domenica 21 agosto 2022

21 agosto - Comunicazione

 

 Per riorganizzazione il blog è sospeso fino a fine mese

Arrivederci al 1° settembre


21 agosto - Per un autunno di lotta proletaria e popolare, sindacale e politica - 17 settembre a Roma Assemblea proletaria anticapitalista

 

 Roma 17 settembre ore 14,30 - Metropoliz via Prenestina 913

Per un autunno di lotta proletaria e popolare, sindacale e politica serve un fronte unico di classe contro padroni, governo dei padroni, stato capitalista/imperialista

Temi dell'Assemblea

contro lo scaricamento della crisi sulla pelle dei lavoratori e delle masse - sfruttamento, delocalizzazioni e chiusura fabbriche, licenziamenti, cassintegrazione permanente, precarietà, disoccupazione, carovita, morti sul lavoro, salute e ambiente, casa, peggioramento sanità, scuola, trasporti...

contro la guerra imperialista - l'intervento dell' imperialismo italiano in Ucraina, Est Europa, Libia e mediterraneo, l'aumento delle spese militari, le basi militari Usa/Nato

contro il fascismo e razzismo di Stato, di governo, sedi e squadrismo nei quartieri e nelle piazze

contro la repressione lotte proletarie, attacco  al diritto di sciopero e alle libertà sindacali e di rappresentanza, criminalizzazione dei movimenti Notav/no Tap/no Muos..

a sostegno delle lotte delle donne lavoratrici in lotta contro doppio sfruttamento, precarietà, doppia oppressione, attacco ai diritti delle donne

permessi di soggiorno, documenti anagrafici e sanitari per tutti i migranti senza condizione, diritto di asilo, contratti regolari reddito, casa - apertura porti - accoglienza e solidarietà - blocco di espulsioni - chiusura cpr

organizzazione - unità di classe -guerra di classe - internazionalismo

Partecipazione e inviti

Inviti e presenze dalle fabbriche in lotta, da GKN Firenze a Tessitura Albini Mottola - dalle Acciaierie d'Itala/appalto Taranto a Stellantis, Tenaris Dalmine, Fincantieri, Marcegaglia, dalla Beretta di Trezzo MI alle lavoratrici degli asili, delle cooperative e degli appalti di pulizia comunali, dai facchini in lotta ai disoccupati di Napoli, alle realtà impegnate per salute, sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio

inviti alle realtà in lotta dei migranti e associazioni di sostegno

inviti a tutte le realtà del sindacalismo di base e di classe e a tutti gli organismi di lotta contro la repressione e il carcere

Assemblea proletaria anticapitalista

 info adesioni assemproletariaanticapitalista@gmail.com

wa 351957628


sabato 20 agosto 2022

20 agosto - RICEVIAMO PUBBLICHIAMO, DIFFONDIAMO, SOLIDALI SEMPRE

 

La nostra solidarietà e' certa - almeno sul piano informativo 

-dal 29 se è necessario se si può fare di più contate su di noi

 - Slai Cobas sc

Cari compagni e compagne,

come sindacato abbiamo urgente bisogno di attivare una campagna di solidarietà e comunicazione sulla vertenza ILIP: nei primi giorni di agosto la trattativa in corso con la cooperativa CFP per l'integrale applicazione del CCNL Logistica ai facchini in appalto presso l'azienda di plastica monouso ILIP di Bazzano (livelli di inquadramento, anzianità, pagamento di malattia, permessi, ferie, festività, pausa e straordinari) è stata interrotta da un colpo di mano da parte di ILIP (Confindustria) che ha revocato l'appalto senza proporre per la prima volta in 25 anni una nuova società. Il risultato è stata la perdita del lavoro per 80 facchini, in larga parte sindacalizzati nel SI Cobas, che si trovano ora in un limbo, senza stipendio e scaricati dalla ILIP, presso cui molti lavorano da anni e anni (anche 15 o 20 anni di lavoro). Con questo trucco ILIP si libera degli operai sindacalizzati senza averne alcuna responsabilità.

I tavoli di trattativa presso la Prefettura si sono conclusi in un niente di fatto, così come il tavolo di salvaguardia della Città Metropolitana di Bologna, svolto online con la surreale presenza a telecamere e microfoni spenti dei rappresentanti delle istituzioni (di fatto non sappiamo nemmeno se fossero realmente in ascolto).

Da 18 giorni i cancelli di ILIP sono presidiati 24 ore al giorno, con blocco intermittente delle merci.

Paradossalmente, a fronte di questa situazione Prefettura e Città Metropolitana hanno diffuso comunicati in cui dichiarano i lavoratori già ricollocati e la crisi rientrata, anche se almeno 40 di loro non sono nemmeno stati contattati dalla cooperativa che teoricamente dovrebbe ricollocarli.

Vanno sottolineati alcuni punti di questa vicenda:

1. Il trucco della disdetta dell'appalto senza subentro di altre società permette per la prima volta alle industrie di liberarsi dei lavoratori sindacalizzati senza nemmeno dover simulare fallimenti o trasferire gli stabilimenti, come finora è accaduto (Logista e TNT a Bologna, Fedex a Piacenza, Zara a Firenze, ecc.). Costituisce quindi un precedente pericoloso, che rischia di essere riprodotto in tutto il paese, se non si interviene immediatamente.

2. La vertenza nasce dalla contestazione sindacale degli accordi interconfederali per cui le centrali cooperative (Legacoop e Confcooperative) hanno ottenuto da CGIL-CISL-UIL di derogare (tagliare) quasi tutti gli istituti contrattuali (vedi accordo allegato). Tali accordi dovrebbero essere posti al centro del dibattito sul lavoro, ed essere aboliti e vietati.

3. Le istituzioni locali, nazionali e regionali avallano l'operazione ILIP, che ha la motivazione dichiarata della repressione antisindacale (vedi comunicato ILIP).

4. Il licenziamento politico collettivo della ILIP ha per mandanti Confindustria e il Partito Democratico (mediante i rappresentanti delle istituzioni e consorterie: Regione ER, Comune di Bologna, Comune di Valsamoggia, Legacoop e la stessa Confindustria mediante i suoi legali e consulenti), che con questa vertenza aprono la loro campagna elettorale sul territorio (ma con respiro nazionale).

5. ILIP è emblematica del vero significato di "transizione ecologica": un'azienda che produce bicchieri, piatti e vaschette monouso in plastica (e ora in parte in "plastica compostabile"), che durante la pandemia ha raddoppiato il proprio stabilimento, nonostante le proteste dei residenti, in deroga a ogni vincolo ambientale. Questa è la svolta green dei padroni: plastica, cemento e licenziamenti!

Chiediamo quindi a chiunque si renda disponibile di aiutarci a rompere il muro di silenzio e falsità in cui vogliono affogare questa vicenda, pubblicando articoli, comunicati, presenziando in solidarietà ai cancelli, intervenendo su questo tema in ogni contesto elettorale (anche fuori dall'Emilia Romagna).

Ogni partito, movimento, collettivo è libero di sviluppare il tema secondo i propri orientamenti e la propria interpretazione, non esiste nessun vincolo o "limitazione" da parte del SI Cobas: ognuno dica e scriva quello che ritiene opportuno!

In allegato trovate i comunicati stampa, alcuni articoli, foto e l'accordo interconfederale sulla logistica. Si allega poi l'accordo sottoscritto nel 2019 per ILIP dallo stesso tavolo metropolitano che oggi si rifiuta di intervenire per gli stessi lavoratori: ieri non erano iscritti al sindacato, quindi potevano essere salvati...

Grazie in anticipo e un saluto a pugno chiuso! Uniti si vince!

M.P.

giovedì 18 agosto 2022

18 agosto - VERSO ASSEMBLEA PROLETARIA ANTICAPITALISTA, ROMA 17 SETTEMBRE

Roma 17 settembre ore 14,30 - Metropoliz via Prenestina 913

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per un autunno di lotta proletaria e popolare, sindacale e politica serve un fronte unico di classe

contro padroni, governo dei padroni, stato capitalista/imperialista

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temi

contro la guerra imperialista - l'intervento dell' imperialismo italiano in Ucraina, Est Europa, Libia e mediterraneo, l'aumento delle spese militari, le basi militari Usa/Nato

contro il fascismo e razzismo di stato , di governo, sedi e squadrismo  nei quartieri e nelle piazze

contro lo scaricamento della crisi sulla pelle dei lavoratori e delle masse - sfruttamento, delocalizzazioni e chiusura fabbriche,licenziamenti, cassaintegrazione permanente, precarietà disoccupazione, carovita,morti sul lavoro, salute e ambiente, casa, peggioramento sanità, scuola, trasporti..

contro la repressione lotte proletarie, attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali e di rappresentanza, criminalizzazione dei movimenti Notav/no Tap/no Muos..

a sostegno delle lotte delle donne lavoratrici in lotta contro sfruttamento doppia oppressione, attacco ai diritti delle donne

permessi di soggiorno, documenti anagrafici e sanitari per tutti i migranti senza condizione, diritto di asilo,contratti regolari reddito, casa - apertura porti -accoglienza e solidarietà- blocco di espulsioni - chiusura cpr

organizzazione - unità di classe -guerra di classe -internazionalismo

partecipazione e inviti

inviti e presenze dalle fabbriche in lotta da GKN a Tessitura Albini Mottola - dalle Acciaierie Italia/appalto Taranto a Stellantis, Fincantieri, Marcegaglia, dalla Beretta di Bergamo alle lavoratrici degli asili, delle cooperative e degli appalti di pulizia, comunali, dai facchini in lotta ai disoccupati di Napoli, alle realtà impegnate per salute, sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio

inviti alle realtà in lotta dei migranti e associazioni di sostegno

inviti a tutte le realtà del sindacalismo di base e di classe e a tutti gli organismi di lotta contro la repressione e il carcere

assemblea proletaria anticapitalista

info adesioni assemproletariaanticapitalista@gmail.com

WhatsApp 351957628


18 agosto - dal blog La Bottega del Barbieri: Nicolò Caruso: morire di lavoro

su tutta la questione della lotta contro le morti, assassini, sul lavoro testimonianze e proposte a

assemblea proletaria anticapitalista Roma 17 settembre ore 14.30 Metropoliz via Prenestina 193

info adesioni assemproletariaanticapitalista@gmail.com

WhatsApp 351957628


di Domenico Stimolo

Importanti novità sulla morte di Nicolò Caruso, deceduto sul lavoro a Caltagirone

E’ “caduto” in altezza, da un traliccio, la sera di giorno 11 agosto, folgorato dalla corrente elettrica, in contrada Magazzinazzo, nella zona di Caltagirone. Aveva 60 anni Nicolò Caruso, era dipendente della Sirti Energia, residente a Militello Val di Catania. Lascia moglie e 2 figli. Nella sua attività lavorativa – che prevedeva anche interventi in reperibilità per guasti fuori del normale orario lavorativo – il suo punto di riferimento era il Centro Operativo di Catania. Infatti, la sera dell’11 agosto, era stato chiamato, assieme a un compagno di squadra, per intervenire su un guasto nella rete dell’energia elettrica che riguardava alcune aree esterne di Caltagirone. La Procura di Caltagirone ha emesso ieri avviso di garanzia, per omicidio colposo nei riguardi di 6 persone. In particolare sono coinvolti 3 responsabili di E-Distribuzione (ex Enel Distribuzione): 2 della struttura aziendale nazionale e l’altro del Centro territoriale di Catania.

Il 18 agosto, a una settimana dal tragico evento, verrà effettuata l’autopsia del cadavere di Nicolò Caruso. Poi ci sarà il funerale. E’ drammatica in Sicilia la condizione dei lavoratori. Nella nostra regione, in tutte le articolazioni produttive specie quelle che si svolgono in attività esterne, esiste – in maniera strutturale – un’ampia condizione di illegalità e insicurezza con ampia carenza nel rispetto delle normative e nell’uso delle vincolanti attrezzature di prevenzione. Nelle strutture istituzionali preposte ai controlli mancano centinaia di ispettori. Un dato complessivamente elementare, da sempre disatteso per ragioni “imperscrutabili”.

Nel primo semestre dell’anno ci sono stati 22 morti nei luoghi di lavoro (escludendo quelli in itinere). Al primo posto Catania con 7 morti, seguono Siracusa, Palermo e Trapani con tre morti per provincia, poi Caltanissetta con due eventi tragici e infine altre 4 vittime fra Trapani, Ragusa, Enna e Agrigento.

In crescita rilevante è l’incidenza di mortalità, cioè il rischio reale di morte, misurato su ogni milione di addetti e quindi sul totale dei lavoratori suddiviso per provincia. In questa speciale, mortifera classifica (i dati di dettaglio vengono calcolati dall’Istituto di sorveglianza Vega) al primo posto in Sicilia c’è Caltanissetta con un tasso di incidenza del 31,6%, su un totale di 63.332 occupati, poi Siracusa al 27,7% (su 108.304 lavoratori). Immediatamente dopo Trapani (tasso del 25,9% su 115.918 occupati) e Catania (25,3% su 276.812).

In Italia nel primo semestre 2022 gli incidenti sul lavoro sono stati 382.288, con 463 morti e un aumento del 43,3% sul 2021. Le denunce per malattie professionali sono 31.085 (sempre nel primo semestre) secondo i dati INAIL.

Nel periodo gennaio-maggio 2022 le denunce di infortunio sul lavoro in Sicilia sono state 15.064, con un incremento del 65% rispetto ai primi cinque mesi del 2021.

La difesa della vita e della salute dei lavoratori è una priorità assoluta per la nostra democrazia e per la dignità civile, in Italia e nello specifico in Sicilia. E’ un tema di grandissima rilevanza che dovrebbe essere trattato con urgente evidenza dalle forze politiche nella campagna elettorale.

Basta morti e incidenti nei luoghi di lavoro!

mercoledì 17 agosto 2022

17 agosto - TARANTO CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA E I GOVERNI DELLA GUERRA

 


17 agosto - SAN SEVERO: DAL COMITATO LAVORATORI DELLE CAMPAGNE

 

SAN SEVERO (FG): ANCORA INCIDENTI MORTALI, ANCORA AGGRESSIONI RAZZISTE

A San Severo, come nel resto della provincia di Foggia, le persone immigrate rischiano la vita tutti i giorni, come loro stesse denunciano da anni. 

Il 6 agosto sulla statale 16 fra Foggia e San Severo è avvenuto l’ennesimo incidente mortale che ha visto come vittima un lavoratore immigrato mentre tornava da lavoro in bicicletta. Era ghanese, e il suo nome era Thomas, ma tutti lo chiamavano Koffi.

La letalità della Statale 16, e di tutte le strade della Capitanata, è cosa ormai nota, e non solo per gli incidenti. Questi mesi sono stati costellati di attacchi razzisti a lavoratori che si recavano al lavoro all’alba. Soltanto pochi giorni fa, sempre nella zona di San Severo, un lavoratore immigrato è stato attaccato da una macchina che lo ha speronato apposta facendolo cadere dalla bicicletta mentre andava a lavoro. Stessa dinamica di tutte le aggressioni razziste avvenute ai danni dei lavoratori di Foggia nell'ultimo mese. 

La morte di Koffi, e di tanti altri prima di lui, viene raccontata come una fatalità ma a causarla è stato invece lo stesso razzismo che genera gli attacchi ai lavoratori che si recano ai campi e che, allargando ancora lo sguardo, è lo stesso razzismo che ha ucciso Alika a Civitanova, lo stesso razzismo di leggi sui

documenti create ad arte per costringere i lavoratori e le lavoratrici immigrate in una condizione di perenne sfruttamento e marginalità. 

Lo stesso razzismo che permea quel sistema dell’accoglienza che sulla pelle dei migranti realizza tutti i suoi guadagni e per alimentare il quale, anni fa, le istituzioni pugliesi hanno pensato fosse una buona idea creare, proprio sulla Statale 16, in un punto in cui le macchine passano ad altissima velocità e senza collegamenti verso i luoghi di lavoro, un campo container (sia mai delle case!) per l’accoglienza dei lavoratori, la tanto sbandierata Casa Sankara. Ovviamente si tratta di dinamiche che attraversano un paese intero e non risparmiano nessuno: mentre venivano spostati come pacchi dall'hotspot di Lampedusa ad altri centri di accoglienza, ieri 15 richiedenti asilo sono rimasti feriti in un incidente lungo l'autostrada vicino a Firenze. 

Intanto a Roma, nel quartiere di Torpignattara, continuano minacce e intimidazioni razziste volte a impedire l'autorganizzazione degli abitanti del quartiere, immigrati e italiani, che da mesi sono in strada per rivendicare uno spazio per tutt.

Tutti questi sono tentacoli del razzismo dello stato e del sistema produttivo. Possono apparire diversi, ma nascono tutti dallo stesso corpo. Ci stringiamo ai fratelli e sorelle di Koffi, agli amici della persona aggredita, a tutte le persone ferite. 

Nelle città, nei paesi, nei quartieri, nei ghetti, ricominciamo a difenderci e a lottare senza paura.

su tutta la questione della lotta dei migranti testimonianze e proposte a

assemblea proletaria anticapitalista Roma 17 settembre ore 14.30 Metropoliz via Prenestina 193


martedì 16 agosto 2022

16 agosto - Carrara, portuali costretti a fare turni massacranti

 

Holding F2i chiede 13 ore giornaliere suddivise in due trance.

Turni di lavoro massacranti, con picchi di 12 ore consecutive, mancanza di personale ed età avanzata di molti lavoratori.

Questa in sintesi la denuncia di Mannini, che chiede pubblicamente l’intervento della sindaca Serena Arrighi e del prefetto Guido Aprea. : "L’ottimismo trapelato sulla stampa locale in questi giorni sul Porto di Marina di Carrara da parte della F2i

Holding purtroppo stride con la realtà dei fatti. Se non sono 20 anni, poco ci manca dall’ultima assunzione di personale operativo alla Porto di Carrara Spa, oggi F2i Holding. Una tendenza che speravamo venisse interrotta con l’arrivo della nuova proprietà. Purtroppo le cose non vanno per il verso giusto e al forte incremento del traffico avuto nell’ultimo anno, la nuova governance anziché farvi fronte con nuove assunzioni sta proponendo con insistenza e prepotenza il raddoppio del turno di lavoro ai dipendenti del ciclo nave. Dipendenti in maggioranza tra i 50 e i 60 anni di età. I portuali lavorano con turni di lavoro di 6.20 ore giornaliere, 6 giorni su 7 e riposo settimanale la domenica. La nuova governance pretende che per 48 giorni all’anno lavorino obbligatoriamente 12 ore al giorno, per un impegno lavorativo di 13 ore giornaliere con turni suddivisi in due trance da 6 ore ciascuno intervallati da un’ora di pausa. Peccato che stiamo parlando di lavoratori non più trentenni che lavorano spostando carichi pesanti (legno e altro materiale) sotto il sole, le intemperie o dentro le stime delle navi. Come sindacato abbiamo fatto ben due assemblee con i lavoratori, che giustamente hanno risposto di non volerli fare perché non ce la fanno fisicamente".


lunedì 15 agosto 2022

15 agosto - info solidale: DISOCCUPATI IN PIAZZA A NAPOLI PURE A FERRAGOSTO!

 

LA LOTTA DEI SENZA LAVORO NON CONOSCE NE FERIE, NE TANTOMENO "TREGUE ELETTORALI"...

Di seguito il comunicato congiunto del movimento 7 novembre e dei disoccupati 167 Scampia.

SIAMO IN PIAZZA A FERRAGOSTO! NON SIAMO PAZZI, SIAMO CONSAPEVOLI DEL DISASTRO SOCIALE IN CORSO. INSORGIAMO!

A Ferragosto centinaia di disoccupati e disoccupate sono in piazza, vicino lo Stadio verso la sede della Rai di Via Marconi, simulando un lido balneare.

I soldi non ci sono, la testa per andare al mare neanche: guerra, carovita, disoccupazione, precarietà. Mentre passa un decreto di 7 miliardi e 300 milioni di euro per le spese militari (altro che solo affari correnti) tolgono il Reddito di Cittadinanza per chi ha avuto una condanna negli ultimi 10 anni. Praticamente incitano a continuare a commettere reati piuttosto che prevedere formazione e lavoro ai disoccupati di lunga durata appartenenti alle platee storiche.

Nel frattempo aumenta la repressione per chi lotta.

Vogliamo l'applicazione degli impegni assunti il 6 Luglio, la previsione nelle bozze della finanziaria degli emendamenti formativi e finanziari già condivisi per i progetti individuati, la firma del protocollo d'intesa per l'utilizzo delle risorse già individuate finalizzate agli incentivi per l'assunzione dei disoccupati di lunga durata, la riconvocazione del tavolo interistituzionale entro la fine di questo mese per dare seguito agli impegni assunti così come dichiarato a seguito dell'ultima mobilitazione.

Andremo a tutti i comizi elettorali a portare un po' di realtà proletaria, facendo capire a chiunque andrà al governo che a Napoli dovrà dare conto ai disoccupati organizzati.

Rilanciamo la mobilitazione nel mese di Agosto, nei prossimi giorni indicando le scadenze di piazza.

Organizziamo una grande mobilitazione in autunno a Napoli, per insorgere, per alzare la testa, per unire gli sfruttati.

Movimento Disoccupati 7 Novembre

Disoccupati 167 Scampia

#Napoli #7nov #Lavoro



domenica 14 agosto 2022

14 agosto - CAPORALATO NELLA LOGISTICA, UNA DENUNCIA. NE PARLIAMO IL 17 A ROMA

 

verso l'assemblea proletaria anticapitalista Roma 17 settembre ore 14.30 spazio Metropoliz via Prenestina

Lo Slai Cobas sc ed altre realtà sindacali organizzazioni di lotta proletaria 
rete sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio. realtà politiche 
anticapitaliste e antimperialiste, assemblea nazionale donne lavoratrici,
organizzazioni contro la repressione e solidali- con i prigionieri politici del mondo
raccolte nella Assemblea Proletaria Anticapitalista propongono e invitano tutti a 
una assemblea nazionale a Roma il pomeriggio del 17 settembre - luogo comunicato in
seguito - l'obiettivo e' lavorare per il fronte unico di classe e contribuire
alla battaglia nazionale contro padroni governo dei padroni è stato imperialista
 su tutti i terreni oggi necessari 
- salari lavoro sicurezza 
- opposizione alla guerra e alla repressione
- migranti- movimento delle donne 
- internazionalismo 
- l'assemblea si esprimerà sulle elezioni fuori e contro le attuali forze della borghesia e elettoraliste anche nel nostro campo.
Info assembleaproletariaanticapitalista@gmail.com per adesione contatti proposte

14 agosto - info da Taranto: Decreto ex Ilva - La Gazzetta del Mezzogiorno riporta la posizione contro e l'indicazione dello Slai Cobas sc - A settembre presidi e assemblee alle portinerie

 


sabato 13 agosto 2022

13 agosto - dal blog lavoro e salute, un utile ricordo storico per il presente: Aigues Mortes (Francia) 1893 : strage e tragedia operaia

 

Vito Totire, portavoce pro tempore della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO

RICORDIAMO A TUTTI : FIRENZE 22 SETTEMBRE 2022 ASSEMBLEA NAZIONALE RETE LAVORO SICURO

BOLOGNA, 12.8.2022

Pubblicato da FrancoCile

Impossibile dimenticare la strage-qualcuno la ha definito progrom anti-italiano-di Aigues Mortes (tradotto: acque morte) ; alcune fonti parlano di nove operai italiani uccisi , il Time parlò di 50 morti , altri storici hanno fatto ipotei peggiori ;sono state raccolte testimonianze e sono state fatte ricerche che consentono di ricostruire realisticamente la tragedia che peraltro ci è tornata in mente, per associazione di idee, per una recente immagine proveniente dalla Ucraina: quella che fotografa un monumento per l’amicizia tra popolo ucraino e popolo russo nel quale la testa dell’operaio russo è stata mozzata; la immagine la abbiamo citata nella assemblea di Modena che ha fondato la RETE NAZIONALE LAVORO SICURO; se della strage se ne fosse occupato Mao tse tung la avrebbe definita “contraddizione in seno al popolo”; certo una definizione eufemistica per una strage ma la sostanza è quella e strettamente correlato è uno degli insegnamenti che dobbiamo trarre : la necessità della coesione e della fratellanza tra i lavoratori di ogni paese; la capacità di superare e divisioni che il “padrone” determina e impone; la necessità della unità tra lavoratori russi e ucraini e tra i lavoratori di tutto il mondo; se nel 1893 fosse esistito un contratto unico di lavoro la strage, molto probabilmente, non si sarebbe verificata; infatti la ostilità tra gruppi di diversa provenienza territoriale era alimentata dal fatto che gli italiani accettavano supinamente condizioni peggiori , al limite dello schiavismo, mentre i francesi cominciavano ad intravedere forme di autodifesa operaia; prevediamo che il ceto politico italiano ed europeo dimenticherà , in occasione dell’anniversario della strage (che possiamo collocare tra il 15 e il 17 agosto) , ogni menzione ed ogni ricordo in quanto evento tragico e “difficile”; non assisteremo neppure al pallido e penoso “scontro” che si è registrato per Marcinelle (abbiamo detto della posizione “dignitosa” ma insufficiente di Letta, meglio un pietoso velo di silenzio su altre “posizioni”); non vedremo, probabilmente, nessuna dichiarazione del presidente della repubblica né del presidente del consiglio: perché turbare gli attuali ottimi rapporti con la Francia con una storia così dolorosa?

il ricordo, per chi non soffre di “amnesia politica” rimane: la rissa che innescò la strage affondava le sue origini nella contrapposizione tra la condotta degli italiani (come abbiamo detto incline ad accettare condizioni di lavoro pesantissime, come oggi fanno i braccianti immigrati i Italia ) vista con favore e usata , anzi programmata, dai “padroni” delle saline e i tentativi di difesa sindacale dei lavoratori autoctoni; IN SOSTANZA LE CAUSE SOCIALI E POLITICHE DELLA STRAGE NACQUERO DALLA CAPACITA’ DEI PADRONI DI DIVIDERE LA CLASSE OPERAIA E CREARE QUEL CLIMA DI CONFLITTUALITA’ CHE , IN MANIERA SPESSO PIU’ SFUMATA, SI E’ SPESSO CREATO anche più di recente in tutto il mondo CONTRO GLI IMMIGRATI CHE “CI TOLGONO IL LAVORO”;

una tragedia nella tragedia dunque nella quale , senza attenuare la gravità della furia omicida dei “francesi” contro gli operai italiani e senza volere o potere attribuire tutta la responsabilità ai padroni , ai padroni delle saline va addebitata comunque la responsabilità iniziale e primaria del conflitto che , pure, la classe operaia francese doveva gestire-se vi fosse stata “coscienza di classe”- in maniera completamente diversa ; era il 1893 , eravamo agli albori del movimento “socialista”; la tragedia si è consumata ed oggi non va “rimossa” per opportunismo o manicheismo.

Di fronte all’omicidio verificatosi di recente a Civitanova Marche (che qualcuno cercherà di spiegare “esaustivamente” in termini di psicopatologia individuale dell’aggressore) dobbiamo chiederci quanto odio sopravvive e serpeggia ancora nei confronti dell’immigrato, del “nero” , del diverso e dobbiamo chiederci cosa ancora possiamo fare per la unità dei lavoratori e degli sfruttati autoctoni o immigrati che siano.

Parlare e ricordare Aigues Mortes è utile anche e soprattutto per questo fine.

Anche per questo la nostra proposta rilanciata in occasione dell’anniversario di Marcinelle di fare dell’8 agosto la “giornata mondiale del lavoratore immigrato” rimane ragionevole e attuale.

Per Aigues Mortes : occorre riaprire col governo francese la questione dei “risarcimenti” sul piano politico e morale; è passato troppo tempo? Ci pare di no , per chi non dimentica la ferita è ancora aperta.

venerdì 12 agosto 2022

12 agosto - NEL 2021 "OCCULTAti" 536 CADAVERI DI LAVORATORI MORTI PER INFORTUNI

 

Nel 2021 “occultati” 536 cadaveri di lavoratori morti per infortuni, è questo che mi viene in mente leggendo i rapporti Inail, ma è così tutti gli anni. Ogni mese INAIL diffonde il numero dei morti sul lavoro nel mese in corso, Nel rapporto annuale del 2021 (ma è così da quando 15 anni fa ho cominciato a monitorarli) ha diffuso 1221 denunce di morti sul lavoro che gli sono pervenute, Questo il primo mese del 2022, poi scopriamo dopo almeno sei/sette mesi che i morti accertati diventano 685, ma ci chiediamo che fine hanno fatto gli altri 536 lavoratori? Sono resuscitati? non vengono trovati i cadaveri? Dove e perché spariscono? Non vengono riconosciuti da questo Istituto perché non sono assicurati a questo Ente dello Stato, che ricordiamo che gli introiti sono prelevati nelle buste paghe dei lavoratori (beh, lo dicano): ci sono contenziosi in corso che dureranno anni? Tra l’altro noi ne registriamo molti di più. Ma com’è possibile che ogni anno scrivo queste cose, le diffondo a tutti, ma nessuno che va a vedere, parliamo della vita di circa 7500 lavoratori morti per infortuni spariti nel nulla in questi 15 anni. E i sindacati? E la politica di tutti i partiti, che fanno per queste tragedie? NIENTE. C’è una commistione di potere e di interessi economici e politici che riguarda tutti. Del resto basta andare a vedere dove sono a finire alla fine delle loro carriere i vari ministri del Lavoro e delle Politiche Agricole che si sono succeduti nel corso di questi anni: stipendi stratosferici ad occupare posti, avevo voglia d’informarli della reale situazione delle morti sul lavoro. Il silenzio era d’oro; si preparavano così a collocarsi nei posti che avrebbero dovuto controllare. Il mondo del lavoro seppure disporrebbe di una forza enorme, è solo e non ha più nessun riferimento. Ora promettono mare e monti, e se solo il 10% di quello che promettono venisse realizzato l’Italia fallirebbe così come stava facendo nel 2010. Poi verrebbe chiamato un “Monti” a mettere a posto i conti: E chi li pagherebbe? I lavoratori e pensionati con stipendi da fame, con allungamento ulteriore dell’età per andare in pensione, così in tanti morirebbero per infortuni sul lavoro. Ricordo a tutti che un lavoratore su quattro ogni anno che muore per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni. Una strage degli innocenti che nessuno ricorda. Troppo distante da chi lavora la politica di ogni colore. Per la prima volta nella mia vita questa volta non so se andrò a votare; dal mio osservatorio privilegiato vedo solo opportunismo. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it    


mercoledì 10 agosto 2022

10 agosto - da tarantocontro: NUOVO DECRETO. PER ACCIAIERIE d'ITALIA LA MONTAGNA, PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E I LAVORATORI IL TOPOLINO

Annunciato in pompa magna nell’incontro al Mise tra i ministri del governo provvisorio Draghi, Invitalia, Acciaierie d’Italia e organizzazioni sindacali, il governo ha messo nel decreto “aiuti”, fino ad un miliardo di soldi freschi per l’azienda, un miliardo ancora poco chiaro da dove è preso, a quale titolo. Un miliardo per fronteggiare la crisi di liquidità dichiarata e ostentata dalla Morselli e presa a “scatola chiusa”. Altri gruppi nazionali e mondiali dell’acciaio anche in questa fase di crisi fanno profitti e ricavi, invece Acciaierie d’Italia dichiara di non avere un centesimo.
Un miliardo sostanzialmente per permettere ad Acciaierie d’Italia acquisto di materie prime, l’attività ordinaria, per pagare fornitori e indotto, ecc.; vale a dire per funzionare come ora, senza nessuna contropartita. Le stesse precedenti dichiarazioni di Ministri di rientro di parte dei cassintegrati a fronte del miliardo, sono sparite nel nulla; anzi il Min. Orlando ha detto che finora le ispezioni (ma quando sarebbero avvenute, chi le ha viste…?) nella sostanza non avrebbero messo in luce irregolarità, criticità, ecc., e che quindi la cassa integrazione unilaterale è legittima.
Continuerà quindi la cassa integrazione permanente per 3500 operai (futuri esuberi), lo sfruttamento e la precarietà sulla sicurezza dei lavoratori; al massimo si deve sperare che questi soldi non mettano in pericolo il pagamento dell’appalto e gli stipendi. A fronte di questa chiara politica: tutto per l’azienda, niente e sempre peggio per gli operai, troviamo sindacati ultra soddisfatti come la Fim divenuta ormai ufficialmente un sindacato di Stato e di azienda; dubbi e critiche dalla Uilm ma nessuna indicazione agli operai; la Fiom che parla del futuro per non parlare del presente.
Chiaramente non c’è stata nessuna risposta neanche alle timide richieste del coordinamento nazionale Rsu Fim, Fiom, Uilm, e meno che mai aperture verso il rientro dei Cigs Ilva AS.
Rispetto a questo ancor più si deve capire che solo la lotta generale dei lavoratori può cambiare le cose e può pagare in termini di interessi dei lavoratori su salario, lavoro, salute e sicurezza, e che l’attesa favorisce solo i piani dei padroni e dei governi al loro servizio.
Il governo Draghi lo abbiamo visto all’opera, sul nuovo governo possibile “peggio mi sento”, perché tutti sappiamo che Salvini, Meloni e Berlusconi sono sempre, a prescindere, dalla parte dei padroni.
Certo ci viene difficile parlare di lotta generale: chi la organizza, chi la fa, come e quando?
Abbiamo dato fiducia anche noi, pur con dubbi e certezze altre allo sciopero del 6 maggio e alla possibile continuità della lotta. I sindacati tutti, Rsu comprese, hanno promesso una continuità che non c’è stata e i risultati sono ora questi: con i sindacati confederali, nonostante le parole e qualche buona intenzione presenti in alcune dichiarazioni, una lotta anche importante viene “uccisa” e serve alla fine a dare un miliardo ai padroni e niente agli operai.
Bisogna rovesciare questa linea a partire dal rovesciamento della piramide.


A settembre tutto il potere alle assemblee


Nessuna fiducia nella direzione dei sindacati in fabbrica.


Lo Slai Cobas fin da ora promuove presidi e 

assemblee a tutte le portinerie dal 6 al 9 

settembre - 17 settembre Assemblea nazionale a 

Roma con altre realtà di fabbriche in lotta.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
Taranto via L. Andronico, 47 – 3475301704 WA 3519575628 slaicobasta@gmail.com


lunedì 8 agosto 2022

8 agosto - una denuncia: A Genova si cercano esplosivi nelle case dei lavoratori invece che sulle navi cariche di armi. Solidarietà USB al Calp. La lotta contro il traffico d'armi delle multinazionali italiane coperte dal governo, dei portuali del CALP, è giusto e necessario. Massima solidarietà e denuncia Slai Cobas sc

 

Non si dica mai più che le forze dell’ordine genovesi non hanno a cuore la questione armi. Le cercano incessantemente da più di un anno, con artificieri e cani antiesplosivi. Peccato che le facciano sempre nei posti sbagliati, cioè a casa dei lavoratori del Calp, dove puntualmente non trovano niente. Nel Porto di Genova continua intanto come nulla fosse il traffico di navi stracariche di armi ed esplosivi ma lì niente, su quei vascelli nessuno mette il becco.

È accaduto di nuovo l’altro giorno a un lavoratore appena passato dalla Cgil a USB, la cui abitazione è stata perquisita alla ricerca di esplosivi, polvere da sparo, bengala e altri artifizi pirotecnici. Naturalmente la perquisizione si è conclusa con esito negativo, così come già accaduto in passato.

USB esprime tutta la propria solidarietà militante al lavoratore e al Calp e invita cordialmente le forze dell’ordine e la magistratura genovesi a cercare altrove. Magari a bordo della nave Bahri, che si sta dirigendo verso il porto turco di Iskenderun carica di armi destinate a combattere il popolo curdo. Quando la nave Bahri farà nuovamente scalo a Genova cercate lì, non nelle case dei lavoratori che da sempre si oppongono al traffico di armi nei porti italiani.

Unione Sindacale di Base


sabato 6 agosto 2022

6 agosto - ALLA GKN SI DEVE VINCERE, PER VOI, PER TUTTI GLI OPERAI!

AI LAVORATORI DELLA EX GKN

Le ultime informazioni sullo stato della vostra vertenza (vedi sotto) ci fanno arrabbiare, anche se non ci stupiscono, purtroppo. Vi sono altre vertenze che pur avendo fatto passi avanti, ma solo grazie alla lotta degli operai, poi si fermano o vanno indietro. Non c'è mai niente di certo - questo lo vediamo anche a Taranto per la battaglia contro la delocalizzazione alla Tessitura di Mottola, dove, tra l'altro, le continue dichiarazioni "alla cammomilla" dei sindacati confederali stanno servendo solo a frenare la necessaria risposta di lotta di tutti gli operai - altrimenti, bene che vada, uscirà un accordo che dividerà gli operai, peggiorerà/precarizzerà le loro condizioni contrattuali, salariali, terrà per chissà quanto tempo sulla corda i lavoratori.

Noi sentiamo nostra la vostra lotta. Siamo con voi, perchè la vostra vertenza deve vincere realmente, per voi e per tutti gli operai.

Le delocalizzazioni stanno andando avanti, a dimostrazione che non certo quella ridicola legge fatta dal governo, poteva fermarle o quantomeno porre un ostacolo. Alla Gkn, alla Tessitura del Gruppo Albini, alla Caterpillar, si sono recentemente aggiunte la Maier Cromoplast di Verdellino e adesso la Wärtsilä del Friuli/Venezia Giulia; e tante altre fabbriche che non arrivano neanche all'informazione nazionale. Riteniamo che a settembre occorre riprendere con forza quel lavoro di unità delle realtà colpite dai processi di delocalizzazione, che è stata il Dna della vostra battaglia e della solidarietà che subito siete riusciti a creare attorno. Non dobbiamo mollare questa battaglia che è anticapitalista, anti governi a sostegno solo degli interessi padronali; a questa bisogna chiamare a "convergere", perchè se perde la classe operaia perdono tutti; se vince invece anche in una sola realtà importante crea un "sentiero" perchè altre possano vincere e soprattutto perchè si metta all'OdG la lotta per porre fine a questo sistema sociale capitalista che ci dà solo sfruttamento, licenziamenti, attacco al salario, alla salute, guerre, repressione, distruzione di ambiente, razzismo, attacco ai diritti delle donne, immigrati, ecc, ecc.

Oggi dobbiamo insieme percorrere questo sentiero, a partire dal rovesciare una situazione per cui i padroni possono vincere sempre e gli operai, i lavoratori perdere sempre.

Vi aspettiamo a settembre a Roma, il giorno 17 alle 14 (la sede è in via di conferma), dove vi sarà un'assemblea - organizzata dall'Assemblea proletaria anticapitalista - in cui vedere e decidere insieme i passi comuni/coordinati da fare perchè la lotta degli operai sia più unita e più forte.

Lavoratori Slai Cobas sc - Taranto

Vertenza ex Gkn. Il tavolo istituzionale è ormai a un'impasse: assenti gli investitori, la nascita del Consorzio non è un closing

L'RSU "l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intera comunità della Piana: il 31 agosto è l'ultima chiamata. Il collettivo di fabbrica e questo territorio non sono nè raggirabili, né ricattabili". [Campi Bisenzio, 4 agosto 2022] Si è appena concluso il tavolo MISE sulla vertenza ex-Gkn, dopo l'incontro che si è svolto tra il proprietario di QF Francesco Borgomeo con il Ministero in assenza degli investitori, dopo le dichiarazioni della settimana scorsa sul consorzio, su cui l'RSU aveva scelto deliberatamente il silenzio in vista della riunione del Tavolo tecnico di oggi. "La nostra posizione sul Consorzio, era conosciuta in anticipo dalla stessa azienda" sottolinea l'RSU ex Gkn, "il 25 luglio l’assemblea dei lavoratori aveva approvato e trasmesso all’azienda un documento che sottolineava come il consorzio sarebbe stato "un passaggio né concordato con noi, né condiviso né tanto meno chiaro. Nè a noi, né, ci permettiamo di dire, al tavolo istituzionale”. Posizione che l’azienda ha ignorato, dando vita a uno show mediatico il cui scopo era costruire una propria narrazione sulla pelle di questa vertenza e di questo territorio, per fare evidentemente pressione sul tavolo istituzionale stesso. Come ribadisce lo stesso Borgomeo a mezzo stampa oggi: “la reindustrializzazione dello stabilimento di Campi sarà realizzata da Qf e non dal Consorzio Iris Lab che rimane solo un centro di ricerca”. Del resto la stessa RSU sottolinea come il Consorzio sia per definizione una delle forme più ibride e meno vincolanti del rapporto tra aziende.
"Il punto non è essere contro o favore a un Consorzio di ricerca e senza scopo di lucro" rilancia l'RSU, "ma è che la nascita del Consorzio non è il closing, né chiarisce i vincoli di investimento, né risponde alle numerose domande che abbiamo fatto riguardo ai presupposti di solidità e continuità del processo di investimento e reindustrializzazione". Per questo "abbiamo trovato totalmente fuori luogo l’apertura di credito da parte del Sindaco della Città Metropolitana alla nascita del Consorzio".
La verità è che il tavolo istituzionale è ormai a un'impasse. E lo è interamente per responsabilità aziendale. Invece di addivenire a una discussione seria e fornire tutti gli elementi di trasparenza e chiarezza, Borgomeo prova scaricare su lavoratori e istituzioni le proprie responsabilità, dichiarando che le difficoltà a ottenere la cassa integrazione e la presunta inagibilità dello stabilimento sarebbero motivi bloccanti. "Di fatto siamo al tentativo di ottenere cassa integrazione e smantellamento dello stabilimento sotto pressione emotiva e ricatto" chiarisce l'RSU, posizione ripetuta da mesi e ribadita dall’ultimo documento votato dall'assemblea dei lavoratori (25 luglio) che sottolinea come “ancora all'ultimo incontro abbiamo sentito il dottor Borgomeo affermare che è  tutto pronto ma mancano solo due elementi per dare il via al progetto: l'agibilità dello stabilimento e la cassa integrazione che non viene concessa. Ancora una volta si invertono causa ed effetto: la cassa integrazione non viene concessa perché non c'è chiarezza sul progetto, non il contrario. E lo stabilimento è perfettamente agibile. Il punto è che i lavoratori non hanno alcuna intenzione di smantellarlo senza chiarezza sulla sua reindustrializzazione”. La prossima riunione del Tavolo MISE è stata convocata per il 31 agosto. "Per noi rappresenta l’ultima chiamata" conclude l'RSU. "Abbiamo indicato pubblicamente e ripetutamente le richieste, le domande, le proposte per fare un passo avanti. Siamo all’ultimo giro, dopo il quale l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intero territorio. Il collettivo di fabbrica e questo territorio non sono nè raggirabili, né ricattabili".

Alberto Zoratti – 3496766540

Valentina Baronti - 339 4632863

Benedetta Rizzo – 3493331724

6 agosto - BASTA CON LA REPRESSIONE ANTI Slai Cobas sc, ANTI OPERAIE BERETTA. CONTINUIAMO LA CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ

La Beretta sta portando avanti in queste settimane nello stabilimento di Trezzo (MI) una sorta di guerriglia individuale verso le operaie e delegate dello Slai Cobas per il sindacato di classe.

Una guerriglia fatta di cambi improvvisi di turni, di orari che mette le operaie in grande difficoltà soprattutto per la gestione di figli piccoli, fatta di trasferimenti affatto giustificati, di cancellazione di ferie poche ore prima, costringendo a annullare viaggi familiari, col ricatto che se non ti presenti al lavoro sei licenziata, ecc. ecc. 

E' un attacco che ha effetti ancora più pesanti di un attacco collettivo, col chiaro scopo di mettere più in difficoltà per una risposta collettiva.

Ma questa risposta di lotta collettiva c'è e continua anche in questi giorni, vi è stato un nuovo sciopero e c'è resistenza in ogni modo ad ogni azione dell'azienda.

Con questa repressione fatta di una tattica divisiva l'azienda vuole cercare esplicitamente - lo hanno detto chiaramente dei capi in alcune loro dichiarazioni - di mettere a tacere, spegnere il focolaio di lotta che si è acceso in questa fabbrica, con l'azione dello Slai cobas sc e la determinazione di una parte coraggiosa di operaie, la maggioranza immigrate. 

Ma è un focolaio che non si può spegnere e può solo estendersi!

Perchè la Beretta, con gli accordi dei compiacenti sindacati confederali, in primis la Uil, sta cancellando diritti fondamentali delle donne, come la maternità, un salario che sia un diritto uguale per tutte non dipendente da assenze legittime per maternità, infortunio; così come impone condizioni di lavoro differenti pur nello stessa attività lavorativa, ecc.

Si tratta di attacchi che possono creare un precedente anche in altre fabbriche, verso le donne, le immigrate, strappando da un giorno all'altro anche leggi, Statuto dei lavoratori; con uno Stato, governi, Istituzioni che da un lato portano avanti sempre più minacce al diritto d'aborto, dall'altro colpevolizzano la maternità.

Verso le operaie della Beretta, la loro mobilitazione è incominciata una importante solidarietà, soprattutto da parte di altre lavoratrici, altre fabbriche, sindacati di base combattivi, in particolare Si.cobas, compagne, radio popolari. Questa solidarietà deve continuare, perchè è un'arma importante perchè le operaie resistano: "Lotta una lottano tutte!".

A settembre lo Slai Cobas sc chiama a due importanti iniziative:

- un’assemblea alla fabbrica Beretta, a cui lo Slai Cobas sc chiama le realtà solidali, le altre lavoratrici a sostenerla, per affermare l'unità delle donne/lavoratrici;

l'assemblea del 17 settembre a Roma, organizzata dall'Assemblea proletaria anticapitalista.

MFPR

venerdì 5 agosto 2022

5 agosto - LIBERI I COMPAGNI ARRESTATI A PIACENZA

 

Ora continuiamo la lotta di tutti e per tutti - sosteniamo la lotta delle operaie della Beretta -Bergamo colpite da licenziamenti e repressione

⭕️ Aldo, Bruno, Carlo e Arafat sono liberi ma con l’obbligo di firma! Caduta l'accusa di associazione per delinquere.

LA LOTTA PAGA!!!

TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!!

AVANTI COSÌ FINCHÉ NON SARANNO LIBERI DEL TUTTO!!

#sicobas


5 agosto - COMUNICATO STAMPA MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI BRACCIANTI

 

Buongiorno,

vi inviamo il comunicato stampa conclusivo della giornata di mobilitazione dei lavoratori delle campagne di ieri, 4 agosto, a Saluzzo (CN). 

Ieri un corteo forte e determinato ha attraversato le vie di Saluzzo, il centro del distretto della frutta cuneese. Eravamo lavoratori delle campagne e solidali insieme, e ci siamo presi la città per gridare il nostro dolore e la nostra rabbia.

Il corteo è stato organizzato come reazione alla morte sul lavoro di Moussa Dembelé, avvenuta il 10 luglio; un incidente, dicono, ma noi non dimentichiamo che Moussa viveva e lavorava con il grande stress del permesso di soggiorno in rinnovo, e del lavoro precario e spesso irregolare. Queste condizioni di vita e di lavoro le viviamo in misura più o meno feroce in molti: i contratti precari, le giornate segnate in busta paga che sono sempre troppo poche rispetto alla realtà, le minacce e i ricatti dei datori di lavoro che non rispettano le paghe, le pause, che si rifiutano di contribuire all'alloggio. E poi i problemi con i documenti e con la casa. Tra di noi oggi c'erano anche persone che nonostante i proclami e le rassicurazioni delle istituzioni che stanno sempre facendo tutto il possibile, dormono ancora al Parco Gullino. Molti hanno anche il contratto di lavoro, ma non trovano comunque un posto né nelle accoglienze diffuse, né presso i datori di lavoro. 

Con queste ragioni oggi ci siamo riuniti al Parco di Saluzzo, emblema delle contraddizioni del territorio, che negli anni è stato il luogo dove i lavoratori senza casa sono stati spostati, controllati, mandati via, repressi e ignorati. Ci hanno raggiunto anche un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle consegne, rider che hanno portato solidarietà con la loro energica presenza. Del resto lo sfruttamento sul lavoro nella filiera del cibo ci accomuna: dalle campagne ai magazzini e alle consegne, le condizioni sono simili, e le lotte anche!

Da lì ci siamo mossi verso la sede di Confagricoltura e la vicina sede Coldiretti, e poi, decisi a non fermarci, abbiamo deciso di prenderci più spazio di quello che volevano concederci, e siamo arrivati fino al Comune di Saluzzo. Mentre il sindaco in bicicletta rilasciava dichiarazioni ai giornalisti dicendo che non ci si può lamentare, perché "nessuno è perfetto", il corteo ha sfilato per il centro per raccontare alla città i motivi e le rivendicazioni. Senza i lavoratori immigrati a Saluzzo non ci sarebbe frutta, eppure vengono negate anche le sicurezze e le tutele di base, come contratti giusti, casa e permessi di soggiorno! Si è denunciato il rapporto tra sfruttamento e razzismo, evidenziando il rapporto delle vicende di Saluzzo con quelle nazionali, come l’omicidio razzista di Civitanova, la scomparsa di Daouda Diane a Ragusa e ancora la semprevede guerra ai migranti, tornata in auge in previsione della tornata elettorale del prossimo autunno. È stato un momento di liberazione e sfogo nei confronti del razzismo subdolo e quotidiano che i lavoratori delle campagne vivono dentro e fuori gli spazi di lavoro, negli spazi pubblici e nelle rappresentazioni mediatiche, come denunciato dagli stessi lavoratori in risposta alle dichiarazioni del consigliere della Lega Demarchi e del sindaco di Saluzzo, pronti a lavarsi le mani di ogni accusa.

5 agosto - INFO DA GKN

 

Verso assemblea proletaria anticapitalista Roma 17 settembre
Vertenza ex Gkn. Il tavolo istituzionale è ormai a un'impasse: assenti gli investitori, la nascita del Consorzio non è un closing
L'RSU "l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intera comunità della Piana: il 31 agosto è l'ultima chiamata. Il collettivo di fabbrica e questo territorio non sono nè raggirabili, né ricattabili".
[Campi Bisenzio, 4 agosto 2022] Si è appena concluso il tavolo MISE sulla vertenza ex-Gkn, dopo l'incontro che si è svolto tra il proprietario di QF Francesco Borgomeo con il Ministero in assenza degli investitori, dopo le dichiarazioni della settimana scorsa sul consorzio, su cui l'RSU aveva scelto deliberatamente il silenzio in vista della riunione del Tavolo tecnico di oggi.
"La nostra posizione sul Consorzio, era conosciuta in anticipo dalla stessa azienda" sottolinea l'RSU ex Gkn, "il 25 luglio l’assemblea dei lavoratori aveva approvato e trasmesso all’azienda un documento che sottolineava come il consorzio sarebbe stato "un passaggio né concordato con noi, né condiviso né tanto meno chiaro. Nè a noi, né, ci permettiamo di dire, al tavolo istituzionale”.
Posizione che l’azienda ha ignorato, dando vita a uno show mediatico il cui scopo era costruire una propria narrazione sulla pelle di questa vertenza e di questo territorio, per fare evidentemente pressione sul tavolo istituzionale stesso.
Come ribadisce lo stesso Borgomeo a mezzo stampa oggi: “la reindustrializzazione dello stabilimento di Campi sarà realizzata da Qf e non dal Consorzio Iris Lab che rimane solo un centro di ricerca”. Del resto la stessa RSU sottolinea come il Consorzio sia per definizione una delle forme più ibride e meno vincolanti del rapporto tra aziende.
"Il punto non è essere contro o favore a un Consorzio di ricerca e senza scopo di lucro" rilancia l'RSU, "ma è che la nascita del Consorzio non è il closing, né chiarisce i vincoli di investimento, né risponde alle numerose domande che abbiamo fatto riguardo ai presupposti di solidità e continuità del processo di investimento e reindustrializzazione".
Per questo "abbiamo trovato totalmente fuori luogo l’apertura di credito da parte del Sindaco della Città Metropolitana alla nascita del Consorzio".
La verità è che il tavolo istituzionale è ormai a un'impasse. E lo è interamente per responsabilità aziendale. Invece di addivenire a una discussione seria e fornire tutti gli elementi di trasparenza e chiarezza, Borgomeo prova scaricare su lavoratori e istituzioni le proprie responsabilità, dichiarando che le difficoltà a ottenere la cassa integrazione e la presunta inagibilità dello stabilimento sarebbero motivi bloccanti.
"Di fatto siamo al tentativo di ottenere cassa integrazione e smantellamento dello stabilimento sotto pressione emotiva e ricatto" chiarisce l'RSU, posizione ripetuta da mesi e ribadita dall’ultimo documento votato dall'assemblea dei lavoratori (25 luglio) che sottolinea come “ancora all'ultimo incontro abbiamo sentito il dottor Borgomeo affermare che è  tutto pronto ma mancano solo due elementi per dare il via al progetto: l'agibilità dello stabilimento e la cassa integrazione che non viene concessa. Ancora una volta si invertono causa ed effetto: la cassa integrazione non viene concessa perché non c'è chiarezza sul progetto, non il contrario. E lo stabilimento è perfettamente agibile. Il punto è che i lavoratori non hanno alcuna intenzione di smantellarlo senza chiarezza sulla sua reindustrializzazione”.
La prossima riunione del Tavolo MISE è stata convocata per il 31 agosto. "Per noi rappresenta l’ultima chiamata" conclude l'RSU. "Abbiamo indicato pubblicamente e ripetutamente le richieste, le domande, le proposte per fare un passo avanti. Siamo all’ultimo giro, dopo il quale l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intero territorio. Il collettivo di fabbrica e questo territorio non sono nè raggirabili, né ricattabili".
Alberto Zoratti – 3496766540
Valentina Baronti - 339 4632863
Benedetta Rizzo – 3493331724


SABATO 6 AGOSTO CON CIVITANOVA ANTIRAZZISTA ANCHE BERGAMO SCENDE IN PIAZZA. PRESIDIO ORE 18.00 ZONA STAZIONE. APPELLO AI LAVORATORI PER LA MOBIILITAZIONE, SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE CHE VOGLIONO GIUSTIZIA

Il luogo del presidio è significativo. proprio li un anno fa, davanti alla sua famiglia, Marwen è stato accoltellato a morte da quello che hanno cercato di far passare per un 'bravo ragazzo, un buon lavoratore nell'azienda di famiglia....' Tanto da ottenere gli arresti domiciliari.

Già talmente bravo, da essere pieno di quell'odio antiimmigrati, alimentato dall'altro, dalle istituzioni, fino al punto da ritenere di poterli uccidere, da bestia, infastidito per averli trovati davanti uscendo alla porta di casa....

Il presidio è organizzato da una vasta rete di associazioni, realtà e sindacati di base e di classe.

giovedì 4 agosto 2022

4 agosto - info: STELLANTIS CONTINUANO GLI SCIOPERI. ORA TOCCA ALLA LOGISTICA

 

UN OSSO DURO DA MASTICARE

da Operai Contro


Continua lo sciopero compatto degli operai della logistica dell’indotto di Melfi, che ha praticamente bloccato tutte le attività produttive non solo dell’impianto centrale ma anche di tutte le fabbriche dell’indotto. I fermi produttivi dichiarati dalle varie aziende stanno però tenendo a casa, lontani dalla lotta, la maggioranza degli operai dell’area industriale, facendo ricadere il peso totale della resistenza ai piani Stellantis sulle spalle degli operai della logistica. E’ chiaro, invece, che la lotta di oggi riguarda tutti, perché i licenziamenti annunciati sono solo una prima tranche di quelli che seguiranno necessariamente dopo.
Oggi è arrivata la comunicazione da parte dell’azienda Its, che la propria committente, la Multilog, azienda di logistica appaltante di Stellantis a partire dal 6 agosto 2022 cesserà il contratto con Stellantis. Nessun rinnovo del contratto e della commessa in vista, si materializzano così i primi 85 esuberi.
I sindacati Fim, Fiom. Uilm, Fismic, Ugl con le rispettive categorie di trasporto, hanno chiesto all’azienda Its di non procedere con le lettere di licenziamento ma di trovare ogni strumento utile per mantenere i lavoratori legati all’azienda.
I sindacati chiedono ai rappresentati politici della Regione Basilicata che si attivino affinché siano concessi gli ammortizzatori sociali agli operai e in concomitanza dell’incontro fissato per venerdì 5 alle ore 16.00 annunciano un presidio sotto la sede della Regione Basilicata.
Il segnale non è per nulla rassicurante. Invece di concentrare la forza degli operai contro Stellantis che sta per buttare sul lastrico tantissimi operai e contro i padroncini dell’indotto che non si strapperanno i capelli per questo, invece di sorreggere lo sforzo degli operai della logistica organizzando una cassa di resistenza, si inizia col portare gli operai in processione sotto i vari palazzi del potere, occupati da elementi a cui poco importa degli operai, se non come forza elettorale per le prossime elezioni di settembre. Politici a cui, invece, molto importa di tutelare gli interessi dei padroni di Stellantis fino a volerli foraggiare con continui finanziamenti.
Nel frattempo i sindacalisti si scattano selfie come nelle feste di compleanno, come se ci fosse qualcosa da festeggiare.
Gli operai della logistica, attualmente sono un osso duro. Continuano in massa lo sciopero, che hanno imposto ai sindacati, almeno per il momento probabilmente non si faranno facilmente imbrogliare dalle promesse dei politici. La partita non si chiude questa settimana, ma è importante proseguire nella mobilitazione ed è altrettanto importante estenderla a tutti gli operai del comprensorio.
Crocco, operaio di Melfi