martedì 9 febbraio 2016

9 febbraio - Termoli 27 febbraio iniziativa per il diritto di sciopero. buona cosa ma è necessario che si costruisca una campagna di lotta di tutto il sindaclismo di base e di classe per riaffermare questo diritto



27 febbraio, Termoli. Giù le mani dal diritto di sciopero!
Iniziativa pubblica organizzata dal Comitato per la democrazia nei luoghi di lavoro

SABATO 27 FEBBRAIO, ore 10 sala parrocchiale, TERMOLI.
Presenta: Comitato per la democrazia nei luoghi di lavoro
Introduce: Prof. Avv. Antonio Di Stasi Univ. Politecnica delle Marche
Intervengono: delegati e lavoratori del gruppo Fca, quadri e militanti  sindacali, Sergio Bellavita “Il sindacato e’ un’altra cosa-opposizione Cgil”, Antonio Ferrari  Segr.Generale Flmu-Cub

Oggi il diritto di sciopero è messo in discussione sia dai provvedimenti del governo che dalle proposte di legge depositate in parlamento, ma anche dal rischio di un nuovo patto sociale che sacrifichi le libertà sindacali e la contrattazione, a favore di un modello corporativo  di monopolio della rappresentanza di  Cgil Cisl Uil. Quanto accade nella Fca di Termoli lo testimonia con grande efficacia: è la Fiom a mettere in discussione il diritto di sciopero lasciando soli delegati che non accettano restrizioni di spazi di democrazia nei luoghi di lavoro.
L’attacco al diritto di sciopero e’ quindi parte integrante del tentativo di ridisegnare l’assetto sociale e politico del nostro paese al pari della controriforma costituzionale voluta dal governo Renzi. Sul terreno contrattuale il testo unico del 10 gennaio 2014 sulla Rappresentanza accoglie il modello Marchionne, estendendo così a tutto il mondo del lavoro un sistema autoritario e liberticida per i diritti sindacali che pretende di impedire ai lavoratori di potersi organizzare e difendere sul posto lavoro. I lavoratori e le lavoratrici devono pertanto reagire con forza in difesa della costituzione e delle libertà sindacali. Difendere il diritto di sciopero significa difendere la democrazia in questo paese. Per queste ragioni chiamiamo a discutere e a confrontarsi i lavoratori, le lavoratrici, i militanti sindacali, le forze politiche,  in un’assemblea che vogliamo aperta e partecipata.



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