martedì 6 agosto 2013

Finalmente si comincia a fare chiarezza sul reale numero di morti sul lavoro in Italia



*Osservatorio Indipendente di Bologna morti sui luoghi di lavoro*

*Report morti sul lavoro dall’1 gennaio 31 luglio 2013*

* *

*Dall’1 gennaio al 31 luglio 2013* sono morti sui luoghi di lavoro
*348*lavoratori,
*50* nel mese di luglio e *69 *in giugno, se contiamo le morti sulle strade
e in itinere si arriva a superare le *700 vittime. *

Dopo tanti anni di denuncia del fenomeno da parte nostra, finalmente si
comincia a fare chiarezza sulla vera entità del numero di morti sul lavoro.

Nel suo rapporto *l’INAIL *dichiara che i morti sul lavoro nel 2012 sono
stati* 790*, compresi 409 lavoratori morti sulle strade. Se si detraggono i
*409* morti sulle strade per l’INAIL nel *2012* risultano* 381* lavoratori
morti *sui luoghi di lavoro*.

Noi dell’Osservatorio ne abbiamo registrati nel *2012 ben 624 solo sui
luoghi di lavoro**.* Come mai questa differenza del 40%? Ancora nel
rapporto INAIL si legge che le denunce per infortuni mortali nel
*2012*sono state oltre
*1296*, una palese contraddizione che è opportuno approfondire. Chi sono e
cosa facevano nel momento dell’infortunio queste centinaia di lavoratori
che l’INAIL non inserisce tra le morti sul lavoro pur essendoci una
denuncia d’infortunio mortale? L’Osservatorio già il 1° gennaio 2013
scriveva che i morti nel 2012 erano complessivamente più di *1180.* *Dal 1°
gennaio 2008, giorno d’apertura dell’Osservatorio si è sempre parlato di
“favolosi” cali delle morti sul lavoro. Sapete di quanto è stato questo
calo al 31 luglio 2013 rispetto al 31 luglio 2008? Del 2,8%.*

E proprio grazie a questi presunti cali ci si è permessi di alleggerire la
normativa sulla Sicurezza sul lavoro: meno ispettori, meno controlli, meno
intralci burocratici per le imprese, e tutto a spese della Sicurezza per i
lavoratori.

Il *31 luglio 2012 *erano morti sui luoghi di lavoro *360* lavoratori
contro i *348 *del *31 luglio del 2013* e tenendo conto che dall’anno
scorso sono stati tagliati posti di lavoro e la cassa integrazione è
cresciuta in modo drammatico, il risultato non è certo incoraggiante. Al
contrario nonostante la crisi in proporzione assistiamo ad un aumento del
fenomeno che ci vede primi in Europa in rapporto al numero di abitanti, il
solo parametro valido per valutare l’andamento delle morti in una provincia
o in una regione. Questo perchè a morire sono in larga parte persone che
non dispongono di un’assicurazione e che non rientrano nelle statistiche
ufficiali.

Noi pensiamo ci sia la necessità di fare la massima chiarezza su un aspetto
fondamentale: *noi consideriamo morti sul lavoro tutti i lavoratori che
muoiono mentre lavorano, indipendentemente dalla loro posizione
assicurativa che spesso è diversa o addirittura non esiste (lavoro nero).*

è raccapricciante pensare che un terzo dei lavoratori morti ha oltre 60
anni e che la riforma Fornero abbia inciso notevolmente su queste morti,
non avendo fatto nessuna distinzione nell’allungamento dell’età
pensionabile tra chi svolge un lavoro pericoloso e usurante e chi uno
d’ufficio. Tutti gli anni assistiamo ad una strage di agricoltori
schiacciati dal trattore e di edili, nell’indifferenza della politica, di
tutta la nostra classe dirigente e di quasi la totalità dei media i quali
danno visibilità al fenomeno solo quando si parla di scandali, di cronaca
nera e di politica.

In questi primi sette mesi il *38,6% *dei morti sul lavoro è nel comparto
agricolo: quasi i due terzi delle vittime in agricoltura sono dovuti allo
schiacciamento dal trattore.

Le morti nel comparto dell’edilizia risultano il *24,4%* sul totale.

Il *19,1**%* nei servizi, il *6,39%* nell’industria,  il  *5,5 %**
*nell’autotrasporto.
Poi ci sono i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono
considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro e che sono
almeno altri *350 *dall’inizio dell’anno. Moltissimi di questi decessi sono
considerati come morti per incidente stradale, ma in effetti molti di
questi sono lavoratori che si spostano sulle strade e autostrade, dal sud
al nord o viceversa e spesso nascondono lavoro nero che è impossibile
riuscire a quantificare nell’interezza (e anche noi non inseriamo le
vittime d’infortuni per l’impossibilità di quantificarli).

L’opinione pubblica ha la sensazione che a morire siano soprattutto operai
nelle fabbriche mentre sono “solo*” il 5,6% *dall’inizio dell’anno, mentre
nel *2012* furono il* 7%* del totale, per la stragrande maggioranza nelle
piccolissime aziende dove il sindacato e la prevenzione non esistono.

Lo Stato attraverso vari enti spende milioni di euro per corsi che a nostro
giudizio non hanno utilità se non quella di riempire le tasche di chi li
organizza.

Agli agricoltori che muoiono così in tanti cosa viene offerto in termini di
conoscenze, aiuti per migliorare i mezzi e la prevenzione? E per gli edili
che muoiono con le stesse percentuali in piccolissime aziende, che cadono
dall’alto o travolti dai mezzi che guidano loro stessi o i loro colleghi, o
dal materiale che stanno manovrando, cosa si fa? Che conoscenze si danno e
cosa si fa per rendere più sicuro il lavoro di persone che spesso non
conoscono neppure l’italiano e lavorano in nero o in grigio per 10 o 12 ore
al giorno svolgendo attività faticose e poco sicure?

È molto frustrante scrivere ogni anno le stesse cose e vedere i dati delle
solite statistiche che ti dicono che i morti sono molto meno numerosi.
Questo cosa significa? Che in realtà la *Sicurezza** sui* *luoghi di
lavoro*complessivamente sta calando causa minori controlli dovuti allo
stanziamento di meno risorse da parte degli ultimi governi

Le statistiche ufficiali sono alterate perchè mettono assieme i morti sui
luoghi di lavoro e quelli che muoiono sulle strade e in itinere che sono
un’altra cosa; l‘assicurazione INAIL in itinere è sacrosanta, ma come si fa
a non distinguere quantitativamente e qualitativamente gli interventi da
mettere in atto se non fa un distinguo tra i due fenomeni? Occorre sapere
con chiarezza come intervenire se si vuol salvaguardare la vita di chi
lavora.

E’ intollerabile che un paese come il nostro che ha 60 milioni di abitanti
conti tantissimi morti in più sui *luoghi di lavoro* degli altri grandi
paesi europei.

Tra l’altro l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro è visto
spesso con sufficienza, con fastidio o come un intruso dalla politica
(tutta) e anche da molte organizzazioni dei lavoratori. E questo è molto
triste. *Chi si sta preoccupando della vita e della sicurezza dei
lavoratori che lavorano per la maggior parte in fabbriche che non sono
adeguate alle norme antisismiche del 2005? Chi sta facendo i controlli
necessari che li mettano al sicuro in caso di altre scosse di terremoto
come quelle che hanno colpito l’Emilia nel 2012? *



Carlo Soricelli http://cadutisullavoro.blogspot.com .





*31 luglio 2013*

Dall'inizio dell'anno sono documentati *348 *lavoratori morti per infortuni
sui* **luoghi di lavoro e oltre 700 se si aggiungono i morti sulle strade e
in itinere*. *Dal 1° gennaio 2008, giorno d'apertura dell'Osservatorio sono
stati registrati 3409 morti sui LUOGHI DI LAVORO comprese le vittime morte
anche molto tempo dopo a causa dell'infortunio. C*on le morti sulle strade
e in itinere si arriva a superare i 6854 morti complessivi (stima
minima). Un’autentica
carneficina, mentre le statistiche "ufficiali" danno molto meno morti. La
politica potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire
drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in Europa in questa triste
classifica e dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani.
L'Osservatorio registra tutti i "morti sul lavoro" e non solo quelli che
dispongono di un'assicurazione. Moltissime vittime lavoravano in "nero"e
alcune categorie non sono considerate "morti sul lavoro" solo perchè hanno
assicurazioni diverse.

*Q*uest'anno* *Il *38,4% *sono morti in agricoltura dei quali la
maggioranza schiacciati dal trattore che guidano, il *24,6,*% in edilizia,
il *16,6%* nei servizi, il 5,6*%* nell'industria (compresa la piccola
industria e l'artigianato), il *4,5% *nell'autotrasporto, molti altri morti
sono in altre categorie che sono percentualmente più basse.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro
che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada:
agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono
nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata
una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente
più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi,
dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire,
tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul
lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari
sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono
sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro,
lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come
del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio
che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente
classificate come vittime d' incidenti stradali"

*31 luglio*

*Dal 1° gennaio 2008 giorno d'apertura dell'Osservatorio sono stati
registrati 3409 morti sui LUOGHI DI LAVORO comprese le vittime morte anche
molto tempo dopo a causa dell'infortunio. C*on le morti sulle strade e in
itinere si arriva a superare i 6854 morti complessivi (stima minima).
Un’autentica
carneficina, mentre le statistiche "ufficiali" danno molto meno morti. La
politica potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire
drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in Europa in questa triste
classifica e dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani.
L'Osservatorio registra tutti i "morti sul lavoro" e non solo quelli che
dispongono di un'assicurazione. Moltissime vittime lavoravano in "nero"e
alcune categorie non sono considerate "morti sul lavoro" solo perchè hanno
assicurazioni diverse.

Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro

Genova 14 morti (Liguria 18). Roma 10 (Lazio 18). Milano 9, Brescia 7, Pavia
5 (Lombardia 44). *Torino 9 *e *Cuneo* 7 (Piemonte 24). *Chieti* 8
(Abruzzo 14). *Foggia* 8 (Puglia 16).*Cosenza* 7 (Calabria 17). *Palermo* 7,
*Agrigento* 5 (Sicilia 29). *Bologna* 7, *Modena* 6, *Reggio Emilia* 5
(Emilia Romagna 33). *Verona* 6 (Veneto 25). *Salerno* 6, *Napoli* 6
Campania 20). *Cagliari* 5 (Sardegna 9). *Perugia* 6 (Umbria 7), Ancona 5
(Marche 15), Trentino Alto Adige e friuli Venezia Giulia 5 morti, Molise e
Basilicata 3 morti,

*Q*uest'anno* *Il *38.3 % *sono morti in agricoltura dei quali la
maggioranza schiacciati dal trattore che guidano, il *24,6*% in edilizia, il
*16,6%* nei servizi, il *5,6%* nell'industria (compresa la piccola
industria e l'artigianato), il *4,6% *nell'autotrasporto, molti altri morti
sono in altre categorie che sono percentualmente più basse.

Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori (stima minima) di cui 622 SUI LUOGHI DI
LAVORO ( tutti documentati). Si arriva a superare il numero totale di oltre
1180 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle
strade che sono considerati giustamente, per le normative vigenti, morti
per infortuni sul lavoro a tutti gli effetti. L'Osservatorio considera
"morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono
un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa
e dalla loro età.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro
che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada:
agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono
nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata
una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente
più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi,
dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire,
tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul
lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari
sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono
sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro,
lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come
del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio
che muoiono sulle strade.





Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro +
11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul
lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011
dell'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui
luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti
all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni
mortali.





*Dall’1 gennaio al 31 2012 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro in
Italia 622 lavoratori si arriva a 1180 (stima minima con i lavoratori morti
sulle strade e in itinere). Qui sotto l’incidenza della morti sui luoghi di
lavoro in ogni regione in rapporto al numero di abitanti*

Totale popolazione italiana 60.626.442

*Trentino A.A <http://www.comuni-italiani.it/04/index.html>
0,0000202           1°*

1.037.114

*Abruzzo <http://www.comuni-italiani.it/13/index.html>
0,0000193           2°*

1.342.366

*Valle d'Aosta <http://www.comuni-italiani.it/02/index.html>
0,0000156           3°*

128.230

*Calabria <http://www.comuni-italiani.it/18/index.html>
0,0000145           4°*

2.011.395

*Emilia-Romagna <http://www.comuni-italiani.it/08/index.html>
0.0000136           5°*

4.432.418

*Molise <http://www.comuni-italiani.it/14/index.html>
0,0000125           6°*

319.780

*Umbria <http://www.comuni-italiani.it/10/index.html>
0,0000122          7°*

906.486

*Basilicata <http://www.comuni-italiani.it/17/index.html>
0,0000119          8°*

587.517

*Liguria <http://www.comuni-italiani.it/07/index.html>
0,0000111         9°   *

1.616.788

*Friuli V.G.**                  0,0000105         10°*

1.235.808

*Toscana <http://www.comuni-italiani.it/09/index.html>
0,0000093           11°*

3.749.813

*Piemonte <http://www.comuni-italiani.it/01/index.html>
0,0000084           12°*

4.457.335

*Sicilia <http://www.comuni-italiani.it/19/index.html>
0,0000083           13°*

5.051.075

*Sardegna <http://www.comuni-italiani.it/20/index.html>
0,0000083           13°*

1.675.411

*Veneto <http://www.comuni-italiani.it/05/index.html>
0,0000081           14°*

4.937.854

*Marche <http://www.comuni-italiani.it/11/index.html>
0,0000076           15°*

1.565.335

*Lombardia <http://www.comuni-italiani.it/03/index.html>
0,0000073            16°*

9.917.714

*Puglia <http://www.comuni-italiani.it/16/index.html>
0,0000070            17°*

4.091.259

*Campania <http://www.comuni-italiani.it/15/index.html>
0,0000063            18°*

5.834.056

*Lazio <http://www.comuni-italiani.it/12/index.html>
0,0000047            19° *

5.728.688

* *

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