domenica 28 febbraio 2021

28 febbraio - riceviamo e pubblichiamo: DA NUOVA UNITÀ

 

Viareggio: intervista con Daniela Rombi vicepresidente dell'associazione "Il mondo che vorrei"
nu. Assoluzioni, prescrizioni, annullamenti! Ribaltate le sentenze di 1° grado del 31 gennaio 2017 a Lucca e d'Appello del 20 giugno 2019 a Firenze. Dopo 11 anni si ricomincia, cosa ne pensi?
Daniela Rombi. Attendevamo questo momento da 11 anni e mezzo, la nostra vita sospesa per 11 anni e mezzo... poi, in 3 minuti di lettura, ti accorgi che c'è da rifare tantissimo... non è finita. Penso che non c'è nessuna giustizia, siamo noi familiari ad essere condannati a vita perché privati dei nostri amori senza veder punito chi te li ha ammazzati ma soprattutto consapevoli che può ancora accadere, altri moriranno e piangeranno... è questo che fa ancora più male.


nu.Grave è la prescrizione dell'omicidio colposo, ma ancora più grave è l'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Non aver riconosciuto l'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro rappresenta un precedente preoccupante, inquietante e pericoloso, che mette in discussione la legislazione vigente su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro per tutto il futuro.

DR. Dopo il primo momento di buio assoluto, quando abbiamo capito che in quel dispositivo si cancellava l'incidente sul lavoro e arrivata la disperazione... non si può affermare questo, sembrava un sogno, non ci credevo... ho provato lo stesso dolore di quando mi dissero che era morta la mia bambina perché subito consapevole del disastro che quei giudici avevano fatto, perché consapevole che alle aziende è stata data la licenza di uccidere. Subito, un familiare a me molto caro, Andrea, mi disse: "Gli amministratori delegati passano, le aziende rimangono!".

nu. Le società sono assolte, le condanne annullate con rinvio alla Corte d'Appello di Firenze, perché il fatto non sussiste, anche per l'ex Ad della holding Fs e di Rfi, Moretti.

DR. Il dispositivo emesso dalla Corte di Cassazione l'8 gennaio 2021 è molto complesso, lo è stato anche per gli avvocati. Dopo alcuni giorni ci hanno spiegato che sì, è stata cancellata l'aggravante dell'incidente sul lavoro, ma comunque nessuno è stato dichiarato "innocente", cioè tutti, a vari titoli e profili di colpa che solo leggendo le motivazioni potremo sapere, sono "colpevoli": cioè MORETTI, SOPRANO, ELIA e CASTALDO, andranno rivalutati perché comunque colpevoli, di cosa dobbiamo aspettare le motivazioni.

28 febbraio - da Taranto: Il saluto dello Slai Cobas sc a Francesco Tomai

 

Ieri sera una nostra compagna in rappresentanza dello Slai Cobas sc è andata a casa dell'operaio, Francesco Tomai, improvvisamente morto mentre ancora doveva iniziare il lavoro all'ArcelorMittal, per portare le condoglianze, la vicinanza con la famiglia. Purtroppo non è riuscita ad entrare per le restrizioni covid. Per quanto riguarda le cause immediate della morte di Francesco, ancora non si hanno certezze. Questa mattina il suo corpo è stato trasferito all'ospedale per l'autopsia. Non sembra avesse già grossi problemi di salute.

Sarebbe utile avere notizie dai suoi compagni di lavoro.

Riportiamo le parole di Francesco Rizzo segretario dell'Usb, a cui da tempo Francesco era iscritto: "Un lavoratore affidabile, un ragazzo per bene, sempre pronto a difendere il più debole. Francesco era sempre pronto a partecipare a manifestazioni e proteste anche quando non era direttamente coinvolto dalle vicende sindacali".


28 febbraio - CIAO, FRANCO. Ci uniamo al dolore per la morte di Franco Zanon, lavoratore e compagno di lotta nella battaglia contro le morti/assassini sui posti di lavoro, fino all'ultimo respiro. Che la terra ti sia lieve, Slai Cobas sc Milano

 

Oggi siamo molto tristi: Franco Zanon (il primo a destra nella foto), con cui abbiamo lottato insieme per decenni, ci ha lasciato all’età di 61 anni dopo una lunga malattia.

Finché ha potuto muoversi, Franco ha lottato, discusso, ragionato, chiacchierato, gioito e sofferto insieme a noi: generoso e scanzonato, con la sua ironia lieve, durante le ‘grandi’ discussioni che amici e compagni fanno, prima e dopo di scendere in piazza.

Con Franco perdiamo non solo un compagno di lotta ma una parte della nostra storia.

Come i tanti compagni che ci hanno lasciato, lui resterà nei nostri cuori e nella nostra memoria, col suo sorriso e i suoi occhiali da sole..

Anche se con profondo dolore oggi comunichiamo la notizia della sua morte, ricordiamo a tutti quelli che gli hanno voluto bene e che lo hanno apprezzato che chi ha compagni, di vita e di lotta, non muore mai perché vive nei loro ricordi.

In questo momento il nostro pensiero va anche a sua moglie Paola, sua compagna di vita e nostra compagna di lotta, a cui esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza.

Ciao Franco, oggi alcuni di noi ti porteranno l’ultimo saluto: che la terra ti sia lieve, come eri tu.

Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Sesto San Giovanni, 27 febbraio 2021

e-mail: cip.mi@tiscali.it

https://www.facebook.com/cip.tagarelli



sabato 27 febbraio 2021

27 febbraio - urgente: ANCORA ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO

 

La Commissione Garanzia Sciopero ha trasmesso allo 

Slai Cobas per il sindacato di classe la nota, in allegato,

 in cui chiede, pena sanzioni, di escludere dall'indizione

 dello Sciopero dell'8 marzo una serie di categorie, ma

 tra tutte la più grave è la richiesta di escludere tutto il 

"Settore scuola" - insegnanti, personale Ata, dove vi 

sono tantissime donne che sempre negli anni scorsi

 hanno costituito la maggioranza nel settore pubblico

 delle lavoratrici in sciopero.

La motivazione, per non aver rispettato gli "intervalli

 tra sciopero generale e scioperi di ambito e livelli 

diversi, precedentemente proclamati", è inaccettabile.

 Quanti mesi prima dovremmo dichiarare sciopero?

La realtà è un attacco al diritto di sciopero, che

 colpisce per la terza volta proprio lo sciopero delle

 donne.

Un attacco che vuole sempre più restringere questo

 diritto fondamentale per tutti i lavoratori e lavoratrici,

 per cui al massimo gli scioperi devono essere innocui, 

tali che non debbano produrre fastidio a nessuno.

Per la scuola poi questo divieto diventa assurdo e una 

sorta di presa in giro: da un lato il governo sta 

chiudendo le scuole quando e come vuole anche dopo

 pochissimi giorni da aperture (senza mai affrontare e

 risolvere i veri problemi della sicurezza per le scuole);

 dall'altro la CGS scrive che fare due sciopero a 

distanza anche di una settimana costituirebbe una "non

 accettabile incidenza sulla continuità del servizio". Ma

 stiamo su "scherzi a parte"?

Chiamiamo il Si. Cobas, le altre realtà sindacali di base 

che hanno indetto lo sciopero dell'8 marzo a respingere

 questo attacco, a scrivere anch'essi alla CGS.

Ma soprattutto invitiamo le lavoratrici della scuola a 

scendere in sciopero l'8 marzo, anche chi sta a casa a 

non fare nella giornata dell'8 marzo alcuna attività di 

DAD, Smart working - scrivendo sui computer: io sono

 in sciopero!


Slai Cobas per il sindacato di classe

27.2.21


27 febbraio - dal blog tarantocontro: Le proposte dell''USB Taranto su ArcelorMIttal/Ilva - le considerazioni di un operaio

 Qualche settimana fa l'Usb di Taranto ha inviato un documento al governo, al Presidente della Regione e al Sindaco di Taranto, con delle proposte sulla situazione degli operai in ArcelorMittal e cassintegrati in Ilva AS,di cui riportiamo sotto le parti principali, che chiedono, non il rientro al lavoro dei cassintegrati sia di Ilva che di AM, non salario e integrazione della cig al 100%, ma esodo volontario, incentivi ai licenziamenti, impiego dei cig in Lavori di pubblica utilità - invece che utilizzo dei lavori di bonifica dentro la fabbrica - una misera integrazione del 10% ai cassintegrati.

Riportiamo le considerazione di un operaio dello Slai Cobas sc su questo documento:

"...non mi trova d'accordo la premessa, questo perché il tono mi pare quasi arrendevole piuttosto che di incentivo al rientro dei lavoratori in fabbrica, e questo non può avvenire ai tavoli istituzionali ma solo con la lotta prolungata che è quello che deve fare un sindacato, sedersi ai tavoli e contrattare non dovrebbe essere nel nostro modo di fare, non siamo politici di professione; nessuno dice che sarà una passeggiata, tutt'altro, ma ancora ricordo la vostra battaglia per il Mof dopo la morte di Marsella alla fine di ottobre del 2012, siete riusciti ad organizzare uno sciopero ad oltranza nonostante non foste ancora presenti in fabbrica, certe esperienze non si dimenticano. Tornando alla premessa ribadisco che ciò che avete scritto è in contrasto con la possibilità di tornare a lavorare in fabbrica. Le fabbriche sono il centro nevralgico della produzione, dunque della ricchezza, diminuire il numero di lavoratori al suo interno ne depotenzia l'influenza e ne fa ancor più carne da macello di quanto già non siano (o meglio, di quanto già non siamo).
In seconda pagina si propone ai cassintegrati di prestare lavoro per pubblica utilità: no. Per due motivi:
1) si toglie possibilità di impiego ai disoccupati;
2) si scrive di un impiego part-time di 12 ore settimanali per un incremento percentuale del guadagno di soli 10 punti nel caso si accettasse la proposta, questo vorrebbe dire lavorare per meno di 4 euro ad ora per un 4° livello.
Inoltre, per il punto "incentivo all'esodo" torno a ciò che ho scritto all'inizio, vale a dire la rinuncia ad iniziative di lotta per accomodare le parti, oltretutto si porta come giustificazione il risparmio che avrebbe lo Stato iniettando ulteriore denaro per i licenziamenti volontari, questo non ci riguarda, lo Stato non ha problemi quando deve trovare soldi per salvare banche o per regalare cassintegrazione alle aziende che ne fanno richiesta, non vedo per quale motivo dovremmo farci noi carico di tali preoccupazioni. Detto questo dare 175.000 euro sarebbe discriminatorio verso chi ne ha accettato precedentemente 100.000 per andare via".





27 febbraio - da tarantocontro: ALL'ARCELOR/MITTAL DI TARANTO, LA MORTE OPERAIA È SEMPRE IN AGGUATO

 Lo Slai Cobas sc esprime il suo profondo cordoglio per la morte dell'operaio Francesco Tomai alla famiglia e ai suoi compagni di lavoro.

Il fatto che sia morto prima di iniziare il lavoro e non per un infortunio, non può, però, far escludere come causa generale l'attività lavorativa, le condizioni di lavoro, lo stress di una situazione comunque grave, a rischio, incerta. E' necessario saperne subito di più.

Dalla GdM - Un operaio del reparto Trh-Afo dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, Francesco Tomai, di 38 anni, è morto questa mattina dopo essere stato colto da un arresto cardiaco, all’interno dello spogliatoio della portineria A, prima di iniziare il suo turno di lavoro.

Il lavoratore è stato soccorso sul posto, ma ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile.
Fim, Fiom e Usb di Taranto, per il tragico evento, hanno rinviato al 3 marzo lo sciopero che era stato annunciato per lunedì 1 marzo nello stabilimento ArcelorMittal per protestare contro la decisione dell’azienda di trasformare in Cig con causale Covid le richieste di ferie e di permessi dei dipendenti. I sindacati spiegano che i due giorni dello slittamento saranno utilizzati «per espletare e ultimare la procedura di raffreddamento dei conflitti prevista dall’accordo del 20 maggio 1989» nella possibilità di trovare un punto d’incontro che eviti lo sciopero.


27 febbraio - Stellantis: torna la cassa integrazione... il sindacalismo confederale cade sempre dal pero... e ricomincia a 'collaborare' sulla pelle degli operai

 

A casa a Mirafiori i dipendenti di Presse e Carrozzerie. Cassa anche in Maserati


TORINO. Torna la cassa integrazione alle Carrozzerie di Mirafiori. La ha comunicato Stellantis ai sindacati. Saranno interessati dall'1 al 13 marzo i 943 dipendenti della linea del suv Maserati Levante: la cassa servirà anche per adeguare la linea ai futuri modelli Grancabrio e Granturismo. Saranno in cassa integrazione anche 441 addetti delle Presse di Mirafiori dal 22 febbraio al 5 marzo e per 4 giorni i 1.129 dipendenti della Maserati di Grugliasco (25 e 26 febbraio, 1 e 2 marzo).

27 febbraio - Rimuovere l’omicidio di Reuf Islami non è possibile

condividiamo l'iniziativa ' fiori per reuf'

Slai Cobas per il sindacato di classe Ravenna

 

La Bottega del Barbieri Lascia un commento

di Vito Totire (*)


 Il prossimo 21 marzo cadrà il diciannovesimo anniversario dell’omicidio sul lavoro “nero”) a Bologna di Reuf Islami, giovane immigrato.

In questi anni abbiamo ricordato la “scadenza” ma anche la dinamica che fu all’origine dell’omicidio; una vicenda emblematica della mancanza di volontà da parte dei decisori politici di affrontare i temi della sicurezza sul lavoro, degli appalti, dell’immigrazione. Ogni anno abbiamo portato fiori sul luogo dell’omicidio e rilanciato la nostra proposta di collocare un ricordo: che fosse la intitolazione della strada o una targa commemorativa come si è sempre fatto per i partigiani caduti nella lotta contro il nazifascismo. Perché di una lotta di pari dimensioni qui si parla: bisogna lottare contro la strage di migranti e di lavoratori.

Di recente abbiamo ripreso, per l’ennesima volta, a dialogare con la «commissione toponomastica» del Comune di Bologna. La risposta è la solita: la commissione pare orientata alla apposizione di una targa-ricordo…

Ma quando? E per scrivere cosa ?

27 febbraio - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 ogni lotta - ogni risultato di questa lotta - va conosciuto e diffuso - perchè i lavoratori devono avanzare insieme e unirsi su basi di classe e di massa

Slai Cobas per il sindacato di classe



PNEUMAX S.p.a., azienda costruttrice di componenti e apparecchiature per l’automazione industriale.

In data 10 febbraio 2021, la Rsu Pneumax, composta da 2 delegati Fim e 3 delegati Fiom, ha stipulato un accordo aziendale molto importante; accordo avvenuto al termine di una difficile trattativa. La Rsu in carica dal 20 ottobre (per la prima volta eletta) ha intrapreso fin da subito una trattativa per gli adeguamenti salariali dei lavoratori di Pneumax spa; che conta nel sito di Lurano circa 450 dipendenti.

La trattativa si è conclusa con un accordo storico per questa azienda e in controtendenza con tante contrattazioni aziendali, sempre più legate alla produttività, alla presenza o al welfare: 100 € permanenti e fissi, dal 1° al 7° livello per 13 mensilità, non assorbibili da nessun altra contrattazione nazionale o di secondo livello. Siamo soddisfatti perché trattasi di soldi veri, fissi dati a tutti i lavoratori che sono la vera forza dell'azienda.

Matteo e Walter, delegati Fiom 'Pneumax'


venerdì 26 febbraio 2021

27 febbraio - Sciopero ai cancelli Amazon

Presidio a Fubine davanti ai cancelli di Amazon: “Chiediamo più sicurezza”

Mattinata di sciopero e di assemblee a Fubine, in provincia di Alessandria, davanti ai cancelli di Amazon, dove lavoratori, sindacati e Rsa hanno protestato contro carichi di lavoro, sull’ingresso delle aziende denominate 2.0 e sulla richiesta di cassa integrazione che riguardano gli addetti alla distribuzione merci del colosso americano.


Presidio dei corrieri Amazon, questa mattina, davanti alla sede del colosso dell'e-commerce di Brandizzo, nel Torinese. La manifestazione è stata promossa dalla Uiltrasporti per protestare "contro le insostenibili condizioni in cui operano i corrieri". Lo sciopero, proclamato per l'intera giornata, riguarda le aziende di trasporto che operano per conto di Amazon.
Nella regione sono settecento i fattorini che lavorano per le ditte Elpe, Madilo, Nuova Express Line e Teamwork che si occupano di consegnare i pacchi presi dagli stabilimenti di Fubine (Alessandria), Marene (Cuneo) e Brandizzo (Torino).
Pronto un esposto in procura perché l'azienda, in virtù dell'enorme carico di lavoro, porterebbe i corrieri a violare sistematicamente il codice della strada, con l'aggravante di eventuali multe a carico proprio degli autisti. "L'algoritmo di Amazon a nostro giudizio è fuorilegge perché induce i lavoratori a trasgredire le norme della strada che in 8 ore 45 minuti di lavoro devono fare 140 consegne. Abbiamo chiesto più volte di rivedere i carichi di lavoro, ma siamo inascoltati. A questo punto saremo obbligati a fare questo esposto. Non dobbiamo aspettare che qualcuno muoia".
Amazon replica: "I fornitori di servizi di consegna sono nostri partner e noi lavoriamo insieme a loro per definire degli obiettivi realistici che non mettano sotto pressione loro e i loro dipendenti. Utilizziamo una tecnologia che prende in considerazione molteplici aspetti per determinare la quantità di pacchi che un autista può consegnare in sicurezza durante il suo turno di lavoro. Gli autisti sono assunti dai fornitori di servizi di consegna tramite il ccnl Trasporti e Logistica e percepiscono salari competitivi. Il pagamento delle multe e dei danni ai furgoni non è incluso nell’accordo".

giovedì 25 febbraio 2021

26 febbraio - MILANO: CONTRIBUTO AL DIBATTI/AZIONE DEL PATTO ANTICAPITALISTA

 

Ai/alle compagni/compagne del Patto Milano, comunico che per impegni di lavoro oggi non sarò presente alla riunione. Comunque invio alcune riflessioni/contributo in merito ad alcuni punti all’ordine del giorno e ci riaggiorniamo dopo report della riunione

1) in merito alla presenza del Patto alle mobilitazioni di sabato 20: pur non essendo presenti perché impegnati nell’assemblea lavoratori/lavoratrici combattivi abbiamo sostenuto l’intervento del patto con il suo appello; su una valutazione più completa ci dobbiamo, ragionare a partire dallo sciopero del 29 e dal dato/segnale che, anche se con numeri piccoli, ha visto scioperare lavoratrici/lavoratori della sanità non iscritti allo Slai Cobas sc, e non solo all’Istituto Tumori, e proprio su indizione e chiamata alla lotta classista e in piena sintonia con la piattaforma del Patto e dell’assemblea lavoratori combattivi.

Nel patto bisogna conoscere e approfondire – e questo anche noi non lo facciamo abbastanza - le condizioni reali che si vivono tutti gli operatori sanitari, di cui le lavoratrici sono la maggioranza, nello sciopero abbiamo cominciato a rompere l’accerchiamento/isolamento/il bavaglio,a fronte del fatto che ci hanno trattati, e continuano, a massacrarci come carne da macello mentre ci sono le minacce di licenziamenti/provvedimenti disciplinari; in questo contesto dobbiamo agire non solo verso medici e infermieri ma anche verso gli altri lavoratori, dagli oss agli appalti, le cui condizioni di lavoro sono anche peggiori, con l’obiettivo di sconfiggere la “guerra tra poveri” e unire tutti e tutte alla battaglia generale e anticapitalista, sia per ottenere dei risultati parziali Noi pensiamo che questo duro e faticoso lavoro, con le poche forze che abbiamo, vada sostenuto e fatto proprio all’interno del patto milanese, sopratutto in vista dell’appuntamento nazionale di aprile sulla sanità che l’assemblea nazionale del patto di domenica ha confermato

In questa fase dobbiamo lavorare ovunque per sciopero dell’8 marzo, facendo arrivare questo messaggio a tutti i lavoratori e lavoratrici de gli altri sindacati di base e lavoratori di altri ospedali.

Propongo che diffondiamo un volantino a tutti gli ospedali che preparo come istituto tumori come bozza e che approviamo rapidamente in vista dell’8 marzo


Chiudo proponendo che nella prossima riunione di mettere all’ordine del giorno

1 - l’appello uscito dall’assemblea nazionale

2 - la questione organizzativa/coordinamento

3 – la proposta di costruzione di una manifestazione nazionale contro il governo

buon lavoro

Giuseppe – Slai Cobas sc Istituto tumori


25 febbraio - PALERMO VS SCIOPERO 8 MARZO: La piattaforma delle donne alle lavoratrici, precarie, disoccupate in lotta... Verso l'8 Marzo/sciopero delle donne

 

Palermo

Assemblea Lunedì delle precarie Assistenti igienico-personale quasi ogni giorno in piazza che hanno condiviso tutte le ragioni  dello sciopero delle donne dell'8 marzo e che si stanno anche organizzando  per portare la piattaforma delle donne e l'appello/invito dello sciopero ad altre

lavoratrici/precarie/donne

In solidarietà con le lavoratrici e lavoratori precari dello spettacolo al sit-in a Piazza Massimo contro precarietà e disoccupazione, per la regolarizzazione del lavoro... abbiamo portato la piattaforma delle donne/lavoratrici/volantino sciopero dell'8 marzo. 




25 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA - PER IL CENTENARIO DEL PCI - oggi si fa in diretta

 


mercoledì 24 febbraio 2021

24 febbraio NEI MAGAZZINI SEMPRE CAPORALATO. VARIA IL GRADO DI SFRUTTAMENTO, LA RESISTENZA E L’ORGANIZZAZIONE CHE I LAVORATORI METTONO IN CAMPO RESTITUISCE DIGNITÀ SOLDI DIRITTI IN DIVERSA MISURA MA GLI APPALTI SONO SOLO MODERNO CAPORALATO, UNA PISTOLA ALLA SCHIENA DEI LAVORATORI

A XPO DI TREZZO, COOP GIPIELLE, PER I SOCI RINNOVO DEI CONTRATTI SOLO IN CAMBIO DELLE CONCILIAZIONI TOMBALI GARANTITE DAL SINDACALISTA AMICO, CONTROLLO E MERCATO SULLA VITA DEI FACCHINI, FINO AI CONTRATTI DI AFFITTO, FINO AL COMMERCIO/RICATTO DEI PERMESSI DI SOGGIORNO, SPECULAZIONI SULLA CASSA COVID

LUNEDÌ 22 SCIOPERO, CONTINUA LA LOTTA, MA SERVE UNA MOBILITAZIONE AMPIA E COORDINATA DELLE STRUTTURE DI CLASSE GIÀ ORGANIZZATE NEI MAGAZZINI DEL GRUPPO XPO

ANCHE NELLA LOGISTICA, I LAVORATORI IN LOTTA, CONFERMANO QUANTO SIA GIUSTA ED URGENTE LA RIVENDICAZIONE DEI DOCUMENTI DI SOGGIORNO PER TUTTI I LAVORATORI NEL PAESE, E QUANTO SIA IMPORTANTE ALLARGARE E RAFFORZARE LE MOBILITAZIONI DELLE CAMPAGNE IN LOTTA, DEL PATTO D’AZIONE... IN PREPARAZIONE PER MARZO

 


martedì 23 febbraio 2021

24 febbraio - info solidale Milano: PRESIDIO LAVORATRICI/LAVORATORI ALBERGHI E DELEGAZIONE ALL'ASSESSORATO LAVORO/TURISMO

 





24 febbraio - info solidale Napoli: DISOCCUPATI - STUDENTI - LAVORATORI DELLO SPETTACOLO, UNITI NELLA LOTTA E NELLA SOLIDARIETÀ

 







24 febbraio - info solidale: MILANO, TRA OCCUPAZIONI, PRESIDI, BICICLETTATE, ASSEMBLEE, la mobilitazioni dei/delle lavoratori/lavoratrici dello spettacolo

 

Milano: occupato ex cinema Arti da studenti e lavoratori dello spettacolo

23 Febbraio 2021

Oggi studenti e studentesse di varie scuole, insieme ad un gruppo di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dopo un anno senza vera istruzione, si sono riappropriati di uno spazio della cultura abbandonato: l'ex cinema abbandonato in via Mascagni 8.

Dopo le occupazioni delle scuole di Gennaio, il mondo della scuola si unisce a quello dello spettacolo per chiedere non solo una riapertura di luoghi della formazione e della cultura in sicurezza, ma per una riforma radicale di entrambi i settori.

Vogliamo che si investa fino al 5% di PIL sull'istruzione, che sia tutelato veramente il diritto allo studio, che si attivi un piano nazionale di edilizia scolastica, che si renda l'istruzione, compresa l'università e l'accademia, realmente gratuita e accessibile a tutte e tutti, che si elimini il precariato dei docenti e le classi pollaio aumentando gli spazi e riducendo gli studenti per classe.

I lavoratori dello spettacolo chiedono misure di sostegno al reddito adeguate al periodo di emergenza e quindi fino a fine 2021, una ripartenza totale del settore con aiuti concreti per tutti gli spazi culturali e l'apertura di un tavolo interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore dello spettacolo e cultura con il Ministero del Lavoro il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per una riforma strutturale necessaria di tutto il settore.

L’ingresso nello spazio, chiaramente, è avvenuto in sicurezza dal punto di vista sanitario, attraverso tamponi antigienici svolti in loco, termoscanner, DPI, igienizzazione e riqualificazione dello spazio.

Vogliamo riprenderci i nostri spazi fisici, politici e di partecipazione.

Vogliamo che venga ridata dignità al lavoro di lavoratrici e lavoratori del settore della cultura e dello spettacolo.

Vogliamo tutto.

- Studentesse e studenti insieme a lavoratrici e lavoratori dello spettacolo

Da Collettivo Kasciavìt





24 febbraio - info solidale: Sulla mobilitazione di sabato 20 dei Comitati e Associazioni per Una Sanità Pubblica e Rinforzata. Articolo e la piattaforma rivendicativa

 

PRIMA L'OSPEDALE DI SESTO, ORA IL BASSINI

Come molti sanno, abbiamo costruito 10 proposte per migliorare il servizio sanitario pubblico e su queste raccolto ben oltre un migliaio di firme.

Da alcuni mesi per presentare le 10 proposte stiamo cercando di avere un INCONTRO con:

>>>> la Direzione ASST che gestisce l'ospedale di Sesto e il Bassini e diversi servizi tra cui lo sportello scelta e revoca del medico di base

>>>> la Direzione ATS che gestisce l'assegnazione dei medici di base su Milano e provincia.

Il 16 gennaio abbiamo fatto un presidio davanti all’Ospedale di Sesto impoverito di molte attività di cura e diagnosi.

COLORO CHE PRENDONO LE DECISIONI SULLA SANITA’ PUBBLICA PER IL NOSTRO TERRITORIO CONTINUANO A NON CONSIDERARE LE RICHIESTE INDISPENSABILI PER RISPONDERE AI BISOGNI DELLA POPOLAZIONE.

Noi chiediamo:

medici di base in numero sufficiente

sportelli funzionanti e accessibili a tutti gli utenti senza essere costretti a lunghe code o con sistemi di accesso non adeguati anche alla popolazione anziana

informazioni certe sul futuro degli Ospedali ed in particolare quello di Sesto, con Reparti e Ambulatori anche per patologie che non c’entrano con il Covid e per la Prevenzione.

Visite ed esami in tempi brevi e che non siano cancellati.

Una medicina territoriale funzionante, con la medicina scolastica e la medicina del lavoro.

Su questi punti non abbiamo mai avuto un cenno da parte delle Direzioni ATS e ASST e sui disagi che la mancanza di questi punti provoca non abbiamo visto nessun interesse forte e costante neppure dai Sindaci, in particolare quelli di Sesto e Cinisello.

Il 20 febbraio è una data significativa perché quella in cui è stato segnalato il primo caso Covid, la cui gestione ha mostrato i limiti del sistema sanitario lombardo.

Sesto San Giovanni, febbraio 2021

Rete Salute Sanità Pubblica


24 febbraio - ARCELOR/MITTAL ULTIME NOTIZIE

 


VENERDI' 26 ALLE 17  informativa telematica nazionale sul processo e sulla situazione attuale in Ilva/ArcelorMittal 
Per collegarsi il link è: https://meet.google.com/wrm-ocia-ier per eventuali problemi tecnici tel a 3355442610
Slai Cobas per il sindacato di classe - Taranto

1

intanto in fabbrica

1....badge disattivati senza  nessuna comunicazione per i dipendenti di Arcelor Mittal che scoprono di esser stati messi in cassa integrazione una volta raggiunta la portineria – ; quando quindi si apprestano a varcare la soglia della fabbrica per iniziare il proprio turno di lavoro, allora si trovano davanti la novità: il badge è stato disattivato. lavoratori che in alcuni casi, per raggiungere il posto di lavoro, partono da luoghi non vicinissimi come le province di Bari e Lecce, o addirittura dalla Calabria, e quindi sostengono spese per gli spostamenti. 

2 ....Continuano inoltre ad essere insufficienti i Dispositivi di Protezione Individuale e gli igienizzanti forniti all’interno della fabbrica, quando l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 continua a far registrare numeri piuttosto alti, e si ravvisano situazioni di rischio soprattutto nella zona dei Parchi Minerali e delle Acciaierie. Assolutamente indispensabile evitare focolai pericolosi che sarebbero difficili da controllare”.

3

ai sindacati confederali e usb è bastato un incontro con Giorgetti per revocare lo sciopero del 24 febbraio chiaramente era uno sciopero nato morto

uno sciopero vero è invece necessario se gli operai vogliono tornare in campo ma ha senso se fatto sulla piattaforma operaia e per prendere la testa della lotta lavoro e salute in fabbrica e in città

la proposta Slai Cobas avanza - vedi le 400 firme operaie sulla piattaforma - contro l'ostracismo di tutti i sindacati ma c'è da lavorare nelle prossime settimane

Slai Cobas per il sindacato di classe

altri due avvocati di Torino, Sergio Bonetto e Enzo Pellegrin, tutti legali delle parti civili, organizzate dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, di operai Ilva/appalto, cimitero, abitanti dei quartieri inquinati, ha fatto un intervento toccante, efficace, utilizzando anche una sezione della mappa di Taranto che dimostra come l'Ilva incomba sulla città, sui Tamburi, cimitero, che ha attirato l'attenzione della Corte d'Assise.

Subito dopo è intervenuto l'avvocato Silvestre Andrea di Taranto, sempre legale delle parti civili Slai Cobas sc. e oggi l'avvocato Lamanna in aula delle parti civili erano presenti s vari operai dell'Ilva e lavoratori cimiteriali chiamati dallo Slai Cobas sc, perchè proprio gli operai siano i principali protagonisti di questa battaglia di classe, di giustizia, contro il capitale e il suo sistema che vive sullo sfruttamento e il sangue.

23 febbraio - info solidale: SCIOPERO ALLA FIAT PLASTIK, KRAGUJEVAC SERBIA

 

Giovedì 18 febbraio è scoppiato lo sciopero nella fabbrica Fiat Plastik di Kragujevac, in Serbia, che produce i paraurti della 500 L. L’azienda è una consociata della FCA Srbija (ex Zastava).
La causa principale della lotta, che è promossa da un Comitato di sciopero composto da giovani operai, sono le riduzioni di salario, avvenute con un atto di prepotenza della direzione dello stabilimento, e le riduzioni dell’indennizzo per i giorni di ferie, inferiori a quelle di altre aziende.
In totale, sono circa 15.000 dinari (128 euro) al mese rubati agli operai della Fiat Plastik, per incrementare i profitti dell’azienda, che beneficia anche di sussidi statali.

I rappresentanti del Comitato di sciopero hanno dichiarato che lo sciopero andrà avanti bloccando l’intera produzione finché le rivendicazioni degli operai, che consistono anzitutto nel riportare il salario al livello precedente, non saranno soddisfatte.

Un primo sciopero di avvertimento era stato effettuato il 12 gennaio, senza però raggiungere nessun accordo nelle trattative con l’azienda che sono andate avanti sino ai primi di febbraio.

La direzione aziendale aveva messo in libertà gli operai martedì scorso per cercare di evitare lo sciopero, i cui effetti si faranno sentire nei prossimi giorni in altre fabbriche FCA del distretto.

23 febbraio - IN STELLANTIS LE VIDEOCONFERENZE TRA AZIENDA E SINDACATI NON SERVONO AI LAVORATORI

 da

Operai Contro

L’ennesima offesa all’intelligenza dei lavoratori si è consumata nell’ultima videoconferenza.
A nessun lavoratore di Melfi sono rimasti permessi personali dell’anno precedente, lo sanno tutti tranne i sindacati, che si “accordano” con l’azienda affinché si utilizzino ferie e par del 2020 per far maturare i ratei a coloro che lavoreranno meno di metà mese ( praticamente tutti ).
Così come la comunicazione che l’azienda, da ora in poi, consegnerà calendari con la cassa integrazione individuale ogni settimana e non più ogni mese, anche questa notizia arrivata dall’ultima videoconferenza.
Non c’è bisogno di una quantità infinita di sindacalisti se il loro unico compito è trasferire ai lavoratori ciò che ha deciso unilateralmente il padrone, basterebbe un buon cane da riporto o un piccione viaggiatore.
La realtà è nota da decenni, i sindacati non esistono più per rappresentare i lavoratori ma solo per contrattare, elemosinare, qualche privilegio personale.
Queste videoconferenze sono una farsa, non servono a nulla, sicuramente non servono ai lavoratori.
I sindacati non sono mai credibili, che si dichiarino preoccupati, arrabbiati, entusiasti cambia poco, alla fine vengono puntualmente smentiti dai fatti o dal padrone.

23 febbraio - NELLE FABBRICHE AVANZANO I CONTAGI

riprendiamoci nelle mani la lotta - organizzando il sindacato di classe - fuori e contro gli attuali sindacati confederali e buona parte dei sindacati di base

 

La pandemia continua ad imperversare e, con le varie mutazioni che il virus sta producendo, stanno aumentando pericolosamente i contagi tra gli operai delle fabbriche, tra gli operai dei macelli e tra quelli degli hub. Con il rischio di assumere proporzioni di gran unga superiori alla prima ondata di contagi.
“La prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livello di protezione…” questa è una delle condizioni riportate e approvate dal sindacato nel documento sottoscritto tra governo padroni e sindacati. Una condizione che nella realtà non si è mai realizzata. Tutte le normative inerenti alla profilassi per la prevenzione della pandemia sono andate a farsi friggere, i padroni, come al solito, piuttosto di applicare le elementari norme di prevenzione, che avrebbero potuto produrre un rallentamento della produzione, hanno tirato diritto per i loro interessi. Ma quando la pandemia ha raggiunto, nei contagi, dimensioni drammatiche, non garantendo più un livello di produzione adeguato al loro profitto, hanno preferito utilizzare la cassa integrazione buttando in mezzo alla strada con un salario ridotto migliaia di operai.

Lo stesso segretario della Fiom del Piemonte, Giorgio Airaudo, di fronte all’esplodere dei contagi non ha potuto, suo malgrado, constatare che la situazione nelle fabbriche metalmeccaniche piemontesi è al limite di guardia.

Un indagine empirica della Fiom Piemonte afferma che: “su 167 aziende monitorate in quasi la metà (79), ci sono lavoratori contagiati e/o in quarantena fiduciaria e solo in 66 ci sono protocolli per la sicurezza definiti con Rsu e Rls”

Oltretutto la nota mette in luce il fatto che gli operai in quarantena debbano pagarsi, con i propri istituti contrattuali, ferie, par (le vecchie riduzione di orario) e permessi non retribuiti i giorni persi per contrastare il contagio.


lunedì 22 febbraio 2021

22 febbraio - DAL PATTO D'AZIONE ANTICAPITALISTA: UN APPELLO A CHI STA ANCORA A GUARDARE

 

Cari compagni e care compagne,

Sono stati mesi estremamente complicati per tutti noi, la fase pandemica fa in maniera esponenziale la sua strada mietendo centinaia di migliaia di morti e gli stati impongono ai propri cittadini, nell’ordine di miliardi di unità, l’obbligo di stare in casa o a morire come carne da macello nelle fabbriche o magazzini per la difesa dei profitti, senza contare il fatto che muoiono sul lavoro, per la fame o per l'inquinamento altrettante persone.

Il modo di produzione capitalistico e’ la fonte di tutto ciò e questa crisi epidemica di intreccia con una crisi strutturale profonda del sistema accentuando le contraddizioni del capitalismo ad ogni livello; economico, politico e sociale. L’impatto della pandemia ha accelerato con forza dei processi economici preesistenti, nell’aumento della concentrazione, nel intensificazione del grado di sfruttamento dei lavoratori e di una conseguente riduzione degli spazi di agibilità politica e sindacale delle organizzazioni dei lavoratori e complessivamente un’involuzione della stessa democrazia borghese e impone nell’immediato, una riorganizzazione di un sistema di governo che sappia superare in modo meno caotico la fase che vede la crescita esponenziale dell’epidemia.

Un rafforzamento dell'esecutivo di governo per tappare le falle prodotte dall’epidemia, controllare nell’accentuarsi della crisi i movimenti sociali che le contraddizioni risvegliano, mantenere le condizioni produttive perche’ le merci prodotte siano concorrenziali sui mercati internazionali.

Tutto ciò impone alle classi dominanti italiane una ristrutturazione strategica basata sui nuovi paradigmi produttivi e finanziari che questa accelerazione ha comportato a livello internazionale.

Il governo Draghi nasce proprio dalla necessità di compattare le varie frazioni borghesi intorno ad un piano di riorganizzazione della struttura e sovrastruttura capitalistica per un posizionamento strategico del paese nel percorso della crisi in modo da non perdere peso con i diretti concorrenti internazionali.

Questa forte e improvvisa accelerazione, assieme alla stessa esperienza della pandemia, ha fatto emergere maggiormente la percezione di molte delle contraddizioni che viviamo, aprendo anche uno spazio perché ci sia una intensificazione delle lotte esistenti e per un loro allargamento.

L’ esistenza di questa possibilità oggettiva, dovuta in gran parte alla violenta reazione del capitalismo in crisi e alla rapidità con cui questa crisi si è affermata, non basta per determinare automaticamente lo sviluppo di un vasto movimento di lotta spontaneo, come l’ esperienza degli ultimi mesi ci ha insegnato. Nonostante ciò non dobbiamo sottovalutare come questa crisi che stiamo affrontando abbia diffuso sempre più un sentimento o una percezione di incompatibilità tra la propria vita e questo sistema, anche nelle fasce più giovani della popolazione.

Per questo, insieme a centinaia di compagne e compagni e organizzazioni sindacali e politiche, abbiamo dato vita ad un movimento che non e’ circoscritto al perimetro dato dalle sommatorie delle singole organizzazioni o l’ennesima prova di forza delle proprie, insufficienti, capacità politico-organizzative ma come confronto che ha definito una piattaforma politica di fase che ha potuto e potrà essere il motore su cui connettere nell’immediato le lotte più avanzate oggi esistenti, con i lavoratori più combattivi. Tutto ciò, per non vanificare le possibilità che le contraddizioni sollecitano, nel dare una risposta agli attacchi che la borghesia porta avanti nei confronti del proletariato favorendo la formazione di un fronte unico di lotta.

Il Patto d’Azione anticapitalista per il Fronte Unico di classe è nato a inizio Febbraio dell’anno scorso nel solco di questa necessità : sulla base di una piattaforma politica condivisa si sono uniti gli sforzi di ognuno per rafforzare il movimento di classe di fronte alle offensive padronali.

Il Patto si è costruito attorno a pochi semplici ma imprescindibili punti che si basano: sull’incompatibilità tra gli interessi di classe dei lavoratori con quelli dei padroni e dei loro governi, sulla battaglia contro il sovranismo per l’internazionalismo di classe, l’irriformabilità del sistema capitalista e lo strumento della lotta come unico elemento centrale per la soddisfazione degli interessi immediati dei proletari e dei nostri bisogni contemporanei in una prospettiva anticapitalista

Nell’ ultimo anno vari elementi di controtendenza ci sono stati, non ci arroghiamo di intestarci la totalità del merito ovviamente ma siamo convinti che il percorso di lotta in cui ci stiamo impegnando abbia svolto un ruolo importante e positivo. Tuttavia per quanto significativi siano stati i risultati prodotti riconosciamo la forte necessità di allargare ulteriormente il fronte di lotta nelle fabbriche, nei magazzini e in tutti i luoghi di lavoro, ogni nostro comune sforzo è incanalato appunto nella direzione di una mobilitazione sempre più ampia dei lavoratori mese dopo mese.

Questo è il compito che collettivamente ci siamo dati per fronteggiare questa fase e contrastare la sempre più dura offensiva politica borghese che si espressa in questi ultimi anni attraverso i governi Conte uno e due, l’attuale governo Draghi e i futuri che si potranno formare

Vi inviamo questa lettera non per chiedervi l’adesione automatica al percorso, ma per un confronto sui contenuti e le indicazioni di lotta, rispetto alle necessità generali che questa fase ci pone di fronte.

Il Patto d’Azione ha promosso diverse azioni sul piano nazionale, scioperi di categoria, giornate di mobilitazione diversificate sui territori, e ha dato vita ad un abito di confronto tra Lavoratori e Lavoratrici Combattivi, che ha, tra le varie attività, dato vita all’importante sciopero generale e intercategoriale del 29 Gennaio, un momento importante, atteso da tempo, che ha visto impegnati lavoratori e lavoratrici combattivi di diversa collocazione settoriale in cui è divisa la forza lavoro occupata e disoccupata indipendentemente dall’appartenenza o affiliazione politica e sindacale. Abbiamo fatto tanto, la partita non è chiusa e siamo intenzionati a giocarla fino in fondo, soprattutto nella nuova fase aperta dal governo Draghi.

CREDIAMO CHE IL DIBATTITO E LA DISCUSSIONE SIANO ELEMENTO CENTRALE DELLA CRESCITA SOGGETTIVA DI TUTTO IL MOVIMENTO, CONFIDIAMO CHE GLI SFORZI, NEI QUALI SIAMO STATI COSÌ DURAMENTE IMPEGNATI COME PATTO D’AZIONE NEGLI ULTIMI MESI PER DARE IL PIÙ AMPIO RESPIRO POSSIBILE A TUTTI I PROCESSI DI LOTTA NEL NOSTRO PAESE, POSSANO ESSERE NUOVO STIMOLO PER UNA DISCUSSIONE APERTA SULLE PROSPETTIVE DI LOTTA E PER UN AVANZAMENTO DEL NOSTRO CAMPO NEL MOMENTO IN CUI LE CONDIZIONI E LE NECESSITÀ DEI LAVORATORI NON RENDONO PIÙ RIMANDABILE TUTTO QUESTO.

PATTO D’AZIONE ANTICAPITALISTA

PER UN FRONTE UNICO DI CLASSE


22 febbraio - dal blog tarantocontro: OGGI AL PROCESSO ILVA È SUONATA FORTE LA VOCE/DENUNCIA DEI LAVORATORI, ABITANTI DEI QUARTIERI INQUINATI, FAMIGLIARI

 

Oggi al processo Ilva - in cui la parola era alle parti civili - l'avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino, a nome anche degli altri due avvocati di Torino, Sergio Bonetto e Enzo Pellegrin, tutti legali delle parti civili, organizzate dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, di operai Ilva/appalto, cimitero, abitanti dei quartieri inquinati, ha fatto un intervento toccante, efficace, utilizzando anche una sezione della mappa di Taranto che dimostra come l'Ilva incomba sulla città, sui Tamburi, cimitero, che ha attirato l'attenzione della Corte d'Assise.

Subito dopo è intervenuto l'avvocato Silvestre Andrea di Taranto, sempre legale delle parti civili Slai Cobas sc. 

Oggi in aula delle parti civili erano presenti solo vari operai dell'Ilva e lavoratori cimiteriali chiamati dallo Slai Cobas sc, perchè proprio gli operai siano i principali protagonisti di questa battaglia di classe, di giustizia, contro il capitale e il suo sistema che vive sullo sfruttamento e il sangue.

VENERDI' 26 ALLE 17 daremo un informativa telematica nazionale sul processo e sulla situazione attuale in Ilva/ArcelorMittal - durante questa informativa on line faremo sentire l'intervento di oggi dell'avv. Vitale.

A Taranto si può seguire l'incontro in presenza, venendo alla sede Slai Cobas via L. Andronico, 47.

o collegandosi via internet - il link è: https://meet.google.com/wrm-ocia-ier
per eventuali problemi tecnici tel a 3355442610 o 3475301704 



domenica 21 febbraio 2021

21 febbraio - OGGI ASSEMBLEA DEL PATTO D'AZIONE ANTICAPITALISTA PER IL FRONTE UNICO

 

Unire l'opposizione proletaria e popolare contro

il nuovo Governo Draghi su base di classe e di massa


Bisogna partire dal Patto d'Azione Anticapitalista per un fronte unico di classe per allargarlo sul piano politico sociale ma sempre in distinzione e con fuori dalle sue file le forze che in qualche misura sono legate a Draghi e i suoi partiti di di riferimento,

Questo vuol dire ribadire un NO chiaro ai sovranisti/populisti di 'sinistra'/gruppi legati ai 5 stelle -

questo vuol dire NO alle forze che operano all'interno della CGIL/FIOM che non pratichino una linea di rottura aperta e pratica nelle fabbriche e i posti di lavoro con CGIL/FIOM di Landini

L'altro e ultimo problema è l'atteggiamento netto da avere verso i cartelli elettorali che involucrano forze che sembrano avere come obiettivo e stile di lavoro , sopratutto quello di ricostruire ' una sinistra elettorale'.

Dobbiamo lavorare con determinazione e chiarezza, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse proletarie, e costruire a partire dallo sciopero del 29 una manifestazione nazionale che ci ponga come punto di riferimento sindacale. sociale, politico per tutti i proletari e masse popolari, sui posti di lavoro e sul territorio contro padroni, governo Draghi, stato del capitale.


Slai Cobas per il sindacato di classe - Coordinamento Nazionale

21 febbraio 2021