Slai Cobas insiste nella richiesta di tutele per lavoratori inseriti alla Cosmint tramite cooperativa.

Slai Cobas sottolinea problemi

“Una lotta che i lavoratori iscritti allo Slai Cobas stanno pagando in prima persona sia come lavoratori che come soci della cooperativa – rimarca Sebastiano Lamela, coordinatore territoriale del sindacato di classe – Infatti, da aprile, dopo che si sono iscritti, sono stati oggetto di varie pressioni con trasferimenti, cambi di turni improvvisi e riduzione delle ore contrattuali mensili, per arrivare all’1 luglio quando sono stati sospesi dal lavoro con una contestazione disciplinare non riguardante il rapporto di lavoro. Relativa, invece, alla loro partecipazione all’assemblea dei soci svoltasi il 28 giugno dentro la Cosmint. Probabilmente alla cooperativa non è piaciuto lo sciopero indetto proprio per quel giorno dal sindacato per garantire l’esercizio di questo diritto primario dei soci”.

La richiesta di un dibattito pubblico

Il coordinatore continua: “Si tratta di lavoratori che da anni svolgono la loro attività ogni giorno in maniera stabile sulle linee di produzione dei cosmetici dalla Cosmint di Olgiate alla Pinkfrog di Rozzano e che  assieme a tanti operai nelle loro stesse condizioni sono schiacciati dal meccanismo perverso e al ribasso degli appalti e subappalti a cui fanno ricorso  le aziende committenti. Una situazione di sfruttamento non molto diversa da quella che è emersa in questi anni grazie alla lotta dei “facchini” nei magazzini della logistica della grande distribuzione, che hanno acceso i riflettori sul sistema neo-schiavista delle cooperative, utilizzate per venire meno ai diritti contrattuali spettanti ai lavoratori nelle fabbriche se inquadrati correttamente”. Da qui la richiesta. “Per questo sarebbe interessante aprire un dibattito pubblico e serio per rispondere alla domanda: a cosa servono le cooperative nelle fabbriche? Cosa significa questa condizione per i lavoratori? Come è possibile per le committenti avere un costo del lavoro inferiore rispetto al proprio (a volte anche del 60% come si legge sul sito del consorzio www.axaservizi.it)?