SOLO
LA LOTTA FA CRESCERE LA COSCIENZA DI CLASSE – LA LOTTA DEGLI OPERAI
CONTRO IL GOVERNO, LO STATO – L’ALLEANZA CON I MOVIMENTI SOCIALI
– L’UNIONE DEGLI OPERAI A LIVELLO INTERNAZIONALE
Dal Testo di Lenin:
“…Gli operai acquisiscono una coscienza di
classe quando comprendono che l’unico mezzo per migliorare la loro
situazione e per conseguire la loro emancipazione sta nella lotta
contro la classe dei capitalisti e dei fabbricanti...
Inoltre, coscienza degli operai significa comprensione del fatto che
gli interessi di tutti gli operai di un dato paese sono
identici, solidali, che gli operai costituiscono un’unica classe,
diversa da tutte le altre classi della società. Infine,
coscienza di classe degli operai significa consapevolezza del fatto
che, per raggiungere i propri scopi, gli operai devono
necessariamente poter influire sugli affari dello Stato…
In che modo gli operai acquisiscono la
consapevolezza di tutto questo? Gli operai l’acquisiscono
attingendola incessantemente dalla stessa lotta che
cominciano a condurre contro i fabbricanti, e che si estende sempre
più, diviene sempre più aspra e coinvolge un numero sempre maggiore
di operai... gli operai hanno cominciato a comprendere
l’antagonismo fra gli interessi della classe degli operai e gli
interessi della classe dei capitalisti. Invece di sentire
confusamente di essere oppressi, essi hanno cominciato a capire in
che cosa e come precisamente il capitale li opprime… …Ogni
sciopero arricchisce l’esperienza di tutta la classe operaia.
Se lo sciopero è vittorioso, esso dimostra
quale forza rappresenta l’unione degli operai, e induce gli altri
operai ad avvalersi della vittoria dei compagni. Se
fallisce, induce a discutere sulle cause del fallimento
e a ricercare metodi di lotta migliori… L’aiuto agli
operai deve consistere nell’indicar loro le esigenze più urgenti
per le quali si deve lottare, nell’esaminare
le ragioni che aggravano particolarmente la situazione
di questi o quegli operai, spiegare le leggi e i
regolamenti sulle fabbriche, la cui violazione (oltre ai
trucchi fraudolenti dei capitalisti) espone tanto spesso gli operai a
una duplice rapina. Aiutare gli operai vuol dire esprimere
in modo più esatto e più preciso le loro rivendicazioni e
formularle pubblicamente, scegliere il momento più opportuno per la
resistenza, scegliere il metodo di lotta, discutere la
situazione e valutare le forze delle due parti
impegnate nella lotta, ricercare se esiste un metodo migliore di
lotta (che può essere, forse, una lettera al fabbricante oppure un
ricorso all’ispettore o al medico, secondo le circostanze, quando
non sia necessario passare direttamente allo sciopero, ecc.).
Attraverso questa lotta… gli operai,
esaminando le diverse forme e i diversi casi di sfruttamento…
imparano a comprendere il sistema sociale che si fonda sullo
sfruttamento del lavoro da parte del capitale. In
secondo luogo, in questa lotta gli operai sperimentano
le proprie forze, imparano a unirsi, a comprendere la
necessità e l’importanza di unirsi…
In terzo luogo, questa lotta
sviluppa la coscienza politica degli operai... nel corso
della lotta che essi conducono contro i fabbricanti per le proprie
necessità quotidiane, sono indotti in modo spontaneo e
inevitabilmente a interessarsi degli affari dello Stato, dei problemi
politici… (di) come vengono promulgate le leggi e i regolamenti e
quali interessi essi servono. Ogni vertenza di lavoro
pone necessariamente gli operai in conflitto con le leggi e coi
rappresentanti del potere statale…
...Che cosa vuol dire che la
lotta della classe operaia è una lotta politica? Vuol
dire che la classe operaia non può lottare per la propria
emancipazione se non riesce a esercitare un’influenza sugli affari
dello Stato, sulla direzione dello Stato, sulla promulgazione delle
leggi…
quanto più il movimento operaio continuerà a
progredire, tanto più chiaramente e recisamente si rivelerà e si
farà sentire l’assoluta mancanza di diritti politici degli operai…
La conquista della libertà politica diviene la
«questione più urgente per gli operai», perché senza di essa gli
operai non hanno né possono avere alcuna influenza sugli affari
dello Stato...
…il governo non sta al di sopra
delle classi, ma prende sotto la sua protezione una
classe contro l’altra, prende sotto la sua protezione la classe
degli abbienti contro i nullatenenti, dei capitalisti contro gli
operai.
Esiste quindi un solo mezzo per porre fine
allo sfruttamento del lavoro da parte del capitale: liquidare la
proprietà privata degli strumenti di lavoro, trasferire tutte le
fabbriche, le officine, le miniere, tutte le grandi proprietà
terriere, ecc. nelle mani di tutta la società, e organizzare la
produzione socialista, diretta dagli stessi operai… Ma a tal fine è
indispensabile che il potere politico, ossia la direzione dello
Stato, dalle mani di un governo influenzato dai capitalisti e dai
proprietari terrieri, o dalle mani di un governo composto
direttamente da rappresentanti eletti dai capitalisti, passi nelle
mani della classe operaia… L’unione degli operai di tutti i paesi
diventa necessaria, perché la classe dei capitalisti, che domina
sugli operai, non limita il proprio dominio a un solo paese. Le
relazioni commerciali fra i diversi Stati divengono sempre più
strette e abbracciano un campo sempre più vasto; il capitale viene
trasferito continuamente da un paese a un altro. Le banche, questi
depositi di capitali che raccolgono il capitale in ogni luogo e lo
danno in prestito ai capitalisti, da nazionali diventano
internazionali… Le grandi società per azioni già si accingono a
dirigere le imprese capitalistiche non in un solo paese ma
simultaneamente in alcuni paesi; si creano le società internazionali
del capitalisti. Il dominio del capitale è internazionale... Ecco
perché il compagno dell’operaio russo nella lotta contro la classe
dei capitalisti è l’operaio tedesco, polacco, francese, così come
il suo nemico sono i capitalisti russi, polacchi, francesi… Essi (i
capitalisti) si gettano avidamente sul giovane paese dove il governo
è così ben disposto e servile verso il capitale come in nessun
altro luogo, dove essi trovano operai meno uniti e meno capaci di
opporre resistenza che in Occidente, dove molto più basso è il
tenore di vita degli operai, e, quindi, anche il loro salario, sicché
questi capitalisti stranieri possono realizzate profitti colossali,
mai ottenuti nei loro paesi… …(infine) Il programma
dichiara che alleati degli operai sono, in primo luogo, tutti gli
strati della società che lottano contro il potere assoluto del
governo autocratico. Giacché questo potere assoluto è
l’ostacolo principale alla lotta degli operai per la propria
emancipazione, ne consegue che l’interesse diretto degli operai
impone che si sostenga ogni movimento sociale diretto contro
l’assolutismo… Ma, pur dichiarando che appoggerà ogni movimento
sociale diretto contro l’assolutismo, il partito socialdemocratico
proclama che non si separerà dal movimento operaio, perché la
classe operaia ha propri interessi specifici, opposti agli interessi
di tutte le altre classi…
*****
Lenin qui spiega perchè solo la lotta, gli
scioperi sviluppano la coscienza come classe degli operai.
Ogni concezione educazionista, di influire sulla
coscienza degli operai con le sole parole, la sola propaganda non
collegata alla lotta, è illusoria, impotente, ma soprattutto frutto
di una ideologia piccolo borghese, che resta tale anche se espressa e
praticata da forze che si dicono comuniste.
Chi non ha mai aiutato gli operai ad organizzare
uno sciopero, a formulare precisamente e meglio le rivendicazioni, a
comprendere la situazione (che a volte porta a incoraggiare i
lavoratori, superando ogni timidezza, sfiducia, opportunismi; altre
volte a frenarne la rabbia, l’eccitazione di tutto e subito, ecc.)
non ha “titolo”, “diritto” di organizzare, dirigere la lotta
politica e la lotta rivoluzionaria.
Nello sciopero gli operai imparano che è una
guerra di una classe contro la classe dei padroni, imparano che
questa classe di sfruttatori ha dalla sua tutto il sistema politico,
il governo, lo Stato, imparano a scontrarsi con le forze della
repressione statale, sia quelle direttamente repressive, sia quelle
giudiziarie; imparano a maneggiare le leggi dello scontro di classe
che poi serviranno nella lotta rivoluzionaria. Imparano, come dice
Lenin, a comprendere anche i momenti opportuni della lotta, i
rapporti di forza, le forme della lotta che possano essere varie
(anche una denuncia all’Ispettorato del lavoro è parte della lotta
di classe e va concepita in questo modo); lezioni importanti che
serviranno nella lotta per il rovesciamento del potere borghese e la
instaurazione del potere operaio, per usare tattica e strategia.
E Lenin spiega come queste “lezioni” vengono
sia quando lo sciopero è vittorioso, sia quando fallisce. Il
fallimento porta a riflettere, a fare un passo indietro a volte per
farne due avanti. Quindi, gli operai non devono avere paura di
sbagliare, di fallire, non possono prima della lotta avere garanzia
del risultato. E, quindi, non fare lo sciopero, se non c’è
certezza di vittoria. Questo lo decide realmente solo la lotta.