venerdì 29 settembre 2023

29 settembre - info: Sciopero all'ex Ilva - Una corrispondenza operaia - Dal blog tarantocontro

 

In Acciaierie d’Italia si torna finalmente a scioperare e lo si fa per l’esattezza nel giorno dello Steel Commitment 2023, un meeting promosso dall’azienda con i clienti, ed all’indomani dell’incontro tra i vertici delle rappresentanze dei lavoratori e i ministri, ma più che altro mostri, Urso, Fitto e Calderone coadiuvati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano; incontro che, va da sé, si è risolto in un nulla di fatto. 

Lo sciopero indetto unitariamente dai sindacati confederali di Fim-Fiom-Uilm, ha visto una molto più che buona partecipazione dei dipendenti di Acciaierie d’Italia, delle imprese appaltatrici (i cui lavoratori sono più incazzati che mai) e dei lavoratori rimasti in quel limbo che è Ilva in AS, che si sono posti a presidio delle rispettive portinerie d’appartenenza sin dalle 7 di questa mattina. Una forte presenza si è vista soprattutto alla portineria imprese dove, come già detto, i lavoratori sono allo stremo a causa delle condizioni massacranti alle quali sono sottoposti nei posti di lavoro dove non c’è neanche il benché minimo rispetto delle più basilari regole sulla sicurezza e, oltre al danno la beffa, il pagamento degli stipendi viene molto spesso rinviato. Anche la portineria A si trovava ben presidiata ed è proprio lì che si è visto nascere un piccolo focolaio di discussione tra i presenti e le forze dell’ordine.

Ma partiamo dal principio. In maniera dichiaratamente provocatoria l’azienda ha programmato l’ingresso degli ospiti esattamente da quel varco dove gli scioperanti erano presenti, nel momento in cui le auto iniziavano ad arrivare ininterrottamente un delegato della Uilm si è piazzato per terra per evitare che ne entrassero di ulteriori ed ha invitato tutti i presenti a fare ugualmente.

Dal canto nostro non possiamo che lodare questa iniziativa, a maggior ragione se si prende in considerazione il fatto che molti dei presenti sino a poco prima erano andati via perché era stato chiesto loro di presidiare il varco ovest che era rimasto scoperto sino a quel momento, e perciò il numero complessivo dei manifestanti si era considerevolmente ridotto.

La polizia non era chiaramente proprio d’accordo con questa presa di posizione, ed è soltanto successivamente al blocco improvvisato che i rappresentati delle forze dell’ordine hanno cercato di venire a patti con gli operai nel frattempo messisi al rafforzamento dello stesso. Un piccolo episodio durante il diverbio ha messo in luce la natura non di classe di un sindacato come la Uilm, ma si potrebbe dire lo stesso di Fim o Fiom; infatti questo sindacalista nell’urlare alla platea il suo sdegno verso il governo reo di criminalizzare i lavoratori in sciopero ha tirato in ballo la questione migranti e di come, a suo dire, vengano trattati con i "guanti bianchi".

È ovvio che ai lettori di questo blog non ci sia alcun bisogno di spiegare alcunché sulle condizioni disumane alle quali vengono quotidianamente sottoposte queste persone, ma consiglio vivamente a questo signore, di iniziare a porsi tra le fila degli utenti del blog tarantocontro. Chiusa questa breve parentesi possiamo felicemente confermare come questa iniziativa abbia avuto successo e si sia riusciti a deviare il percorso d’ingresso allo stabilimento alle auto verso un altro punto. Dopodiché non c’è molto altro di cui raccontare, sia perché di episodi da segnalare non ce ne sono, sia perché non crediamo sia il caso di discutere di quei presenti (non molti invero) che imputavano ai lavoratori rimasti a casa oppure entrati a lavorare colpe delle quali sono responsabili solo in minima parte, e cioè della loro mancata partecipazione ai presidi. C’è bisogno davvero di ricordare che quando si è voluti ottenere la partecipazione plebiscitaria dei lavoratori si è proceduti sulla strada del blocco totale delle portinerie? Quando i confederali hanno voluto la grande partecipazione l’hanno ottenuta, basti ricordare gli scioperi del 2012, oppure quello del 6 maggio dello scorso anno, per non parlare della manifestazione del novembre successivo, oppure vogliamo anche ricordare i ben 14 pullman riempiti con 700 operai diretti al Mimit lo scorso gennaio ai quali non si unì, tanto per cambiare, la Fim CISL che avrebbe portato ulteriori iscritti? Forse, arrivati a questo punto c’è davvero la necessità di stare continuamente a ricordarlo. C’è da tenere conto in primis di come molti dei lavoratori siano davvero demoralizzati. A distanza di cinque anni dall’ingresso della nuova proprietà non si è fatto altro che lagnarsi ed affogarsi in lunghi piagnistei da parte del sindacalismo confederale e non solo; che mai, anche quando sembrava che le cose fossero cambiate, si è iniziata una lotta vera, che ad ogni sciopero seguiva il silenzio più totale per mesi, e che così facendo è scontato che risultati a casa non se ne portino; ed ecco dunque che i lavoratori smettono di affidarsi allo scontro col padrone per la rivendicazione dei propri diritti per vivere alla giornata, come si suol dire.

Fatto questo piccolo excursus, resta da segnalare il programma dei prossimi tempi: richiamata l’attenzione di tutti i presenti, Gennaro Oliva, rappresentante della Uilm, ha dichiarato che a breve ci sarà il coordinamento nazionale delle RSU di Fim-Fiom-Uilm nel quale verranno decise le ulteriori iniziative da intraprendere e delle quali si discuterà successivamente nelle assemblee con i lavoratori, dopodiché, arrivate le 12.30 circa, ha dato il "rompete le righe".


29 settembre - Se si arriva a condannare un Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza…. Infame sentenza che cerca di mettere al "riparo" i padroni assassini e gettare la croce sui lavoratori e gli RLS

 

di Federico Giusti

In questi anni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si sono fatti molti passi indietro e una recente Sentenza lo dimostra eloquentemente trasformando le facoltà riconosciute ai rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza in una sorta di obbligo.

Parliamo della Cassazione Penale, Sez. 4, 25 settembre 2023,  sentenza n. 38914 con condanna inflitta al datore di lavoro e a un RLS in seguito ad un infortunio mortale per schiacciamento avvenuto durante la movimentazione di pesanti tubi metallici. L’Rls è stato condannato per non avere sollecitato il datore di lavoro a formare i dipendenti e per non avere informato i responsabili aziendali sui rischi connessi all’utilizzo del carrello elevatore.

Una sentenza per noi aberrante perchè il Rappresentante dei lavoratori non ha alcun potere di veto e sono decine i rappresentanti che in questi anni hanno scritto esposti e lettere per le quali hanno subito ritorsioni dai datori  fino al licenziamento. E in quei, troppi, casi, non ci sembra che la Magistratura abbia dimostrato di stare dalla parte dei lavoratori anche in presenza di codici di comportamento e gli obblighi di fedeltà aziendali.

Il testo unico sulla sicurezza non assegna infatti al Rls alcun ruolo di veto, l’Rls non incide sulle decisioni assunte dai datori, non ha potere contrattuale effettivo e sovente si trova anche isolato rispetto ai sindacati che preferiscono sottoscrivere accordi di secondo livello scambiando aumenti irrisori dei salari con aumento dei ritmi e dei tempi di lavoro, operando senza sicurezza e reali tutele

L’art. 50 D.Lgs. n. 81 del 2008, che ne disciplina le funzioni e i compiti, attribuisce al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza un ruolo di primaria importanza quale soggetto fondamentale che partecipa al processo di gestione della sicurezza dei luoghi di lavoro, costituendo una figura intermedia di raccordo tra datore di lavoro e  lavoratori, con la funzione di facilitare il flusso informativo aziendale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Ma il Rappresentante non alcun ruolo nella filiera produttiva al contrario del datore e  del Responsabile del servizio prevenzione e protezione e da qui il suo potere effettivo è veramente irrisorio.

29 settembre - ORE 12 - Controinformazione rossoperaia 46 - No alla tortura di Stato/assassino- Libertà per Khaled El-Qaisi - la convenzione contro i migranti a Palermo

 

giovedì 28 settembre 2023

28 settembre - info solidale: MILANO, SGOMBERATI I PRECARI DELLA SCUOLA, LICENZIATI DALL'ALGORITMO. ANZICHÈ LAVORO REPRESSIONE

 

ADL Cobas - Lombardia

Sgomberata l'occupazione del ponteggio dell'USR di via Polesine.

Noi difendiamo l'incolumità delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori, e dei nostri delegati. Per quanto ci riguarda il sindacato è uno strumento che serve a conquistare diritti nuovi e perduti.

Alle ore 18:00 di oggi, 28 settebre, la polizia è salita sul ponteggio col chiaro intento di portarci via, e i sei occupanti, in considerazione della pericolosità di impattare al di sopra di un ponteggio ancora in costruzione non hanno opposto resistenza. Anche per salvaguardare le solidali e i solidali dell'occupazione sotto al tetto. Questa lotta dimostra che ADL Cobas non solo tutela i suoi lavoratori, che non sono carne da macello, ma non mette a rischio l'incolumità dei suoi militanti. La lotta delle precarie e dei precari non termina con lo sgombero di oggi, ma la rilanciamo chiamando un'assemblea pubblica di tutti i docenti e precari della scuola di Milano e provincia e i solidali, martedì 3 ottobre alle ore 17:30 alla Camera del Non Lavoro, via Volta 22, per programmare altre iniziative di lotta che mettano al centro le nostre rivendicazioni: o l'elaborazione di un elenco integrativo, o la correzione degli errori materiali riguardanti centinaia di precari.

Martedì 3 ottobre, ore 17:30, assemblea cittadina alla Camera del Non Lavoro.


28 settembre - Controinformazione operaia 45 Testi: ILVA di Taranto-inutile incontro sindacati-Governo e Piattaforma Operaia da sostenere nello sciopero del 20 ottobre

 

Un'altra questione che vorremmo trattare oggi è quella legata alla vicenda di un altro gruppo industriale importante che è l'Ilva di Taranto

Abbiamo in diverse occasioni parlato dell'Ilva e prepariamo una campagna legata alla dichiarazione dello sciopero del 20. Intanto, nella giornata di oggi (ieri, ndr) vi è un nuovo incontro a Roma richiesto con forza dai sindacati confederali. Ma si tratta dell'ultimo di una catena di incontri che non hanno portato alcun risultato per i lavoratori, anzi, hanno mostrato sempre più di come questo governo in particolare, in prosieguo con l'opera degli altri governi, ha una sola carta da giocare, che è quella di ulteriori fondi che arrivano ai padroni dell’Acciaieria e questi fondi vengono utilizzati da Acciaierie d’Italia/Acelor Mittal, non certo per l'ambientalizzazione né per il lavoro, né per tutelare il reddito dei lavoratori, ma bensì per rilanciarsi anche nell'immagine. 

Si tiene infatti il giorno dopo questo incontro un convegno promosso da Acciaierie d’Italia che ha invitato i “client” a Taranto proprio per illustrare come l'azienda stia lavorando per i profitti e per l'interesse generale, non certo dei lavoratori e delle popolazioni, ma del sistema dei padroni nel nostro paese e non solo del nostro paese. Per quel giorno è dichiarato uno sciopero di 24 ore delle organizzazioni sindacali, sciopero che se positivo è, è per essere il segno di una protesta sul modo come governo e padroni stanno affrontando il problema e di come Acciaierie Italia si auto-promuove, per mettere sotto accusa l'attuale Amministratore delegato dell'azienda che è la Morselli. 

Ma quello che manca anche a questo sciopero è una piattaforma operaia che possa realmente tutelare, nel contesto della crisi e della ristrutturazione dell'Ilva, il salario, il lavoro, le condizioni di lavoro e di sicurezza. E’ sulla Piattaforma operaia che punta essenzialmente l'azione dello Slai Cobas per il sindacato di classe, piattaforma da far vivere come proposta e mobilitazione in occasione dello sciopero del 20.




28 settembre - Controinformazione rossoperaia 43-Testi: le truppe imperialiste NATO/UE/Italia si apprestano all'intervento diretto in Ucraina, la presenza italiana nei paesi del fianco est e in Kosovo, nel nord Africa,/21 ottobre unità del fronte contro la guerra con il movimento solidale e di lotta con/verso i migranti

 

La guerra in Ucraina continua con il suo carico di morti e di distruzione. L'elemento però centrale in questa fase è la crescente partecipazione della NATO e dei paesi NATO alla guerra stessa, non solo con il supporto militare che da tanto tempo tutti i paesi imperialisti, dagli Stati Uniti ai paesi europei, all’Italia, offrono all'Ucraina, all'Ucraina di Zelensky, all'Ucraina che celebra gli eroi nazisti, all’Ucraina che, in mano a Zelensky, è diventato oltre che un paese reazionario aspirante al nazismo - pieno di nazisti nelle forze armate e nel governo - una punta di lancia per trasformare l'invasione dell'imperialismo russo del paese in una controffensiva che ha come posta la Russia stessa, la Cina e quindi il conflitto mondiale.

Negli ultimi due giorni due fatti che mostrano come le cose vanno avanti molto al di là di quello che viene anche presentato quotidianamente da una stampa, da una televisione allineata agli interessi dell'imperialismo occidentale, dell'imperialismo USA, della NATO, nel nostro paese, agli interessi di un governo parte della NATO e strettamente legato, fiancheggiatore, oltre che alleato, in questa campagna degli Stati Uniti e della NATO.

In uno dei recenti attacchi della Russia, le forze armate hanno distrutto un carro armato Leopard in Ucraina. Come si sa, i carrarmati Leopard sono un’arma offensiva che, prima con reticenza e poi sempre più apertamente, i paesi imperialisti occidentali - e in particolare la Germania - hanno fornito all'Ucraina. L'attacco russo, la distruzione di un carro armato Leopard in Ucraina ha messo in luce che non solo la Germania ha fornito i carrarmati ma che i soldati tedeschi partecipano attivamente a questa guerra, guidando essi stessi i Leopard, così come altri armamenti sempre più offensivi che vengono dati all'Ucraina e i piloti vengono addestrati nei paesi e nelle basi militari degli Stati Uniti e dei paesi europei, compresa l'Italia.

Il caso del Leopard tedesco dimostra che la partecipazione militare si svolge direttamente nel territorio ucraino e rende quindi le truppe imperialiste europee protagoniste dirette della guerra. Una guerra per procura si è detto, una guerra per interposta persona che diventa sempre più una guerra diretta e che inevitabilmente innesca quel processo di azione e reazione che allarga la guerra e allarga le prospettive di una guerra che può arrivare ad essere nucleare.

In particolare siamo nella fase in cui gli Stati Uniti in primis e i diversi paesi europei a seguito forniscono armi d'attacco che hanno l'obiettivo di colpire il territorio russo e quindi passare alla cosiddetta “offensiva Ucraina” che tutti gli osservatori, anche di parte imperialista, dicono che non sta avendo successo, che va a rilento e così via, e che fa da corrispettivo, invece, ad azioni di attacco sul territorio russo che si intensificano e diventano sempre più una delle caratteristiche di questa fase della guerra e, soprattutto, della futura fase della guerra.

La Germania si dichiara pronta a fornire all'Ucraina missili Cruise Taurus con una gittata superiore a circa 500 km, seguendo quindi gli Stati Uniti, che hanno annunciato il sostegno a Kiev con missili a lungo raggio Atacms. Quindi è chiaro che tutte le potenze imperialiste occidentali si apprestano a entrare direttamente in guerra, innanzitutto permettendo e organizzando l'utilizzo degli armamenti, degli armamenti più sofisticati e più avanzati, che permettono di attaccare direttamente il territorio russo con una presenza anche diretta di loro, truppe che finora è segreta, finora è travestita, avvolta dal discorso dei mercenari, ma che in realtà nostra, come sin dall'inizio, e sempre di più, i soldati dell'imperialismo occidentale partecipano attivamente a questa guerra.

Questo, oltre che smascherare la propaganda Ucraina e occidentale, mette in luce il vero carattere di questa guerra che è una guerra inter-imperialista legata alla crisi dell'imperialismo, alla marcia verso una nuova ripartizione del mondo che riguarda le potenze imperialiste, in primo luogo, Cina compresa e ogni angolo del mondo viene coinvolto in questa guerra. 

Ma anche per Italia in questi giorni sono venute fuori notizie che mostrano come anche l'Italia, certo con un ruolo minore e fondamentalmente di fiancheggiamento degli Stati Uniti, sempre di più entra direttamente nella guerra. Scrive il Fatto Quotidiano: “è già venuto il primo ordine di decollo immediato per gli F 35 dell'Aeronautica militare italiana impegnata nella missione in Polonia. Per la sicurezza dello spazio aereo nei paesi della NATO dopo l'intercettazione di velivoli russi, il 21 settembre, gli F 35 italiani schierate nella base aerea di Malbork sono intervenuti direttamente nei confronti dei caccia russi che avrebbero violato lo spazio aereo NATO”.

28 settembre - Strage di Brandizzo: in duemila in corteo a Vercelli. I familiari rifiutano i funerali di Stato

 

In duemila ieri hanno attraversato silenziosamente Vercelli per rivendicare sicurezza sul lavoro dopo la strage di Brandizzo che ha portato alla morte di cinque operai. Il corteo dei sindacati è partito dalla stazione ferroviaria e si è concluso davanti alla prefettura, dove dai manifestanti si è alzato l’urlo «Basta!».

La lettera di un ex dipendente Fiat

Sul feretro di Giuseppe, la lettera di un ex dipendente Fiat:

No, non si può morire così nel 2023!
Prego per questi cinque ragazzi che sono morti sul posto di lavoro in un modo atroce, orribile!
Sono vicino ai familiari delle vittime, chi ha sbagliato deve pagare!
Il mondo del lavoro oggi è uno schifo totale. Tutto per ridurre i costi e per il Dio denaro giocano con la vita delle persone.
E' ora di dire basta! Non può più succedere!
Un forte abbraccio ai parenti dei cinque operai da un pensionato ex dipendente Fiat.

Il saluto di mamma Lidia

Mamma Lidia, distrutta dalla perdita di suo figlio, lo saluta ancora. Un bacio sul feretro che ha commosso tutti i presenti.

da infout

 
 

Alla manifestazione hanno preso parte anche i parenti delle vittime con le fotografie in mano degli operai Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà. Quando i giornalisti hanno ventilato l’ipotesi di funerali di Stato, è arrivata la risposta secca e sdegnata di un familiare: «Fanno schifo». “Vogliamo giustizia. Il governo si deve svegliare perché queste cose non possono più capitare” dicono i familiari di Michael Zanera.

‘Non abbiamo più parole’ dice lo striscione di apertura. Altri hanno le scritte: ‘basta privatizzazioni, mai più treni in transito e lavori in corso’, ‘non sono incidenti sono omicidi’.

In coda al corteo, poco dietro ai familiari delle vittime, c’è un gruppo di operai della Sigifer.

Al momento sarebbero indagati per la morte dei cinque operai i due sopravvissuti alla strage: il caposquadra della Sigifer ed il tecnico di Rfi che, secondo quanto emerso al momento, avrebbe ignorato gli avvertimenti della sala controllo di Chivasso sul pasaggio del treno. Ma pare che quanto accaduto fosse una prassi consolidata nei lavori ferroviari: le aziende appaltatrici tendono ad anticipare i lavori il più possibile per evitare di incorrere in costose penali.

Le manutenzioni infatti si possono effettuare soltanto quando non si creano disagi ai passeggeri. Quindi dopo le 22 e nei fine settimana. Mentre il contratto degli operai prevede soltanto due notturni a settimana. Ma la norma viene aggirata sistematicamente con la formula della chiamata volontaria.

Secondo la testimonianza di un ex operaio Sigifer: «È già capitato molte volte di iniziare i lavori in anticipo. In molte occasioni in cui ho lavorato lì (alla Si.gi.fer), quando sapevamo che un treno era in ritardo ci portavamo avanti con il lavoro». «C’era una regolazione, cioè il restringimento del binario, da fare con un convoglio atteso fuori dall’orario corretto di passaggio? Iniziavamo a lavorare, svitavamo i chiavardini (sistemi di fissaggio delle rotaie alle traversine in legno, ndr). Dopodiché, prima del passaggio dei convogli ci buttavano fuori dai binari. Eravamo in sei-sette per ogni gruppo ma in quei casi c’era chi guardava le spalle. L’altra notte non è andata così, erano tutti sulla massicciata».

Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come il sistema degli appalti al ribasso generi insicurezza sul lavoro: tagli sui costi, orari di lavoro massacranti ed aggiramento delle procedure. Nonostante queste evidenze il nuovo codice degli appalti di Salvini ha cancellato il divieto dei subappalti a cascata. La sicurezza sul lavoro evidentemente, nonostante le lacrime di coccodrillo versate ad ogni morte, è in fondo all’agenda della politica tutta. Fanno schifo, sicuramente.



28 settembre - ORE 12 settimanale n.3 - SCARICA IL PDF

 

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mercoledì 27 settembre 2023

28 settembre - info e condivisione: STRAGE DI VIAREGGIO - Martedì 28 novembre in Cassazione a Roma. Organizzarsi e mobilitarsi!

 

La Cassazione bis ovvero il 5° grado di processo sulla strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.

I condannati (in primis Moretti ed Elia), con i loro avvocati, sono ‘all’attacco’ per la sospensione del processo con l’obiettivo della prescrizione anche per il quarto reato (disastro ferroviario) in quanto la sua applicazione sarebbe anticostituzionale. Dopo che la prescrizione ha cancellato gli altri tre reati (incendio colposo, lesioni gravi e gravissime, omicidio colposo)!

Dall’intervista di don Raffaello Piagentini (zio di Marco) che dopo 37 anni darà l’addio alla ‘sua’ parrocchia (il Duomo a Carrara) e diventerà sacerdote ‘manovale’:

“14 anni fa la mia famiglia è stata massacrata dalla strage di Viareggio. Il fuoco di quel vagone … mi ha colpito al cuore con la morte dei due bambini di mio nipote e di sua moglie … Mio nipote ha perso i figli (Luca di 5 anni e Lorenzo di 2) e la moglie Stefania e da allora vive agli 'arresti domiciliari'. Non può uscire di giorno, la luce del sole gli spacca ancora la pelle. Dopo 14 anni non ha ancora pace. E’ una ferita che per me sanguina, penso a tutto il dolore della mia, delle tante famiglie coinvolte da quella strage e penso che coloro che, in un modo o in un altro, sono stati causa prossima o remota di quel macello non hanno fatto nemmeno un’ora di carcere. Nessuno ha pagato, proprio come accaduto con Ustica e con tanti altri macelli”.


27 settembre - ORE 12 - Controinformazione rossoperaia 45 - Su guerra ed ex-Ilva

  

martedì 26 settembre 2023

26 settembre - La repressione in Francia indica la strada a Stati, governi; le grandi lotte e rivolte in Francia indicano la strada per unire il nostro fronte di classe - Da Controinformazione rossoperaia del 25/9

 

Nei mesi scorsi la Francia è stata al centro dell'attenzione a livello internazionale con un grande movimento di scioperi contro la riforma delle pensioni, l'allungamento dell'età pensionabile di 2 anni.

L'importanza non sta tanto nel motivo, dato che motivi ce ne sarebbero in tutti i paesi per i movimenti di sciopero di questo genere perchè tutti i governi dei padroni in Europa stanno attaccando le condizioni dei lavoratori e, in particolare, i salari, i posti di lavoro e le pensioni. L'importanza, in questa occasione, è stato come il movimento dei lavoratori ha reagito a questo attacco, con un movimento di lotta generale, organizzato in forma unitaria da una struttura dei sindacati chiamata Intersindacale, che ha dato vita a 14 giornate di lotta continuative, scaglionate tra i posti di lavoro, che ha portato in piazza centinaia di migliaia di lavoratori a Parigi e in tante città.

Scioperi e manifestazioni che hanno visto la partecipazione di tanti settori di lavoratori, di tanti giovani, che hanno portato all'interno di questo movimento uno spirito combattivo, una volontà di lotta che si è scontrata in diverse occasioni a Parigi e in tante altre città, con la polizia, dato che anche lì lo Stato imperialista francese - il governo Macron - ha risposto con la repressione.

Questo movimento di scioperi, che ha testimoniato la forza dei lavoratori quando riescono a mobilitarsi uniti, ha indicato la strada anche agli altri paesi che non hanno trovato, nelle condizioni dei lavoratori,

nelle condizioni di organizzazione, nella posizione dei sindacati maggioritari, quelli confederali, la stessa forza per opporsi alle politiche dei governi e dei padroni.

Questo sciopero, purtroppo a giugno non ha raggiunto il suo risultato, perché non ha trovato la possibilità di estendere ulteriormente la sua forza, in particolare paralizzando le fabbriche e la produzione, che durante tutto il movimento di lotta sono state protagoniste in misura minore rispetto ad altri settori lavoratori che hanno riempito le piazze in quelle giornate di lotta.

Il governo Macron ha risposto utilizzando tutti gli espedienti delle procedure parlamentari per imporre comunque l'approvazione della sua riforma delle pensioni, nonostante vi fosse anche all'interno del Parlamento una corposa opposizione.

26 settembre - LICENZIAMENTI A MIRAFIORI: prima info

 

«Non rendete abbastanza». Il pugno duro di Stellantis a Mirafiori: un licenziamento e cinque impiegati sospesi

L'accusa dell'azienda: «Prestazioni insufficienti e inadeguate». Lazzi (Fiom): «Fiat non licenziava per comportamenti ritenuti non idonei dai superiori»

«Egregio Signore, negli ultimi anni il Suo diligente impegno ha fornito una prestazione giudicata dai Suoi referenti gerarchici come “insufficiente” e “inadeguata”. Pertanto provvediamo con la presente a irrogarLe il licenziamento con preavviso». Negli uffici di Mirafiori, 8 mila addetti, non si parla d’altro che del primo licenziamento in tronco di un impiegato, «colpevole» di «scarso rendimento», secondo il giudizio dei suoi superiori. E se ne parla tanto perché nelle ultime settimane sono stati aperti diversi procedimenti disciplinari nei confronti di colletti bianchi. Si parla almeno di sei, con relativa sospensione dal lavoro in attesa, ma andrebbe usato il condizionale, in quanto due sono i casi accertati e difesi dai sindacalisti della Fiom, mentre gli altri avrebbero scelto una tutela legale. «Sono tanti anni che seguo le imprese metalmeccaniche — afferma Edi Lazzi, segretario della Fiom Cgil —. E non ricordo un solo licenziamento, neanche nella vecchia Fiat, per una prestazione ritenuta inidonea dai superiori». In attesa di una risposta unitaria del sindacato, che dovrebbe arrivare oggi, la Fiom sostiene di aver verificato che il caso del primo licenziamento di un impiegato sarebbe del tutto immotivato. Tra l’altro il lavoratore licenziato come quello, per ora solo sospeso, non utilizzava neppure lo smart working, quindi era sempre presente. Le parti sociali temono che il «pugno duro» di Stellantis sulla produttività e sul rendimenti sia una conseguenza della difficoltà di portare a termine le «uscite volontarie» di tecnici e impiegati. 

Gli accordi sindacali siglati neanche un anno fa, anche se non sottoscritto da Cgil, 800 lavoratori sarebbero dovuti uscire dal perimetro di Mirafiori, tra incentivi e pre-pensionamenti. Di questi solo la metà sono andati via. «La medesima contestazione fatta al dipendente licenziato è stata comminata ad altri lavoratori — continua Lazzi — cui pensiamo seguirà identico epilogo del licenziamento. Mi sembra un’assurdità per fare pressione nei confronti dei propri dipendenti e spingerli ad aumentare a dismisura la prestazione lavorativa abbattendo per questa via i costi». Che si tratti di provvedimenti «anti-fannulloni», risposte severe a fronte di gravi «inadempienze» o «strumenti di pressione», come sostiene Fiom, lo deciderà con ogni probabilità un giudice del lavoro. Stellantis, dal canto suo afferma, nella lettera di licenziamento, di avere prove documentali dell’«inadeguatezza» del lavoratore.

«La verifica compiuta nella prima parte dell’anno corrente — scrive l’azienda — ha purtroppo confermato il permanere di una condotta inadempiente, risultando ribadita la valutazione di insufficienza della Sua prestazione, costringendo il responsabile a intervenire per sopperire alle sue gravi carenze». I sindacati contestano anche i provvedimenti «fotocopia» per diversi tipologie e mansioni di lavoro. «In questi anni la strategia del gruppo è stata quella di incentivare i lavoratori a licenziarsi offrendogli una buona uscita in denaro pur di ridurre il personale, soprattutto quello impiegatizio — conclude Gianni Mannori responsabile Fiom per Mirafiori —. Un’azienda come Stellantis che in questi anni ha macinato notevoli profitti dovrebbe pensare ad assumere piuttosto che licenziare. Soprattutto a Torino dove per rilanciare Mirafiori si dovrebbero effettuare investimenti mirati ad assegnare maggiori produzioni. Da parte nostra tuteleremo il lavoratore in ogni sede e in ogni modo».


lunedì 25 settembre 2023

25 settembre - ORE 12 - Controinformazione rossoperaia 44 - edizione ampliata

  

25 settembre - ATTACCO A LAVORATORI/LAVORATRICI DEL PUBBLICO IMPIEGO. un contributo: Vogliono tapparci la bocca. (delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2023 in merito ai comportamenti dei dipendenti pubblici deve essere ritirato perchè lede le libertà democratiche e il diritto alla critica del singolo dipendente.

E' assai inquietante la riscrittura delle norme di comportamento all'insegna della fedeltà assoluta al datore di lavoro vietando anche nel tempo libero la libertà di espressione.

Citiamo testualmente alcuni articoli per capire meglio di cosa stiamo parlando

il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.  Al fine di garantirne i necessari profili di riservatezza le comunicazioni, afferenti direttamente o indirettamente il servizio non si svolgono, di norma, attraverso conversazioni pubbliche mediante l’utilizzo di piattaforme digitali o social media

Decreto del Presidente della Repubblica 81 del 13 giugno 2023 - Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (2).pdf

Ma cosa significa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione?

Facciamo degli esempi pratici che potrebbero scaturire in provvedimenti disciplinari e licenziamenti nella Pubblica amministrazione

  • Dipendente della scuola che prende posizione pubblica contro gli stages scuola lavoro nelle caserme militari. Trattasi di protocolli pubblici ma il diritto alla critica, sancito anche dalla Costituzione, verrebbe calpestato contestando il venir meno del rapporto di fiducia avendo recato danno alla immagine e al prestigio dell'Istituto comprensivo di appartenenza o perfino della Istituzione scolastica in generale.

  • Personale sanitario che denuncia pubblicamente la carenza di personale e di strumenti di lavoro per motivare la inadeguatezza delle cure erogate alla cittadinanza sarebbe accusabile di avere pubblicato notizie lesive per la immagine dell'Ospedale o dell'azienda presso la quale presta servizio per questo sarà passibile di licenziamento.

  • Dipendente di un Ente locale che contesti, pubblicamente o attraverso i social, il suo dissenso verso macrostrutture o decisioni della Amministrazione di appartenenza, il diritto alla parola e alla critica o perfino il dissenso sindacale potrebbero presto trasformarsi in danno alla immagine della Pubblica amministrazione e dare vita a provvedimenti disciplinari, sanzioni e licenziamenti.

  • Dipendente delle Forze armate che denunci la mancanza di sicurezza o la presenza di situazioni di rischio per i soldati, anche in questo caso sarebbe passibile di provvedimento disciplinare con l'aggravante anche di altre misure intraprese in ambito militare

Tutti i dipendenti pubblici devono poi rispondere alla Corte dei Conti per danno erariale con il rischio di pagare migliaia di euro di sanzioni

Pensate di avere letto un racconto di fantascienza? No è solo realtà, il Governo vuole tappare la bocca ai dipendenti pubblici e dopo l'obbligo di fedeltà aziendale che ha portato al licenziamento di tanti sanitari che in tempi pandemici denunciavano le inefficienze del sistema sanitario oggi  la repressione si estende a tutti i comparti della PA. 

post scriptum

E l'art 21 della Costituzione sulla libertà di parola e di critica? Farà la stessa fine dell'art 11 della Costituzione (l'Italia ripudia la guerra ma il nostro paese partecipa da lustri a innumerevoli conflitti)?

sabato 23 settembre 2023

23 settembre - Ex Ilva, IL GOVERNO CONVOCA I SINDACATI PER IL 27 SETTEMBRE: info

che convocano uno sciopero per il 28 -

se sarà confermato lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce ...

...con una propria piattaforma mentre a sua volta 

convoca uno sciopero a Acciaierie ed appalto per 

il 20 ottobre, su una propria piattaforma nel 

quadro dello sciopero generale promosso da una 

parte dei sindacati di base info WA 3519575628

info da corriere di Taranto

 

Ex Ilva, il governo convoca i sindacati

E’ arrivata in queste ore la convocazione per un nuovo incontro sull’ex Ilva, Acciaierie d’Italia, da Palazzo Chigi a cui saranno presenti tutti i ministri interessati dalla vertenza. La riunione si terrà alle 13 del 27 settembre.

La convocazione giunge dopo la richiesta dei vertici nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm che il 20 settembre hanno scritto al premier Meloni e ai ministri Urso, Fitto, Giorgetti, Pichetto Fratin e Calderone, evidenziando come “l’ex llva, oggi Acciaierie d’Italia, a partire dal subentro della gestione ArcelorMittal, sta vivendo una fase di abbandono e pericoloso declino destinata nel giro di pochissimo tempo a consegnarla ad un irreversibile condizione di spegnimento con gravissime conseguenze occupazionali oltre che industriali, senza tenere conto dei numerosissimi incidenti che si verificano quotidianamente nei luoghi di lavoro e che mettono a rischio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Motivazioni che hanno portato le organizzazioni sindacali (Fim Fiom, Uilm Fisascat, Filcams, Filtcem Cgil, Uiltucs, Filca Cisl, Fillea Cgil, Feneal Uil, Fit Cisl, Filt Cgil, Uil Trasporti, Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uil Temp) nella giornata di oggi, a convocare per il 28 settembre una giornata di sciopero di 24 ore, in concomitanza con l’evento Steel Commitment 2023 organizzato da Acciaierie d’Italia all’interno dello stabilimento di Taranto. “Tutti i lavoratori sociali, del sistema degli appalti e di Ilva in As, – si legge nella comunicazione odierna – sciopereranno per difendere il sito affinché ci sia una transizione ecologica non negli annunci retorici che continuiamo ad ascoltare dagli scranni istituzionali, ma attraverso la condivisione di un vero piano industriale. I lavoratori hanno un unico scopo, vale a dire mettere al centro il proprio futuro davanti a chi continua a non assumersi le proprie responsabilità, ossia l’esecutivo nazionale, complice di una gestione societaria che mortifica la dignità dei lavoratori e di un’intera comunità”.

In attesa di comprendere se e quali novità emergeranno dall’incontro romano di mercoledì prossimo.


23 settembre - L'ASSEMBLEA Donne/Lavoratrici SI TERRÀ IL 12 OTTOBRE: Fate Circolare

Quanto sta accadendo - attacchi alle condizioni di lavoro, salariali, di vita, ai diritti delle donne lavoratrici, sempre più discriminate, offese dai padroni e soprattutto dal loro attuale governo fascista Meloni; la cancellazione del reddito di cittadinanza che porta migliaia di donne proletarie ad una grave miseria e alla disperazione; l'aumento dei femminicidi, gli stupri di branco a cui la Meloni, dopo le sue vacanze con parenti al seguito in alberghi di lusso pagati con i soldi pubblici, e con marito che dice che "le donne violentate se la sono cercata...", risponde con una ignobile visita lampo a Caivano a promettere favole mentre la concretezza sarà più polizia, per quartieri non ripuliti dalla malavita e dall'estremo degrado ma pieni di forze dell'ordine e ronde dei fascisti; i prossimi provvedimenti sulla natalità che, come macabra ironia sulla "bella famiglia" che uccide, e come controrisposta alla necessità di libertà, diritti delle donne, alle difficoltà a crescere bambini, vogliono imporre, con le buone o con le cattive, che ogni donna faccia più figli, mentre appare dietro inevitabile l'attacco al diritto d'aborto - rende necessario che le donne prendano loro la parola, perchè ad ogni parola delle donne corrisponda una loro lotta pericolosa contro il governo, i padroni, gli uomini che odiano le donne.

Su questo IL 12 OTTOBRE TENIAMO L'ASSEMBLEA DONNE/LAVORATRICI,
un'assemblea nazionale, insieme in presenza e telematica.


FAREMO SEGUIRE IL LINK

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario


venerdì 22 settembre 2023

22 settembre - Settimanale di Controinformazione rossoperaia alle fabbriche - N°2 - Fallo circolare, stampalo e diffondilo gratuitamente ovunque

 


22 settembre - info: Dagli operai del gruppo Stellantis - "CODICE ROSSO" F E R M I A M O L I !

 SABATO 23 SETTEMBRE SCIOPERO PER TUTTA LA GIORNATA

NON SOLO PER GLI RCL MA PER TUTTI GLI OPERAI DEL GRUPPO STELLANTIS. 

URGE LA COSTITUZIONE DI UN "PLOTONE OPERAIO ORGANIZZATO". 

 Il "codice rosso " riguarda gran parte del gruppo Stellantis, vogliamo ricordare che in due anni ,(esempio tangibile), nel 2010 e nel 2011 furono chiusi 2 stabilimenti stabilimenti importanti come quello dell'alfa romeo di Arese e di termini imerese, gli operai furono costretti in una via crucis senza precedenti, i colpevoli di quello scempio ed i responsabili furono tutte le organizzazioni sindacali e politiche presenti in quelle unità produttive e nelle rispettive regioni di appartenenza . 

Solo uno schiocco può ancora pensare di salvarsi da solo, chi lo dice e lo pensa è già fottuto. Per questo un gruppo di operai ha deciso di avviare la costruzione di un'organizzazione operaia dal basso per contrastare l'arroganza padronale di Stellantis. Le organizzazioni sindacali sotto gli occhi di tutti hanno messo la nostra vita nelle mani del padrone. Sia chiaro quando si parla di "Plotone operaio", si specifica

che si utilizzeranno tutti gli strumenti contrattuali, costituzionali, di legge che agli operai è concesso. Gli scioperi proclamati contro i 12 turni, i ritmi di lavoro ormai devastanti in tutti i reparti, le "deportazioni" di operai provenienti da altri stabilimenti e' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Noi continuiamo a lottare a testa alta e a viso scoperto fino a quando l'azienda e i suoi sindacalisti prezzolati non fermeranno questa vera mattanza, consapevoli che la ragione da sola non basta ,che da soli saremo nuovamente trasportati in una sconfitta passiva. La chiusura della Marelli oggi è già stata concordata con i sindacalisti prezzolati quelli che oggi stanno montando le tende agli ingressi , gli stessi che già hanno intascato ingenti tangenti dal padrone. Noi non ci stiamo e riteniamo queste iniziative semplici funzioni funerarie già sottoscritte e concordate. Continueremo a SCIOPERARE il sabato , bene hanno fatto alcune decine ad aderire sabato scorso, quindi:

SABATO 23 SETTEMBRE SCIOPERO PER TUTTA LA GIORNATA , IN TUTTI I REPARTI COMPRESO DOMENICA 24 SETTEMBRE SECONDO TURNO DALLE ORE 14,00 ALLE ORE 22,00 PER TUTTI I REPARTI ED IN TUTTA LA FABBRICA

Stellantis riusciranno nuovamente nell'intento prefissato ,intimorire gli operai e farli accettare un compromesso miserabile e farli licenziare con la mobilità .

Per il Coordinamento operaio Si COBAS Stellantis Europe S.p.A. "Gianbattista Vico " Pomigliano,

Domenico Mignano 

Ciro D'oria 

Massimiliano di Marzo.

Pomigliano.

Pomigliano d'Arco , 21 settembre 2023


22 settembre - Sindacati e Stellantis - Come in un film di Totò: ma tu sei 'a favore' o 'contro'?

 

Siete portavoce della Stellantis nei confronti del governo e/o portavoce del governo con la Stellantis!?


InfoI sindacati: «Stellantis giudica inadeguato il piano italiano di incentivi per l'auto elettrica»

Entro fine mese l'accordo con Urso che definirà un piano di lavoro. Entro fine settembre Stellantis e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dovrebbero firmare un documento che definirà un piano di lavoro. Poi si aprirà il confronto con le organizzazioni sindacali. Lo riferiscono Fim, Uilm, Fismic, Uglm, e Aqcf-r dopo l'incontro a Roma, in cui l'azienda ha anche assicurato che «a Melfi nei prossimi giorni sarà illustrato il piano con i tempi dei nuovi modelli elettrici». 

«Stellantis ha puntualizzato - spiegano i sindacati - che giudica il piano italiano di incentivi per le auto elettriche non adeguato e non in linea con i maggiori paesi europei, che la concorrenza cinese appare

assai aggressiva sul piano dei costi e che sarà decisiva la scelta che le Istituzioni faranno sul nuovo standard di motore euro 7. Come sindacato abbiamo espresso la necessità di rilanciare relazioni sindacali efficaci ad affrontare i temi delle future assegnazioni produttive, che abbisognano di confronti continui a livello sia nazionale sia di stabilimento, e i temi della organizzazione del lavoro, per assicurare il rispetto delle tutele contrattuali e dei migliori standard di salute e sicurezza. Il tavolo ministeriale deve rappresentare un valore aggiunto, se davvero il Governo riuscirà a supportare il settore automotive di fronte alla decisone europea di passare all'elettrico, ma di certo non può rappresentare un alibi per interrompere le normali relazioni sindacali».

I sindacati chiedono al ministro Urso «di concludere velocemente il percorso di consultazione con Stellantis, per aprire la seconda fase di confronto diretto fra governo, sindacato e azienda» e avvertono: «Non accetteremo ulteriori proroghe né da parte del governo né da parte di Stellantis».


giovedì 21 settembre 2023

21 settembre - I segnali generali del grande sciopero degli operai negli Usa delle fabbriche dell'auto, tra cui la Stellantis - Da Controinformazione rossoperaia del 20/9

 

La classe operaia è una classe internazionale e quindi ogni lotta che riguarda la classe operaia in uno dei paesi del mondo interessa gli operai di tutto il mondo e in qualche misura dà il segnale dell'internazionalità del proletariato da un lato e della lotta comune contro i padroni del mondo dall’altro, in particolare i padroni delle fabbriche nel mondo. 

Questo è ancora più vero nelle grandi multinazionali. In questo senso lo sciopero realizzatosi, e tuttora in corso, negli Stati Uniti è uno sciopero di importanza mondiale.

Tutte le fabbriche automobilistiche, comprese General Motors, Ford, Stellantis, sono entrate in sciopero. Per la prima volta questo sciopero, recentemente, almeno negli ultimi anni, riguarda tutte le fabbriche dell'auto negli Stati Uniti. Altre volte vi sono stati scioperi - anche duri e prolungati - negli Stati Uniti ma hanno riguardato uno o l'altro dei grandi gruppi e questo alla fine ha pesato nel risultato di questo sciopero. 

Le questioni importanti in questo sciopero sono due: la piattaforma, che è una piattaforma molto avanzata - non solo negli Stati Uniti, dove in generale la classe operaia sta meglio dato lo sviluppo disuguale del capitalismo e dell'imperialismo su scala mondiale, ma anche in Europa

dove le condizioni degli operai dei paesi imperialisti sono migliori di quelli dei paesi di nuovo sviluppo capitalista, e della condizione operaia di tre quarti del mondo dove domina l'imperialismo e il capitalismo da esso prodotto e gestito da governi al servizio dell'imperialismo.  

Però questo lo sciopero come quello in corso negli Stati Uniti è un segnale importante negli Stati Uniti e da un'indicazione importante agli operai, innanzitutto delle grandi fabbriche dell'auto presenti in tutto il mondo - in Italia innanzitutto il gruppo Stellatis - e in secondo luogo all'intera classe operaia anche degli altri comparti industriali.

Guardiamo, quindi, alla piattaforma, alle rivendicazioni: aumenti della paga oraria del 40% in 4 anni da aggiungere alla scala mobile contro l'inflazione. 

21 settembre - Il Consiglio dei Ministri della Meloni vara soluzioni per i migranti? NO, vara galere e respingimenti - Da Controinformazione rossoperaia del 20/9

 

Non passiamo non parlare oggi delle decisioni del Consiglio dei Ministri per i migranti.
Queste decisioni hanno un sapore al solito per i migranti di repressione, detenzione, carceri, respingimenti.

Però, prima di entrare nel merito delle cose decise che poi saranno varate in un prossimo decreto, vogliamo fare un attimo un passo indietro, in quella visita-spot che c'è stata da parte della Meloni e della commissaria europea, Ursula von der Leyen, a Lampedusa giorni fa

Come avvenne a Cutro, il giro della Meloni - questa volta accompagnata da Ursula von der Leyen - è stato di appena un paio d'ore e senza alcun contatto con i migranti. Una vera offesa nei confronti dei migranti ma anche nei confronti di quella popolazione che ha aperto le proprie case, i propri esercizi, la propria testa e cuore, per sostenere i migranti che avevano fame e sete. 

Cosa poi, alla fine, sono andati a fare le due signore a Lampedusa, a parte lo spot pubblicitario in funzione anche di campagne di propaganda elettorale per entrambe, uno spot molto voluto dalla Meloni ad uso sia di pressione verso la UE ma anche per mantenere la scena, in funzione

dei contrasti con gli altri partiti della stessa maggioranza (in contemporanea si teneva l'altra kermesse reazionaria di Salvini con Le Pen a Pontida)?

Queste due persone non hanno portato nessuna soluzione ai problemi concreti, drammatici, di questi giorni e che continuano ad esserci anche in altri porti, a parte Lampedusa anche a Porto Empedocle. Non hanno portato alcuna soluzione ma piani che in genere sono già presenti - per fortuna di difficile attuazione - all'insegna della repressione fondamentalmente e di una concezione razzista per cui migranti sono nella loro maggioranza socialmente pericolosi, da rinchiudere nei Cpr e da respingere.

L’hotspot era pienissimo di rifiuti prima che arrivassero la Meloni e la commissaria europea, con i migranti ammassati a cui mancavano anche i minimi servizi igienici, mancava l'acqua oltre che per bere anche per lavarsi, per dare un minimo di sollievo alle intere giornate sotto il sole. Ebbene improvvisamente è stato ripulito per la visita di lorsignore, a dimostrazione che quella pulizia poteva essere benissimo fatta per i migranti, ma loro potevano stare come bestie, comprese donne e bambini. 

Gà questo basta per capire che questa visita è stata un'offesa di chiaro sapore razzista

21 settembre - A che punto è oggi la situazione nella sanità pubblica, le condizioni degli operatori sanitari? Parla un compagno dello Slai cobas sc che lavora all'Istituto tumori di Milano

 

Il governo fascista/novax Meloni ha fatto della battaglia antiscientifica/negazionista/antivaccini, uno dei suoi cavalli di battaglia pre elettorali. Ora marcia verso una centralizzazione autoritaria, che tradotto significa occupare i posti chiave, creando una sorta di "corte dei miracoli", dove stanno dentro parenti-amici-amici degli amici-pseudo giornalisti-ricercatori truffaldini-fedeli camerati di lunga lena. 

Ministro della sanità si è nominato il ricercatore Schillaci, che viene pizzicato, da una inchiesta del Manifesto, a pubblicare, su riviste a pagamento, ricerche anomale, per cui poi ha dichiarato: ”Sono tranquillo, non ho manipolato nulla. Le immagini non sono del mio laboratorio, ma di altri colleghi che non hanno fatto nulla male”. Dichiarazioni arroganti di chi usa foto altrui e “discolparli”, quando il colpevole è proprio lui. Ma nella stessa giornata aveva dato altre dimostrazione della sua arroganza e di fedele difensore dei concetti antiscientifici e negazionisti e del motto “dio-patria-famiglia”, aveva fatto dichiarazioni contro la decrescita.

E proprio nell’esplodere dell’inchiesta del Manifesto e dei dati che indicano un aumento esponenziale dei contagi e morti da Covid, dovuti alle nuove varianti che aggirano la protezione dei vaccini

precedenti (21.000 contagi e 300 morti due settimane fa, e 30.000 contagi e più di 500 morti la scorsa settimana). Schillaci ha dato, per così dire, il meglio di se: alla fine di un convegno a cui aveva partecipato “Natalità, work in progress” ha dichiarato: “l’inverno demografico è una priorità per il governo, che bisogna educare la gioventù a proteggere la salute riproduttiva”. Un'altra dichiarazione ha riguardato i contagi: “Niente di allarmante, in Italia il Covid è stato sconfitto. Tra 15 giorni avremo i nuovi vaccini. Ancora non abbiamo ragionato se sarà gratuito per tutti” (per aggiustare il tiro in serata ha detto che sarebbero stati gratuiti).

Queste dichiarazioni sono una dimostrazione del disprezzo, della disumanità di questo governo verso la salute e la vita di proletari, lavoratori/lavoratrici e delle fasce più povere, affermando il principio che chi ha i soldi si può curare e chi non li ha "che si fotta".

La scorsa settimana è emerso un altro fatto, in salsa lombarda, che mostra che questo governo marcerà a passo spedito verso la privatizzazione della sanità (ma di che stupirsi, quando uno della consorteria, tale Angelucci, è il re delle RSA, possiede giornali come Libero e il Giornale, che sin dalla pandemia hanno strillato contro vaccini e sparso le peggiori tesi negazioniste - tesi che sono riprese negli ultimi mesi?).

La giunta lombarda del fascio/leghista Fontana ha bocciato la proposta di referendum, promosso da associazioni sindacati cittadini, Acli, Cgil, Medicina Democratica, contro il potere dei privati nella sanità. Che mostra anche l’arroganza e il disprezzo verso tutti coloro che non si possono curare perchè non si hanno soldi o che rischiano di morire perché per farsi un’ecografia o una visita specialistica devono attendere mesi se non un anno.

Per non parlare dell'assoluzione da parte dei giudici dall’accusa di aver trasformato la pandemia in strage, in particolare di anziani, ma anche di tanti medici ed operatori sanitari, facendo riaprire il pronto soccorso di Alzano, non applicando subito il loockdown su “ordine” di Confindustria e facendo così diffondere i contagi tra la popolazione.

mercoledì 20 settembre 2023

20 settembre - PALERMO, LOTTA NELLA SCUOLA: ASSISTENTI IGIENICO PERSONALE E GENITORI OCCUPANO ATRIO PALAZZO COMITINI

 

Gli assistenti igienico-personale Slai Cobas per il sc e alcuni genitori occupano l’atrio di Palazzo Comitini/Città Metropolitana durante la protesta di ieri il servizio negli istituti scolastici non è stato ancora attivato

Contestati fortemente anche rappresentanti del Consiglio Comunale in particolare di Fratelli di'Italia, ma non solo, contro le politiche antioproletarie del governo, che sono di fatti fuggiti...

La lotta continua

Comunicato
I proclami di alcuni onorevoli dell'Ars, vedi i beceri e reazionari politicanti di Fratelli d'Italia, che si permettono di aprire le loro nere bocche per speculare sulla vita degli studenti disabili così le dichiarazioni dell'Assessore regionale politiche sociali Albano, in cui si straparla di "attenzione ai disabili" sono solo e unicamente vomitevoli!
Sarebbero ora “soddisfatti”, vedi l’Intravaia di turno, perchè con le risorse stanziate ieri all’Ars sarebbero “garantiti servizi indispensabili agli alunni più fragili”, ma di quali garanzie si permettono di parlare??
Per il servizio di assistenza igienico- personale specializzato, ad oggi vergognosamente non avviato nella maggioranza delle scuole superiori siciliane, a parte l'unica eccezione di Caltanissetta, le risorse sono assolutamente oscene, copriranno al massimo un paio di mesi e il quadro generale per l’erogazione del servizio è disastroso:
A Catania il servizio non è avviato così ad Agrigento, a Messina si parla di servizio dimezzato
mentre a Palermo la Città Metropolitana di Lagalla illegalmente, su indicazione/imposizione dell’altrettanto illegale Regione Siciliana di Schifani/Albano, vorrebbe dare il servizio solo agli studenti disabili con certificazione UVM, escludendo tutti gli studenti disabili gravi e gravissimi senza UVM, mettendo così in atto l’ennesima gravissima discriminazione sociale che comunque non resterà impunita, ci stiamo attivando infatti per tutte le opportune denunce nelle sedi competenti.
E’ notizia di oggi infatti che la prossima settimana il servizio partirebbe solo per un centinaio di questi studenti con UVM, e comunque su questo la lotta degli Assistenti da giorni e di genitori ha portato a questo sblocco, ma chiaramente non può affatto bastare: su un totale di più di 400 studenti si lasciano senza servizio circa 300 studenti che per questi politicanti di bassa lega di fatto non devono andare a scuola, mentre ci sono anche situazioni incresciose che ci hanno denunciato genitori, chiamati dalle scuole per fornire una “reperibilità” per essere pronti ad andare a scuola ad assistere i propri figli che senza l’Assistente igienico personale non possono andare in bagno o essere seguiti durante la ricreazione o in altre attività scolastiche.
I politicanti che oggi fanno proclami da becera propaganda elettorale di avere risolto, di avere dato una boccata di ossigeno agli studenti disabili e alle famiglie per un diritto che deve essere per legge invece garantito sempre e non a “boccate di ossigeno” peraltro assolutamente misere e insufficienti, cosa garantirebbero dunque?? Sono solo da cacciare.
Non accetteremo che i diritti siano a metà, o addirittura meno della metà Tutti gli studenti disabili devono avere garantita l’assistenza igienico-personale che gli spetta e il diritto allo studio al pari di tutti gli studenti in generale.
Nessuna discriminazione deve essere scagliata contro gli studenti disabili che non sono numeri o certificazioni UVM imposte solo per tagliare risorse ai servizi pubblici “essenziali” come sta facendo la scellerata Regione Siciliana e i suoi corollari istituzionali, con il beneplacito silente del nero governo nazionale Meloni.
Tutti gli Assistenti igienico-personale specializzati precari devono rientrare al lavoro che gli spetta di diritto e su questo combatteremo con tenacia e determinazione
Assemblea 26 settembre ore 15,30 presso la sede Slai Cobas sc Via M. Cipolla 93 per organizzare le nuove necessarie azioni di protesta.
Slai Cobas per il sc Palermo/Sicilia

giornale di sicilia

L'assistenza ai disabili nella scuola non parte, protesta a Palermo

Gli assistenti igienico-personale e alcuni genitori stanno occupando l’atrio di Palazzo Comitini, il servizio negli istituti scolastici non è stato ancora attivato

«Gli assistenti igienico-personale e alcuni genitori stanno occupando l’atrio della Città metropolitana di Palermo. Ad oggi non c’è nessuna risposta in merito alla partenza del servizio specializzato nelle scuole. Con grave danno agli studenti disabili alle famiglie e agli operatori. Lo scempio della scuola negata ancora una volta si ripete gravemente. Generiche parole su un avvio del servizio che non c è ad oggi. E che se ci fosse sarebbe peraltro solo per un mese e solo per una parte degli studenti. Perché ormai gli studenti disabili sono solo meri numeri su cui risparmiare vergognosamente». E’ quanto si legge in una nota del sindacato Slai-Cobas.

ilsicilia.it

 Nota sindacato Slai-Cobas

Palermo, studenti disabili: operatori occupano atrio Palazzo Comitini

Redazione

martedì 19 Settembre 2023

“Gli assistenti igienico-personale e alcuni genitori stanno occupando l’atrio della Città Metropolitana di Palermo. Ad oggi non c’è nessuna risposta in merito alla partenza del servizio specializzato nelle scuole. Con grave danno agli studenti disabili alle famiglie e agli operatori. Lo scempio della scuola negata ancora una volta si ripete gravemente. Generiche parole su un avvio del servizio che non c è ad oggi. E che se ci fosse sarebbe peraltro solo per un mese e solo per una parte degli studenti. Perché ormai gli studenti disabili sono solo meri numeri su cui risparmiare vergognosamente”. E’ quanto si legge in una nota del sindacato Slai-Cobas.

 

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Palermo, gli assistenti dei disabili occupano l’atrio di Palazzo Comitini

La protesta del sindacato Slai - Cobas

città metropolitana

di Redazione

PALERMO – “Gli assistenti igienico-personale e alcuni genitori stanno occupando l’atrio della Città Metropolitana di Palermo. Ad oggi non c’è nessuna risposta in merito alla partenza del servizio specializzato nelle scuole”. Sono le parole del sindacato Slai – Cobas.