giovedì 29 giugno 2023

29 giugno - 29 GIUGNO 2009, 29 GIUGNO 2023: 14° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI VIAREGGIO

 Giovedì 29 giugno: 14° anniversario della strage ferroviaria di Viareggio, 29 giugno 2009

PER la giustizia! PER la sicurezza!

Ore 09.00 - 12.00 iniziativa di fronte al Tribunale di Firenze

Ore 20.45 partenza dalla stazione di Viareggio (Luogo della Memoria) per la camminata e il corteo lungo le strade della città fino al luogo del disastro, in via Ponchielli (Luogo della Storia).


 

mercoledì 28 giugno 2023

28 giugno - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 27/6: Dietro la guerra i profitti, dei padroni che ci sfruttano nei nostri paesi

 Controinformazione rossoperaia ORE 12 serve essenzialmente a dare ai lavoratori, ai militanti, agli attivisti dei movimenti, oltre che naturalmente ai nostri compagni e ad altri compagni operanti nelle lotte dei lavoratori e nell'opposizione politica e sociale un primo orientamento, un criterio di lettura, di valutazione degli eventi per gli aspetti che interessano le lotte proletarie, la coscienza proletaria, l'opposizione politica e sociale contro questo governo, come tutti i governi dei padroni, contro l'imperialismo, contro tutti gli imperialismi, contro la guerra imperialista, che in questo momento sul piano mondiale è la questione principale.

 E su questa base che abbiamo già fornito nella giornata di lunedì un quadro di quello che è stata la vicenda russa con la ribellione in funzione della prospettiva di un golpe in Russia provocata dall'azione della Wagner di Prigozhin.

Ora il tentativo è sostanzialmente fallito, sul piano militare sia perchè era già di fatto improponibile essendo la Wagner un esercito mercenario pur sempre al servizio dell'oligarchia in Russia, sia perché è apparso subito chiaro, anche alle masse russe, come Prigozhin e il suo tentativo militare erano al servizio dell'imperialismo USA/NATO/Europa ed erano in stretto collegamento con le posizioni del regime reazionario e filo imperialista di Zelensky.

Ora si cerca di ridimensionare il tutto, ma Prigozhin aveva parlato chiaro riprendendo integralmente le posizioni dell'imperialismo USA/NATO/Europa e del regime di Zelensky sulla guerra: che non era necessaria, che non si doveva fare, e così via, riprendendo tutti i temi su cui si innesca l'azione dell'imperialismo occidentale.

D'altra parte è ben notorio che questo tentativo militare era conosciuto, ed è stato ampiamente dichiarato, dall’imperialismo occidentale, dalla CIA.

Quindi, qualunque sia stato il legame diretto tra questa azione della Wagner di Prigozhin e l'imperialismo non toglie che si sia trattata di un'azione al servizio dell'imperialismo, interna alla campagna dell'imperialismo USA/NATO/Europa/Zelensky, volta a portare la guerra sul territorio russo e quindi ad accendere questa guerra sempre di più verso un conflitto interimperialista generale.

D'altra parte la Wagner è stata un braccio operativo, ed è un braccio operativo, dell'imperialismo russo

nella guerra in Ucraina e soprattutto nell'azione che l'imperialismo russo svolge in altri territori del mondo, in particolare in Africa e in parte del Medio Oriente, dal Mali alla Repubblica Centrafricana, al Sudan, ecc, per non parlare della sua presenza e supporto nell'area del Mediterraneo.

Da un lato il regime imperialista di Putin non può fare a meno di questo braccio operativo e quindi si adopera per il recupero della Wagner nella guerra in corso in Ucraina e nella conservazione piena dell'utilizzo della Wagner su larga scala nel mondo, d'altro come imperialismo russo non è riuscito a trovare consenso con la sua invasione di stampo neozarista in Ucraina. Alla stessa maniera la Wagner di Prigozhin e i suoi padroni esterni non hanno potuto contare su appoggi nell'opposizione, nel movimento proletario, di massa in Russia che certamente in parte è contro la guerra e certamente non intende arruolarsi tramite la Wagner agli interessi dell'imperialismo USA/NATO, tanto meno del regime del reazionario di Zelensky.

Allo stato delle cose, però, il tentativo di golpe della Wagner ha minato all'interno, obiettivamente, il regime di Putin, ha aperto delle crepe al suo interno, crepe che in questo momento si sono richiuse nei confronti del tentativo avviato da Prigozhin ma sicuramente restano aperte.

28 giugno - ORE 12 - Controinformazione rossoperaia - 23

  

28 giugno - Formazione marxista per operai - Ascolta la nuova puntata su podcast

 

Podcast

Formazione marxista per operai

Rossoperaio

"Lezione" del 16/06/2023

https://open.spotify.com/episode/62rlUuUbZLptDmWVwc2Pda?si=KXoFh-6WRv2-w8wl8RWfig



Continuiamo il nostro percorso approfondendo la "cellula" del sistema capitalistico.

In questa puntata parleremo del criterio di equivalenza tra le merci che rende possibile lo scambio; di cosa sia e come viene ricavata la misura del tempo di lavoro socialmente necessario per produrre una merce. Infine, inizieremo ad indagare quale sia tra tutte le merci la "merce esclusa" e perchè il denaro non è altro che il rapporto sociale che ciascuno di noi porta in tasca.

Infine, arriveremo a decifrare uno dei concetti più famosi del pensiero marxista: nella societa' produttrice di merci i rapporti sociali tra persone si presentano come rapporti tra cose!

Per visualizzare/ascoltare tutte le puntate clicca qui:

https://open.spotify.com/show/0hbqn7pC04COEbvq4vMQtJ


28 giugno - Tagli delle indicizzazioni sulle pensioni: presidio e cause legali

 

Siete invitati il 29 giugno dalle 9,30 
- presidio fuori dal Tribunale di Milano in via
 San Barnaba 50 e alle ore 11,00 si
 terrà un breve resoconto alla stampa
- alle ore 10,15 si terrà la prima udienza
 davanti al giudice Perillo del Tribunale
del lavoro di Milano per contestare il taglio
 della indicizzazione sulla pensione.

Obiettivo delle cause legali ottenere l'adeguamento del trattamento pensionistico
all'incremento del costo della vita, e dunque con rivalutazione integrale e non 
secondo i tagli decisi dal Governo. Le cause sono contro l'Inps.
Il sindacato SIAL-Cobas e la rivista Lotte dei pensionati hanno raccolto e proposto 
con l’Avvocato Antonio Carbonelli la possibilità di contestare le scelte di questi
tagli alle pensioni.
I casi che portiamo all’attenzione della giustizia qualcuno li chiama “pensioni d’oro”
in realtà sono ex metalmeccanici impiegati di aziende con un minimo di accordi 
sindacali aziendali e una lunga anzianità e che superano il valore della pensione 
mensile di 2.101,52 euro. Con un valore della pensione tra le 4 e 5 volte la pensione
minima (525,39) si prende l’85% e si prende una pensione tra le 5 e le 6 volte la 
pensione minima si prende il 53%.
Nel caso di un’impiegata in pensione dal 2019 che avrebbe dovuto ricevere un aumento
 di 206,98 e invece ha visto la pensione rivalutarsi solo di 109,07 euro e quindi 
avrebbe perso 97,91 euro lordi mensili per tutta la prossima vita.

Quindi invitiamo tutte/i ad incontrarci il 29 giugno davanti al Tribunale per 
sostenere chi ha fatto le cause legali e decidere insieme come continuare la lotta 
e le vertenze legali.


28 giugno - La condizione, le lotte dei lavoratori immigrati nelle campagne... Mini video

 

Come Rete Campagne in Lotta abbiamo appena pubblicato "Tendopoly": una miniserie autoprodotta di 7 episodi che raccontano questi dieci anni di lotte nelle campagne. Per ribaltare la narrazione mainstream sulle leggi sull'immigrazione, il lavoro in campagna, l'accoglienza, la condizione delle donne, i ghetti e molto altro... e rimettere al centro le rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici, partendo dalle loro voci.

Potete vedere tutti gli episodi qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLhevoeP_5R7GBbkjpzDzAzz3Y6yORlmxx, sottotitolati in italiano e in inglese.

Guardate, condividete e fateci sapere che ne pensate! Se volete proiettarla, scriveteci e vi invieremo un file adatto alla proiezione.

Buone lotte

Rete Campagne in Lotta


28 giuno - info #mondoconvenienza 8 ORE DI TAVOLO. L’AZIENDA CHIUDE A OGNI TRATTATIVA. AVANTI CON LO SCIOPERO A OLTRANZA!

 

Vergognose le posizioni dell'azienda oggi al tavolo. Chiusura totale davanti alle richieste delle rappresentanze sindacali. Chiusura addirittura sulla richiesta di registrazione dell'orario di lavoro con un badge. Chiusura anche sulla richiesta di ricondurre nell'ambito di quello che prevedono le leggi i trattamenti economici a titolo di trasferta.

L'azienda vuole ancora i turni di 12-13 ore e gli straordinari non pagati.

Otto ore di tentativi di mediazione portati avanti insieme al consigliere Fabiani e le rappresentanze CGIL sono fallite perché non potevano che fallire di fronte ad una azienda che rifiuta qualsiasi percorso di regolarizzazione.

Ci sono questioni che vengono prima della definizione del CCNL giusto da applicare (Logistica o Pulizie Multiservizi). Non si tratta e non si fanno compromessi sul rispetto di leggi, norme e contratti. L'azienda invece, in una sede istituzionale, afferma sfacciatamente di voler rimanere fuori dal perimetro della legalità e dei contratti nazionali: questo è successo oggi.

Lo sciopero ed il presidio continuano ad oltranza. Invitiamo a tutti, oggi più che mai, a sostenere questa battaglia di civiltà e diritti.

SI Cobas Prato e Firenze

Si Cobas Lavoratori Autorganizzati

SI COBAS


martedì 27 giugno 2023

27 giugno - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 26/6: Sugli avvenimenti in Russia e l'attuale fase della guerra interimperialista in Ucraina

 

I lavoratori, le masse popolari, devono conoscere quello che sta avvenendo in Russia, nell'attuale contesto della guerra interimperialista accesasi nell'ultima fase con invasione dell'imperialismo Russo dell'Ucraina.

Le truppe della Wagner, dell'esercito mercenario di Prigozhin, sono passate nel campo di Zelensky, degli USA, della NATO, dei governi UE: questa è la sostanza del problema. Al di là delle stesse intenzioni di Prigozhin l'operazione militare - messa in atto dalla Wagner - rappresenta una sorta di tentativo di colpo di Stato volto a minare il potere di Putin e dell'esercito russo che, nel contesto oggettivo di questa guerra interimperialista, significa alimentare l'azione dell'imperialismo USA/ NATO/governi imperialisti europei, con il braccio armato costituito dall'esercito reazionario di Zelensky.

I mercenari sono mercenari e quindi si vendono al maggiore offerente. La montagna di rubli, di soldi, trovati anche nelle stesse casse di Prigozhin, stanno lì a dimostrare anche questo.

I giornali scrivono che la CIA e Biden erano informati dell’operazione. Ma nei rapporti che ci sono in guerre come queste “essere informati” significa condividere, essere informati significa lasciar fare, pronti a vedere l'effetto che fa.

Chiaramente l'imperialismo russo prima arma i mercenari della Wagner per usarli come truppa avanzata nell'invasione dell'Ucraina e poi se li ritrova contro quando il ruolo di questi mercenari cresce al di là del servizio che sono chiamati a svolgere.

E’ sempre così: l'imperialismo americano aveva armato i talebani in funzione anti russa, nei lontani anni

in cui vi è stato l'intervento russo in Afghanistan, poi i talebani si sono ribellati all'imperialismo americano, si sono messi in proprio e sono diventati nemici dell'imperialismo americano, lo stesso è avvenuto con l’Irak di Saddam Hussein, prima sostenuto dall'imperialismo in funzione anti-iraniana - quando in Iran era in corso un rivoluzione - successivamente è divenuto un nemico.

27 giugno - Acciaierie d'Italia /appalto Taranto -- noi lavoriamo per la scintilla che accenda la prateria. La posizione dello Slai Cobas sc

 

Lincontro a Roma del 19 giugno che ha riguardato anche la vertenza di Acciaierie d’Italia. ha dimostrato che i padroni possono fare quello che vogliono e l'azione del governo è di loro mero supporto.

Il governo ha ripetuto le stesse cose di sempre. “Abbiamo chiesto - dice Urso - agli investitori di scommettere sul rilancio industriale delle Acciaierie. Ma il rilancio industriale delle Acciaierie di cui parlano e a cui ArcelorMittal pensa è un rilancio produttivo sulla pelle dei lavoratori, un rilancio in cui i padroni avranno mano libera in materia di condizioni di lavoro, di gestione della cassa integrazione, con tutti gli effetti che questo ha sul salario e sui diritti dei lavoratori, come sulle condizioni di salute e sicurezza.

I piani di Acciaierie d'Italia sono tuttora sempre nelle mani di ArcelorMittal, che ciò che vuole fare lo fa - con lo stile della Ad Morselli -, vale a dire andando avanti per la sua strada, e questo sul fronte della cassa integrazione si traduce in cassa integrazione unilaterale, di cui strada facendo si cambiano anche le motivazioni ma che hanno il solo scopo di permettere all'azienda di fare quello che vuole.

L'alternativa posta dai sindacati, che trova sponda in Federacciai e anche nello stesso governo - almeno a parole - è quella che lo Stato vada avanti nel cambio di una governance, con la salita al 60%. Ma lo stesso governo chiarisce che si tratta di una salita solo temporanea per poter riconsegnare l'intero stabilimento ai padroni. Se non sarà ArcelorMittal - che però ha detto di essere già intenzionata ad esercitare il suo diritto di prelazione - sarebbe un altro padrone dell'acciaio.

Quindi il passaggio nelle mani temporanee dello Stato attraverso la salita al 60% da parte di Invitalia non avrebbe altro scopo che il solito: socializzare le perdite per permettere una piena ripresa della produzione per il profitto dei padroni, chiunque siano. Il governo mette i soldi pubblici e i privati dovrebbero continuare ad esercitare il controllo effettivo dell'azienda.

Su questo ArcelorMittal insiste, attraverso la questione della Morselli che, peraltro, ha un buonissimo rapporto con il governo (ogni volta che la Morselli ha occasione di parlare della Meloni ne fa un elogio sperticato fino all'ammirazione e viceversa; tanto che – come scrive la stampa – nel caso dovesse passare la mano nella gestione delle Acciaierie d'Italia, sarebbe per incarichi superiori, sempre all'interno dei piani dei padroni e governo).

Gli effetti sui lavoratori continuano e continueranno ad essere gli stessi: una cassa integrazione unilaterale e permanente che taglia i salari, con numeri che saranno i futuri esuberi.

Soprattutto la questione dei salari è grave. Lo Slai Cobas psc fin dal primo momento, consapevole che questa è la strada scelta da padrone, ha sostenuto la linea della difesa del salario attraverso l'integrazione della cassa integrazione che dovrebbe riguardare tutti i lavoratori in cigs, sia di Acciaierie sia dell’Appalto.

Ma solo lo Slai Cobas psc ha sostenuto questo! Mai sui tavoli effettivi delle trattative questa rivendicazione è stata posta, salvo poi lamentarsi che i salari sono scesi tra 900 e 1000 euro al mese.

A fronte della drammaticità della situazione non c'è nessuna risposta di lotta all'altezza. Anche quando viene alzata la voce sulla denuncia di quello che avviene, vedi in questi ultimi giorni sulla cassa integrazione, la risposta dei sindacati confederali - USB compresa - non è mai lo sciopero, il blocco della produzione.

Il grande sciopero, quello del 6 maggio dello scorso anno, che si sviluppò con una forte partecipazione e soprattutto contestazione diretta alla Morselli, è rimasto un fatto episodico. Eppure lo sciopero del 6 maggio era la strada giusta, è la risposta anche per oggi: il blocco generale della produzione, effettivo, i cortei all'interno all'esterno, il blocco delle strade, il blocco della città.

Ma predichiamo nel deserto. Anche rispetto all'utilizzo della cassa integrazione unilaterale, i sindacati parlano ancora - e solo - al massimo di un'impugnativa legale per i giorni eventualmente scoperti che ne rimangono tra la decisione del governo di estendere la cassa integrazione fino a fine dicembre contenuta in un nuovo decreto - che peraltro non è ancora effettivo - e la decisione dell'azienda di procedere comunque alla cassa integrazione da subito anche senza il provvedimento di copertura.

Quindi che senso hanno rispetto a questa situazione gli scioperi pilotati (del 7 e 10 luglio) dichiarati da Fim-Fiom-Uilm? Peraltro lasciati all'autogestione delle organizzazioni sindacali territoriali che non hanno pressoché mai dato dimostrazione di voler effettivamente una lotta dura? Poi, di quale lotta si parla, quando nelle Acciaierie di Taranto Fiom e Fim hanno firmato un accordo separato che dava questa possibilità all'azienda, ma i sindacati che non l'hanno firmato non sono stati conseguenti, non hanno aperto lo scontro, anzi hanno usato le assemblee per cercare di ricucire, invece di chiamare i lavoratori a scioperare, a isolare i sindacati che avevano firmato l'accordo-bidone..

Nelle fabbriche è evidente che conta solo riuscire a far ripartire gli scioperi dal basso, una strada difficile in una condizione di ricatto e di disorganizzazione dei lavoratori. Ma se non si intraprende questa strada, aumenterà il ricatto, aumenterà la disorganizzazione dei lavoratori. Meglio uno sciopero dal basso minoritario che rompa la pace sociale e apra una strada che gli scioperi pilotati su piattaforme concertative di Fim-Fiom-Uilm.

Acciaieria, Appalto, Stellantis ecc contengono tutte le contraddizioni del sistema capitalista, dello scontro tra padroni e classe operaia, tra classe e Stato del Capitale. Questa è una prateria e questa prateria ha bisogno di una scintilla che l'accenda. In questo senso gli scioperi come quelli fatti a Pomigliano possono essere la scintilla che accenda la prateria.

Noi lavoriamo innanzitutto per la scintilla che accenda tutta la prateria, non per accompagnare con alte grida i piani dei padroni e il governo verso la fine che è nota, ma per sviluppare una nuova fase dello scontro di classe, dell'organizzazione degli operai adatta allo stadio attuale dello scontro di classe.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

27 giugno 2027


27 giugno - NON SOLO STELLANTIS POMIGLIANO, ANCHE AD ATESSA SCIOPRO DEGLI STRAORDINARI. info

 


27 giugno - Gravissimo attacco alla libertà sindacale: Daspo del questore di Bergamo a un dirigente USB per negargli l’accesso agli stabilimenti Italtrans. Massima solidarietà ma....

 .....ma questo ci chiama tutti ad unire le forze e costruire un fronte unito x combattere la repressione di padroni e governo

Bergamo,

Qualche giorno fa la Questura di Bergamo ha notificato al nostro compagno Alaa Nasser il foglio di via obbligatorio con divieto di entrare nel territorio del Comune di Calcio per la durata di un anno. A Calcio hanno sede i magazzini della Italtrans che sono teatro, da diversi mesi, di un conflitto sindacale molto duro per ridurre i ritmi massacranti di lavoro, rispettare le norme sulla sicurezza e la salute e ottenere aumenti salariali. Nel provvedimento è lo stesso questore a specificare che il giudizio di pericolosità espresso dall’autorità di Pubblica Sicurezza “può prescindere dalla eventuale sussistenza di condanne penali”, che è come dire che il questore decide sulla base di fattori di altro tipo, che non sono le condanne riportate. Alaa Nasser ha riportato nel corso della sua lunga militanza politica e sociale alcune denunce, per fatti non gravi e sempre e comunque connessi alla sua attività di militante. Per queste denunce o è risultato assolto oppure la vicenda è finita in prescrizione. È una persona riconosciuta da centinaia di cittadini e lavoratori per la sua dedizione disinteressata. Alaa Nasser è un dirigente dell’organizzazione sindacale USB e da anni svolge attività sindacale sul territorio della provincia di Bergamo.

27 giugno - dopo lo sciopero di sabato: Stellantis Pomigliano.. la lotta continua

Informazione da Stellantis Pomigliano

1

La lotta a Pomigliano è continuata ..sabato 24 giugno 8 ore di sciopero Per ogni turno di lavoro

lottiamo contro intollerabili le strategie aziendali di super sfruttamento dei lavoratori
incrementando produzione e ritmi di lavoro a danno dell’ insieme dei diritti e delle tutele.
non riteniamo accettabile il prospettato killeraggio discriminatorio dei lavoratori RCL (resi invalidi dalle insostenibili modalità lavorative) e tenuti da anni a sotto-salario in cigs con zero prospettive lavorative future.
Respingiamo la logica per cui l’azienda possa scegliersi i suoi “sindacati di comodo” per fare accordi sulla pelle dei lavoratori impedendo tra l’altro qui a Pomigliano libere elezioni sindacali in fabbrica ormai da anni con la complicità attiva di tutti i sindacati, firma/tutto o non.

2

L'AZIENDA HA MOBILITATO BEN 4 TURNI DI LAVORO ED ALCUNE CENTINAIA DI TRASFERTISTI DAGLI ALTRI STABILIMENTI PER FAR FRONTE AL 75% DI ADESIONE ALLO SCIOPERO SUL 1° TURNO DELLA PANDA. CONVOCATI INOLTRE AL 1° TURNO TUTTI I COORDINATORI TEAM LEADERS DEI REPARTI DI TUTTI I TURNI DEI MODELLI PANDA E TONALE PER FAR FRONTE ALL'ELEVATA DIFETTOSITÀ IN CONSEGUENZA DELL'ASSEGNAZIONE A LAVORATORI DI ALTRE PRODUZIONI DI MANSIONI MAI SVOLTE PRIMA: IL PARADOSSALE "RECUPERO DELLE VETTURE RECUPERATE"…

ma chiaramente questo significa ammettere che lo sciopero è riuscito e che la lotta continua

ricevuto da Slai cobas pomigliano

domenica 25 giugno 2023

25 giugno - da Taranto sulla vicenda ex Nuova Siet: Il Comitato lavoratori ex Nuova Siet in presidio alla Prefettura - Questa importante ed emblematica vicenda torna d'attualità

 

Ieri pienamente riuscito il presidio del comitato lavoratori ex Nuova
Siet sotto la prefettura, oltre una ventina di lavoratori; massiccia 
presenza della stampa e tv che hanno permesso finalmente che questa 
vicenda di lotta dei lavoratori e di lungo processo - prima vincente
con forti condanne di Riva, dei suoi uomini e dei padroni della ex Nuova
Siet, poi via via messo in discussione in appello, fino al rovesciamento
 della sentenza - torna ora d’attualità e arriva in prefettura, nel 
governo e in parlamento. Oggi è stato presente l’onorevole Mario Turco 
e c’è stato un incontro con il prefetto - i rappresentanti dei 
lavoratori e lo Slai cobas che li appoggia e organizza hanno ottenuto:
una nota al governo che ne richiede un intervento verso i ministeri 
competenti lavoro e giustizia - un interessamento dell’inps per i 
soldi e una partecipazione a una iniziativa dentro il parlamento.
Buoni primi risultati della mobilitazione 
 Comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe 

 

25 giugno - TARANTO: da Slai Cobas sc - Intervento alle portinerie Acciaieria. E parlano gli operai

  https://drive.google.com/file/d/103PAqjekMMpZ-_Ygj6WZXHkXiPLzUYEg/view?usp=sharing




sabato 24 giugno 2023

24 giugno - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 23/6: Manifestazione alla RheinMetall Spa a Roma - da generalizzare contro le maggiori industrie della guerra

 

Esprimiamo la massima solidarietà alla manifestazione di Roma indetta del Coordinamento Sanità regionale, dal Movimento al diritto dell'abitare e della Rete dei comitati e dei collettivi di lotta. E’ stata un’importante manifestazione perché si è tenuta davanti alla RheinMetall Spa.

Cos'è questa RheinMetall Spa? È una delle maggiori industrie della guerra, della morte e della distruzione. È collocata nella cosiddetta Tiburtina Valley che è uno dei maggiori poli produttivi del comparto militare industriale in Italia. Come dice il manifesto di convocazione: “RheinMetall sta fornendo a un cliente internazionale due sistemi di difesa aerea Skynex… il sistema, del valore di

circa 182 milioni di euro, sarà consegnato all'inizio del 2024” (dal sito aresdifesa).

Questo tipo di sistema aereo – riporta la Repubblica del 9 maggio - viene definito come “l'arma segreta di Kiev”, nel senso che è stata prodotta nella riservatezza più totale, con intesa top secret tra più nazioni.

Si può ben capire innanzitutto il ruolo che vanno a sviluppare le industrie belliche collocate nel nostro paese, col sostegno pieno del governo, di cui il Ministro della Difesa è un uomo legato alla lobby dell'industria bellica ed è una parte integrante del sistema industriale-militare del nostro paese.

Il secondo elemento che va messo in evidenza è che al costo del pezzo di 180 milioni di euro a quanti "pezzi" di morte e distruzione si può rinunciare per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, l'edilizia popolare, la scuola, il reddito, il lavoro?

Riteniamo che questo tipo di manifestazioni siano importanti, vanno generalizzate presso tutte le industrie della guerra, in primis la Leonardo ad esempio, ma anche la Fincantieri, eccetera.

Così come vadano informate le masse popolari di quanta parte dell'economia di guerra sia di sottrazione della spesa sociale.

Sosteniamo tutte queste manifestazioni, organizziamole dove siamo presenti. Le riteniamo più importanti delle “sfilate del sabato” che non ci sembrano la forma adatta, nello stadio attuale dello scontro rispetto alla guerra imperialista nel nostro paese, con cui possiamo colpire l'industria bellica e il governo della guerra e nello stesso tempo dare indicazioni giuste alle masse per la loro mobilitazione autonoma.


24 giugno - Stellantis Pomigliano - sciopero contro il lavoro straordinario ed i recuperi al sabato - info

 

Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
S.L.A.I.cobas
Comunicato stampa

L'AZIENDA HA MOBILITATO BEN 4 TURNI DI LAVORO ED ALCUNE CENTINAIA DI TRASFERTISTI DAGLI ALTRI STABILIMENTI PER FAR FRONTE AL 75% DI ADESIONE ALLO SCIOPERO SUL 1° TURNO DELLA PANDA. CONVOCATI INOLTRE AL 1° TURNO TUTTI I COORDINATORI TEAM LEADERS DEI REPARTI DI TUTTI I TURNI DEI MODELLI PANDA E
TONALE PER FAR FRONTE ALL' ELEVATA DIFETTOSITÀ IN CONSEGUENZA DELL'ASSEGNAZIONE A LAVORATORI DI ALTRE PRODUZIONI DI MANSIONI MAI SVOLTE PRIMA: IL PARADOSSALE "RECUPERO DELLE VETTURE RECUPERATE"...

"L'azienda dovrà rassegnarsi perché con le buone o le cattive riporteremo la democrazia in fabbrica per

una forte tutela dei lavoratori e dei loro diritti"...  - dichiara Mara Malavenda per l'esecutivo nazionale di Slai cobas - "come sindacato riteniamo intollerabile le strategie aziendali - delle fabbriche Stellantis in Italia - di super sfruttamento dei lavoratori per incrementare a dismisura produzione e ritmi di lavoro a danno dell' insieme dei diritti e delle tutele in fabbrica"... "é evidente che, con gli scioperi in atto, Stellantis sarà impossibilitata a recuperare la produzione persa per gli innumerevoli problemi impiantistici e di approvvigionamento dei particolari da assemblare nonché per gli scioperi dei lavoratori che in queste settimane si stanno diffondendo nell' insieme delle fabbriche del gruppo".

Oltre al proseguimento della mobilitazione dei lavoratori contro gli straordinari ed i recuperi al sabato il sindacato di base avvierà nei prossimi giorni iniziative giudiziarie a tutela della democrazia nelle fabbriche del Gruppo e dei lavoratori. Iniziative che (come le ultime che hanno riscritto in Italia il diritto antidiscriminatorio a favore dei lavoratori cambiando la relativa giurisprudenza) puntando a sconfiggere la millantata rappresentanza sindacale del neo-sindacalismo giallo, filo aziendale e di comodo, firmatario e non!

Slai cobas - coordinamento provinciale di Napoli - 2


venerdì 23 giugno 2023

23 giugno - info: Repressione verso le lavoratrici Slai Cobas sc degli asili di Taranto

 

È in atto una repressione da parte della Ditta Servizi Integrati contro le lavoratrici Slai Cobas sc degli asili di Taranto; una repressione che unisce provvedimenti disciplinari - ben 4 in poche settimane e arrivati soprattutto a Rsa e Rls - ad un tentativo di isolamento dello Slai Cobas. 

I provvedimenti disciplinari sono fatti con motivazioni che cercano di far passare come illegittime legittime iniziative sindacali; e vogliono mettere a tacere le Rsa e Rls che segnalano carenze anche sul fronte importante della sicurezza e salute, attaccando come gravissime normali interviste a radio e Tv fatte durante un presidio dello Slai Cobas, perchè "colpirebbero l'immagine aziendale".  E' la reazione isterica dell'azienda di fronte al fatto che le lavoratrici Slai Cobas hanno fatto saltare un accordo di elemosine (solo 50 euro una tantum dopo anni e anni di richiesta di aumento salariale effettivo), che invece già i sindacati confederali avevano accettato - sindacati confederali che mai hanno fatto una minima lotta, che hanno attivamente, ostacolato le loro iscritte a partecipare alle mobilitazioni indette dallo Slai Cobas, in questo anno anche insieme all'Usb, mentre utilizzano, come è successo in altre occasioni nel recente passato (vedi la conquista del riconoscimento dell'ausiliariato e la conquista di un mese di lavoro durante la sospensione estiva, ecc.), le nostre lotte per avere anche loro i risultati conquistati sempre e solo con scioperi, presidi, incontri, ecc., in cui l'anima era ed è sempre lo Slai Cobas. Ma questo misero accordo era stato di fatto accettato anche dall'Usb. Ad un certo punto della mobilitazione unitaria tra lavoratrici Slai Cobas e lavoratrici Usb, è arrivato lo stop dall'alto della segreteria Usb di Taranto, con la posizione: accettiamo quanto proposto dalla ditta e poi riapriamo la trattativa; una posizione opportunista, illusoria, in contrasto anche con la volontà delle loro iscritte e che di fatto buttava a mare mesi di lotta, scioperi, assemblee sui posti di lavoro, presidi, ecc. e che aveva impedito un nuovo sciopero, così come voleva l'azienda.

Azienda e Usb hanno trovato di fatto una unità per dividere l'ala moderata delle lavoratrici (usb) (che si era unita alle lavoratrici Slai Cobas solo da un anno, dopo aver visto le lotte e risultati dello Slai Cobas) dall'ala classista e combattiva delle lavoratrici Slai Cobas.

Quindi è partita la repressione verso queste lavoratrici e lavoratori classisti e combattivi. 

MA SI ILLUDONO TUTTI!

Questi provvedimenti disciplinari, il tentativo di isolamento dello Slai Cobas non passeranno!

Anche in questo caso si sta dimostrando che la repressione alimenta non la paura, non il passo indietro, ma la ribellione, una maggiore coscienza della vera partita in gioco. 

23 giugno - info: TARANTO, PRESIDIO IN PREFETTURA DEGLI OPERAI ex Nuova Siet......comunicato

 

oggi pienamente riuscito il presidio del comitato lavoratori ex Nuova Siet sotto la Prefettura - oltre una ventina di lavoratori - massiccia presenza della stampa e tv che hanno permesso finalmente che questa vicenda di lotta dei lavoratori e di lungo processo prima vincente con forti condanne di Riva e i suoi uomini e dei padroni della ex Nuova Siet - poi via via messe in discussione in appello fino al rovesciamento della sentenza - torna ora d’attualità e arriva in Prefettura, nel governo e in parlamento.

Oggi è stato presente l’onorevole Mario Turco e c’è stato un incontro con il prefetto

I rappresentanti dei lavoratori e lo Slai Cobas che li appoggia e organizza hanno ottenuto : una nota al governo che ne richiede un intervento verso i ministeri competenti lavoro e giustizia

- un interessamento dell’Inps per i soldi e una partecipazione a una iniziativa dentro il parlamento buoni primi risultati della mobilitazione -

23 giugno - 25 giugno assemblea CPA Firenze su "salute, sicurezza e repressione, sui luoghi di lavoro e territorio. Invito del CLA

 

Invito alla partecipazione ...

Il CLA (Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati)

propone un’assemblea nazionale unitaria su “salute,

sicurezza, repressione” nei luoghi di lavoro e sul territorio,

domenica 25 giugno ore 10.30 al Cpa Firenze Sud

Un’assemblea promossa direttamente dalle realtà disponibili e interessate, aperta al contributo e alla partecipazione di chi è impegnato su questi temi, per denunciarne la gravità della situazione, per organizzare iniziative, dibattiti, mobilitazioni, per essere a fianco di chi lotta e che, proprio per questo, subisce ogni forma di rappresaglia padronale, aziendale, giudiziaria.

Un’assemblea con la prospettiva di iniziare a coordinarsi e a centralizzare l’intera attività, su questi temi, in modo sistematico e permanente, da parte di ogni singola realtà.

Vi sono ambiti e forze attive, da quelle sindacali agli stessi coordinamenti, collettivi, reti, osservatori, associazioni. Il desiderio di unità deve tradursi in realtà per un'azione concreta e coerente di prevenzione e protezione. La proposta è costituire un Centro unitario nazionale in grado di sviluppare un'azione comune in un numero maggiore di territori; di sviluppare mobilitazioni e campagne di denuncia, solidarietà, lotta.

PER trasformare la coscienza di classe in maturità politica, necessaria a unire forze già operative, ad alimentarne altre e a far sì che l'intera forza sia in grado di sovvertire l’attuale situazione, così grave, su temi fondamentali come salute, sicurezza e repressione. Questo metodo e modo di procedere, all’insegna dell’unità, rappresenta un salto qualitativo e quantitativo, l'unità di classe e per la classe, utile alle lotte e a sostenere e sviluppare la tendenza generale alla lotta.

Un salto in avanti, un passo concreto, PER resistere e contrapporsi a progetti e provvedimenti padronali e governativi, all’immobilismo di sindacati burocratici e collaborazionisti. Un’unità di classe per dare forza propulsiva e propositiva alle iniziative, alla rabbia e al dolore dei familiari delle Vittime sul lavoro e da lavoro, di stragi industriali e ambientali, alle avanguardie operaie e sindacali, agli attivisti Rsu/Rls, impegnati e attivi sui temi esposti.



23 giugno - Controinformazione rossoperaia - 23

  

giovedì 22 giugno 2023

22 giugno - Torniamo sulla situazione nelle grandi fabbriche: Stellantis, Acciaierie - Lavoriamo per la scintilla che accenda la prateria - Da ORE 12 del 21 giugno

 

La contronformazione rossoperaia del lunedi', mercoledi', venerdi' 

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Nelle fabbriche, nelle grandi come nelle medie e nelle piccole, la situazione dei lavoratori fronteggia attacchi al salario, cassa integrazione quasi permanente, precarietà, flessibilità e licenziamenti per la chiusura di alcune di esse.

Il governo e i padroni stanno andando per la loro strada. E gli incontri a Roma come sui territori confermano in generale i piani dei padroni.

Nella giornata del 19 giugno vi è stato un incontro a Roma che ha riguardato le vertenze di fabbriche più grandi: il gruppo Stellantis, le Acciaierie d’Italia-ex ILVA e alcune fabbriche come l'Elettrolux e la Whirlpool.

Questo tavolo viene molto valorizzato dai sindacati diventati culo e camicia con questo governo, innanzitutto la FIM Cisl che sembra un megafono delle proposte dei padroni e del governo.

Sul fronte Stellantis, mentre i lavoratori fronteggiano una situazione sempre peggiore in termini di carichi di lavoro e di cassa integrazione a fronte di piani che prevedono in prospettiva la trasformazione nell'elettrico, mentre nell'immediato ci sono tagli e intensificazione dello sfruttamento.

In particolare la situazione si sta facendo sempre peggiore allo stabilimento di Melfi dove già tanti lavoratori sono stati obiettivamente costretti alle dimissioni con l’incentivo all'esodo e sono in corso i trasferimenti di lavoratori in direzione di Pomigliano. Si tratta di trasferimenti forzati. In particolare in questi ultimi due giorni è venuta fuori anche sulla stampa - ne ha parlato soprattutto la Gazzetta del Mezzogiorno - dei trasferimenti forzati delle operaie della Stellantis di Melfi.

Le lavoratrici hanno fatto un comunicato che dice: Siamo un gruppo di donne a cui è stata data

comunicazione di trasferta dallo stabilimento Stellantis di Melfi a quello di Pomigliano (Napoli). Innanzitutto le trasferte dovrebbero essere volontarie, e non obbligatorie, e non si dovrebbero comunicare con sole 48 ore di preavviso su un pezzo di carta, accompagnate dall’indirizzo dell’Hotel fornito telefonicamente (è plausibile presumere a volte che si tratti di uno scherzo). La questione più rilevante però è che non c’è alcuna tutela per le donne lavoratrici. I sindacati hanno sostenuto questo esperimento di trasferta a rotazione senza stabilire dei paletti, delle regole. Vengono chiamate anche donne con figli minori, che per legge sono considerati tali fino ai 18 anni, ma non sembra che le aziende ne siano consapevoli” (meno che mai la Stellantis). Dov'è quindi la tutela delle donne lavoratrici di cui tutti si riempiono la bocca? Il governo in particolare parla di “tutela della famiglia”, delle donne, ma la realtà poi sui posti di lavoro è notevolmente diversa. Così come queste trasferte avrebbero dovuto essere su base volontaria e invece, in realtà così non è, essendo trasferimenti forzati che spesso sono un incentivo all'esodo, cioè un invito alle lavoratrici di andare via e, quindi, di fatto sono licenziamenti mascherati, perché si mettono le famiglie sotto stress psicologico” - dicono le lavoratrici. Alcune non ce la fanno a reggere e si dimettono.

La protesta delle donne lavoratrici è uscita sui giornali ma non è stata raccolta a nessun livello dalle organizzazioni sindacali. Fim-Fiom-Uilm e gli altri sindacati che sono all'interno della Stellantis, in realtà al di là delle richieste costanti di incontri con il governo, con la Regione, al di là della contentezza espressa per essere messi nell'area di “crisi complessa” - che poi in realtà significa esclusivamente piani per ammortizzatori sociali, percorsi di riqualificazione che pilotano la fuoriuscita della fabbrica -, non mettono in discussione i piani della Stellantis né tantomeno i piani del governo per assecondarli, bensì cercano di come far passare questi piani tra i lavoratori e i risultati sono evidenti, e si legano chiaramente alla situazione più generale del gruppo.

I lavoratori denunciano la loro condizione sia quando interveniamo a queste portinerie sia quando riescono nelle assemblee sia quando ancora hanno l'opportunità di parlare alla stampa. Ma dalla denuncia non scaturisce nulla.

I sindacati confederali appoggiano nei fatti e continuano a sperare che sia il governo a tirar fuori i lavoratori da questa situazione ma l'incontro di Roma del 19 ha dimostrato che i padroni possono fare quello che vogliono e l'azione del governo è di loro mero supporto.

E’ chiaro che la trasformazione all’elettrico produrrà in prospettiva una gigantesca riduzione dei posti di lavoro. Ed è rispetto a questa prospettiva che bisogna riorganizzare la lotta dei lavoratori.

Alla vigilia dell'incontro di Roma le organizzazioni sindacali hanno deciso un pacchetto di scioperi di 4 ore, peraltro gestite in forma differenziata tra il nord e sud: 4 ore al nord il 7 di luglio, altre 4 ore al sud - compreso il Lazio - il 10 di luglio. Ma dal giorno che hanno dichiarato lo sciopero sono subentrati ogni giorno dei nuovi fatti a cui non viene data una obbiettiva risposta.

Per questo in tutte le fabbriche Stellantis vale ciò che abbiamo detto in tutte le ultime occasioni: serve seguire l'esempio di Pomigliano. I lavoratori sono scesi in sciopero dal basso a partire da fatti anche piccoli e questo sciopero ha raccolto l'adesione di una gran parte dei lavoratori, uno sciopero che è continuato limitatamente al solo stabilimento di Pomigliano e che pertanto non poteva dare grandi risultati, ma è stato un segnale, un'indicazione

mercoledì 21 giugno 2023

MILANO 21 GIUGNO -DALLE OPERAIE BERETTA, DAI LAVORATORI MD, LOTTA, UNITÀ E SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DI MONDO CONVENIENZA

L’occasione è stata l’udienza per il ricorso contro il precedente appalto The Workers al Salumificio Beretta di Trezzo. L’udienza di oggi è stata interlocutoria, i testi ascoltati non decisivi, il ricorso si aggiorna al 5 di ottobre. 

Le operaie dell’appalto Beretta di Trezzo in sciopero e in presidio al tribunale di Milano, in una giornata di mobilitazione per denunciare come, il cambio appalto del 2022 al Salumificio, operazione di immagine per scaricare tutto sulla cooperativa precedente ed uscirne con la faccia pulita buona per i cartelloni pubblicitari del ‘viva la mamma’, in fabbrica abbia lasciato tutto come prima! Mpm, la nuova appaltatrice, è solo intermediazione di manodopera, il potere direttivo resta saldamente nelle mani di Beretta, l’appalto è lavoro senza diritti, senza garanzie, per tenere sotto ricatto le operaie, continua ad essere lavoro povero con lo schifoso CCNL Multiservizi, pagato 400 euro in meno delle dipendenti Beretta inquadrate con il CCNL Alimentari a fare la stessa mansione nello stesso reparto! Un vero e proprio apartheid salariale dentro la Beretta spa, all’ombra dei sindacati confederali e degli enti di controllo.

Da qui la rivendicazione basta appalti, basta Multiservizi, con l’assunzione diretta Beretta, l’inquadramento unico con il CCNL Alimentari per tutte le operaie della fabbrica, lanciate in questa che sarà una campagna prolungata, per unire le operaie, le lotte, e contro la repressione.

Una mobilitazione quella di oggi nel segno delle piena piena solidarietà ai lavoratori di Mondo Convenienza, che a Firenze, Roma, Bologna, organizzati dal SiCobas, scioperano e resistono alla repressione delle forze dell’ordine, delle squadre di picchiatori organizzate dalla cooperativa. Perchè la repressione non spegne, ma alimenta le lotte! 

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21 giugno - Controinformazione rossoperaia - 20