giovedì 24 aprile 2025

24 aprile - YASSINE 11 APRILE 2025 ITALIA – IQBAL 16 APRILE 1995 PAKISTAN ....sfruttamento e morte minorile in Italia

 da

Operai Contro 

La storia si ripete, la prima volta una tragica storia lontana di un operaio bambino sfruttato ed ucciso in Pakistan, la seconda volta vicino “a casa nostra”, un ragazzo di 17 anni, operaio in nero muore scaricato davanti all’ospedale di Nocera.

Iqbal Masih, un bambino pakistano di 12 anni, lavorava come schiavo in una fabbrica di mattoni dall’età di 4 anni, fu poi ceduto ad un fabbricante di tappeti. Nonostante fosse un bambino, la sua “lunga vita da schiavo”, lo portò velocemente a prendere coscienza della sua condizione, si ribellò e scappò dalla sua fabbrica- prigione. Si unì al Labour Liberation Front, e divenne uno dei più giovani sindacalisti del suo paese, ma forse al mondo. Si batté per i diritti dei lavoratori bambini, contro la schiavitù, e per i diritti internazionali dell’infanzia. Il suo impegno ha portato alla chiusura di molte fabbriche di tappeti. “Non ho più paura di lui (il suo ex padrone), è lui che ha paura di me, di noi, della nostra ribellione”. Il suo attivismo faceva veramente paura agli schiavisti, talmente tanta che per neutralizzarlo, la “mafia dei tappeti” ordinò di ucciderlo il 16 aprile del 1995 all’età di 12 anni. Una strana coincidenza ci porta 30 anni dopo in un altro paese, l’Italia, sicuramente un paese più “avanzato” da tutti i punti di vista del Pakistan, un ragazzo di 17 anni viene ammazzato dal suo “padrone”, ma qua da noi, paese civilizzato, si chiamano “datori di lavoro”. Yassine, di origine marocchina, si conosce solo il suo nome, era probabilmente al suo primo giorno di lavoro in una azienda per lo smaltimento dei rifiuti di Nocera Inferiore. Lavorava in nero in una azienda che doveva essere chiusa perché posta sotto sequestro dal 2016. Non sono ancora chiare le dinamiche di quello che viene chiamato “incidente sul lavoro”, è stato scaricato davanti all’ospedale dove è poi morto. La sua identificazione è stata possibile solo attraverso le sue impronte digitali, quindi, probabilmente, Yassine era uno dei tanti bambini portati dal mare in tempesta che finiscono per sparire nelle nostre città, nell’anonimato più assoluto o sfruttati dalla criminalità nelle piazze dello spaccio o, come nel suo caso, dalla criminalità “legalizzata” che gestisce lo sfruttamento nelle fabbriche. Gli indagati sono quattro e, come sempre quando si tratta di morti sul lavoro, il capo d’accusa è omicidio “colposo”, che significa che è un reato, che si verifica “quando si cagiona la morte di un’altra persona, non con l’intenzione di uccidere, ma per negligenza, imprudenza, o imperizia”. La morte di un operaio/a è una “imprudenza” e non, come dovrebbe essere un “omicidio doloso”, cioè un omicidio che avviene in un’organizzazione del lavoro che lo rende possibile, una media di tre operai morti al giorno.
Di bambini schiavi come Iqbal nel mondo ce ne sono 150 milioni, in Italia i fratelli di Iqbal sono 350mila. Dal rapporto stilato dall’UNICEF, i lavoratori minorenni 15/17 anni in Italia nel 2023 erano 78.530. Dal 2018 al 2022 le denunce di infortunio presentate all’Inail a livello nazionale sono state 338.323, 211.241 riguardano i minori di età fino a 14 anni, 127.082 la fascia di età 15/19.
Gli infortuni mortali per lo stesso periodo sono stati 83 di cui 9 nella fascia di età fino a 14 anni e 74 tra i 15/19. (dati Inail, INPS, ISTAT). Dal 2017 al 2021 sono stati denunciati 296.003 infortuni e 18 morti di ragazzi impegnati nell’alternanza scuola /lavoro, oggi rinominata PCTO (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) è il “tocco di classe” voluto dal nuovo governo, per differenziarsi, con le parole senza cambiare i contenuti. Infatti, lo scopo è sempre lo stesso, garantire mano d’opera a basso costo alle aziende. La grande “sensibilità” del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, davanti alle morti e agli incidenti di cui sono stati vittime gli studenti, lo ha portato a rivendicare il merito dell’approvazione del decreto varato dal consiglio dei ministri del 1 maggio, che stanziava un fondo per “risarcire” le famiglie degli studenti morti o che “potrebbero” morire, durante l’alternanza, normalizzando di fatto la possibilità di morire durante il percorso di formazione. Una miserevole (ma qualsiasi cifra lo sarebbe), somma di denaro per “risarcire” le famiglie “della perdita”. Altro che educazione sentimentale, una nuova materia è stata introdotta nelle scuole da un bel po’, sotto l’acronimo PCTO, si nasconde la materia che sta più a cuore ai padroni, educare sin da giovani quella parte della popolazione destinata a lavorare e produrre la ricchezza per tutti, imparando presto a sottomettersi allo sfruttamento, anche a rischio della propria vita, tanto i “danni collaterali” saranno risarciti. Questo in Pakistan…..mica ce lo hanno!!!!

S.O.



24 aprile - info da C. Soricelli: anche ieri 4 morti sul lavoro dal sud al nord del Paese, Lombardia, Puglia e Sicilia

 

25 aprile 2025 ricordiamo i partigiani che allora sacrificarono la loro vita nella guerra di Liberazione, ricordiamo oggi i caduti della guerra del lavoro, come il 23enne Mattia Battistetti morto per infortunio sul lavoro a soli 23 anni. Lo ricordo così in questo dipinto, con grandi ali bianche simbolo di purezza che ho fatto in questi giorni che donerò alla famiglia di Mattia il 1° Maggio Festa dei lavoratori


mercoledì 23 aprile 2025

ASSEMBLEE E SCIOPERI CONTRO L'ACCORDO BIDONE CGIL/2.19 AL SALUMIFICIO BERETTA

Non vogliamo tornare al tempo delle cooperative, basta appalto, basta multiservizi

Negli scioperi delle operaie appalto/Beretta, contro l'accordo bidone Cgil/2.19 

la denuncia dei salari emergenza nazionale, la solidarietà al popolo palestinese

 Nella fabbrica dell'appalto che condanna le operaie ad un lavoro precarizzato con 400 euro in meno con la paga delle pulizie per un lavoro UGUALE a quello delle operaie dirette Beretta e le mette in concorrenza dividendole, un nuovo fronte di lotta si è aperto contro l'accordo aziendale Cgil/2.19, che prima di tutto calpesta il diritto a decidere delle operaie, firmato a sorpresa senza e contro le lavoratrici, dalla Cgil. Senza mandato. E come avrebbe potuto essere! per un aumento di 2.19 euro lordi al mese, difende solo i profitti padronali, prevede l’appalto e la condizione di sottomesse per le operaie, comprende l’aumento della produttività che il sindacato ha già concesso e con pochi euro di maggiorazione spinge le operaie, come vuole l'azienda, a fare gli straordinari e i turni più disagiati. E' un attacco alla ribellione delle operaie, a partire da quelle organizzate con Slai Cobas, che tra avanzamenti ed inevitabili difficoltà, hanno sperimentato in questi anni un modo diverso per affrontare la fabbrica unendosi nella lotta e non solo nella fatica e nello sfruttamento.

Con un nuovo giro di assemblee in un ritrovato positivo clima di unità, sono state decise ancora iniziative di mobilitazione contro questo accordo che merita solo di essere contestato, strappato e per smascherare il collanorazionismo della Cgil.

https://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com/2025/03/accordo-alla-beretta-quanto-valgono-le.html

Nelle assemblee abbiamo provato anche a vedere, dal punto di vista operaio, la situazione attuale tra dazi, riarmo, crisi scaricate sugli operai, la questione salariale che è una vera e propria emergenza nazionale, da sciopero generale contro padroni e governo.

23 aprile - ONDA ANOMALA: PROCESSO SOLVAY, ANCHE IL COMUNE DI ALESSANDRIA ACCETTA IL RISARCIMENTO, SI INCRINA IL FRONTE DELLA PROTESTA

 una decisione in linea col governo fascista Meloni, in difesa della devastazione ambientale, contro la salute e sicurezza degli operai e della popolazione, e interessi dei padroni

A Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, Solvay sta riuscendo nel tentativo di non arrivare al processo per disastro ambientale colposo, negoziando patteggiamenti che metteranno tutto a tacere. L’ultimo di questi è giunto proprio dal Comune di Alessandria, capoluogo di provincia, che ha accettato il risacrimento di 100 mila euro proposto dalla multinazionale . Una cifra meno che irrisoria, a fronte del danno comportato dall’azienda, che per anni ha contaminato le acque della zona con i PFAS, sostanze chimiche in grado di accumularsi nell’organismo umano senza degradarsi e associate tumori, disturbi ormonali e patologie cardiovascolari.

Il rischio ora è che questo possa costituire un apripista per la Regione Piemonte e il ministero dell’Ambiente. La notizia del patteggiamento tra Solvay e Regione Piemonte potrebbe arrivare tra non molto e che la cifra dovrebbe aggirarsi sui 500.000 euro.

Il potere che sta mettendo in campo la multinazionale rischia di rompere anche il fronte di protesta. Le associazioni Medicina Democratica, WWF e ProNatura non avrebbero infatti rifiutato pubblicamente il patteggiamento offerto da Solvay ai comitati e alle associazioni ambientaliste che nel procedimento giudiziario si sono dichiarate parte civile, come invece fatto da Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Greenpeace, Legambiente, ComitatoStopSolvay, Anemos, e Vivere in Fraschetta. Il tutto mentre l’ambiente viene devastato e le persone si ammalano e muoiono. E tutto continua come se niente fosse.

Ne parliamo con Eugenio del Comitato Stop Solvay e Lino del Movimento di lotta per la salute Maccacaro Ascolta o scarica



 

martedì 22 aprile 2025

23 aprile - OGGI IN PROTESTA I PRECARI COOP SOCIALI A PALERMO

 
Per i palazzi del potere i diritti basilari come il lavoro, i servizi sociali di assistenza non devono esistere!

Continua la vergogna infinita dei palazzi del potere, dal governo della Regione Siciliana Schifani/Albano alla Città Metropolitana di Palermo, in merito al servizio di assistenza igienico personale specializzato verso gli studenti disabili delle scuole superiori e il tutto avviene con il beneplacito silente del governo nazionale Meloni.

Una gestione assolutamente indegna del servizio che è stato avviato come ogni anno solo dopo che la scuola era iniziata ma che è avanzato fino ad oggi con proroghe inaudite di appena un mese.

Solo con la lotta degli Assistenti e di genitori abbiamo nuovamente fatto ripartire il servizio a Palermo ma i problemi restano a fronte di nuovi tagli alle risorse e ai posti di lavoro degli Assistenti da parte dei palazzi mentre il servizio di assistenza non è stato garantito gravemente ad oggi a tutti gli studenti disabili che ne avevano diritto, segnalati da questa O.S da mesi agli uffici delle Politiche sociali della Città Metropolitana, a seguito di una capillare ricognizione. Il palazzo si è giustificato con motivazioni assurde in merito a documentazioni ancora mancanti, mancate firme dei medici delle Asp nei verbali GLO che si fanno nelle scuole, inaudite problematiche di comunicazione e collaborazione con le scuole, le Asp ecc che continuano a non essere risolte a monte, in modo preventivo, prima che inizi la scuola e su questo invece non vi è stata ancora una volta alcuna seria programmazione da parte delle Istituzioni.
QUESTI SONO SERVIZI ESSENZIALI CHE DEVONO ESSERE PIENAMENTE GARANTITI PER LEGGE e che non possono essere sottoposti a vincoli di bilancio così come previsto anche da sentenze della Corte Costituzionale fino alla più recente sentenza del Tribunale di Torino del 15 ottobre 2024.

Ma alla Città Metropolitana continuano a dire che non ci sono soldi, che la Regione/Assessorato alla Famiglia/Politiche sociali non trasferisce risorse, e tutto questo ricade ancora su studenti disabili, famiglie e lavoratori quali gli Assistenti igienico-personale:

- le 24 ore settimanali del servizio espletato dagli Assistenti non bastano per una piena copertura giornaliera dell’assistenza agli studenti disabili
- in caso di assenza dello studente per più giorni agli Assistenti viene pagato solo il primo giorno, gli stessi non hanno copertura economica per le giornate di sospensione delle attività didattiche
- gli Assistenti non possono accompagnare in gita gli studenti disabili che vengono gravemente discriminati rispetto agli altri alunni, se i genitori non possono accompagnarli, perché mancano le risorse
mentre alcune Cooperative Sociali a cui dalla Città Metropolitana è affidato il servizio da alcuni mesi hanno ritardato nel pagamento degli stipendi già alquanto bassi degli Assistenti che su questo hanno fatto immediatamente sentire la loro protesta.
Per non parlare della annosa questione di oggettiva discriminazione verso le Assistenti donne per una rigida e per nulla non consona applicazione del “criterio del genere” nel rapporto studente/studentessa disabile-operatore/operatrice da parte della Città Metropolitana che sta tagliando di fatto fuori dal lavoro diverse operatrici specializzate.

Ci stiamo avviando verso la fine della scuola, VOGLIAMO IMMEDIATE RISPOSTE E SOLUZIONI ANCHE IN VISTA DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO!

I palazzi del potere continuano a mettere in atto solo operazioni per fare cassa che in questa fase rientrano anche nel piano più generale del governo nazionale reazionario, antiproletario e antipopolare Meloni di fare tagli sempre più pesanti ai servizi pubblici come la scuola, la sanità, i servizi sociali perché i soldi da un lato devono servire sempre di più all’economia di guerra che ci vogliono imporre con i loro indegni piani di riarmo (il governo regionale di Schifani ha dato piena disponibilità al governo nazionale di stornare fondi e risorse per contribuire al piano di riarmo) e dall’altro devono essere destinati alle imprese private e padroni per i loro profitti, di cui governo il Meloni fa i pieni interessi, mentre devono aumentare in modo sempre più arrogante i loro privilegi e poltrone d’oro.

PER TUTTO QUESTO RIPRENDIAMO PROTESTA E LOTTA!
LAVORO E DIRITTI BASILARI NON SI TOCCANO!
I SOLDI DEVONO ESSERE SPESI PER LAVORO, AUMENTO DI SALARIO, SCUOLA, SANITA' SERVIZI E NON PER LA VOSTRA ECONOMIA DI GUERRA!


Precari/Precarie Assistenti Slai Cobas sc Palermo
cobas_slai_palermo@libero.it Via Michele Cipolla 93 Palermo


sabato 19 aprile 2025

19 aprile - LAVORATORE INVESTITO A BUCCINASCO (MI) DURANTE LO SCIOPERO AMAZON. FILT CGIL: “TENSIONE ALIMENTATA DALL’AZIENDA”.....quando si dice il legame Trump/Meloni

 

Lavoratore in sciopero investito durante il presidio davanti al centro di distribuzione Amazon di Buccinasco, Milano.

A incrociare le braccia in tutta Italia i corrieri Amazon in occasione dello sciopero nazionale indetto a seguito dell’interruzione delle trattative con le parti padronali.

Il lavoratore sarebbe stato investito da un corriere in uscita con il furgone dal magazzino di Buccinasco. Si trova ora in ospedale per accertamenti, fortunatamente senza aver riportato ferite gravi.

Il racconto di quanto accaduto ai microfoni di Radio Onda d’Urto da Ignazio Oliva, coordinatore della filiera Amazon della Filt Cgil Lombardia. Ascolta o scarica.


19 aprile - Eternit, alla fine in cella ci andranno solo i morti. OVVERO QUANDO L'ARTE SI SCHIERA CON LA CLASSE

 

L’attore Bebo Storti porta in scena l’orrore dell’amianto: «Da vent’anni assistiamo a prescrizioni e sconti di pena. L’Italia è fatta di misteri seppelliti, un armadio di vergogna come i crimini nazifascisti nascosti per anni»


19 aprile - L'INFERNO DEL LAVORO! LA PUNTUALE DENUNCIA DI C. SORICELLI, OVVERO LA GUERRA DI CLASSE DEL CAPITALE CONTRO LA CLASSE LAVORATRICE

L'inferno del lavoro. Anche ieri una giornata infausta con 6 morti sul lavoro tra questi Nunzio Mazzone di 64 anni e due autotrasportatori


 

venerdì 18 aprile 2025

18 aprile - info solidale: DUE ANNI DI CARCERAZIONE DOMICILIARE PER IL REFERENTE SINDACALE DEI SI-COBAS DI MODENA

 

Carcerazione domiciliare di due anni per il referente del sindacato in lotta Si Cobas di Modena, Enrico Semprini, esponente anche della redazione di Radio Onda d’Urto Emilia Romagna. Tale disposizione riguarda una condanna collegata alle lotte No Tav e una per un’iniziativa antifascista a Modena.

A Enrico Semprini non è stato consentito di accedere a pene alternative alla detenzione domiciliare per altre denunce relative alla sua attività sindacale, con gli scioperi e le lotte svolte col sindacato di base al fianco di operai/e.

Enrico Semprini ai microfoni di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica


18 aprile - info solidale: Operai picchiati, Sudd Cobas si prende la rivincita, “Siamo stati soli a lottare ma i fatti ci danno ragione”

Il giorno dopo le quattro misure cautelari per la lunga ondata di aggressioni per soffocare la rivolta sindacale degli operai della Acca srl, Luca Toscano parla di "cambio di marcia della procura". Primo bilancio della campagna 'Primavera 8x5': sette picchetti in otto giorni e contratti regolari per molti lavoratori

Via Galcianese 93, prima periferia di Prato: è da qui, dai cancelli di Mix Stamperia dove è in corso il settimo presidio permanente in otto giorni per chiedere agli imprenditori cinesi contratti regolari e turni di lavoro umani per gli operai pachistani, afgani, bengalesi e africani, che Sudd Cobas commenta la notizia delle misure cautelari ai quattro indagati dell’inchiesta sulle aggressioni agli operai sindacalizzati della Acca srl, l’azienda di logistica con sede a Seano. Luca Toscano, tra i vertici del sindacato autonomo, parla di cambio di marcia: “Per la prima volta in sei anni – dice – la procura colpisce caporali e aggressori anziché, come è sempre successo, gli operai e gli attivisti che, con picchetti e scioperi, manifestavano e  manifestano contro l’illegalità e che ancora oggi sono sotto processo”. Non c’è granché da esultare però: “Un anno intero di pestaggi, da aprile 2023 a marzo 2024 – ancora Toscano – come è possibile che per un anno gli operai siano stati massacrati di botte? Un anno intero di botte nonostante le nostre denunce. Non possiamo dimenticare gli operai scortati fino a casa per evitare le aggressioni, il silenzio su quelle violenze, le mancate condanne pubbliche a una vicenda che ha segnato il distretto. E se oggi siamo ancora qui, con un rapporto di forza diverso nei confronti delle imprese, lo dobbiamo ai lavoratori che con generosità e sacrificio hanno creduto in una battaglia che è sacrosanta”.
Il “rapporto di forza” è cambiato radicalmente e a dirlo sono i fatti: una volta i presidi duravano settimane quando non mesi in un estenuante braccio di ferro prima di arrivare alla firma di contratti veri e regolari; ora è questione di ore, di una giornata al massimo, il tempo di preparare le carte e firmarle. La campagna ‘Primavera 8×5’ è oggi, mercoledì 16 aprile, all’ottavo giorno e ha già fatto tappa ai cancelli di sette aziende compresa la Mix Stamperia: “Tranne quest’ultima che conta 30 dipendente, le altre sono aziende piccole e quindi più difficilmente sindacalizzabili – spiega Luca Toscano – eppure siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo. Ha sbagliato, e di grosso, chi pensava che questi lavoratori non avessero bisogno del sindacato e che il sindacato non sarebbe mai entrato nelle realtà imprenditoriali più piccole: un errore enorme”.
Difficile non essere d’accordo con chi ha difeso i suoi iscritti passando notti al freddo delle tende piantate in mezzo alla strada e mangiando il pasto caldo frutto della solidarietà e della vicinanza di qualche cittadino, di qualche prete, di qualche lavoratore.
Sudd Cobas non si ferma e porta fiero la sua battaglia in ogni fabbrica serva: “E’ stucchevole – le parole di Toscano – il racconto che certe istituzioni fanno di Prato, chi vuol essere orgoglioso di Prato deve essere orgoglioso delle risposte che il nostro sindacato ha dato e dà allo sfruttamento e che, a partire da domani, verranno esportate come buon modello in altre regioni”.
Ultima stoccata: “Inutile invocare più controlli e scaricare tutta la responsabilità di questa vergognosa piaga sull’Ispettorato del lavoro – dice Luca Toscano – il ventaglio delle possibilità di eludere le sanzioni è ampio per un imprenditore: contratti regolari ma solo a tre mesi e poi licenziamento, chiudere e aprire con una ragione sociale diversa, pagare le multe e chiudere così i conti con tutto. Qualsiasi strada va bene per continuare nell’illegalità”.
Sabato prossimo, intanto, Sudd Cobas porterà la sua voce in corteo: partenza alle 15 dalla stazione centrale e arrivo sotto la prefettura. (nt)

giovedì 17 aprile 2025

17 aprile - info Processo Eternit bis: ridotta la pena a Stephan Schmidheiny in appello, prescritti alcuni reati. Giustizia infinita=Giustizia negata

La Corte di Torino ha condannato l'imprenditore svizzero per omicidio colposo: dai 12 anni del primo grado a 9 anni e 6 mesi

La corte d'Assise d'appello di Torino ha confermato la condanna per omicidio colposo per Stephan Schmidheiny, condannandolo a 9 anni e 6 mesi, rispetto ai 12 anni del primo grado, nell'ambito del processo Eternit bis. La Corte ha riconosciuto la prescrizione per alcuni reati. L'imprenditore svizzero era accusato della morte di 392 persone a Casale Monferrato, tra cittadini e lavoratori, per effetto dell’amianto.

"La conferma della condanna è il dato più rilevante, 9 o 12 anni è un dato relativo: questo significa che la giustizia si afferma. Siamo soddisfatti", commenta a LaPresse Bruno Pesce, cofondatore dell'Associazione dei familiari delle vittime dell'amianto AFeVa, parte civile nel procedimento. "Aspettiamo le motivazioni per capire il perché delle esclusioni ma è importante che sia stata confermata la condanna. Ora - conclude Pesce - ci auguriamo che tenga anche in Cassazione".

Eternit bis, Stephan 

Schmidheiny condannato a 

9 anni e 6 mesi

La Corte d’Assise d’Appello ha emesso la sentenza oggi, giovedì 17 aprile, ridimensionata rispetto a quella di primo grado

Adelia Pantano

Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Lo ha deciso oggi, giovedì 17 aprile, la Corte d’Assise d’Appello di Torino che lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti per cui è stato condannato in Appello.

È stata così ridimensionata la sentenza pronunciata in primo grado a Novara a giugno 2023 quando l’imputato era stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato per 147 morti su 392 inizialmente considerati.

Eternit, 392 vittime ma solo dodici anni per Schmidheiny

Davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino l’accusa aveva chiesto una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale: per la morte di 392 persone a Casale Monferrato la procura generale aveva chiesto un’altra volta l’ergastolo.

A loro avviso, Schmidheiny era consapevole dei rischi e li ha accettati pur di continuare a guadagnare. Nella requisitoria Panelli ha invitato l’imputato a ricorrere alla «giustizia riparativa», un’occasione «per dimostrare di essere il filantropo che sostiene di essere», incontrando i famigliari delle vittime. la tragedia dell’amianto

Eternit bis, nel giorno della sentenza la difesa insiste: “Diagnosi di mesotelioma non attendibili”

Giulia Di Leo, Adelia Pantano

Per la difesa, rappresentata dai legali Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva, «il processo penale non è lo strumento adeguato per affrontare la questione dell’amianto». Il cuore dell’arringa è ruotato attorno a due parole: oggettività e nesso causale. «Serve rigore – ha insistito Alleva –. Sulla diagnosi di mesotelioma non possiamo permetterci dubbi. Ma soprattutto serve dimostrare che l’esposizione sia collegata direttamente all’attività dell’imputato».

mercoledì 16 aprile 2025

16 aprile - info a cura Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto: La situazione alla Stellantis di S. Nicola Melfi chiama gli operai alla lotta vera

Stellantis Melfi: “Non ti licenzi? E allora devi scoppiare 

sulla linea”

14 aprile 2025 | 17:40

Eugenio Bonanata https://www.basilicata24.it/

A San Nicola di Melfi al Montaggio sono passate le prime ‘Nuove’ Jeep Compass (ibride). “Ma il modo di operare è sempre più veloce, aumentano le auto, non gli operai. Non ce la facciamo, siamo in affanno e ne va della qualità del prodotto finale”, ci dice un lavoratore

Qualcosa si muove alla Stellantis di San Nicola di Melfi. La scorsa settimana sulla linea (e ora non solo al pilotino) ha fatto la sua apparizione la nuova Jeep Compass ibrida. “Ne abbiamo vista qualcuna, tipo 3 al giorno e c’è una squadra apposita che ci lavora su”, svela un operaio del Montaggio. “Iniziamo a produrre anche 15 e non più solo 10 Ds8 al giorno, inoltre sulla linea passano la vecchia Compass, Renegade e dopo Pasqua probabilmente realizzeremo 5mila 500x, perché dobbiamo soddisfare una nuova richiesta che è arrivata”. Sin qui le buone notizie, si fa per dire. Perché in realtà, di settimana in settimana, è peggiorato ancora il modo di lavorare per chi ancora riesce a reggere i ritmi. La selezione naturale prosegue. ”Siamo davvero pochi sulla linea – sottolinea il lavoratore – però negli ultimi giorni senza aumentare nessuna unità hanno aumentato il numero di auto per turno, ne realizziamo 170 e non più 160″. Ciò vuol dire che gli stessi operai su un singolo tratto di linea devono fare un numero di operazioni in più. “Il tempo è sempre di 2 minuti, ma le operazioni da fare sono di più, di minuti ce ne vorrebbero almeno 4 o 5, eppure le facciamo in 2 minuti”. Ma come è possibile, verrebbe da chiedersi. Ecco la risposta. “Se il tempo è quello, sei costretto a mandare l’auto avanti anche senza aver finito ciò che dovevi fare, e poi ci pensa chi si occupa di ‘recupero’ a fare le operazioni mancanti. E’ chiaro che così noi andiamo in affanno e oltretutto si mette a repentaglio la qualità finale delle macchine che ne escono fuori”. Quindi “si lavora male”. Nonostante l’impegno e la pervicacia degli “operai che non mollano” c’è il rischio che la qualità delle auto non sia perfetta. “D’altronde, nonostante ce la mettiamo tutta – ci dice l’operaio – non siamo certo dei superman, è già tanto quello che facciamo, e chi non sta sulla linea non può capire”. E allora spiegalo con maggiore chiarezza, gli chiediamo. “Hanno aumentato la velocità della linea da 160 a 170 auto a turno, e mentre prima c’erano 2 team leader a sostenerci e aiutarci nelle operazioni, ora ce n’è uno solo, perchè l’altro lavora solo sulla Ds8. Quindi anche se chiedi aiuto perchè sei in ritardo sulla postazione, chiami ma spesso nessuno ti viene ad aiutare”. Ed eccoci al nocciolo della questione. “Anche noi operai che lavoriamo di più rispetto agli altri, stiamo trovando grosse difficoltà. Loro, i capi, vogliono che lavoriamo così.