venerdì 30 aprile 2021

30 aprile - Manifesto nazionale 1° maggio Slai Cobas sc - massiccia distribuzione fabbriche e posti di lavoro - partecipa a manifestazioni MILANO/NAPOLI/PALERMO

 


IN PIAZZA IL PRIMO MAGGIO ANCHE GLI OPERAI GASER, CHE NON ARRETRANO DECISI A CONQUISTARE PIÙ SALARIO DIFENDERE LA SALUTE I DIRITTI E I COMPAGNI DI LAVORO A CUI NON SONO STATI RINNOVATI I CONTRATTI PRECARI PER RAPPRESAGLIA


UNA SETTIMANA INTENSA QUELLA APPENA PASSATA CON LA MOBILITAZIONE CHE PROSEGUE SU PIÙ PIANI

UNO SCIOPERO COMPATTO DI 24 ORE, CON EFFETTO DIRETTO SUI CONTI DELL’AZIENDA PERCHÈ OLTRE AI PREVEDIBILI RITARDI CHE SI ACCUMULANO, PARTE DEL LAVORO DALL’INIZIO DELLA MOBILITAZIONE, IN MANIERA OSTENTATA PER FIACCARE IL MORALE, VIENE INVIATO A TERZISTI, MA IN REALTÀ QUESTO DOPPIO PASSAGGIO PROVOCA UNA PERDITA SECCA DI PROFITTI

LA PARTECIPAZIONE SOLIDALE ALLA MANIFESTAZIONE DI PRATO A SOSTEGNO DEI LAVORATORI DELLA TEXPRINT CHE RAFFORZA L’UNITÀ DI CLASSE E LA CONVINZIONE DEGLI OPERAI

UNA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE DI CLASSE, PER COSTRUIRE IL SOSTEGNO A QUESTA COMBATTIVA LOTTA, VERSO LE

30 aprile - 1 MAGGIO OPERAIO, DI LOTTA, INTERNAZIONALISTA. - manifestazioni MILANO/NAPOLI

                  

                    Il 1 MAGGIO TUTTI IN PIAZZA!

Milano – ore 15 Piazza Cairoli 

Napoli – ore 15 Piazza Dante

A più di un anno dall'inizio della pandemia di CoVid-19 è sempre più evidente che l'emergenza sanitaria e la crisi economica capitalistica si alimentano a vicenda, in una spirale che sembra senza via di uscita.

La tanto strombazzata “ripresa”, annunciata ai quattro venti dai governi nazionali e internazionali come effetto del Recovery Fund, si rivelerà nient'altro che una favola e una tragedia per i lavoratori. La massa enorme di denaro messa in circolazione da BCE e UE sta già andando quasi tutta nelle casse e nelle tasche dei soliti noti: i padroni del digitale, dell'informatica, delle infrastrutture e, come sempre, della produzione militare (in vista di nuove guerre imperialiste). Il PNRR e il Decreto Sostegni del governo Draghi lo dicono chiaramente: il grosso dei 248 miliardi è per i “sussidi” ai padroni e ai loro profitti, mentre per la spesa sociale (misure di sostegno ai salari, all’occupazione femminile e ai servizi per l’infanzia, alla sanità, all’istruzione, ai trasporti pubblici) ci saranno pochi spiccioli, con un ulteriore aggravamento delle già drammatiche condizioni di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici.

L'impatto di queste politiche in termini di crescita e di nuova occupazione è del tutto incerto. Ad oggi, le uniche certezze che il governo Draghi sta dando alla classe operaia e ai lavoratori sono:

  • l'inasprimento della repressione contro gli scioperi, le lotte, le forme di dissenso sui posti di lavoro (basti pensare a quel che sta accadendo in queste settimane nei magazzini Fedex,Texprint, Arcelor Mittal, ecc.)

  • il via libera ai licenziamenti di massa a partire dal prossimo 30 giugno, che si andranno ad aggiungere alle migliaia di licenziamenti “occulti” di questi mesi per mezzo di provvedimenti disciplinari o di chiusure di attività, e agli 850 mila precari che hanno gia perso il lavoro

  • la cancellazione di “quota 100” per andare in pensione e la riduzione degli assegni familiari ai lavoratori dipendenti.

Tutto ciò incoraggia il padronato a spingersi ancora oltre nell'attacco ai lavoratori imponendo con la complicità di Cgil-Cisl-Uil, rinnovi contrattuali-capestro, salari da fame e una generale precarizzazione dei rapporti di lavoro. E' uno scenario simile a quello dell'intera Europa, ma aggravato da un alto tasso di disoccupazione destinato, aldilà delle vacue promesse governative, a crescere ancora, con un costo particolarmente alto pagato dalle donne lavoratrici, dai giovani perlopiù immigrate/i (che continuano a morire a migliaia lungo le rotte dell’immigrazione).

La maggioranza dei lavoratori non è ancora riuscita a scendere in campo in maniera forte e generale di fronte all’attacco che si protrae da più di un trentennio. L’inizio di mobilitazione nelle fabbriche, in particolare metalmeccaniche, nel marzo dello scorso anno sui problemi della sicurezza è stato tradito, nonostante la formale proclamazione di sciopero della FIOM, dal gruppo dirigente della CGIL, e in particolare da Maurizio Landini per “impedire lo scoppio di uno scontro sociale” (sono parole sue). Tuttavia in questi mesi le lotte del SI Cobas nella logistica, Slai Cobas e altre realta del sindacalismo classista e combattivo sono state uno dei pochi argini all'offensiva padronale creato attraverso iniziative di lotta tanto sul piano economico che su quello politico. La battaglia per la tutela della salute e l'astensione dal lavoro nella fase del picco pandemico, gli scioperi contro l'utilizzo capitalistico dell'emergenza sanitaria, a partire dall'importante lotta portata avanti dai lavoratori Fedex-Tnt contro la repressione e la chiusura del sito di Piacenza, la resistenza in tanti posti di lavoro e territori a difesa del salario, dell’occupazione, della rappresentanza sindacale scelta dai lavoratori, si sono legate al tenace lavoro per la costruzione di un fronte largo dei proletari in lotta con l'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi e con il Patto d'azione Anticapitalista.

Il prossimo 1° maggio dev'essere un'occasione per rafforzare l'iniziativa e l'unità di classe, per rilanciare la necessità di un fronte unico dei lavoratori, autonomo da ogni schieramento borghese, libero dai localismi, alternativo ai sindacati di stato legati a doppio filo ai padroni e al governo Draghi, capace di promuovere una mobilitazione di massa per imporre ai padroni di pagare i costi di una crisi da essi stessi creata, in stretto rapporto con le lotte che si svolgono e si svolgeranno sul piano internazionale.

Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario a 30/32 ore!

Salario medio garantito a tutti i proletari e stabilizzazione di tutti i 

 precari!

Patrimoniale del 10% sulle grandi ricchezze da impiegare per un 

servizio sanitario pubblico, universale, gratuito, la medicina

 territoriale e gli altri servizi sociali!

Documenti e permesso di soggiorno incondizionato a tutti gli 

immigrati!

Contro la repressione antioperaia e antipopolare e contro tutte le

 norme che limitano la libertà di sciopero e di organizzazione 

sindacale per la cancellazione dei decreti-sicurezza

Costruzione di un fronte unico di lotta internazionale e 

internazionalista di tutti gli sfruttati!

Per un 1 Maggio all’insegna dell’Internazionalismo sul piano 

 mondiale!

                      Il 1 MAGGIO TUTTI IN PIAZZA!

Milano – ore 15 Piazza Cairoli 

Napoli – ore 15 Piazza Dante
 

Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi

Patto d’azione anticapitalista per il fronte unico di classe





30 aprile - Verso il Primo Maggio in piazza anche a Palermo

 

L’emergenza pandemica che imperversa da più di un anno approfondisce drammaticamente la crisi del sistema capitalista accentuando le disparità sociali e di classe. La borghesia, finché governerà, tutelerà sempre e solo se stessa e i propri interessi.

470.000 lavoratrici e lavoratori, nonostante l'attuale blocco dei licenziamenti (che Confindustria spinge per rimuovere), hanno perso il posto di lavoro solamente nei primi 9 mesi del 2020. Le donne e i migranti, sotto la minaccia di revoca del permesso di soggiorno (attraverso politiche razziste), sono tra le categorie maggiormente penalizzate; aumenta a dismisura la precarietà e la disoccupazione.

Di contro, le giuste e legittime lotte in difesa del lavoro, dei diritti basilari (sociali, politici…) vengono represse dai governi borghesi.

Settori combattivi della classe lavoratrice, benché ancora in circoscritti settori, ha continuato a resistere e a lottare. Su tutto il territorio nazionale si sono svolte molteplici mobilitazioni di lavoratrici e lavoratori di differenti categorie, operai, precari, disoccupati e migranti, ribadendo che se si può lavorare e venire sfruttati giorno e notte, si può e si deve esercitare anche il diritto di lottare contro le angherie padronali che in pandemia non diminuiscono, ma si moltiplicano. In questa prospettiva, ci colleghiamo alle lotte del proletariato tutto che si sviluppano sul piano internazionale.

Anche a Palermo ci si vuole riappropriare del Primo Maggio, la giornata internazionale dei lavoratori, come una grande giornata che è insieme di memoria storica, di confronto e di lotta, rivendicandone le radici rivoluzionarie e internazionaliste.

LAVORAT* E DISOCCUPAT* PER UN PRIMO MAGGIO A PALERMO


mercoledì 28 aprile 2021

28 aprile - SULLA MANIFESTAZIONE DI PRATO - Dai compagni e compagne dello Slai cobas sc che hanno partecipato

Intervento di una compagna dell'Assemblea Donne Lavoratrici

Intervento di un operaio della Maschio 

Una manifestazione in cui la solidarietà è stata palpabile. La scalinata, riconquistata dopo un iniziale divieto della Questura, era usata come palco. 
Il grosso della partecipazione era di delegazioni di lavoratori Si.cobas provenienti da diverse città: Milano, Bologna, Roma, Napoli soprattutto disoccupati, Piacenza, Modena, Firenze e Toscana, Genova, e di solidali soprattutto giovani, presenti aree di supporto, in particolare numerosa la delegazione dei giovani Fgc, e presenze minori di potere al popolo, proletari comunisti e altri.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha partecipato con delegazioni di operai in lotta delle fabbriche Maschio, Gaser, con lo striscione "Da Prato a Ilva fascismo padronale non passerà".

Una compagna sintetizzava al microfono la vertenza Texprint, via via che arrivavano i pullman e la piazza ha cominciato a riempirsi. 

Dopo un pò si è dato inizio agli interventi che sono stati tutti di denuncia dello sfruttamento e a sostegno della lotta. 

Gli operai della Texprint hanno denunciato le bestiali condizioni di lavoro come schiavi, la connivenza tra istituzioni e padroni: "a noi hanno dato le multe a loro per anni di sfruttamento lavoro nero niente", la volontà di lottare per sè e per tutti i lavoratori del distretto, chiamando tutti i pratesi ad unirsi, con appello alla comunità immigrata a non essere sempre schiavi, alle forze dell’ordine hanno detto ‘abbiamo mandato fuori la paura’.
Hanno anche detto che benchè tutti questi mesi li hanno un po' sfiancati, vedere "tutta questa gente ci dà forza e ci rinvigorisce, noi abbiamo impugnato i nostri licenziamenti, ma la lotta con il presidio permanente è un modo per testimoniare fin dove arriva l'arroganza del potere, anche perché non possiamo aspettare una soluzione che sia solo legale, gli attacchi che subiamo sono continui".
Hanno poi parlato Arafat che ha portato anche la solidarietà a Giovanna e ai No Tav e ha parlato della necessità di rovesciare questo sistema capitalista e imperialista con la lotta unitaria e rivoluzionaria; poi rappresentanti e delegate del Si.cobas, yooks, polo logistico, ecc., con accenni alle loro lotte e a non mollare, Papis dicendo che bisogna far convergere le forze contro il capitalismo.

Poi sono intervenuti i delegati Slai cobas per il sindacato di classe delle fabbriche in lotta di Maschio e Gaser. Portando la solidarietà con la lotta Texprint, hanno parlato delle loro lotte in fabbrica come parte della stessa lotta di classe, e quindi l'appello a unire le lotte. Il delegato Gaser ha chiesto un minuto per gli immigrati morti in mare il giorno prima.

Poco dopo vi è stato lo spostamento del presidio alla fabbrica, deciso rapidamente alla notizia dell’aggressione con l’acido ad un lavoratore del picchetto alla fabbrica, a questo punto tutto è stato un pò confuso e approssimativo, con scarsa comunicazione col resto dei partecipanti, per capire come andare verso l'entrata della Texprint.

Il carattere della manifestazione è stato giustamente di raccolta/sostegno intorno alla lotta/resistenza dei lavoratori della Texprint che in questi due mesi hanno portato avanti tutte le iniziative possibili nella normale lotta sindacale. 
Ma essa è stata gestita da parte del Si.cobas come chiamata intorno al si.cobas, autoreferenziale; questo è apparso anche nella gestione degli interventi, in cui si è dovuto pure questionare per poter fare intervenire i due operai dello Slai cobas sc della Maschio e Gaser, 
Ora a fronte dell'azione padronale anche con uso della criminalità (la questione dell'acido alla fine è esemplare del clima e dell'arroganza padronale), serve alzare il livello della lotta stile guerra di classe e non il richiamo alla "democrazia", come è stato detto sia da alcune realtà che supportano la lotta a Prato sia dall'intervento di un ex delegato CGIL del tessile che lo ha più volte ribadito, tra qualche giusta opposizione dalla piazza, dicendo in riferimento agli anni passati "che la città ha saputo sempre  lottare in modo democratico e civile... non si può essere contro le istituzioni, contro la democrazia... bisogna dialogare... la democrazia è fatta di diversità...".
Nella manifestazione è stata presente una delegazione di lavoratrici, compagne dell'Assemblea donne/lavoratrici, arrivate dalle diverse città (Milano, Bologna, L'Aquila). Hanno affisso lo striscione "Contro sfruttamento e repressione Donne in lotta per la rivoluzione Tutta la vita deve cambiare" sul muro della gradinata del castello, e distribuito il foglio, preso con interesse soprattutto da giovani e immigrate. Purtroppo la presenza delle donne non era numerosa, ma le lavoratrici hanno molto apprezzato il foglio e questo ha permesso di parlare con loro del lavoro dell'assemblea delle donne, in questo modo chi ha accettato di prenderlo ha voluto partecipare a questo  lavoro  raccontando un pezzo dei suoi disagi sul lavoro.
Una compagna si preparava ad intervenire in piazza quando è giunta però la notizia dell’acido buttato addosso al picchetto da uno dei padroni; dal palco si è invitati tutti a interrompere gli interventi e spostarsi alla Texprint. Ed a quel punto è stato davanti ai cancelli della Texprint che la compagna ha fatto l'intervento; alla fine più bello perchè proprio davanti al presidio dei lavoratori.

28 aprile - OGGI NUOVO PRESIDIO a ROMA degli OPERAI dell'ArcelorMittal Taranto contro il licenziamento di RICCARDO

 

 sotto il MISE questa mattina



28 aprile - info Electrolux: Contro l'ennesimo accordo/truffa di cgil-cisl-uil

 



28 aprile - da tarantocontro: ArcelorMittal/incendio in CCO2 - Usb: giusta la denuncia ma impotente e sbagliata la "soluzione" - Serve ciò che lo Slai Cobas ha posto nella piattaforma opraia

 

Dalla piattaforma operaia:

Postazione Ispettiva permanente in fabbrica

Nella fabbrica di Taranto, per le sue dimensioni (di fatto grande come una città), per le migliaia di operai che vi operano (attualmente almeno 12mila ad organico completo), per la sua complessità e pericolosità, l'attività ispettiva non può essere successiva ad infortuni o incidenti, deve essere preventiva e costante; per garantire un controllo, intervento quotidiano sullo stato delle aree, degli impianti e della sicurezza dei lavoratori, per deterrenza e pronto intervento su situazioni di pericolo, inosservanza procedure di sicurezza.

Questo permetterebbe di ridurre i rischi, di stabilire un canale diretto tra operai/delegati sindacali/Rls ed Enti di controllo, e dare fiducia e un senso di maggior sicurezza ai lavoratori.


 
(Da Usb) - "Lavoratore sospeso dopo incendio in CCO2. Lo Spesal riscontra la sostituzione arbitraria di una macchina e smonta l’accusa di AM nei confronti del lavoratore.

Non ha prodotto buone notizie  per Arcelor Mittal la verifica dello Spesal scaturita dalla segnalazione dell’Unione Sindacale di Base di Taranto, in seguito all’incendio  avvenuto nel reparto Colata Continua, in Acciaieria 2, nel giorno di Pasquetta. Lo Spesal ha infatti scoperto che Arcelor Mittal aveva, senza seguire l’iter previsto in questi casi, sostituito la lingottiera (macchina all’interno della quale l’acciaio liquido viene trasformato in bramme). In merito a questo intervento, l’azienda, che pochi giorni dopo il fatto ha sospeso un dipendente, non ha fornito alcuna documentazione. Da qui la decisione dello Spesal di non dare parere favorevole per il prosieguo dell’attività dell’impianto. Viene così a cadere l’accusa formulata da parte di Arcelor Mittal nei confronti del lavoratore, additato come presunto responsabile dell’incendio.
A questo punto, Arcelor Mittal invece di ammettere l’accaduto e comportarsi di conseguenza, ha pensato bene di fermare l’impianto e mettere tutti i dipendenti del reparto in cassa integrazione.

Dunque non solo Arcelor Mittal non garantisce gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la sicurezza dei lavoratori e per contenere gli effetti nocivi sull’ambiente, ma arriva a fare modifiche importanti sugli impianti, non preoccupandosi minimamente di interpellare la casa costruttrice per sincerarsi del fatto che le modifiche possano determinare conseguenze.

I lavoratori dunque in quella circostanza, come è accaduto in tante altre occasioni, hanno rischiano la vita, e come se non  bastasse adesso vengono messi in cassa integrazione per motivazioni legate a scelte aziendali...
L’Usb continua instancabilmente a chiedere discontinuità rispetto alla gestione portata avanti finora, quindi un accordo di programma, partendo dalla piattaforma da noi presentata, che metta  in sicurezza lavoratori e cittadini, e che permetta di ragionare di una concreta riconversione economica di tutto il territorio per costruire finalmente una prospettiva diversa." 

MA CHE "SOLUZIONE" SAREBBE L'ACCORDO DI PROGRAMMA CHE CHIEDE LA CHIUSURA DELLA FABBRICA? - CHIARO, A FABBRICA CHIUSA NIENTE INCIDENTI, MA... ANCHE NIENTE LAVORO E NIENTE BONIFICHE


27 aprile - info solidale: [FEDEX] Sciopero dei lavoratori a Peschiera (MI), 6 camionette di polizia e carabinieri contro gli operai in picchetto

 


Ancora una nottata di sciopero dei lavoratori Fedex-Tnt, in lotta per il reintegro dei 300 compagni operai licenziati dall’oggi al domani a Piacenza e il rispetto degli accordi migliorativi firmati col sindacato.

Davanti ai cancelli del magazzino internazionale di Peschiera Borromeo (MI), contro i lavoratori la multinazionale della logistica ha chiamato a difesa delle sue merci 6 camionette di agenti in assetto antisomossa, continuando a attuare una condotto antisindacale che anche ieri e stamane ha determinato alcuni momenti di grave e pericolosa tensione nel tentativo di disperdere il picchetto:

https://www.facebook.com/TNT.FEDEX/videos/1385082158515863

Nonostante le difficoltà, lo sciopero ha rappresentato un importante momento di incontro e discussione dei lavoratori organizzati nel rafforzamento del movimento operaio che picchetto dopo picchetto sta mettendo in grande difficoltà l’azienda: e che necessità di un ulteriore spinta per l’intensificazione e l’allargamento della lotta contro licenziamenti e sfruttamento, anche in vista della preparazione del 1° maggio nelle piazze nazionali di Milano e Napoli:

https://www.facebook.com/sicobasmilano/videos/309853080518515


martedì 27 aprile 2021

27 aprile - Covid19: Sul lavoro si continua a morire. “L’incidenza della “seconda ondata” è più del doppio della prima” - i contagi sul lavoro sono 165mila secondo l’Inail

 Se quotidianamente i dati sui contagiati e morti per covid19 viene riportato, anche in maniera caotica, dai mass media, la stessa cosa non succede per i contagi e i morti sui posti di lavoro!

Già questo non avviene per la strage annuale dei morti sul lavoro (“Dall’inizio dell’anno al 25 aprile 207 morti su luoghi di lavoro (55 a marzo), 410 con i morti sulle strade e in itinere” (http://cadutisullavoro.blogspot.com/)) considerati normali per questo sistema capitalista/imperialista, e ancor di più non avviene per i morti per covid19. È di fatto dall’inizio della pandemia che le fabbriche in particolare non si sono mai fermate, tenendo operaie e operai ammassati nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto, e i dati riportati dall’Inail ne sono un esempio. Tutti i settori sono di fatto coinvolti con la sanità al primo posto, così come al primo posto tra le Regioni c’è sempre la Lombardia con il 31,8%. La battaglia nei posti di lavoro per continuare a lavorare in sicurezza è d’obbligo per tutte le lavoratrici e i lavoratori se non si vuole continuare ad essere “carne da macello” per il profitto dei padroni, come ha detto un operaio della Dalmine di Bergamo “solo la lotta permette la difesa della salute, solo la lotta ci dà le basi per avanzare e per continuare più forti, estendendo la presenza nei luoghi di lavoro, rafforzando l’organizzazione, facendo avanzare la coscienza della dimensione generale dello scontro. Perché quello dei padroni è un sistema di produzione, difeso dallo Stato, con il ruolo sul campo delle Prefetture, con gli organi di controllo insufficienti, comunque inefficaci se lasciati a se stessi, e con i sindacati confederali che danno una forte mano per garantire la pace sociale nei luoghi di lavoro e i ritmi della produzione ad ogni costo.”

***

Covid-19, i contagi sul lavoro sono 165mila. 

Più di sei su 10 denunciati nell’ultimo 

semestre

Nel 15esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato oggi insieme alle schede di approfondimento regionali, il quadro delle infezioni di origine professionale aggiornato alla data del 31 marzo. L’incremento rispetto al mese precedente è di 8.762 casi (+5,6%). I decessi sono 551 (+52 rispetto a febbraio), concentrati soprattutto nel trimestre marzo-maggio 2020

ROMA - I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 marzo sono 165.528, pari a circa un quarto del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dal gennaio 2020 e al 4,6% del totale dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data. Rispetto alle 156.766 infezioni di origine professionale rilevate alla fine di febbraio, l’incremento è di 8.762 casi (+5,6%), di cui 3.522 riferiti a marzo, 1.605 a febbraio e 1.136 a gennaio di quest’anno, 1.089 a dicembre, 860 a novembre e 413 a ottobre 2020, e i restanti 137 agli altri mesi dell’anno scorso. Il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni precedenti.

lunedì 26 aprile 2021

26 aprile - Da ArcelorMittal a Acciaierie d'Italia - di che parliamo? Un primo incontro informativo e di analisi commento da Taranto

 Invito a collegarsi e intervenire

Martedì, 27 aprile · dalle ore 16,30
Link:
https://meet.google.com/iaq-mnag-jaf


Slai
Cobas per il sindacato di classe - Taranto

info 3475301704


Il collegamento avviene dalla sede dello Slai Cobas via 

Livio Andronico, 47 Taranto con i coordinatori presenti

 in sede, in sicurezza dalle 16.30 alle 19.


Pertanto si può seguire e intervenire dalla sede o 

collegandosi on line


 


domenica 25 aprile 2021

25 aprile - OPERAI E RESISTENZA: GLI SCIOPERI DEL '43 CHIAVE DI VOLTA DELLA VITTORIA DELLA RESISTENZA

Cronistoria degli scioperi a Torino. 

L’8 marzo del 1943 scioperarono a Torino sette stabilimenti. Si trattava del reparto tubi delle Ferriere Piemontesi, della Fiat Ricambi, della Tubi Metallici, dei reparti meccanico, serbatoi, verniciatura e montaggio della Fiat Aeronautica ,della Zenith, della Guinzio e Rossi e della Fispa.

Tra il 9 e il 10 marzo entrarono in sciopero i seguenti stabilimenti: Società Nazionale delle Officine Savigliano, Pimet, Ambra, Conceria Fiorio, Fast Rivoli e reparto laminatoi delle Ferriere Piemontesi, Frig, Cir (Concerie Italiane Riunite), Borgognan e Capamianto.

L’11 marzo in tutta la città si fermarono complessivamente dieci stabilimenti, nove di questi per la prima volta: la Michelin, la Lancia, gli stabilimenti Fiat del Lingotto e di Mirafiori, l’Elettronica Mellini, lo stabilimento Riv di Torino, la Fantero, la Savigliano e i due stabilimenti Schiapparelli e Setti.

Il 12 marzo si fermarono la Fiat Mirafiori, la Riv, la Fornare, la Sigla, il lanificio Bona e la Fiat Lingotto. Il 13 continuavano ad astenersi dal lavoro le maestranze della Fiat Mirafiori della Fiat Lingotto, della Riv, insieme ai lavoratori della Fiat Materfer, della Aeronautica d’Italia e dello stabilimento Magnoni e Tedeschi.
Tra il 15 e il 16 oltre si fermarono la Fiat Lingotto e la Fiat Mirafiori , il Cotonificio Valle Susa, il Gruppo Finanziario Tessile, lo stabilimento Ambra, la fonderia Borselli-Piacentini, lo stabilimento lavorazioni industriali statali Sables, la Fergat, la Manifattura Paracchi ed il biscottificio Wamar, seguiti, il giorno dopo dallo stabilimento torinese della Snia Viscosa.

Sciopero del 1 dicembre 1943

Il 1 dicembre 1943 si fermarono le maestranze la Fiat Aeronautica, la Grandi Motori, le Ferriere, le Acciaierie e le Fonderie ghisa, la Spa e la Fiat Materiale Ferroviario.

Sciopero generale del 1 marzo 1944

Il 1 marzo del 1944, data dello sciopero generale, gli stabilimenti torinesi chiusi dalla “messa in ferie” erano i seguenti: Michelin, Tedeschi, Westinghouse, Savigliano, Snia Viscosa di Venaria, Cir, Bertone, Schiapparelli, Martiny.
La manovra della “messa in ferie” non coinvolgeva tutti gli impianti cittadini: Mirafiori, Lingotto, Fiat Materiale Ferroviario, Grandi Motori, Viberti, Lancia, Elli Zerboni, Aeritalia, Riv, Emanuel, Zenith, Ceat, Cimat, Rasetti , Venchi Unica, Borgognan, restarono aperti, ma le maestranze interruppero il lavoro.
Anche la Fiat Acciaierie, la Dubosch, la Microtecnica, la Fiat Ricambi, la Fiat Spa e la Capamianto erano in funzione il 1� marzo, ma qui la pressione delle autorità rese difficoltoso lo svolgimento dello sciopero.

Il 2 marzo 1944, nonostante l’ordine di Zerbino di riprendere il lavoro, scioperarono gli operai dei seguenti stabilimenti: Zenith, Viberti, Ceat, Rasetti, Mirafiori, Lingotto, Riv, Fiat Ricambi, Microtecnica, Grandi Motori, Fiat Materiale Ferroviario, Emanuel, Viberti, Fiat ferriere, Fiat Acciaierie, Snia Viscosa, Cotonificio Val Susa, Venchi Unica.
Tra il 3 e il 6 di marzo il lavoro fu sospeso a Mirafiori, a Lingotto, alla Fiat Spa, alla Fiat Materiale Ferroviario, alla Fiat Fonderie, alla Fiat Grandi Motori, all’Aeritalia, alla Venchi Unica, alla Borgognan, alla Snia Viscosa, alla Elli Zerboni, al Cotonificio Val Susa, alla Zenith, alla Dubosch, alla Viberti, alla Riv, e alla Fiat Ferriere.

Sciopero del 15 giugno 1944

Dopo Mirafiori le prime fabbriche a fermare i macchinari furono quelle dell’intero gruppo Fiat (Lingotto, 4.000 operai, Ferriere, 6.000, Fonderie ghisa, 1.800, Acciaierie, Fiat Materiale Ferroviario, Grandi Motori, 3.100), seguite nei giorni successivi dagli operai della Riv, della Rasetti, della Cimat, della Elli Zerboni, della Lancia, dell’Aeritalia, della Incet, della Ceat, dell’Arsenale Militare di borgo Dora, della Dubosch, della Viberti, della Zenith, alla Bertone, alla Manifattura Tabacchi. I dati relativi alle aziende entrate in sciopero sono reperibili in R. Luraghi, Il movimento operaio torinese durante la Resistenza, Einaudi, Torino, 1958, p.226/229.

Sciopero del 21 novembre 1944

Il 21 novembre 1944 entravano in sciopero le maestranze della Fiat Lingotto e Mirafiori, seguitenei giorni successivi (28 e 29 novembre) da quelle degli altri stabilimenti cittadini: Fiat materiale Ferroviario, Fiat Spa, Fiat Ferriere, Fiat Grandi Motori, Aeritalia, Riv, Dubosch, Venchi Unica, Snia Viscosa, Capamianto, Tubi Metallici, Ambra, Fiat Accieierie, Cimat, Rasetti, Viberti, Lancia, Ceat, Nebiolo, Westinghouse. Dati reperibili in R. Luraghi, Il movimento operaio torinese durante la Resistenza, Einaudi, Torino, 1958, p.


25 aprile - È IL 25 APRILE: "BELLA CIAO" LA CANZONE SIMBOLO DELLA RESISTENZA PARTIGIANA DEDICATA A TUTTA LA CLASSE LAVORATRICE

giovedì 22 aprile 2021

23 aprile - PER IL RIENTRO DI RICCARDO, in contemporanea col presidio a Roma: Oggi alle portinerie ArcelorMittal




I messaggi a e da la World Federation of Trade Unions

La raccolta firme di solidarietà in altre città  

23 aprile - infosolidale: Fedex - fascismo e squadrismo padronale Mazzieri liberi di manganellare gli operai a San Giuliano Milanese –con la polizia che sta a guardare

 

[FEDEX] La multinazionale usa bodyguards picchiatori contro i lavoratori in sciopero, gli operai resistono: a Zampieri (MI) magazzino fermo

Aprile 22, 20210

Anche questa sera una quarantina di bodyguards armati e schierati sulle strade adiacenti al magazzino FedEx-TNT di Zampieri a San Giuliano Milanese (MI) erano pronti per impedire lo sciopero ma anche questa sera l’onda in piena della classe operaia gli ha travolti e rimandati dentro ai cancelli.

Non si arretra di un passo e FedEx-TNT lo sta imparando giorno per giorno sulla propria pelle.

A chi ancora non crede cosa ci riservano nel futuro i padroni e politici : questi sono body guard (picchiatori) pagati da FedEx-TNT a San Giuliano Milanese (Zampieri) per intimidire i lavoratori e impedire di scioperare agli operai sfruttati o licenziati:

https://www.facebook.com/sicobasmilano/videos/pcb.242624747337749/2969257146676104

Addirittura, ci aspettano sulla strada pubblica: sul posto sono presenti anche le forze dell’ordine ma non identificano nessuno di body guard (picchiatori) che aggrediscono i lavoratori in mezzo la strada usando vari oggetti…

https://www.facebook.com/TNT.FEDEX/videos/269540188163433

Da un anno continua questo violento atteggiamento padronale nel magazzino ma fin’ora nessuno dei picchiatori è stato identificato o denunciato: per far passare come legale e giustificato quello che i padroni fanno contro i lavoratori.

Siamo a fianco dei lavoratori della FedEx-TNT di Piacenza, per il reintegro di tutti i 300 licenziati e per fermare il piano di ristrutturazione che porterà al licenziamento di centinaia di lavoratori in tutti i magazzini della filiera.

Solo la lotta paga!

Sabato 24 Aprile tutti a Prato a fianco dei lavoratori Texprint e… il primo maggio tutti in piazza per una grande giornata di lotta operaia!

https://www.facebook.com/sicobasmilano/photos/a.174393327494225/242510110682546/


23 aprile - 24 APRILE LE VITTIME DEL PROFITTO IN PIAZZA

 

IN RICORDO DI TUTTI I LAVORATORI E I CITTADINI ASSASSINATI IN NOME DEL PROFITTO.

CONTRO LE STRAGI IMPUNITE DI LAVORATORI, LE VITTIME DELL’AMIANTO E DEL PROFITTO SCENDONO IN PIAZZA.

Sabato 24 aprile 2021 alle ore 16.00

manifestazione a Sesto San Giovanni, Milano

Anche quest’anno manifesteremo, portando in piazza la rabbia delle vittime e la determinazione a continuare la lotta contro il capitalismo, un sistema economico-politico - giudiziario e sociale che ogni anno assassina migliaia di lavoratori per il profitto.

Ci incontreremo quindi alle ore 16 in via Carducci (terreno ex Breda) e deporremo fiori alla lapide posta dagli operai delle fabbriche sestesi nel 1997. Interverranno famigliari delle vittime e lavoratori vittime del profitto.

Non possiamo più tollerare che l’Italia continui a essere il paese delle stragi operaie e ambientali impunite (ponti che crollano, disastri ambientali, inondazioni, terremoti e altro ancora).

Oggi, accanto alle stragi dovute alla malasanità, ai tumori professionali e ambientali, a tutte le patologie dovute all’inquinamento, si aggiungono le decine di migliaia di vittime del Covid-19 e di una sanità pubblica smantellata negli ultimi anni. Ad esse vanno aggiunte altre vittime del lavoro: infermieri, medici, personale sanitario in genere, che hanno perso la vita per aver dovuto lavorare senza le adeguate protezioni.

Sono passati 29 anni da quando l’Italia ha messo al bando l’amianto, ma siamo ancora uno dei paesi al mondo maggiormente colpiti dall’epidemia di malattie amianto-correlate. Ogni anno le vittime dell’amianto sono circa 6mila: 3600 per tumore polmonare, 600 per asbestosi, 1800 per mesotelioma, un tipo di cancro molto aggressivo che colpisce la pleura e altre membrane.

L’amianto ha ucciso, uccide e continuerà ad uccidere ancora, perché i tumori che causa (mesotelioma, tumori polmonari, alla laringe, asbestosi, e altri ancora) ci mettono decenni a manifestarsi, e il loro picco è previsto tra il 2025 e il 2030.

In Italia sono ancora circa 370mila le strutture che contengono Eternit: per lo più edifici privati ma anche industriali e pubblici, comprese 2.400 scuole, 1.000 biblioteche e 250 ospedali. Per non parlare della rete idrica: sarebbero 300mila i km di tubature in cui è presente l’asbesto. Si tratta, però, di stime: il censimento dei siti inquinati non è stato completato in tutte le regioni.

L’amianto è responsabile d’una strage che avviene nell’indifferenza che, oggi più che mai, diventa complicità.

ROMPIAMO IL SILENZIO. BASTA MORTI PER IL PROFITTO.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di lavoro e nel Territorio

Aprile 2021



22 aprile - LA WFTU (FEDERAZIONE MONDIALE DEI SINDACATI) DI 133 PAESI NEL MONDO RISPONDE ALL'APPELLO DELLO SLAI COBAS SC IN SOLIDARIETÀ CONTRO IL LICENZIAMENTO ARCELORMITTAL

 

MESSAGGIO DELLO SLAI COBAS SC A WFTU

Taranto – Italy 18-4-2021

World Federation of Trade Unions
Central Offices in Athens 40, Zan Moreas str, 117 45 Athens, GREECE

In ArcelorMittal Taranto Italia si è assistito nei giorni scorsi a un'azione repressiva contro un lavoratore per un post su facebook che la direzione di AM ha considerato negativo.

In questo post l'operaio ha invitato i lavoratori e le persone a vedere una fiction televisiva “Svegliati amore mio” che parla di una lotta delle madri contro l'inquinamento industriale che provoca anche il cancro di una figlia di una donna - in questo post l'operaio non parla di "ArcelorMittal" ma solo di inquinamento generale.

Contro questo licenziamento c'è stata una lotta e una tenda di lotta sotto la direzione di AM – e il 22 aprile questa iniziativa va a Roma sotto il Ministero del lavoro.

Chiediamo una vostra dichiarazione di solidarietà e nelle prossime settimane un possibile incontro in rete.

Grazie per l'interesse per l'operaio licenziato Riccardo Cristello.


Comitato di sostegno

slaicobasta@gmail.com – 3471102638 - Taranto Italy



RISPOSTA DI WFTU

Dear comrades,

Si prega di trovare in allegato la dichiarazione di solidarietà con la vostra lotta, rilasciata dal Segretariato WFTU. Non esitate a contattarci se avete bisogno di ulteriore aiuto dalla nostra famiglia orientata alla classe.

In solidarietà,

WFTU Head Office

Athens, Greece


Από: Slai Cobas per il Sindacato di Classe <slaicobasta@gmail.com>
Ημερομηνία: Κυριακή, 18 Απριλίου 2021 - 12:09 μμ
Προς: <info@wftucentral.org>, <international@wftucentral.org>
Θέμα: from arcelormittal italy

WORLD FEDERATION OF TRADE UNIONS

Class oriented - uniting - democratic - modern – independent – internationalist!

40, ZAN MOREAS STREET, ATHENS 11745 GREECE

TEL. (+30) 2109214417, (+30) 2109236700, FAX (+30) 210 9214517

www.wftucentral.org E-MAILS : info@wftucentral.org, international@wftucentral.org

Athens, Greece – 20 April 2021

Italia: La WFTU è pienamente solidale con i lavoratori di ArcelorMittal Taranto

La Federazione mondiale dei sindacati (WFTU), l'unica voce di classe del sindacalismo mondiale, rappresentando 105 milioni di lavoratori in 133 paesi del mondo, è in piena solidarietà di classe con i lavoratori di ArcelorMittal Taranto in Italia, contro il licenziamento punitivo di un operaio da parte dell'azienda.

Secondo quanto siamo stati informati, la "colpa" dei licenziamento del lavoratore era un post su Facebook che alla direzione dell'azienda non piaceva.

Pertanto i suoi colleghi hanno avviato una lotta contro il licenziamento del lavoratore e seguirà questa lotta con azioni militanti al di fuori del ministero del Lavoro a Roma il 22 aprile.

La WFTU denuncia categoricamente ogni tentativo di intimidire i lavoratori e terrorizzare la classe operaia.

Ogni aggressione dei capitalisti contro la classe operaia è destinata a fallire quando incontra la risposta dei lavoratori.

La nostra grande famiglia sindacale orientata alla classe sostiene pienamente le richieste giuste dei lavoratori in Italia e si impegna a proseguire con altri passi al fianco del nostri colleghi.

Viva la solidarietà internazionalista!

il testo in inglese

 

MESSAGGIO DELLO SLAI COBAS SC A WFTU

Taranto – Italy 18-4-2021

World Federation of Trade Unions
Central Offices in Athens 40, Zan Moreas str, 117 45 Athens, GREECE

In ArcelorMittal Taranto Italy there was in the last days a repressive dismisal of a worker for a post on facebook 

that the AM direction has considered negative.

In this post the worker invited workers and people to see a TV fiction “Svegliati amore mio” (Wake my love) that 

involves a mothers' struggle against industrial pollution that provokes also the cancer of a girl son - in this post the 

worker does not speak of 'ArcelorMittal' but only about general pollution.

Against this dismisal there is a struggle and a fight tent under AM's direction - in 22 avril this action goes in rome 

under labour's ministry

We ask a solidarity declaration and in the next weeks a possible web encounter

thank you for your interest for the worker dismised Riccardo Cristello

Support commitee

slaicobasta@gmail.com – 3471102638 - Taranto Italy

RISPOSTA DI WFTU

Dear comrades,

22 aprile - info: Venerdì 23/4 sciopero in ferrovia per il piano vaccinale

 


22 aprile - SABATO 24 APRILE IN PIAZZA A PRATO AL FIANCO DEI LAVORATORI TEXPRINT. Aderiamo e partecipiamo Slai Cobas sc Milano

 

24 APRILE #PRATO

ore 15:00 piazza delle Carceri

8 X 5 CONTRO LO SFRUTTAMENTO

Scendiamo in campo, dalla parte degli operai Texprint!

È dal 18 gennaio che va avanti lo sciopero dei lavoratori Texprint.

È dall’11 febbraio che i lavoratori sono giorno e notte davanti ai cancelli della fabbrica.

21 aprile - info Milano: CONTRO IL CODICE DISCIPLINARE/BAVAGLIO DEL COMUNE DI MILANO, PRESIDIO IL 29

 



martedì 20 aprile 2021

L'ASSEMBLEA OPERAIA GASER RILANCIA LA MOBILITAZIONE SU UNA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA -APPELLO A SOSTENERE ATTIVAMENTE TUTTI GLI OPERAI CHE LOTTANO ALLARGANDO LE INIZIATIVE NEI POSTI DI LAVORO

GLI OPERAI DELLA GASER RIUNITI IN ASSEMBLEA HANNO RILANCIATO LE MOBILITAZIONI PER IL RIENTRO IN FABBRICA DI PHILIP E MOUMINI, PER GLI AUMENTI SALARIALI PER TUTTI, A DIFESA DELLA SALUTE E SICUREZZA CONTRO I PESANTI CARICHI E L'AMBIENTE MALSANO.

SOLIDARIETÀ CON RICCARDO LICENZIATO ARCELOR MITTAL  E PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DI PRATO CONTRO IL NUOVO SCHIAVISMO IN FABBRICA

TOCCA UNO TOCCA TUTTI

LOTTA UNO LOTTANO TUTTI