopo così tanto tempo l’Italia non si è ancora pienamente adeguata alla normativa comunitaria ed è per questa ragione – e per indurre il governo ad adempiere ai propri obblighi – che abbiamo chiesto l’avvio della procedura di infrazione UE la quale prevede in caso di ulteriore inadempienza, pesanti sanzioni per lo stato membro. In sintesi, dopo 16 anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 81 del 2008, anche detto Testo Unico 81, nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, ancora non sono pienamente applicabili le norme di tutela di fonte comunitaria in esso contenute ma restano in vigore leggi obsolete, precedenti all’approvazione della Direttiva europea 391/89 sulla materia.

Ciò a causa della mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’art. 3 dello stesso TU 81, di coordinamento e armonizzazione con le relative norme tecniche. Nel settore ferroviario, addirittura, ancora oggi si applicano norme dei decreti del 1955 e 1956 e leggi del 1974 e 1979. La previsione iniziale di un termine di 12 mesi per l’adozione di questi decreti necessari per l’allineamento della normativa nazionale ai principi della legislazione europea, è stata colpevolmente prorogata dal governo italiano dapprima a 24 mesi, poi a 36 poi a 48, poi a 55 mesi; infine, nel 2012 il termine è stato rinviato a tempo indeterminato “fino all’approvazione dei decreti...”. Ancora In Marcia ! è una rivista radicata nel settore ferroviario, tuttavia è pienamente consapevole e partecipe delle criticità presenti nell’intero mondo del lavoro che paga con la vita, la salute e le mutilazioni un ingiusto prezzo per il benessere di tutti. Per questo abbiamo sollevato il tema anche riguardo gli altri settori interessati dalla mancata armonizzazione delle norme di sicurezza, con i quali presenta notevoli affinità, tecniche, organizzative e di rischio. Assieme ai ferrovieri, i lavoratori interessati dai quattro settori esclusi dalla piena applicazione del TU 81 sono centinaia di migliaia e sono impiegati in ambiti e contesti lavorativi connotati da rischi elevati sia per la salute che per la sicurezza, circostanza confermata da indici infortunistici estremamente significativi. Rischi venuti tragicamente alla ribalta nel caso dell’infortunio multiplo, (anche conosciuto come la strage di Brandizzo), avvenuto nella notte del 31 agosto 2023 in provincia di Torino, durante la manutenzione dei binari, nel quale hanno perso la vita cinque operai. Questa tragedia ha messo in luce un quadro giuridico paradossale in cui le norme di protezione dei lavoratori addetti all’infrastruttura ferroviaria in Italia – sulla base della legge 191/74, una delle norme oggetto della denuncia – sono stabilite dalla stessa impresa datrice di lavoro e committente dei lavori (RFI Spa), mediante proprie “Istruzioni” che hanno valore di legge e non dalle norme generali di tutela di derivazione comunitaria, valide per il resto dei cantieri.

19 aprile - Dalle lavoratrici Palermo: Oggi si apre il processo dei 6 stupratori del branco di Palermo

Inizia oggi il processo dei 6 stupratori del branco

Con Asia e con tutte le donne stuprate e lese, lottare ad ampio raggio contro questa società capitalista di cui stupri violenza e femminicidi sono uno dei frutti più marci.

Lavoratrici Slai Cobas sc


 

Dall'assemblea delle precarie in lotta a Palermo 

https://quotidianodipalermo.it/stupro-del-foro-italico-al-via-il-processo-a-palermo/

 

Stupro del Foro Italico: al via il processo a Palermo

Sei giovani sono accusati di aver abusato, nel luglio scorso, della 19enne Asia Vitale

di redazione

E’ iniziato oggi, in un’aula penale del tribunale di Palermo, il processo per lo stupro di gruppo del Foro Italico. Stamani la prima udienza a porte chiuse davanti al gup Cristina Lo Bue. Sul banco degli imputati ci sono i 6 giovani accusati di aver abusato, nel luglio scorso, di Asia Vitale, una ragazza di diciannove anni che oggi non era presente in aula. A difenderla l’avvocato Carla Garofalo. La 19enne ha chiesto di costituirsi parte civile. Con lei il Comune di Palermo e undici associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere.

Tutti presenti invece gli imputati, anche se alcuni di loro non fisicamente ma in videocollegamento. La prossima udienza si svolgerà il 29 aprile e gli avvocati degli imputati chiederanno ancora una volta di accedere al rito abbreviato che consentirebbe in caso di condanna uno sconto di un terzo di pena per i loro assistiti.

giovedì 18 aprile 2024

19 aprile - DA OPERAIO STELLANTIS UN PROMEMORIA X TUTTI NOI: È GIÀ STATO DETTO!

 

E’ già stato detto “basta morti sul lavoro?”, oppure “non è possibile andare a lavorare senza la certezza di tornare a casa?”, oppure “non si può morire di lavoro?”. Certo che è stato detto. Milioni di volte. E chissà quante volte ancora saremo costretti a dirlo. E mentre lo diciamo, gli operai continuano a morire sul lavoro.
Dinanzi a una morte sul lavoro, o, nel caso di specie, a una strage di operai, il rituale è sempre lo stesso: i sindacati proclamano una, due o massimo quattro ore di sciopero e promettono battaglia senza esclusione di colpi, il politico locale di turno dice “basta morti sul lavoro”, la procura apre “un fascicolo di inchiesta” che rimarrà aperto per anni a fare la muffa, poi tempo due giorni e la notizia scompare. E a piangere i morti rimangono i parenti, i familiari, i colleghi e gli amici degli operai morti ammazzati.
Anche le parole di circostanza sono sempre le stesse. Le dichiarazioni di “quelli che dichiarano” sembrano realizzate con il sistema del copia e incolla. E’ sufficiente prendere il comunicato di qualche giorno prima, cambiare la data, cambiare il nome e cognome dell’operaio morto e inviarlo all’Ansa come nuovo. Manco fosse un’automobile prodotta sulla catena di montaggio: cambi il numero di matricola, ma le automobili sono tutte uguali, identiche e … funzionanti: una sorta di catena di montaggio dei comunicati di circostanza sulle morti sul lavoro.
Poi, alla fine della fiera, i fatti restano immutati, ovvero gli operai continuano a schiattare e i padroni continuano ad abbuffarsi la panza di profitti. In fondo, fintanto che le ragioni del profitto e le esigenze dell’impresa saranno ritenute superiori a quelle della vita di un operaio, si continuerà a considerare le morti sul lavoro come effetti collaterali dell’economia. Anzi, come inevitabili eventi della catena di produzione.

18 aprile - Dal blog tarantocontro: 19 APRILE, GIORNATA DI LOTTA PROMOSSA DALLO SLAI COBAS per il sindacato di classe

Ore 6/7 presidio alla portineria delle imprese dove i coordinatori dello Slai Cobas per il sindacato di classe illustreranno i contenuti e gli appuntamenti della giornata di lotta e la piattaforma operaia su cui si dovrà scioperare in tutta l'area industriale e nell'appalto/compreso porto nel corso delle prossime settimane e la campagna per la formazione di un comitato di lotta operai acciaieria - appalto - cigs in cassaintegrazione intersindacale  

ore 9.30/12 presidio alla ex Corte di appello - aula bunker - Paolo VI per l'inizio del processo  Ambiente Svenduto, delle parti civili operai/lavoratori ex Ilva/Appalto, lavoratori del Cimitero/ex pasquinelli/abitanti Paolo VI/Tamburi 

ore 16,30 assemblea convegno alla Biblioteca Acclavio Piazzale Bestat Taranto 


 


18 aprile - DA PALERMO: LA LOTTA PER IL LAVORO NON È REATO, GIÙ LE MANI DAI PRECARI

 

Oggi 18 aprile nuova udienza del processo penale a cui sono sottoposti i precari Coop Sociali in lotta da tanti anni a Palermo

Il reato? Avere difeso con giustezza, come poi si è dimostrato nei fatti, il posto di lavoro e il servizio di assistenza igienico-personale specializzato sempre sotto attacco da parte dei palazzi del potere.

Per i precari questa è un'altra forma di lotta che affrontano a testa alta perché la lotta messa in campo era più che legittima e giusta!

" Siamo una goccia nel grande mare dei lavoratori, operai, precari, disoccupati, migranti, donne, attivisti sociali e politici repressi da questo Stato borghese" fondato sullo sfruttamento e l' oppressione della maggioranza dei lavoratori, lavoratrici, proletari... ma la lotta giusta per diritti basilari oggi sempre più sotto attacco con il governo di stampo fascista Meloni non si può fermare!


Precari e precarie Coop Sociali Slai Cobas sc Palermo

18 aprile - Info dagli stabilimenti Stellantis: sit in Atessa Stellantis

 

per rivendicare migliori condizioni di lavoro nello stabilimento Stellantis di Atessa. Il percorso di rivendicazione ci ha portato nella mattina di venerdì 12 aprile 2024 a promuovere un sit-in di protesta sotto gli uffici dello SPSAL di Chieti (ente di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro).

Una delegazione USB/Slai cobas, assistita dal dott. Francesco Tuccino (ergonomo) e dall’Avv. Guglielmi, è stata ricevuta dal dott. Massaro, e da alcuni collaboratori, ai quali sono state esplicitate le ragioni di tale iniziativa e consegnato un esposto contenente le richieste delle due organizzazioni: controlli su alcune specifiche postazioni di lavoro, l’attivazione di controlli periodici su postazioni a campione in tutte le officine e verifica della correttezza dei DVR (documenti valutazione rischi), verifica delle modalità di gestione della sorveglianza sanitaria e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.

Nelle quasi due ore di colloquio, il direttore dello SPSAL ci ha

confermato, ritenendo fondate le nostre preoccupazioni, che valuterà il contenuto dell’esposto e prenderà opportuni provvedimenti finalizzati alla risoluzione delle problematiche.

In primis ci ha espresso forti dubbi sulla gestione della sorveglianza sanitaria mentre sulla verifica delle postazioni, ha fatto notare le loro difficoltà per indisponibilità di personale per verifiche così complesse, ma si adopererà per poter far fronte a tale impegno, infine sul tavolo permanente si pronuncerà con una proposta formale, lasciando intendere un riscontro positivo.

Naturalmente i veri protagonisti sono stati i lavoratori che hanno partecipato al sit-in ed i numerosi che hanno aderito alla giornata di sciopero proclamato in tutto lo stabilimento da USB e SLAI COBAS, permettendo di rendere tangibili le nostre e le loro preoccupazioni per le ripercussioni sulla salute e sicurezza conseguenti l’aumento dei carichi e ritmi di lavoro a cui quotidianamente sono comandati.

La nostra lotta non si fermerà senza il raggiungimento di risultati concreti e assicuriamo che quella di ieri è stata solo un’altra tappa di un percorso che merita di essere portato avanti con lucidità e caparbietà.

La protesta è stata anche un motivo per ribadire l’importanza di maggiori controlli sulla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, di cordoglio e rabbia per la recente strage di Suviana e per tutte quelle che purtroppo continuano ad avvenire nel nostro paese.

Il Coord. SLAI COBAS Chieti

Il Coord. USB LP Chieti/Pescara

pescara@usb.it


martedì 16 aprile 2024

16 aprile - info STELLANTIS: STELLANTIS, IL PIANO DIABOLICO

 

da

Operai Contro 2

Immaginiamo un tavolo dove i vertici Stellantis sono seduti a prendere decisioni su come ridurre il personale su stabilimenti considerati non più di interesse. Sicuramente oltre agli incentivi per la fuoriuscita volontaria (che deve essere misera per ridurre i costi di questa “povera” multinazionale) ci metterebbero anche dei comportamenti e un rapporto con i dipendenti che indurrebbero a lasciar tutto e andarsene via. Ed ecco che mettono in atto questa strategia per rendere possibile questo piano diabolico: trasferte forzate, cassa integrazione solo per chi non è “produttivo”, insicurezza del lavoro futuro, minacce di spostare la produzione in altri luoghi, provvedimenti disciplinari, licenziamenti. Infine, come è successo giovedì a Pomigliano, avvisare della chiusura della trasferta per i lavoratori di Melfi, Cassino e Pratola Serra venti minuti prima della fine del turno, fregandosene del fatto che i lavoratori hanno bloccato case e alberghi per il mese intero. Hanno la complicità di team leader e capi Ute, convinti che almeno loro si salveranno da tutto questo. Il tutto è farcito dalla complicità dei sindacati, del governo ed anche dei partiti di opposizione. In fabbrica nessun sindacato dice nulla su queste continue prevaricazioni aziendali. I firmatutto sottoscrivono ogni cosa Stellantis vuole, la Fiom si limita, qualche volta, a non firmare, ma poi non fa nulla, anzi lavora per soffocare sul nascere le rare proteste. Tutti, però, sindacati, partiti e governo, sono uniti nell’idea che bisogna dare più soldi all’azienda per sostenere la produzione. Ora parlano della necessità di favorire la transizione all’elettrico, ma in realtà è la stessa musica di sempre, che ha portato negli anni, dall’era Fiat ad oggi, a versare 220 miliardi di denaro pubblico nelle casse della multinazionale, con i risultati che vediamo: gli azionisti sempre più ricchi e noi sempre più poveri e sfruttati.
Vista la situazione, se non ci organizziamo come operai, attualmente non c’è nessuno che ci difende. Ci stanno riducendo di numero, ma collettivamente siamo ancora una forza temibile. E Stellantis guadagna ancora miliardi sul nostro lavoro. E’ lì che dobbiamo puntare. Il padrone soffre solo se gli tocchiamo il portafoglio e il suo portafoglio si riduce se blocchiamo la produzione. I tavoli esterni con politici e istituzioni, la richiesta dei soliti “piani industriali”, è il terreno di “confronto” che i padroni di Stellantis preferiscono, perché ci allontana dalla fabbrica.
È arrivato il momento che noi operai prendiamo coscienza di quello che sta accadendo. Dobbiamo alzare la testa e lottare contro i padroni e i loro servi.
Diavolillo, operaio Stellantis di Pomigliano

lunedì 15 aprile 2024

15 aprile - dal blog tarantocontro: Studenti al processo per la morte di un operaio appalto ex Ilva - Una iniziativa importante

Ex Ilva: 50 studenti al processo per la morte di operaio 25enne
Peacelink, 'così si promuove la cittadinanza attiva'

Semeraro dell'Associazione 12 giugno e il Prof. Marescotti interverranno al convegno del 19 aprile 

Circa cinquanta studenti di Taranto, accompagnati da alcuni insegnanti e dal presidente dell'associazione 12 giugno Cosimo Semeraro, questa mattina si sono recati al tribunale di Taranto per manifestare solidarietà e vicinanza alla famiglia di Giacomo Campo, il 25enne operaio della ditta Steel service morto in un incidente sul lavoro il 17 settembre 2016 nello stabilimento ex Ilva di Taranto.

Oggi (9/4) era infatti in programma una nuova udienza del processo a carico di nove imputati (sei alle dipendenze del siderurgico e tre dell'azienda dell'appalto in cui prestava servizio l'operaio) accusati di cooperazione in omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Giacomo Campo morì schiacciato da un rullo di un nastro trasportatore su cui stava facendo attività manutentiva nel reparto Afo4 per la rimozione di materiale ferroso attraverso un tubo aspirante.

Gli studenti, che indossavano una coccarda tricolore listata a lutto, hanno mostrato lo striscione con la scritta 'Per non dimenticare mai'. Per Peacelink era presente il presidente Alessandro Marescotti. "Questa iniziativa - ha sottolineato l'ambientalista - mira a offrire ai giovani un'esperienza di apprendimento dal vivo sui temi della giustizia e della responsabilità sociale e rappresenta un'opportunità per promuovere l'educazione civica e la cittadinanza attiva. I ragazzi hanno assistito all'udienza con un silenzio impressionante e una compostezza esemplare".
    Il presidente dell'associazione 12 giugno Cosimo Semeraro ha evidenziato il problema della lentezza dei processi legati alle morti e ai gravi infortuni sul lavoro. "Il mio cuore - ha detto - scoppia perchè non è possibile che ci siano continui rinvii. Così le persone muoiono due volte, la prima per il profitto, la seconda per la prescrizione".


 


domenica 14 aprile 2024

14 aprile - dal blog tarantocontro: i lavoratori sono eroi - i padroni pubblici e privati, i governi dei padroni sono assassini! venerdì 19 giornata di lotta a Taranto - ore 16,30 Biblioteca Acclavio piazzale Bestat

 

la strage

Il sacrificio dei due tecnici più anziani nella centrale di Suviana: rimasti al loro posto per tentare di scongiurare l’esplosione 



sabato 13 aprile 2024

13 aprile - PALERMO: A PROPOSITO DEGLI ARRESTI, PROVVEDIMENTI CAUTELARI E DISCIPLINARI, DI PADRONCINI COOP SOCIALI E FUNZIONARI PUBBLICI....COMUNICATO DELLO SLAI COBAS SC

Comunicato 13/04/2024

A proposito della notizia degli arresti e dei provvedimenti cautelari e disciplinari nei confronti di presidente e collaboratori della Cooperativa Nido D’Argento di Partinico così come nei confronti di una funzionaria della Città Metropolitana di Palermo, responsabile della Direzione delle politiche sociali, lo Slai Cobas per il sindacato di classe denuncia da tempo sia per iscritto che nei diversi incontri che si sono succeduti nelle differenti sedi istituzionali, con i rappresentanti della Città metropolitana, ma anche con quelli dell’Assessorato al Lavoro/Famiglia nonché in differenti Commissioni regionali presso l’Ars, le difformità, rispetto alla norma vigente, emerse in alcuni casi per quanto riguarda in particolare le assunzioni delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati nel delicato servizio di assistenza igienico-personale specializzata agli studenti disabili delle scuole superiori, non tenendo conto ad esempio dell’anzianità di servizio o di specifiche richieste delle famiglie sul principio della continuità utente/operatore come previsto e lottando fino ad oggi anche per le mancate assunzioni di lavoratrici precarie storiche che non sono rientrate regolarmente al lavoro come doveva essere.

I palazzi del potere, come la Città Metropolitana, avendo tolto la clausola di salvaguardia dai bandi da alcuni anni, hanno più volte successivamente giustificato l’agire non legittimo di alcune Coop sulle assunzioni, segnalato e denunciato sempre da questa O.S., con la questione della “libertà di impresa” dei padroncini “appellandosi” all’art. 41 della Costituzione, ma lo Slai Cobas sc ha sempre ribadito con forza che il su citato articolo deve però essere applicato nella sua interezza e non solo nella prima parte, esso infatti recita “ L'iniziativa economica privata è libera” MA! “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali…”

Le continue denunce e conseguenti proteste delle lavoratrici e dei lavoratori precari hanno riguardato sempre anche i ricorrenti ritardi nello stanziamento dei fondi necessari al servizio con il conseguente ritardo nell’inizio dell’anno scolastico per gli studenti disabili, così anche l’insufficiente controllo sull’operato generale delle Coop Sociali nell’applicazione dei contratti e della normativa vigente da parte degli uffici preposti della Città Metropolitana di Palermo, controllo dovuto per legge, visto che si tratta dell’istituzione che emette i bandi per l’affidamento del servizio.

Tutto questo, ripetiamo, è scritto nei nostri documenti inviati o consegnati agli uffici competenti, anche nell’ultimo presentato alla Città Metropolitana in occasione dello sciopero delle donne /lavoratrici dell’8 marzo scorso.

A tutela delle lavoratrici e dei lavoratori Assistenti igienico-personale specializzati organizzati e in lotta con lo Slai Cobas sc , nei prossimi giorni ci si mobiliterà per evitare che il danno fatto da padroncini e funzionari corrotti possa ricadere su di loro con possibili interruzioni di servizio e del lavoro, e su questo, oltre a riservarsi di costituirsi parte civile in eventuali processi, lo Slai Cobas sc dichiara fin d’ora che nessuna lavoratrice o lavoratore deve perdere in alcun caso il posto di lavoro.

Assemblea mercoledì 17 aprile presso la sede Slai dalle ore 15,30

Via M. Cipolla 93 Palermo

Slai Cobas per il sc Palermo

articolo di palermotoday

 

"Soldi e regali per aggiudicarsi gli appalti": 8 arresti per corruzione, c'è anche l'ex sindaco di Partinico

L'indagine condotta dai carabinieri ha interessato anche i comuni di Balestrate, Marsala, San Cataldo Agrigento e la Città metropolitana di Palermo. Al centro c'è una cooperativa che si occupa di assistenza domiciliare del trasporto di anziani e disabili. In carcere Giuseppe Gaglio "patron" di Borgo Parrini, ai domiciliari pure Salvatore Lo Biundo

Avrebbero corrotto pubblici amministratori con soldi, regali e cene al ristorante per ottenere una corsia preferenziale per la loro cooperativa, la Nido d'argento con sede a Partinico, e aggiudicarsi gli appalti sull’assistenza domiciliare, sul trasporto di anziani e disabili e sui servizi per i minori. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip Elisabetta Stampacchia ha disposto il carcere per tre indagati, tra i quali c'è il comandante della polizia municipale e capo di gabinetto del Comune di Agrigento, e i domiciliari per altri cinque. Per altre tre persone è scattata la sospensione dal pubblico ufficio. Sono accusati a vario titolo turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato.