mercoledì 9 ottobre 2024

9 ottobre - Lavoratrici asili Taranto - 7 ottobre bene sciopero e presidio - e non finisce qui....

In tutti gli asili le lavoratrici hanno scioperato. Un presidio vivace, determinato sotto Palazzo di città ha poi fatto arrivare forte al Comune, agli assessori che passavano la denuncia delle condizioni vergognose, misere in cui devono lavorare, la denuncia dello sfruttamento di anni e anni da parte di Amministrazioni comunali e Ditte che pretendono più lavoro, sempre più servizi ma non vogliono sborsare un centesimo per migliorare una condizione fatta di pochissime ore, tanto lavoro, salari al di sotto del cosiddetto "salario minimo", di periodi di non lavoro, fatto di continue pretese delle direzioni degli asili, di discriminazioni volte a dividere le stesse lavoratrici - tra le "cattive", quelle dello Slai cobas e dell'Usb e le "buone" quelle dei sindacati confederali o di appartenenze intoccabili -; una condizione anche a rischio salute perchè si deve lavorare come 70 anni fa spaccandosi la schiena e anche in ambienti pieni di scarafaggi (come è successo a settembre), fregandosene anche della tutela igienica dei bambini. 

Nello stesso tempo ieri le lavoratrici hanno fatto sentire la loro determinazione ad ottenere risposte concrete, non ennesimi incontri inutili.

Ma siccome senza lotta non si ottiene niente - l'abbiamo visto in questi anni in cui solo con scioperi, lotte, ricorsi giudiziari si sono strappati risultati, anche se ancora piccoli (da un aumento dell'orario di lavoro, al riconoscimento dell'ausiliariato, al lavoro di un mese in estate, alle sostituzioni al 100% di personale assente, ecc.) - allora anche questo sciopero continuerà.

Il Comune ha tentato nei giorni scorsi di fare un incontro nello stesso orario del presidio, allo scopo di far fallire lo sciopero ed evitare il presidio, ma questo tentativo è stato respinto! e l'assessorato è stato costretto a fissare altra data di incontro. 

Vogliamo evidenziare 2 cose:

- Nello sciopero e nel presidio, indetto dallo Slai cobas, è stata importante l'unità tra le lavoratrici Slai cobas e lavoratrici Usb, che ha posto in generale la necessità dell'unità di tutte le lavoratrici e lavoratori a fronte dei tentativi, in atto anche per ieri, di ostacolare lo sciopero con allargamento delle precettazioni per i servizi minimi, seminando false preoccupazioni, ecc. Così come è importante un'azione di convincimento, critica tra le lavoratrici che non scioperano, per loro atteggiamenti sbagliati o perchè seguono i diktat dei sindacati confederali - perchè esse danneggiano sè e tutte le altre.

- Importante, ma anche naturale, è stata la solidarietà da parte di tutte/tutti durante il presidio al popolo palestinese, alla sua resistenza, con la denuncia del genocidio di Israele, dei massacri di bambini e donne, espressasi anche con dei cartelli, perchè le lavoratrici, i lavoratori sono parte di un unico popolo del mondo.

Così come importante è stata la comprensione e la denuncia dell'azione repressiva del governo Meloni, che ora sta per varare il nuovo decreto sicurezza che punta a impedire, criminalizzare qualsiasi lotta, protesta, dissenso in ogni ambito per imporre peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vita, dei diritti democratici, con provvedimenti che violano la stessa Costituzione.

Lo sciopero e le iniziative di lotta servono anche per questo, per avanzare nella coscienza della situazione più generale e nella comprensione che occorre molto di più per liberarci di questo sistema che pensa solo al suo potere.  

Lavoratrici e lavoratori asili Taranto

“Rivendichiamo i nostri diritti”

Prosegue la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori degli asili comunali

Da Corriere di Taranto

Gianmario Leone

pubblicato il 08 Ottobre 2024, 08:37

“I nostri problemi sono ampiamente conosciuti così come le condizioni sempre più peggiorative per lavoratori e lavoratrici degli asili comunali. Adesso vogliamo risposte e soluzioni definitive”. Così Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato di classe ribadiva ieri durante lo sciopero e il presidio all’esterno di Palazzo di Città, la posizione del sindacato nei confronti della vertenza che riguarda decine di lavoratrici e lavoratori che operano nel capitolato d’appalto comunale affidato alla ditta Servizi Integrati che scadrà a novembre e che verrà quasi sicuramente rinnovato.

“Cambiano gli assessori al ramo, ma agli incontri arrivano sempre impreparati: si documentassero prima di incontrarci – ha urlato nel megafono l’esponente del sindacato di classe -. L’assessore Simili ci ha detto che essendo nuova del ramo non è ancora a conoscenza dei nostri problemi. E allora glieli abbiamo ricordati noi ancora una volta: la miseria delle ore lavorate e dei salari, le pretese delle coordinatrici degli asili che spesso vanno oltre le attività previste dal contratto, la tutela della salute. Sarà fornita nuova documentazione all’assessore Simili, compreso l’esposto del nostro avvocato che è molto dettagliato. In modo tale che l’assessore possa essere a conoscenza di tutto. Ma magari potrebbe anche farsi un giro negli asili nido comunali per osservare direttamente con i suoi occhi quali sono le condizioni di lavoro che denunciamo”.

La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con l'Assessore e “proporremo la partecipazione di una delegazione larga con permessi sindacali essendo l’incontro di mattina. Dopo di che faremo le prime verifiche, che non pensiamo saranno ciò che ci aspettiamo. Anche perché a novembre questo appalto scade – ha ricordato ancora la Calderazzi – ma quasi sicuramente Servizi Integrati otterrà una proroga sino a giugno alle stesse condizioni: per questo o nella proroga il Comune interviene aumentando le ore di lavoro, aggiornando le condizioni migliorative di salario (introducendo ad esempio quello "minimo" come hanno già avuto modo di fare altre amministrazioni comunali in altri capitolati di appalto) che sia almeno di 9 euro netti, migliora le condizioni per la salute di lavoratrici e lavoratori, altrimenti continueremo la nostra protesta. Che però ha bisogno anche di una maggiore partecipazione tra i lavoratori – ha poi concluso rivolgendosi alle lavoratrici e ai lavoratori l’esponente dello Slai Cobas per il sindacato di classe -: perché chi non sciopera contribuisce a peggiorare la condizione di tutte e tutti noi. Anche perché non abbiamo altra strada che insistere nella nostra lotta”.

9 ottobre - Urgente, massima solidarietà e diffusione: Prato, scioperanti aggrediti con spranghe di ferro: quattro feriti in ospedale. Corteo di notte in centro

La denuncia di Sudd Cobas: “Una squadraccia armata di spranghe di ferro ha attaccato il picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano. Ci hanno urlato ‘La prossima volta vi spariamo’”

Prato, 9 ottobre 2024 – Stavano manifestando e scioperando per avere contratti regolari e contro lo sfruttamento, quando all’improvviso “nel cuore della notte una squadraccia armata di spranghe di ferro ha attaccato il picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano”. A raccontare l’episodio avvenuto stanotte è il Sudd Cobas. Il bilancio dell’assalto è di quattro feriti portati in ospedale. Tra questi anche Luca Toscano, coordinatore del sindacato, un solidale e altri due lavoratori. Gli aggressori, sempre in base al racconto del sindacato, mentre si dileguavano hanno urlato “la prossima volta vi spariamo”. 

Appena avuta la notizia dell’assalto al picchetto, i lavoratori delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrate in sciopero per tutto il turno notturno. Decine di operai poi hanno dato vita, nel cuore della notte, intorno alle 4, a una manifestazione spontanea nel centro di Prato

"Il nostro territorio – scrive il sindacato – è ostaggio di queste realtà. Le istituzioni negli anni sono rimaste immobili di fronte a queste aggressioni, immolando sull'altare del profitto la vita di migliaia di operai e operaie e la libertà sindacale. Il picchetto a Seano continua. È la sfida che lanciamo a chi pensa di chiudere uno sciopero con la violenza e l'intimidazione mafiosa. Ci attaccano perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostrato in questi giorni di Strike Day. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”.

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Aggressione a sprangate questa notte al picchetto del @suddcobaspratofirenze a Seano. Con minacce di tornare per sparare. Ci sono 4 feriti e non sappiamo in che condizione. Chi può vada: via Galileo Galilei, Seano.

Altre cose semplici:

1. È uno sciopero contro il lavoro 7 giorni su 7 . Quindi contro il lavoro nero. Roba che dovrebbero rilevare gli ispettorati. Invece c'è chi rischia la vita per un diritto già riconosciuto in teoria.

2. Dove c'è lavoro nero, appalto, subappalto, lavoro in nero, scatole societarie, c' è tendenzialmente illegalità, mafia, riciclo di denaro. Mentre partecipi a qualche forum sulle mafie, o mentre guardi qualche serie TV poliziesca, la mafia è lì, nei capannoni della tua periferia

3. La reazione di tutte e tutti noi è inadeguata. E questo permette a loro di attaccare lotte eroiche ma non generalizzate. Una sprangata ad un picchetto dovrebbe dare vita a uno sciopero generale cittadino

4. Oggi a loro, domani a noi. Non si sfugge da questa legge.

5. Il pronto moda cinese è perfettamente inserito nel settore moda e tessile generale. Non sono isole di sfruttamento: è un mare di sfruttamento con vari gradi di profondità.

6. Intanto va avanti il ddl 1660 per la sicurezza contro coloro che fanno le lotte e i picchetti (sic). E quando fai uno spettacolo teatrale di fronte alla Gkn ci sono dieci agenti tra polizia e carabinieri e un drone sulla testa.

Le nostre date del 12 e 13 ottobre sono naturalmente a disposizione della massima solidarietà possibile allo strike day

#insorgiamo

9 ottobre - ANCORA SU CHIODI E SICUREZZA NELLE FERROVIE: OGGI SCIOPERO DEI MANUTENTORI

 


martedì 8 ottobre 2024

8 ottobre - Dall'Osservatorio Bologna di C. Soricelli

martedì 8 ottobre 2024

anche ieri 4 morti sui luoghi di lavoro, ma dedichiamo questo post a gaia Gandolfi (nella< foto), una delle tante donne che muoiono sulle strade e in itinere 

anche ieri uno spaccato dei morti sul lavoro, un agricoltore morto in Trentino schiacciato da un quad, un magazziniere nel napoletano, un edile nel sassarese e un autotrasportatore sull'A1 morto qualche giorno fa ma della sua morte si è appreso ieri

lunedì 7 ottobre 2024

7 ottobre - dal blog tarantocontro: Massimo Battista ci ha lasciato - La nostra tristezza, il nostro impegno a mantenere tra gli operai ex Ilva il suo esempio di combattività

 

Massimo Battista ci ha lasciato. Un operaio e delegato 

dell’ex Ilva che ha lottato e combattuto contro i padroni 

in questa fabbrica ottenendo repressione e mobbing ma 

non arrendendosi mai, anzi alzando il tiro di denuncia e 

impegno divenendo per un certo periodo una voce e un 

riferimento per tanti operai.

Noi così lo vogliamo ricordare. E lo ricorderemo alla 

fabbrica e tra i lavoratori nei prossimi giorni.  

I funerali di Massimo saranno domani alle 16.30 alla 

concattedrale.

Slai Cobas per il sindacato di classe - Taranto

7 ottobre - Tra ritardi "chiodi" e insicurezza, Ancora in Marcia risponde all'indegno Salvini

 


7 ottobre - Operaio muore nel porto di Napoli, travolto da mezzo meccanico. Continuano gli incidenti mortali nei porti della Campania

 

ROMA, 7 ottobre 2024 – Una tragedia si è consumata al porto commerciale di Napoli, dove Antonio Nazzaro, un operaio sessantenne della Magazzini Generali Spa, ha perso la vita in tarda mattinata, travolto da un mezzo pesante. Nonostante i tentativi di soccorso dei colleghi presenti, non c’è stato nulla da fare. L’incidente è attualmente sotto indagine da parte della Procura di Napoli, con l’intervento della Capitaneria di Porto, della Guardia Costiera e dell’Asl Napoli 1.

Il caso ha sollevato la richiesta di interventi concreti per migliorare la sicurezza sul lavoro, specialmente in un contesto delicato come quello portuale. È un nuovo, doloroso episodio che si aggiunge a una serie di incidenti già avvenuti nelle aree portuali campane, da Napoli a Salerno e Castellammare di Stabia. In un Paese civile, tragedie di questo tipo non dovrebbero verificarsi.

È stata sottolineata l’importanza di adottare misure di prevenzione più stringenti, di rispettare rigorosamente le norme di sicurezza, di migliorare la formazione dei lavoratori e di utilizzare strumenti tecnologici avanzati. Promuovere una cultura della sicurezza è fondamentale per evitare nuovi incidenti. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere considerata un diritto fondamentale e irrinunciabile, e si chiede che tutte le parti coinvolte nel sistema portuale operino con urgenza affinché il lavoro non diventi sinonimo di pericolo.



domenica 6 ottobre 2024

6 ottobre - Lodi Vecchio: pensionato al lavoro “in prestito” cade dalla scale e muore. Colpevole è questo governo che affama e taglia le pensioni......

 ....complici sono i sindacati confederali che si dico indignati ma poi sono quelli che firmano o combattono questi provvedimenti

L’uomo, un 71enne, stava effettuando alcuni lavori di manutenzione: il compito gli era stato affidato da un muratore con partita Iva che aveva ricevuto l’incarico da un'azienda di cosmetici

Lodi Vecchio, 6 ottobre 2024 – Morire a 71 anni precipitando da una scala per dieci metri. La tragedia ieri a Lodi Vecchio, attorno alle 11.30, nell’azienda Romy Cosmetics, che produce cosmetici conto terzi e si affaccia su viale Europa. Qui il pensionato residente a Tavazzano stava effettuando alcuni lavori vicino alla copertura della ditta quando ha perso l’equilibrio ed è volato a terra.

L’anziano è stato subito soccorso da addetti che si trovavano nelle vicinanze, ma invano: i soccorritori del 118 non hanno potuto che dichiarare il decesso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i tecnici dell’Ats di Lodi per ricostruire con esattezza la dinamica dell’infortunio.

“Subappalto” tragico

Sembra che il pensionato fosse stato chiesto “in prestito“ per riparare un’infiltrazione d’acqua su un tetto in amianto: secondo fonti sindacali, l’azienda aveva commissionato la mansione a un muratore con partita Iva, che a sua volta si è servito di un collaboratore, appunto il settantunenne.

“Sia l’affidatario diretto dell’attività sia il suo aiutante erano certamente sprovvisti di qualsiasi dispositivo di protezione individuale quali le imbracature e tutta l’attrezzatura a garanzia della sicurezza sul lavoro – spiega la segretaria generale della Filctem Cgil Lodi, Morwenna Di Benedetto – Siamo fortemente indignati per quanto accaduto. Ancora una volta emergono tutte le criticità dei nostri sistemi di controllo che, a causa soprattutto della carenza di personale ispettivo, perdono di efficacia”.

Inoltre, attacca il sindacato, “non si può non mettere in risalto l’esigenza di tanti anziani di integrare la pensione con lavoretti indispensabili per lenire l’indigenza. È un fenomeno che si sta diffondendo sempre più e merita di essere monitorato con maggiore attenzione”.

Infine, ribadisce Di Benedetto, “auspichiamo che questo nostro dolore possa scuotere quegli imprenditori che non usano la coscienza nelle loro scelte bensì vengono guidati solo da logiche di risparmio sulla forza lavoro e profitto per loro stessi”.

Pensionato chiamato per "lavoretto extra" precipita e muore. Ira dei sindacati: "In nero, per pochi euro"

L’incidente è avvenuto sabato 5 ottobre 2024, intorno alle 11:30, presso l'azienda Romy Cosmetics a Lodi Vecchio

Un pensionato di 71 anni ha perso la vita dopo essere caduto da una scala, precipitando per circa dieci metri. L’incidente è avvenuto sabato 5 ottobre 2024, intorno alle 11:30, presso l'azienda Romy Cosmetics a Lodi Vecchio, situata su viale Europa. Pare che l'uomo stesse effettuando un "lavoretto" extra.

Pensionato chiamato per un lavoretto "extra" precipita e muore

L'anziano, residente a Tavazzano, stava eseguendo alcuni lavori vicino alla copertura dell'edificio, quando ha perso l’equilibrio, precipitando al suolo. Nonostante l’intervento immediato di alcuni presenti e l’arrivo dei soccorritori del 118, per la vittima non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono giunti anche i carabinieri e i tecnici dell’Ats, che hanno avviato le indagini sull'accaduto.

Secondo quanto emerso dalle fonti sindacali, il pensionato era stato chiamato per riparare un’infiltrazione d’acqua su un tetto in amianto. L'incarico sarebbe stato affidato dall'azienda a un muratore con partita IVA, il quale ha poi coinvolto il collaboratore di 71 anni.

Ci si chiede a quale titolo il pensionato fosse al lavoro e perché, come pare, fosse sprovvisto d’imbragatura.

Ira dei sindacati

"Sia il muratore che il suo collaboratore erano privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale, come imbracature e attrezzature per la sicurezza sul lavoro", ha dichiarato Morwenna Di Benedetto, segretaria generale della Filctem Cgil di Lodi. "Siamo profondamente indignati da quanto accaduto, e questo incidente mette nuovamente in evidenza le gravi lacune nei nostri sistemi di controllo, aggravate dalla cronica mancanza di personale ispettivo". I sindacati hanno anche sottolineato un problema più ampio: "È sempre più frequente che gli anziani siano costretti ad accettare piccoli lavori per integrare pensioni insufficienti, una situazione che si sta diffondendo rapidamente." "Soltanto uno stato legato alla povertà potrebbe infatti giustificare la decisione di questo uomo di operare un sabato mattina in nero e nelle condizioni più rischiose possibili, magari per una manciata di euro”. Quindi il cordoglio: “Ci stringiamo con rispetto e cordoglio al dolore che affligge la famiglia del lavoratore e che questo dolore possa essere “sentito” da tutti quegli imprenditori che non mettono coscienza nelle proprie scelte, ma vengono guidati solo da logiche di risparmio sulla forza lavoro e profitto per sé stessi”.

sabato 5 ottobre 2024

5 ottobre - dal blog tarantocontro: Nel processo per la morte di Giacomo Campo - operaio dell'appalto Ilva - importanti testimonianze accusano i capi dell'Ilva ma anche la Procura di Capristo

 

Dall'articolo sulla GdM di Casula e Cannetiello

TARANTO - «Giacomo stava accanto a me, a pochi metri». Si spezza nel pianto il racconto di Roberto Taurisano, collega di Giacomo Campo, l’operaio della Steel Service che il 17 settembre 2016 è morto schiacciato all’interno di un nastro trasportatore dell’ex Ilva... Insieme a lui ieri mattina (il 1° ottobre) sono stati interrogati anche altri due colleghi: Alessio Vorace e Luca D’Andria. Proprio quest’ultimo, nelle sue dichiarazioni, ha puntato il dito in particolare contro uno degli imputati, il capo turno dell’Ilva Antonio Bianco.

Quella notte il nastro era bloccato per un accumulo di materiale e la squadra di Giacomo fu chiamata (alle 2,30 di notte, dopo che Campo aveva già fatto il suo turno di lavoro) per dare man forte ai colleghi: stando a quanto hanno raccontato in aula e durante le indagini, infatti, il capo squadra smontante avrebbe detto ai colleghi di non intervenire fino a quando non fosse arrivato il sostituto, ma le cose andarono diversamente: «Bisognava aspettare il capo squadra con il tubo nuovo per aspirare il materiale, ma il signor Bianco ci diede l’ordine di cominciare. Io dissi di stare fermi e Bianco rispose “Tu fatti i fatti tuoi. Qui comando io”. A Giacomo gli ho detto più volte di scendere dal nastro, ho anche provato a tirare il tubo che stringeva nelle mani, ma Bianco ha detto di andar via. Così sono salito e quando mi sono affacciato di nuovo, Giacomo era sotto il nastro»...

Ma insieme a questo fatto gravissimo, si indica anche un altro:

"quella vicenda è arrivata anche nei fascicoli della Procura di Potenza, che ha chiesto e ottenuto il processo per l'ex commissario straordinario dell'ILva Enrico Laghi e Carlo Maria Capristo all'epoca procuratore di Taranto: tra le accuse contestate, infatti, c'era anche la decisione dell'allora capo della procura Capristo che, su indicazione di Pietro Amara, consulente legale di Ilva poi finito in numerose inchieste giudiziarie, aveva nominato un consulente gradito alla fabbrica e concesso in poco più di 24 ore il dissequestro del nastro trasportatore per non interrompere la produzione dell'acciaieria"

venerdì 4 ottobre 2024

4 ottobre - Ennesima vittima del lavoro sui binari.

 da Ancora in Marcia

Esprimiamo il nostro dolore e il nostro sbigottimento nell’apprendere dell’ennesima vittima del lavoro sui binari. Questa volta a morire è stato un operaio di una ditta in appalto in località San Giorgio di Piano, sulla linea Bologna-Venezia.
La strage di Brandizzo evidentemente non ha insegnato nulla e sui binari si continua a morire. Risparmiare, fare in fretta, fare pressioni, dare in appalto, produrre tanto, queste le parole d’ordine, mentre salute, sicurezza e rispetto per la vita umana sembrano diventati concetti fuori moda.
Crediamo che i familiari di questa ennesima vittima se ne facciano ben poco del cordoglio di RFI, che continua ad esternalizzare lavorazioni delicate, e anche del cordoglio di un ministro dei Trasporti sempre pronto ad attaccare i lavoratori ma lontanissimo da quella che è la realtà ferroviaria, uno dei settori di sua competenza.
Auspichiamo che i lavoratori che operano sui binari, dai manutentori ai macchinisti ai capitreno a tutti gli altri, mettano in atto tutti i comportamenti necessari a tutela della propria incolumità, in questo clima di abbandono generale, e che la cittadinanza intera insorga denunciando il decadimento di quelle che, fino a non troppo tempo fa, erano considerate le ferrovie più sicure d’Europa, una risorsa inestimabile per tutto il nostro Paese.

da

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

 Il lavoro in appalto ha ucciso Attilio Franzini un altro ferroviere. Dopo la strage di Brandizzo non è cambiato niente. Chi lavora sulle Ferrovie dev'essere un dipendente diretto. Così è solo caporalato di Stato

giovedì 3 ottobre 2024

SOLIDARIETA’ IN FABBRICA CON ANNA E CONTRO LA REPRESSIONE PADRONALE DAGLI OPERAI IN SCIOPERO A BELGRAVIA

 

Anna fa l’operaia da otto anni, la sua vicenda è attraversata dalla repressione padronale, quella che il governo della Meloni copre e alimenta con la sua natura fascista e lo farà ancora di più con l’effetto dei decreti sicurezza 1660 all’esame al senato, ma è principalmente una storia di ribellione al ricatto e all’incertezza di otto anni di lavoro precario interrotto per ritorsione, ‘se vuoi il contatto…’ , a condizioni sempre più dure, ad una paga operaia misera di poco più di mille euro, tartassata dal contratto Agricolo Fluorovivaista, frutto avvelenato della cogestione padroni/Cgil Cisl Uil degli operai del settore IV Gamma, quella delle insalate pronte in busta, che porta in fabbrica letteralmente la condizione dei campi. È l’analogo in stile fai da te, del sistema di intermediazione della manodopera degli appalti e delle coop e del Multiservizi.

  


Quella è la porta se non vi va bene. Posso trovare una scimmia per caricare le macchine. Se dai i contratti poi gli operai fanno quello che vogliono... fraseologia da ducetto che affianca il ritmo vorticoso delle macchine, controllato dai computer che registrano e codificano ogni minima interruzione. E chi si ferma paga, chi non tiene i ritmi, chi non si sottomette, viene ripreso ad urla o segnalato dalla rete di capetti e punito con il temuto messaggio whatsapp che arriva a tradimento: ‘domani non c’è lavoro stati a casa’. Niente lavoro niente paga.

Delle condizioni della fabbrica se ne è parlato poco tempo fa in una partecipata assemblea, assieme agli effetti sui proletari delle politiche di padroni e governo nella vita come nel lavoro, e del fatto che è ora che siano gli operai ad organizzarsi per produrre ‘i loro effetti’ contro questo sistema di sfruttamento, contro la guerra imperialista e il suo progressivo allargamento su scala internazionale, e il governo Meloni, fascista e imperialista sempre più attivo in gran parte dei conflitti.

Lo sciopero ‘per Anna’ è stata una prima positiva prova sul campo, che proseguirà con nuove iniziative dentro e fuori la fabbrica per il suo ritorno in fabbrica a testa alta. Tocca una tocca tutti.