martedì 9 febbraio 2016

9 febbraio - Continua lo stilicidio dei licenziamenti politici dei lavoratori e delegati in lotta. Solidarietà a tutti e per tutti, ma riteniamo, come Slai Cobas sc, urgente che ci si unisca per una campagna nazionale per contrastare e sconfiggere governo e padroni



Ancora un altro licenziato dei Cobas. L'11 febbraio la conferenza stampa ad Arezzo


Un licenziamento, infondato, ingiusto e radicalmente nullo: questo è il giudizio dei Cobas di Pisa sul provvedimento che ha colpito David Puri, rappresentante della stessa sigla sindacale, che da oltre 15 anni lavorava prima alla Astrid Energy Enterprises di Castel San Niccolò e poi alla Borri di Bibbiena quando questa ha incorporato Astrid a seguito della fusione avvenuta a settembre 2014. David, padre di famiglia con 2 figli piccoli ed un mutuo per la casa da pagare, delegato sindacale Cobas impegnato nella tutela dei diritti dei lavoratori, nel corso degli ultimi anni ha assistito ad un progressivo deterioranento dell'ambiente lavorativo "da imputare alle illegittime e pretestuose condotte aziendali", come si legge nel comunicato dei Cobas.
Senza andare troppo indietro nel tempo, l'azienda nel febbraio 2013, a distanza di pochi giorni dalla comunicazione di David di voler fruire dei congedi parentali in occasione della nascita della sua prima figlia, tentò di adibirlo a mansioni inferiori, senza riuscirci, grazie ad una pronta reazione del lavoratore. A quel punto l'azienda isolò David dal resto dei colleghi: questi ultimi infatti vennero distaccati presso la Borri in vista della imminente fusione aziendale con Astrid mentre David venne lasciato da solo in un ufficio. David rimase così del tutto isolato per un intero anno durante il quale l'azienda "cercò di ostacolare la fruizione dei congedi" previsti dalla legge per la malattia dei figli, congedi che David riuscì ad ottenere solo dopo essersi rivolto alla Direzione Territoriale del Lavoro di Arezzo. David fece anche domanda di poter lavorare part-time, come previsto dalla legge e dal contratto, per poter prendersi cura di sua figlia, ma l'azienda respinse immotivatamente la sua domanda senza fornire una precisa motivazione. David non si diede per vinto e riuscì dopo 8 mesi ad ottenere il part-time anche grazie all'intervento del Centro Pari Opportunità della provincia di Arezzo al quale era stato costretto a rivolgersi. La concessione del part-time nel marzo 2014 non fu però indolore in quanto l'azienda pose come condizione l'accettazione di nuove mansioni inferiori (le stesse del precedente tentativo del febbraio 2013) e David, vista l'urgenza di soddisfare le proprie necessità familiari, non potè che assecondare le condizioni aziendali. In occasione della fusione Astrid-Borri, i Cobas e David in prima persona furono gli unici a rivendicare l'estensione della contrattazione aziendale vigente in Borri ai lavoratori provenienti dalla Astrid, e si parla di circa 4000euro/anno. Decorse appena 2 settimane dalla richiesta David ricevette, per la prima volta in 15 anni di lavoro, la prima contestazione disciplinare, contestazione che risultò poi essere solo la prima di una lunga serie che in pochi mesi lo hanno portato al licenziamento. David, nell'ambito della sua attività sindacale, ha portato all'attenzione dei lavoratori e dell'opinione pubblica anche l'anomala apertura della cassa integrazione a soli 3 mesi dalla fusione Astrid-Borri, una fusione tra 2 aziende sane che avevano sempre avuto bilanci in attivo e che mai prima di allora avevano richiesto gli ammortizzatori sociali. In merito alla fusione ed alla cassa integrazione, i Cobas presero posizione con un comunicato stampa e David rilasciò un'intervista ad una nota rivista locale. "Questa intervista non è rimasta inosservata ai padroni e a distanza di pochi giorni David subisce l'ennesima contestazione disciplinare". A fine luglio 2015 i Cobas diffondono un nuovo comunicato stampa e dopo pochi giorni David subisce ancora un'ulteriore contestazione disciplinare. "Coincidenze? Noi pensiamo di No", si legge ancora nella nota dei Cobas di Pisa. A seguito di altri procedimenti disciplinari Davide è stato licenziato "non prima di averlo isolato in fabbrica". Infatti Davide è l’operaio che ha subito piu’ di ogni altro il ricorso alla cassa integrazione e in 5 mesi è rimasto a malapena 30 giorni al lavoro subendo in questo lasso di tempo 4 contestazioni. Le statistiche dicono che siamo in presenza di una contestazione a settimana fino al suo licenziamento senza la corresponsione della indennità di preavviso. A David l'azienda non ha pagato né l'ultimo stipendio, né il tfr arrivando addirittura ad adombrare una richiesta di risarcimento contro il lavoratore per inesistenti danni. Licenziamento, contestazioni "e sanzioni disciplinari infondate e pretestuose, ostacoli ad una serena paternità, richieste di risarcimento di inesistenti danni", questi sono gli strumenti utilizzati dall'azienda per allontanare David, "un lavoratore che ha avuto una colpa per i padroni: aver rivendicato i propri diritti e legittimamente esercitato la propria attività sindacale". A confermare la fondatezza degli allarmi da tempo lanciati dai Cobas e da David sulla situazione alla Borri, il fatto che circa un mese dopo il licenziamento di David è stata attivata una procedura di riduzione del personale ed è stata aperta la mobilità. "David ed i Cobas non si faranno intimidire e si tuteleranno in tutte le sedi opportune, abbiamo fatto ricorso contro il licenziamento e a partire da Febbraio inizierà la campagna per la riassunzione. Faremo un'ampia opera di informazione in Casentino ma anche a livello regionale e nazionale, per denunciare quanto accaduto a David e per evitare che altri lavoratori subiscano lo stesso trattamento". Negli ultimi giorni sono arrivate ai Cobas segnalazioni da parte di lavoratori del Casentino che si trovano ad operare in aziende del territorio con scarse condizioni di sicurezza, "approfondiremo e se necessario denunceremo le aziende alle autorità competenti". Il giorno 11 febbraio si terrà una conferenza stampa nel casentino per denunciare il licenziamento di David.


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