lunedì 31 maggio 2021

31 maggio - Fincantieri e Fiom-Fim-Uilm firmano un accordo sugli operai delle ditte appaltatrici, cioè sull’80% della manodopera totale

               


“Trieste, 26 maggio 2021 – Fincantieri ha sottoscritto un importante e innovativo accordo sindacale con FIM, FIOM e UILM Nazionali e l’Esecutivo del Coordinamento sindacale nazionale sul tema degli appalti.” Questo si legge nel comunicato (https://www.fincantieri.com/it/media/comunicati-stampa-e-news/2021/fincantieri-accordo-appalti/pubblicato sul sito della Fincantieri che fa l’elenco delle “significative linee di intervento” del documento (che non è stato pubblicato per intero) dopo aver rassicurato sulla “condivisione di quanto già disciplinato in materia dal contratto integrativo vigente…”

Riportiamo e commentiamo in grassetto queste linee:

- “La definizione di rapporti di partenariato di lungo periodo con primarie ditte di appalto con conseguente riduzione del turn over e mantenimento delle necessarie competenze professionali;”

[si impegnano, cioè, a decidere quali ditte sono per loro più affidabili e con operai “professionali”

e con queste fare da ora in poi contratti che durano un po’ di più per non cambiarle troppo spesso];

- “La semplificazione e riduzione delle attività in subappalto nelle aree “labour intensive”, anche attraverso l’avvio di progetti di automazione, in particolare nell’area della saldatura, con la finalità di sopperire altresì alla cronica carenza di manodopera specializzata, accrescendo le competenze degli operatori;”

[nelle aree dove c’è uso intensivo di manodopera, e secondo loro poco specializzata, si introducono robot per la saldatura. Il rinnovo dei macchinari è una necessità per i padroni, ma qui siamo all’assurdo che viene spacciata per possibilità di “maggiore stabilità occupazionale” l’introduzione dei robot, come dice il Sole24Ore, quando tutti sanno che ad ogni introduzione di macchine più moderne una parte degli operai viene licenziata.];

- “Il coinvolgimento delle ditte dell’indotto su temi della sostenibilità, quali tra l’altro l’adesione al “Codice Etico”, la cui adesione è condizione essenziale per l’assegnazione degli ordini così come l’estensione degli audit di finalizzati all’analisi delle tematiche relative ad ambiente, salute e sicurezza;”

[si tratta di una denuncia di fatto del caporalato delle ditte che imperversa in tutti gli stabilimenti di cui la Fincantieri ha da sempre la piena responsabilità, come ce l’ha sull’inquinamento e sull’avvelenamento storico degli operai per amianto e altre sostanze. Questa trovata del “Codice Etico” somiglia molto ai tanti e vecchi “protocolli di legalità” firmati con sindacati confederali e prefetture: chiacchiere];

- “Il proseguimento dei piani di investimento (18 milioni di euro nel biennio 2019-2020 e 34 milioni di euro previsti nel periodo 2021-2022) per il miglioramento delle infrastrutture logistiche dei servizi di supporto per i dipendenti delle ditte esterne (con particolare focus su spogliatoi, mense e parcheggi);”

[A questo proposito il Sole24Ore titola in maniera ingannevole: “Fincantieri investe 52 milioni sul benessere degli addetti dell’appalto”, ma a leggere questo punto ci si chiede: ma fino ad ora gli operai si sono cambiati e hanno mangiato per strada? Praticamente sì! Qui, più che l’investimento ci vuole il risarcimento per il trattamento bestiale!]

“L’accordo inoltre,” continua il comunicato “in considerazione della sempre crescente competizione e complessità del mercato cantieristico, riconosce come elemento strategico il processo di rafforzamento delle competenze tecnico professionali della filiera della cantieristica attraverso azioni quali:

- “il rafforzamento delle iniziative con le amministrazioni regionali e comunali per la predisposizione di programmi di recruiting e di formazione/riqualificazione di personale uscito dal mercato del lavoro con particolare riferimento anche a crisi industriali;”

- “la costituzione di gruppo di lavoro paritetico per la promozione di un “Bacino delle Professionalità di Settore” a livello nazionale, da sviluppare di concerto con le Istituzioni centrali e locali competenti.”

[provano a scaricare ancora una volta sugli enti locali la “formazione professionale”, come chiesto dall’amministratore delegato Bono già qualche anno fa, e hanno così tanta paura di perdere la manodopera specializzata che vogliono creare addirittura un Bacino delle Professionalità di Settore”, una riserva di caccia dove poter pescare alla bisogna!]

“Infine”, bontà loro! “Fincantieri e le Organizzazioni Sindacali hanno condiviso l’opportunità di rafforzare il sistema informativo a livello di sito tra azienda e RSU per quanto attiene le tematiche dell’appalto, così come di favorire l’esercizio dei diritti sindacali dei lavoratori delle ditte dell’indotto anche attraverso la messa a disposizione di locali per lo svolgimento di assemblee sindacali per un massimo di tre ore annue per tematiche di rilevanza contrattuale nazionale.”

[tre ore di assemblea all’anno! Per favorire l’esercizio dei diritti sindacali!].

Insomma, ancora una volta i sindacati confederali Fiom-Fim-Uilm corrono in soccorso alla Fincantieri, (come fanno con tutti gli altri padroni) che ha bisogno di manodopera fresca e ben addestrata senza spendere soldi; i milioni di cui si parla, se e quando si spenderanno, sono in parte obbligati dalle norme di sicurezza rese più urgenti dagli “scandali” creati dalla scia inarrestabile dei morti sul lavoro e da alcune norme sull’ambiente; corrono in soccorso dell’azienda che occupa circa 9000 lavoratori (metà operai e metà impiegati) e decine di migliaia di operai delle ditte appaltatrici, dando via libera all’ammodernamento tecnologico che taglierà posti di lavoro.

Le condizioni di lavoro di questi operai sono pesantissime, con lunghi orari di lavoro e con salari bassissimi, a “paga globale” cioè senza diritti. E i contratti e gli “accordi” di Fiom-Fim-Uilm non fanno altro che peggiorare la situazione.

La rivendicazione necessaria, tanto per cominciare a parlare di diritti, è quella dell’internalizzazione, dell’assunzione diretta da parte della Fincantieri!

31 maggio - SENTENZA ILVA: CONDANNE PER I PADRONI E I LORO SERVI NELLE ISTITUZIONI E NELLA POLITICA - RISARCIMENTI PER TUTTE LE PARTI CIVILI

Sono quello che lo Slai cobas per il sindacato di classe e gli operai Ilva e appalto, lavoratori del cimitero, abitanti  quartiere Tamburi, Paolo VI e familiari da esso organizzati come parte civili chiedevano e che sono stati gli unici sempre presenti alle udienze del processo, mentre gli altri vengono ora a farsi pubblicità anche elettorale e a riscuotere-

Ringraziamo gli avvocati torinesi Bonetto, Vitale, Pellegrin e gli avvocati di Taranto Silvestre e Lamanna per l'importante lavoro svolto.

Una sentenza che può essere storica se non rimane nelle aule giudiziarie ma diventa fattore di forza nella lotta per salute e il lavoro in sicurezza per operai e masse popolari a Taranto e a livello nazionale 

La sentenza non dimostra affatto che l'ilva va chiusa, dimostra che la produzione capitalistica per il profitto producono morte e devastazione ambientale;

non dimostra che la fabbrica in quanto tale a Taranto è nociva, ma che i padroni e i loro servi calpestano la vita operaia e la vita umana del territorio stravolgendo leggi e attaccando diritti di opposizione e resistenza agli attacchi alla salute e all'inquinamento, imponendo il loro potere in fabbrica e sul territorio; 

dimostra invece che era possibile che anche una fabbrica siderurgica non producesse inquinamento, morti e malattie, se non fosse stata gestita con una politica "criminale" - come hanno detto gli stessi PM;

ci indica che fabbrica e produzione devono essere nelle mani dei lavoratori e svolgersi in uno stato, governo e società che siano al servizio del popolo.

Questa battaglia va fatta qui e ora nella fase in cui si decidono i destini di Acciaieria d'Italia e di migliaia di operai.

Domani, Martedì alle 17.30 presso sede Slai cobas via Livio Andronico, 47 conferenza stampa con la presenza di parte delle parti civili per fare il punto delle iniziative da prendere subito nella gestione della sentenza e per i risarcimenti, mentre un convegno nazionale si terrà non appena ci siano le condizioni

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto e le parti civili operaie e popolari

31 maggio - PROCESSO ILVA - LUNEDI' LA SENTENZA - MA COSA E' STATO ED E' QUESTO PROCESSO

 

Una delle tante iniziative dello Slai Cobas sc durante il processo

Il processo Ilva “Ambiente svenduto” è un processo di rilievo nazionale e internazionale. È stato il più grande processo di questo genere con la fabbrica aperta, per di più ora nelle mani di una multinazionale, uno dei primi produttori di acciaio nel mondo, con stabilimenti in 30-40 paesi. È diventato un processo a un sistema, ed è in questo senso che lo Slai Cobas a Taranto ha costruito sin dall'inizio la sua partecipazione. Bisognava portare dentro l'aula dei Tribunali la lotta dei lavoratori, la resistenza e i danni che i lavoratori, i cittadini avevano subito.

Un processo di classe contro una classe. Il processo, infatti, mette sotto accusa un intero sistema. Non esistono altri processi come questo; che riguardi allo stesso tempo morti sul lavoro e disastro ambientale e in cui come imputati trovi oltre i padroni della fabbrica e i loro "fiduciari", il rappresentante dell’arcivescovo, il Presidente della Regione, della Provincia, il Sindaco di Taranto, gli Enti che dovevano controllare la tutela dell'ambiente, un dirigente della Digos, uno che in tutta la sua vita ha perseguitato i compagni comunisti e dello Slai Cobas, ecc.

Questo tipo di processo avrebbe meritato un'azione di “guerra”, a fronte della guerra che padroni, Stato, Istituzioni locali e nazionali hanno fatto e continuano a fare agli operai, alle masse popolari dei quartieri, sul fronte del lavoro, dello sfruttamento, della salute, della sicurezza, dei diritti. Questa intera vicenda drammatica per lo scontro di classe nel nostro paese è entrata in questo processo, ma con difficoltà, e sta combattendo la sua battaglia fino alla fine, perché sappiamo che questo è un processo infinito. Ci sono voluti anni per poterlo portare a conclusione e ancora non è finita; si tratta solo del primo grado di giudizio e possiamo immaginare che seguirà l’appello dei condannati, il ricorso in Cassazione, tentativi sporchi di azzerare i risultati acquisiti, come è avvenuto per il processo Eternit, per il processo Thyssen Krupp, per tutta un'altra serie di importanti processi e più recentemente per il processo per la strage di Viareggio.

In questo quadro il processo non è altro che una delle pagine della lotta di classe, l'interfaccia di quello che materialmente poi sta avvenendo oggi in ArcelorMittal - ora Accieierie d'Italia. In questo quadro, organizzare come parti civili, in forme auto-organizzate, dei lavoratori è stata anche un problema. All'inizio noi avevamo pensato realmente di organizzare centinaia e centinaia di operai e lavoratori per essere parti civili in questo processo. Questa battaglia l’abbiamo vinta solo parzialmente. Solo un centinaio, si è autorganizzato con noi in questo processo, insieme aD una rappresentanza di settori della città, del quartiere Tamburi, dei familiari. Avremmo voluto fosse molto più largo ma abbiamo trovato opposizione del Comitato Liberi e Pensanti che prima ha rifiutato di costituirsi al processo e quando abbiamo chiesto che i 200-300 lavoratori da loro raccolti si organizzassero per essere parte nel processo non l'hanno fatto, salvo poi, all'ultimo momento, costituirsi come associazione, non certo come lavoratori. Così l'Usb è presente come organizzazione sindacale (nazionale, provinciale, territoriale, ecc.) ma non ha fatto costituire come parte civile neanche mezzo operaio. Ma non ha senso un processo in cui sono presenti le sigle e non i lavoratori concreti che hanno subito i danni, non i cittadini e così via. Lo stesso hanno fatto tutti gli altri sindacati, la Fiom che dice di aver presentato come parti civili 500 operai, non ne ha mai organizzato uno perché  assistesse direttamente alle udienze, se non il primo giorno, quando Landini venne a fare il suo show. Per non parlare anche di Fim, Uilm che sono presenti come parti civili, quando dovevano stare anch'essi sul banco degli imputati. Poi abbiamo visto una platea di rappresentanti di parti civili che hanno fatto pura demagogia, che hanno trasformato la giustezza delle rivendicazione delle parti civili in una farsa, sparando cifre pensando alle proprie parcelle invece che agli interessi lesi.

Questo processo è stato grande sia nei lati positivi, sia nei lati negativi.

Questo processo si svolge mentre gli operai non stanno guardando al processo, e non perché siano su una posizione di classe che considera la giustizia a favore dei padroni, ma perché sono attanagliati da una guerra più vicina che li riguarda, la guerra che ne vuole mandare a casa almeno 4000, che gli fa rischiare la vita ogni giorno, che li fa vivere in cassintegrazione (compresi i lavoratori in Ilva AS) con quasi la metà dello stipendio. Una guerra che avviene anche sul fronte mediatico, in cui gli operai vengono bombardati, confusi da chi gli dice, dal sindaco ad alcuni ambientalisti, che la fabbrica si deve solo chiudere e per loro ci sono ammortizzatori sociali, corsi di formazioni, lavori di pubblica utilità in attesa di una "riconversione economica" di Taranto fasulla e grottesca. Ma la fabbrica senza gli operai diventa il cimitero industriale più grande d'Italia, un deposito di inquinamento e scorie molto ma molto più grande di come lo è da anni Bagnoli - in cui da trent'anni non è stata fatta la benché minima bonifica. Sarebbe la morte civile della città. Il nostro problema è un altro. Noi vogliamo che gli operai si ribellino, si liberino del sindacalismo aziendalista, mettano a ferro a fuoco la città, la blocchino e impongano soluzioni alternative reali.


31 maggio -  IL C.P.R. DI TORINO È UNA FERITA NELLO STATO DI DIRITTO - lo Slai Cobas per il sindacato di classe sottoscrive il testo e lo fa circolare ovunque

 

La morte di Moussa Balde, il 23 maggio, nei così detti “ospedaletti” del CPR di Torino, ci interroga, come cittadini e come giuristi, su alcune fondamentali questioni in merito al trattamento oggi riservato ai migranti.

Moussa Balde è stato trattenuto al C.P.R., e prima ancora è stato condotto presso gli uffici di polizia di Ventimiglia, perché cittadino straniero irregolare, subito dopo aver subito una selvaggia aggressione da parte di tre italiani, a Ventimiglia, il 9 maggio. Per quanto noto in questa fase, la sua condizione di persona offesa è stata immediatamente dimenticata, a causa dell'irregolarità del suo soggiorno, e non gli era stata fornita alcuna delle informazioni conseguenti, quali, tra l'altro, la facoltà di presentare denunce o querele, il diritto di chiedere di essere informato sullo stato del procedimento, la possibilità di avvalersi dell'assistenza linguistica. Gli è stato di fatto negato il diritto di partecipare al procedimento penale. Moussa Balde aveva anzi riferito di non avere neppure compreso che l'aggressione avesse generato delle indagini, che i suoi aggressori fossero stati identificati, né tantomeno sapeva che c'era un video che aveva ripreso quella aggressione (all'ingresso nel CPR i trattenuti vengono privati dei telefoni cellulari, benché la legge garantisca la libertà di comunicazione anche telefonica con l'esterno, e non hanno accesso ad internet). Questa prima parte della vicenda conferma per l'ennesima volta che per lo Stato italiano la persecuzione degli stranieri privi di un permesso di soggiorno è considerata una priorità assoluta, da esercitare a qualunque costo, anche a scapito di diritti fondamentali (in alcuni casi, e il Mediterraneo ne è muto testimone, anche della vita dei migranti).

L'altra grande questione che la tragedia di Moussa Balde solleva riguarda ciò che accade dentro i CPR italiani, e dentro il CPR di Torino in particolare.

Moussa Balde vi è stato rinchiuso senza alcuna valutazione preliminare sulla sua idoneità psichica al trattenimento e ciò nonostante le presumibili conseguenze di un'aggressione tanto violenta. Appena entrato al C.P.R., è stato privato del telefono cellulare ed è stato collocato nei c.d. “ospedaletti”, vere e proprie celle di isolamento non previste dalla normativa, separate dalle altre aree, lontane dagli uffici e dall'infermeria, dove è impossibile effettuare un controllo o un’osservazione di chi vi è rinchiuso. Luoghi in cui una patologia psichiatrica o una semplice depressione sono destinati ad aggravarsi e dove è purtroppo molto facile, in solitudine, compiere gesti anticonservativi.

31 maggio - RESPINGERE I LICENZIAMENTI DA FASCISMO PADRONALE E RAPPRESAGLIA CONTRO I LAVORATORI Slai Cobas Taranto

 

Contro i lavoratori di Taranto (ex Pasquinelli) impegnati in appalti pubblici che da 10 anni lottano per una stabilizzazione lavorativa e un ritorno nell'impianto di selezione della differenziata dell'Amiu dove avevano operato per 5 anni, sta andando avanti una vera e propria rappresaglia. Dopo la sospensione dal lavoro con l'ultima Coop.L'Arca, su ordine dell'Amiu (ente appaltante) sono arrivati in questi giorni i preavvisi di licenziamento per gli 8 lavoratrici e lavoratori.

Ma questi licenziamenti sono di aperta rappresaglia, in stile fascista/nazista: per attaccare 1 - lo Slai Cobas sc - faccio fuori 8 lavoratori, senza alcuna motivazione - alcuni di loro tra l'altro sono anche iscritti ad altri sindacati, e addirittura due non erano neanche presenti ad una legittima iniziativa sindacale fatta dallo Slai Cobas il 10 maggio in occasione dell'inaugurazione di quell'impianto di selezione.

Con un'azione di ritorsione/vendetta, che va oltre la "normale" repressione aziendale, si è affermato esplicitamente - riportiamo di seguito le affermazioni fatte dal presidente dell'Amiu nell'incontro presso l'Arpal - che per liberarmi dello Slai Cobas tolgo il lavoro ai lavoratori - affermando, in continuità con questa aberrante logica fascista, che quindi è lo Slai Cobas, la sua coordinatrice, responsabile di questi licenziamenti dei "poveri lavoratori". 

Si dimostra che oggi sempre più padroni e Istituzioni ciò che vogliono colpire a Taranto è lo Slai Cobas sc e i lavoratori dello Slai Cobas che osano mettere in discussione il loro potere.

Questa alzata di livello e di natura della repressione sta colpendo a Taranto - dalla grande fabbrica Ilva alle cooperative appaltatrici - come sta colpendo pesantemente a livello nazionale (ultima la gravissima aggressione agli stabilimenti FedEx).

A fronte di questo dobbiamo rafforzare la risposta di classe, dei lavoratori, del sindacalismo combattivo, serve il sostegno delle realtà di lotta sociali e politiche.

Serve una battaglia prolungata, su tutti i fronti, e con tutti i mezzi, e una risposta unitaria, nazionale, ora di una manifestazione nazionale.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto

Alcune affermazioni del presidente dell'Amiu: "Bisognerebbe chiedere a lei la responsabilità di tutto quello che è accaduto... la signora può assolutamente essere ben protagonista di quello che è avvenuto nell'ambito delle pertinenze dell'impianto, senza alcuna autorizzazione, si è entrati nelle pertinenze dell'impianto, di una proprietà privata da parte di lavoratori, sia pure di gente che lavora... esagerando e in maniera scortese come è solita fare, la smettesse perchè lei gioca sui lavoratori... la signora cerca soltanto di fare causa e di mettere nei guai le persone, perchè non si mette lei nei guai i poveri lavoratori... non intento avere ancora e in nessun modo a che fare con la signora in questione... si vuole continuare a fare da protagonista sempre sapendo che sono gli altri che rimangono senza lavoro... Questo è il tema e su questo io ho ben poco da aggiungere..."


sabato 29 maggio 2021

GASER: SEI ORE DI TRATTATIVA HANNO MOSTRATO IL VERO VOLTO DELL’AZIENDA AGLI OPERAI

 


LA LUNGA TRATTATIVA A METÀ DI UNA SETTIMANA DI SCIOPERI, NON È BASTATA A TROVARE UN ACCORDO SINDACALE PER IL RIENTRO DEI LAVORATORI LASCIATI SENZA CONTRATTO, PER UNA GARANZIA AI MOLTI PRECARI IN FABBRICA; PER UN AUMENTO SALARIALE UGUALE PER TUTTI E IL GIUSTO INQUADRAMENTO PER GLI OPERAI CHE SONO CARICATI DI RESPONSABILITÀ SULLE LINEE; SUGLI INTERVENTI NECESSARI PER LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA TRA LE LINEE DI ZINCATURA.

E COME IL CLICHÉ DI UN FILM WESTERN, CHE NELLA SCENA MADRE FA ARRIVARE IL VOLO DEGLI AVVOLTOI, SULLA GASER HANNO COMINCIATO A GIRARE FIOM/opposizione E FIM

 Cronaca dallo sciopero

Una lotta coraggiosa e per certi versi rara, di giovani operai che hanno detto basta al ricatto dei contratti precari e in questo sciopero per il rientro in fabbrica dei compagni di lavoro, pur consapevoli di poter pagare un prezzo, vedono il loro ‘riscatto’, sostenuti da chi ha già vissuto questa selezione (tirocinio,

28 maggio - Uscito il nuovo opuscolo su Smart Working



Per riceverlo scrivere a: lavoratriciprecariedisoccupate@gmail.com

- Una lavoratrice racconta
- La tecnologia sta cambiando il mondo così i padroni cambiano noi
- La parola chiave sarà produttività
- La questione della salute nell'ambito del lavoro "agile"
- Ma quando stacco?
- La nuova forma di "doppio lavoro" per le donne

DALLA PRESENTAZIONE:
"Durante la pandemia circa 1,5 milioni di lavoratori, in prevalenza donne, hanno utilizzato lo smart working.
Molte lavoratrici si sono divise tra la cura dei figli, dei mariti, compagni, genitori anziani, la gestione della casa e il lavoro svolto in smart working.
Soprattutto dalla fase pandemica in poi, tantissime lavoratrici del pubblico impiego, della scuola, delle Poste e di tutti quei settori anche privati, come i call center, o impiegate negli uffici delle fabbriche... hanno e stanno pagando conseguenze pesanti anche in termini di incidenza negativa sullo stato della loro salute psicofisica. 
Sembra che lo stato d'emergenza stia rientrando, mentre la possibilità di continuare a lavorare a casa rimane come prospettiva nel futuro".


 

giovedì 27 maggio 2021

27 maggio - Appalti al ribasso in nome della ripartenza . E i sindacati?

 

Lo Slai Cobas condivide in generale questo testo.., ma il punto è il che fare. È chiaro che serve una mobilitazione generale e prolungata dei lavoratori, sociale e politica che devono marciare insieme – in questo ci sono due poli: quelli di classe rappresentati da Assemblea Lavoratori Combattivi e Patto D’Azione e quello del sindacalismo collaborazionista Cgil/Cisl/Uil che è comunque costretto a distinguersi dalle scelte di governo/confindustria su appalti/licenziamenti/morti sul lavoro. Tra i due poli la palude centrista del sindacalismo di base e nello stesso campo i demagoghi autoreferenziali alla Mignano/Operai Contro – dobbiamo unire e rendere più forte e compatto la sinistra – conquistare il centro – isolare la destra influenzando e attraendo la sua base di massa.

- ci vuole tempo e passi determinati

- a giugno è innanzitutto la sinistra che deve compattarsi e scendere in campo

- un’assemblea nazionale in presenza

- una manifestazione/giornata/sciopero senza mediazione verso un necessario e certo settembre rosso.

Slai Cobas per il sindacato di classe – Coordinamento Nazionale

 

http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2021/05/appalti-al-ribasso-in-nome-della.html?m=1

Ripristino dei licenziamenti collettivi , appalti al ribasso con l'aggiudicazione alla offerta più bassa, rimozione di ogni tetto al subappalto, sono queste le imminenti decisioni del Governo che dovranno essere messe nero su bianco nei prossimi giorni con il passaggio del Decreto Sostegni al Consiglio dei Ministri.

Can che abbaia non morde, sono trascorsi mesi nei quali i sindacati rappresentativi hanno sostenuto il Governo salvo poi scoprire la natura padronale dell'esecutivo Draghi. Pensavano di potere scendere a patti con un Governo che risponde direttamente alla Bce, hanno scambiato il Recovery con la riedizione dello stato sociale, la promessa di concertare politiche industriale con il controllo a fini sociali dell'economia. E' stata sufficiente la promessa del welfare aziendale con la cogestione di previdenza e sanità integrativa per revocare ogni forma di mobilitazione per il rinnovo dei contratti scaduti. Una constatazione tardiva sulla reale natura del Governo o piuttosto l'ennesima sceneggiata per non perdere la faccia agli occhi dei lavoratori ?

Ogni ipotesi di mediazione sembra al momento tramontata, era del resto noto da mesi che il Governo avrebbe accolto le richieste datoriali in merito al ripristino dei licenziamenti e a normative favorevoli in materia di appalti. Semplificare significa da sempre abbattere tutele collettive ed individuali, semplificare norme negli appalti vuol dire cancellare ogni limite imposto al subappalto avvalendosi all'occorrenza di normative europee liberiste. E i subappalti da sempre sono funzionali alla riduzione dei costi della manodopera, aggiudicare una gara al minor offerente determina tagli occupazionali, alle ore contrattuali , ai contributi previdenziali, peggiorare insomma le condizioni di lavoro aggirando le normative in materia di salute e sicurezza. Con la scusa di far ripartire i cantieri e l'economia si abbatteranno tutele individuali e collettive con una autentica deregulation dalla quale trarranno benefici solo i padroni. E queste novità rappresentano solo l'antipasto visto che entro l'anno dovranno essere approvate le nuove normative in materia di appalti con la legge delega .

Solo due anni fa l'Ue tuonava contro l'Italia per il limite al 40% del subappalto  mentre la stessa Corte di Giustizia europea nulla ebbe da dire rispetto alla aggiudicazione delle gare secondo il massimo ribasso in nome della offerta più vantaggiosa.

Si parla poi di innalzare da 75mila a 139mila euro la soglia per gli affidamenti diretti per lo più senza consultare più operatori economici per incarichi di progettazione e servizi di ingegneria.

Per raggiungere gli obiettivi del Pnrr servono norme snelle e funzionali ad accelerare le opere concordate con Bruxelles e dalla realizzazione dei quali, nei temi previsti, dipendono i prestiti europei. Per queste ragioni i cantieri devono partire senza troppi impedimenti,  a farne le spese saranno non solo i lavoratori e le lavoratrici degli appalti ma anche le normative approvate  per i dovuti controlli sulle gare all'insegna dei controlli anticorruzione. Gli affidamenti diretti in teoria dovrebbero rappresentare un ostacolo alla libera concorrenza ma i fautori del libero mercato sovente chiudono un occhio dimenticando i loro dogmi specie davanti a norme che riducono il costo del lavoro e liberalizzano il subappalto.

Si parla perfino di porre fine al potere di veto dei Comuni per le infrastrutture di Tlc.

Nei prossimi giorni capiremo meglio ma il dinamismo di Draghi ha già ricevuto il beneplacito dei Confindustria e delle associazioni datoriali e la benedizione, in nome della ripartenza, del Presidente Mattarella.

Il pranzo è servito ma a banchettare saranno gli appetiti imprenditoriali, di certo non i lavoratori 

E sul fronte dei licenziamenti l'auspicato allungamento del divieto tramonta definitivamente con il 1 luglio, il Governo se la cava promettendo incentivi, le ennesime, alle imprese, le piccole e medie imprese e i servizi potranno contare su qualche mese di Cig finiti i quali avranno a loro volta piena libertà di licenziare.

Il Governo parla di compromesso accettabile ma si arrampica sugli specchi perchè  le imprese manifatturiere ed edili potranno attingere dalla cassa integrazione ordinaria senza pagare le addizionali, la cassa sarà l'alternativa ai licenziamenti almeno nel periodo coperto dagli ammortizzatori sociali.  Ma una azienda potrà rinunciare alla cassa per potere licenziare.

Insomma il Governo regala ammortizzatori sociali gratuiti alle imprese pagati con i soldi dello Stato a condizione che non licenzino. Ma finiti gli ammortizzatori sociali cosa faranno? E molte aziende non troveranno conveniente tagliare la forza lavoro piuttosto che ricorrere agli ammortizzatori sociali? E alla fine di Ottobre con la fine del licenziamento collettivo per i servizi cosa accadrà in questo settore particolarmente a rischio?

Gli incentivi anti licenziamento sono illusori, la scelta dirimente avrebbe dovuto essere quella di prevedere esplicitamente il divieto di licenziamento fino alla primavera del 2022. Lo Stato lascia campo libero ai padroni, liberi di attuare tagli ed esuberi e per incentivarli a non procedere con la macelleria sociale regaleranno loro ammortizzatori a costo zero. Ma una volta terminati gli ammortizzatori  i licenziamenti arriveranno , in un caso e nell'altro saranno sempre e solo i padroni a decidere sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. 



mercoledì 26 maggio 2021

27 maggio - SOLIDARIETÀ da USI, fondata nel 1912, allo Slai Cobas x sc, per gli attacchi repressivi a lavoratori, lavoratrici e alla vs organizzazione a Taranto...ORA E SEMPRE RESISTENZA ATTIVA

 

Roma, 26 maggio 2021

Allo Slai Cobas per il sindacato di classe - Taranto e a Margherita Calderazzi

Siamo venuti a sapere del vigliacco e squallido attacco a lavoratori e lavoratrici, non solo aderenti al vostro sindacato, nonchè alla repressione che sta subendo a Taranto l'organizzazione, da parte di vari soggetti istituzionali pubblici, oltre che dei padroni locali e ...multinazionali, comprese le ultime azioni contro 8 operai ex Pasquinelli, del cimitero.

Vi siamo vicini e solidali, non solo a lavoratori e lavoratrici e alle loro famiglie buttati fuori dai posti di lavoro e sospesi, superando anche la "normale" attività padronale nei confronti di coloro che rivendicano, diritti, bisogni e condizioni di lavoro almeno decenti, anche in termini di salute e sicurezza, che ci sia la repressione padronale e anche l'ostracismo istituzionale, lo si mette in conto solo per il fatto di organizzare e promuovere la "lotta di classe" e lo sviluppo dei conflitti, ma coloro che chiedono sempre il "rispetto delle regole", controparte di chi lavora e delle organizzazioni sindacali e operaie che si sceglie, poi sono i primi a giocare sporco e senza alcuna regola.

Sappiamo che non vi arrenderete e sarete capaci, come già in altre occasioni, di respingere anche questo ennesimo tentativo di mettervi il bavaglio a Taranto, come in altri luoghi di lavoro, proseguendo nelle iniziative di lotta e nell'informazione alternativa, senza cadere nella classica spirale lotta-repressione-lotta alla repressione, che in decenni passati ha distolto tante energie alle classi lavoratrici e a coloro che si sono presi responsabilità organizzative. Non abbassiamo la guardia, non facciamoci abbindolare dalle classiche trappole per recedere dalle iniziative sui posti di lavoro e sui territori.

Un saluto resistente e combattivo

Usi Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912 

trasmette materialmente Roberto Martelli (componente esecutivo nazionale confederazione p.t.) 


27 maggio - MARCEGAGLIA RAVENNA

 

Massima adesione allo sciopero del 27 maggio alla 

Marcegaglia per la salute e la sicurezza degli operai

La proposta dello Slai Cobas per il sindacato di classe di 

unità e lotta in una Rete Nazionale

Il sindacato di base USB ha indetto 4 ore di sciopero per i troppi incidenti negli stabilimenti di Ravenna e Forlì, gli ultimi con il distacco di una pinza di sollevamento coils dal peso di 3 tonnellate da un carroponte a Ravenna e il distacco di un pignone da un carroponte a Forlì. Giusto, le sole denunce non bastano, serve lotta e organizzazione.

Sosteniamo lo sciopero del 27 maggio perchè la lotta per la sicurezza e la salute dei lavoratori in fabbrica veda gli operai protagonisti, tutti, a prescindere della tessera sindacale. Ma allo stesso tempo è un lotta che richiede da un lato la costruzione organizzata della forza operaia in fabbrica, con comitati operai reparto per reparto, che vada oltre rls e sindacati di base, alternativa ai sindacati collaborazionisti, per il controllo operaio effettivo sulla produzione; dall'altro serve una lotta nazionale proprio perchè infortuni e morti sul lavoro sono il prodotto di un sistema di produzione basato sul profitto dei padroni, su un sistema di potere dove governi/parlamento/istituzioni/Tribunali/sindacati complici, garantisce l'impunità ai padroni assassini, con le leggi, tagli agli ispettori e sentenze che ammazzano una seconda volta gli operai e che negano la giustizia ai loro famigliari.

"Basta corone, serve una legge", "Fermare la strage, introdurre il reato di omicidio sul lavoro", come sostiene l'USB, è giusto ma è possibile solo se conduciamo una lotta a livello nazionale, raccogliendo tutte le energie che si battono realmente a difesa della vita degli operai, fuori e dentro i luoghi di lavoro, facendo campagne e 10-100-1000 iniziative. Contro tutto questo sistema la sola lotta aziendale e sindacale non basta, la soluzione è l'unità nella lotta e la ripresa del lavoro della Rete nazionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per conquistare -e non delegare alle istituzioni- nuove leggi con pene pesanti per i crimini padronali, un piano di assunzioni del personale ispettivo, a presidi sanitari nelle fabbriche e altro ancora.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna lancia l’appello ai lavoratori, a tutte le organizzazioni sindacali combattive, alternative ai confederali, agli Rls, all’interno della Marcegaglia, di unirsi nella riorganizzazione della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, portando il proprio contributo di lotta in azienda e a livello nazionale.

Se i vostri profitti valgono più delle nostre vite, è ora che con questo sistema la facciamo finita!

Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna

per la Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro

per contatti: 339/8911853 cobasra@gmail.com

27 maggio - Braccianti indiani drogati per sfruttarli meglio, il caso Latina: Braccianti imbottiti di oppiodi per sfruttarli meglio

 

Di Checchino Antonini

Latina, il consumo abnorme di un farmaco per malati oncologici fa scoprire la prescrizione illecita a centinaia di braccianti indiani

Un farmaco per non sentire la fatica, per resistere a turni massacranti, per essere sfruttati meglio. “No pain”, nessun dolore. Specialmente quando sei indiano e lavori nei campi di qualche imprenditore italiano. L’ossicodone, l’oppioide contenuto nella medicina, è potente come la morfina ma ha meno effetti collaterali. Per questo viene utilizzato contro il dolore oncologico. Anche il caporalato è un cancro, per alcuni lo stesso capitalismo è un tumore per le società in cui si incista ma l’ossicodone non estirpa né l’uno né l’altro. Mentre il governo di Confindustria sblocca i licenziamenti e enfatizza le possibilità del subappalto, la sua avanguardia sul campo scopre le nuove frontiere della macelleria sociale.

OGGI LO SCIOPERO DEGLI OPERAI GASER ALLA PROVA DELLA TRATTATIVA CHE SI È APERTA CON L'AZIENDA

LA DECISIONE AZIENDALE È ARRIVATA AGLI OPERAI IN SCIOPERO IERI MATTINA DAVANTI AI CANCELLI

CONVOCATA L'ASSEMBLEA GENERALE SONO STATE CONFERMATE LE RIVENDICAZIONI DELLA MOBILITAZIONE E DECISA CON VOTAZIONE LA DELEGAZIONE CHE OGGI AFFRONTERÀ LA COMPLICATA TRATTATIVA.



 


26 maggio - Sicilia: Vertenza Assistenti agli studenti disabili: 40 presidi delle scuole superiori contro i responsabili della Regione richiedono con un documento gli assistenti igienico personale


Comunicato stampa

40 presidi delle scuole superiori richiedono con un documento gli assistenti igienico personale per gli studenti disabili: un’altra svolta nella lotta degli assistenti igienico personale della Sicilia!

“I sottoscritti dirigenti scolastici delle scuole superiori della provincia di Palermo denunciano con la presente missiva il mancato avvio del servizio di assistenza specialistico igienico personale durante l’intero anno scolastico 2020/21, nonostante sia avvenuta regolare richiesta agli uffici della Città Metropolitana di Palermo nel maggio 2020, secondo le modalità dalla stessa predisposta”.

Comincia così la lunga e documentata lettera che i presidi di 40 scuole superiori di Palermo e della provincia hanno scritto ai responsabili della Regione Siciliana, alla Città Metropolitana, ad altre autorità e perfino al Garante dei minori per i risvolti penali, dopo che in questi ultimi giorni avevano già dimostrato il loro disappunto sulle inutili lungaggini burocratiche che hanno interrotto un pubblico servizio per un anno. E finalmente dobbiamo dire!

Da un anno lavoratrici e lavoratori, assistenti agli studenti disabili, insieme alle famiglie, hanno messo in campo una lotta a 360 gradi da diverse città della Sicilia, ripetendo all’infinito ciò che i presidi hanno finalmente messo nero su bianco, e cioè che la presa di posizione della Regione del maggio scorso, dopo aver chiesto un parere al Consiglio di Giustizia Amministrativa, era solo tesa a trovare un appiglio qualsiasi, di fatto contro le leggi vigenti, pur di avere mano libera nel taglio dei fondi destinati a questo servizio; taglio impossibile perché il servizio è obbligatorio, essenziale, e nemmeno sottoposto a vincolo di bilancio, come previsto dalle leggi regionali, appunto, come la Legge Regioinale 24 del 2016!

Come le lavoratrici e i lavoratori specializzati hanno gridato nelle piazze e scritto nelle migliaia di volantini che sono stati distribuiti in questi mesi, toccando gran parte dell’opinione pubblica, si è trattato di una vera e propria congiura contro gli studenti disabili, le loro famiglie e le stesse lavoratrici e gli stessi lavoratori, impegnati in questo lavoro spesso da oltre 25 anni!

A questa lotta è stata affiancata quella legale, con denunce penali per interruzione di pubblico servizio, e civili con diverse diffide, e una in particolare, firmata dai genitori insieme al sindacato, a fornire immediatamente l’assistenza.

Questa lotta senza sosta e pressante aveva comunque portato già ad un altro risultato (sconfiggendo un’altra scusa presa dai responsabili della Regione e della Città metropolitana, quella della mancanza dei soldi) costringendo la Regione a inserire nella Finanziaria di quest’anno, un articolo (art.41, che cita la legge 24/2016!) che stanzia 5 milioni di euro (che si aggiungono a 15 milioni precedenti) destinati specificatamente a questo servizio di assistenza.

I dirigenti dei vari enti, che dovrebbero tutti applicare le leggi e garantire il diritto allo studio, a cominciare da quelli della Città metropolitana, attualmente presieduta dal sindaco Orlando, non hanno più nessuna scusa per continuare ad ostacolare l’assistenza specializzata agli studenti disabili.

“I sottoelencati sottoscrittori ribadiscono la richiesta degli assistenti igienico personali come già nel maggio del 2020, ricordando che sino a quando non ci sarà una nuova normativa, nonostante pareri non vincolanti del CGA e note del MIUR, l’interpretazione univoca è quella di pretendere le figure richiamate dalla Legge regionale 24 del 2016 attualmente in vigore.” Così concludono i presidi nella loro lettera e c’è tempo fino alla fine dell’anno scolastico (ma ci sono anche le attività previste per i mesi estivi) per far riprendere il servizio e mettere fine a questa pesantissima congiura, così da preparare anche fin da subito il regolare inizio dell’anno scolastico a settembre come prevedono tutte le leggi attualmente vigenti.

La mobilitazione continua...

Palermo, 26 maggio ’21



martedì 25 maggio 2021

26 maggio - CANADA: SCIOPERO ALL'ArcelorMittal

 

CONTATI DIRETTI CON I COMPAGNI CANADESI - VERSO UN COMUNICATO COMUNE alle fabbriche Italia Canada  in giugno

info slaicobasta@gmail.com

Canada sciopero alla ArcelorMittal: una lotta necessaria in un settore del capitale altamente redditizio da ISKRA

 

In seguito alla bocciatura della seconda offerta del padrone, lunedì sera i 2.500 operai di ArcelorMittal Mines and Infrastructure Canada sulla Costa-Nord hanno indetto uno sciopero generale a tempo indeterminato. Questi operai lavorano in due miniere a Mont-Wright e Firelake; in una fabbrica di lavorazione del metallo a pellet a Port Cartier; al porto, sulla ferrovia, e negli uffici di Port Cartier e Fermont; e alla sicurezza. Sono raggruppati nel Sindacato dei Metallurgici affiliato all'FTQ [Federazione dei lavoratori e delle lavoratrici del Quebec]. In un primo momento, in aprile, le cinque sezioni locali del sindacato hanno presentato una intesa agli iscritti, che però lo hanno respinto. In secondo luogo, il padrone ha presentato un'offerta finale e globale, anch’essa respinta dagli iscritti al sindacato al 99% in quattro unità di contrattazione e al 97% nella quinta, quella degli impiegati di Port Cartier. La vertenza si incentra principalmente su salari, piano pensionistico, assicurazioni, salute e sicurezza, i premi e l’orario di lavoro che comporterebbe 14 giorni consecutivi di lavoro seguiti da 14 giorni di riposo, a cui il sindacato si oppone. Per i salari, i sindacalisti chiedono aumenti annuali del 2,5% per 4 anni. Essi vogliono inoltre che il piano pensionistico sia potenziato per compensare la mancata indicizzazione delle prestazioni. Lo sciopero dei metallurgici è motivo di preoccupazione per i capitalisti. Il ministro del Lavoro Jean Boulet ha detto che se lo sciopero continuerà, avrà “[...] un impatto significativo sull'intera economia della Costa-Nord e del Quebec.” Nicolas Lapierre, coordinatore del sindacato dei Metallurgici, ha ricordato che le industrie minerarie rappresentano il 30% del PIL della Costa-Nord. "Sappiamo che questo avrà un impatto. Allo stesso tempo, l'iniziativa c'è; il minerale è buono; dobbiamo avere la nostra giusta parte.

26 maggio - SINDACATI PALESTINESI E SLAI COBAS SC

 

appello dei sindacati palestinesi e l'impegno dello Slai Cobas per il sindacato di classe

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale  raccoglie l'appello dei sindacati palestinesi  e  promuove 

1 -una  circolazione dell'appello nelle fabbriche e posti di lavoro in cui è presente per farlo conoscere e spingere all'adesione di tutte le realtà sindacali

2 - una sottoscrizione della petizione e adesione lanciata a Taranto il 22 maggio scorso 

#iostoconlapalestina

3 - una indizione di ora di presidio assemblea all'ingresso delle fabbriche e posti di lavoro in cui è presente nel corso della prima quindicina di giugno

4 continuerà ad essere seguita la situazione e sarà affrontata in occasione della riunione del coordinamento nazionale prevista in giugno con una ulteriore iniziativa caratterizzata dall'internazionalismo proletario

 L’appello dei sindacati palestinesi




26 maggio - incidenti sul lavoro, una denuncia: Una pinza di 3 tonnellate è caduta a terra nello stabilimento Marcegaglia Ravenna il 22 maggio scorso

 

Ciao A...come stai ? Questo carroponte l'avevo gia segnalato a B..... ma per altri motivi cmq cadevano i carter di protezione dei sensori , e poi abbiamo fatto una piccola modification insieme a C.... . l'importante che non s'è fatto male nessuno...è normale che succedano queste cose il migliore uomo della sicurezza è andato via

Comunicazione tra lavoratori addetti alla manutenzione. Nomi di fantasia

«Una pinza di 3 tonnellate è caduta a terra nello stabilimento Marcegaglia di Ravenna»

Il sindacato FlmUniti Cub denuncia l'incidente avvenuto nello stabilimento Marcegaglia di Ravenna.

26 maggio - dal blog tarantocontro: Appalto pulizie Amat, scatta lo stato di agitazione

 

Proclamato dallo Slai Cobas per il sindacato di classe e dai Cobas Confederazione

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe e Cobas Confederazione dichiarano lo stato di agitazione dei lavoratori dipendenti dell’A.T.I. in indirizzo ed operanti in appalto Amat come pulitori dei bus e delle strutture e degli uffici Amat.

Lo stato di agitazione è motivato “dalla mancata realizzazione degli incontri necessari con Amat e Amministrazione che erano stati calendarizzati e poi non si sono tenuti nonostante i solleciti delle scriventi organizzazioni sindacali , dopo che un precedente stato di agitazione era stato revocato proprio per la decisione di procedere con questi incontri. Noi richiediamo da tempo e la fase della emergenza Covid lo ha evidenziato l’applicazione del 20%, il cosidetto quinto d’obbligo. L’Amat aveva garantito tale aumento anche in seguito all’arrivo di nuovi autobus e quindi all’incremento di servizi, che hanno comportato un quasi permanente lavoro straordinario anche per gli interventi di urgenza tipo la sanificazione” si legge nella nota sindacale.

“Questa situazione necessita l’urgente confronto e una soluzione positiva della vertenza. Pertanto, ai sensi della normativa vigente per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, dichiara questo stato di agitazione a partire da martedi 25 maggio che si trasformerà in astensione generale dal lavoro ove i richiesti incontri con il Comune di Taranto in qualità di socio unico della stazione appaltante, con l’Amat in qualità di stazione appaltante, e con La Lucentezza e i Servizi Integrati in qualità di aziende ove non fossero tempestivamente realizzati. Dato che anche altra organizzazione sindacale – Cobas Confederazione ha indetto analogo stato di agitazione – richiediamo che tutti gli incontri avvengano in forme congiunti” concludono dallo Slai Cobas.


SECONDO GIORNO DI SCIOPERO ALLA GASER GLI OPERAI COMPATTI SOSTENGONO IL RIENTRO DEI COMAPGNI DI LAVORO

SOSTEGNO E SOLIDARIETÀ CON GLI OPRERAI IN SCIOPERO, CHE CONTINUA COMPATTO
UNA CLASSE UN FRONTE UNICO DI LOTTA
OGGI GLI OPERAI GASER NELLE PRINCIPALI FABBRICHE METALMECCANICHE DELLA ZONA PER COSTRUIRE INIZIATIVE UNITARIE E FORZARE L'APPARENTE SICUREZZA DELL'AZIENDA CHE PERDE FATTURATO APPALTANDO ALCUNI LAVORI E HA COMANDATO SULLE LINEE VUOTE PER LO SCIOPERO  CHIUNQUE IN FABBRICA ABBIA DUE MANI PER ALCUNE CONSEGNE URGENTI
 

lunedì 24 maggio 2021

24 maggio - REPRESSIONE ANTIOPERAIA E ANTI SLAI COBAS SC A TARANTO

 

Anche a Taranto in questi mesi sta andando avanti una repressione padronale/Istituzionale che ha chiare caratteristiche fasciste. 

Abbiamo già parlato e torneremo a farlo dei licenziamenti all'ex Ilva, poi ArcelorMittal e ora Acciaierie d'Italia, che hanno un evidente messaggio intimidatorio verso tutti i lavoratori: licenzio alcuni singoli lavoratori per imporre a tutti di abbassare la testa, di non pensare, non denunciare problemi di sicurezza, a fronte di una politica che ogni giorno mette a rischio il lavoro, attacca il salario di migliaia di lavoratori, la sicurezza e con incidenti/mancanza di manutenzione degli impianti che mettono in grave pericolo la vita stessa dei lavoratori.

Un altro fronte è il Cimitero, dove tempo fa vi è stata un'aggressione criminale verso il delegato Slai Cobas da parte del referente della Ditta creando un clima di pesantissima intimidazione, minacce contro tutti i lavoratori dello Slai Cobas con il chiaro tentativo di far fuori materialmente lo Slai Cobas, sindacato nettamente maggioritario al Cimitero. In questa aperta repressione, Magistratura, Istituzioni locali, e per l'ex Ilva anche Ministri, si sono voltati dall'altra parte o hanno dato ragione ai padroni.

Recentemente sta andando in scena - questa volta tra i lavoratori e in particolare contro lo Slai Cobas sc della ex Pasquinelli, lavoratori impegnati in appalti pubblici che da 10 anni lottano per una stabilizzazione lavorativa nell'impianto di selezione della differenziata - un'altra faccia di fascismo padronale, in questo caso di un Ente pubblico, l'Amiu che vuole il licenziamento di 8 lavoratori. Questa volta il messaggio è ancora più chiaro, dice apertamente, e opera di conseguenza: io voglio attaccare, liberarmi dello Slai Cobas e per farlo tolgo il lavoro ai lavoratori - indipendentemente se sono tutti dello Slai Cobas o di altri sindacati, addirittura se erano presenti ad una iniziativa sindacale dello Slai Cobas o no. Con un'azione di aperta ritorsione/vendetta: due hanno protestato e io per ritorsione faccio fuori 8.

Su quest'ultima repressione leggi il comunicato dello Slai Cobas per il sindacato di classe nel blog tarantocontrohttps://tarantocontro.blogspot.com/2021/05/lavoratori-ex-pasquinelli-senza-lavoro.html

Queste repressioni sono accompagnate da dichiarazioni, reazioni alle denunce e iniziative sindacali, da parte delle aziende isteriche, anche viscerali, fuori da ogni "normale" contrasto azienda/sindacati, che mostrano l'attuale humus che caratterizza questi attacchi; in cui ciò che si vuole colpire non è neanche la lotta, la protesta in sè, ma il fatto che lavoratori, lo Slai Cobas sc osi mettere in discussione il potere dei padroni, o di rappresentanti istituzionali.

Non è un caso che in generale, anche in altre realtà a livello nazionale, la motivazione di vari licenziamenti repressivi è la "rottura del legame di fiducia", che tradotto è "non ti sei assoggettato a me".

Tutto questo richiede, maggiore comprensione da parte dei lavoratori e una lotta, risposta, unità che deve necessariamente elevarsi per scontrarsi con questa nuova realtà.


24 maggio - SOLIDARIETÀ PER ROMA

Da Parma a Taranto, cresce la solidarietà ai lavoratori S.I. Cobas: libertà di rappresentanza subito, lotta di classe ovunque

Maggio 23, 20210 

SOLIDARIETA’ AL SI COBAS

Ancora una volta esprimiamo totale solidarietà al SI Cobas.

Anche ieri abbiamo visto come da sempre stato e padroni affrontano la lotta di classe: negando diritti e manganellando.

Da mesi il SI Cobas sta chiedendo di poter essere ricevuto dal MISE dopo la chiusura dello stabilimento Fedex di Piacenza, le istituzioni rispondono evitando ogni confronto, per poi blaterare di democrazia.

Da tempo continuiamo a ripetere che in Italia non esiste alcuna libertà sindacale: o firmi ciò che vogliono o, anche laddove come sindacato di base sei rappresentativo, a causa di leggi capestro non ti danno alcuna possibilità di rappresentanza.

È un meccanismo studiato apposta per costringere i lavoratori a non scegliere da chi farsi rappresentare e per impedire le presenze più radicali e coerenti.

Le sole risposte che dà il potere sono polizia e manganellate, come si è visto ieri, contro lavoratori che giustamente pretendevano di essere ascoltati e hanno reagito a provocazioni della polizia.

Ci chiediamo con che legittimità e credibilità la classe politica tutta pretenda di attuare politiche così palesemente filo padronali e asservite agli interessi di multinazionali, e parlare di democrazia.

Libertà di rappresentanza subito, lotta di classe ovunque.

Parma, 22 maggio 2021

Segreteria Nazionale USI-CIT


Comunicato

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime la massima denuncia per quanto avvenuto a Roma e la massima solidarietà con i lavoratori della Fedex e i disoccupati del 7 novembre.

E’ divenuto ben chiaro che Governo Draghi e ministro Giorgetti sono solidamente al fianco dei padroni della Fedex per piegare la lotta tenace e combattiva dei lavoratori.

La via scelta è quella della repressione che colpisca questa lotta come paradigma di tutte le lotte dei lavoratori che non siano conciliabili con il sindacalismo confederale complice.

Avviene anche in altri posti di lavoro vedi a Taranto nei confronti dei licenziamenti repressivi dell’Arcelor Mittal oggi Acciaierie d’Italia.

Stiamo informando correttamente i lavoratori degli avvenimenti di Roma e stiamo verificando con loro come organizzare la partecipazione a una risposta comune generale pensiamo a una assemblea nazionale in presenza  che proporremmo per il 19 giugno a Milano e una  eventuale manifestazione nazionale entro lo stesso mese.

22 maggio 2021

Slai Cobas per il sindacato di classecoordinamento nazionale


domenica 23 maggio 2021

24 maggio - ore 6.00 iniziato lo.sciopero alla Gaser Solidarietà e sostegno agli operai in lotta

 




Difesa dei posti di lavoro per precari 

Basta tirocini a 500 euro

Aumenti di salario sicuri e per tutti 

Avanti per la salute e sicurezza 

Dall'inizio delle agitazioni la fabbrica a cambiato volto 

Incalzati dagli scioperi e dagli esposti i padroni hanno fatto partire una bonifica sostanziale 

Ma resta il nodo della fatica che rompe la.schiena e consuma