da proletaricomunisti 29 agosto - operai egiziani tornano in sciopero - ma oggi il vero scontro di classe è con la dittatura militare neomubarakiana che è al servizio dei padroni egiziani e dell'imperialismo
Abbiamo tradotto questo articolo tratto da ahram online che resoconta di una tra le prime lotte operaie post-Morsi. In questo caso si fa riferimento alla lotta degli operai del tessile di Mahalla, città faro dei processi rivoluzionari in Egitto che ha vissuto per mesi in pieno autogoverno. Oltre alla lotta degli operai di Mahalla va registrata l’importante mobilitazione metalmeccanica a Suez dove la rigidità degli operai si è scontrata con le aggressioni e le provocazioni della polizia guidata dal nuovo governo militare. Ci sono stati arresti e dura repressione contro lo sciopero ad oltranza convocato dalle organizzazioni sindacali più conflittuali. Ad oggi però le iniziative repressive non hanno piegato la lotta di operai e proletari abituati a contare solo sulle proprie forze, intelligenza, e organizzazione. Anzi nello scenario attuale l’attacco della polizia di el-Sissi non può che approfondire il “chiarimento” all’interno delle burocrazie sindacali, comprese le organizzazioni indipendenti (di cui una parte indipendente di nome, ma nei fatti emanazione diretta degli interessi del regime e dell’alta imprenditoria), dando ragione a quella sostanziosa minoranza che nei vertici delle segreterie si oppose strenuamente all’adesione della manifestazioni convocata dal regime militare in cerca di legittimazione popolare. A questo proposito suggeriamo di leggere l’intervento tradotto in italiano della compagna Fatma Ramadan (pubblicato giorni fa sul sito dei S.I.Cobas) messa in minoranza durante il Comitato Esecutivo della Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti. Il monito della compagna Fatma oggi suona quanto mai attuale nei reparti della Weaving and Textile Company di Mahalla o della Suez Steel Company, e ci auguriamo che possa essere anche l’occasione per approfondire con intransigenza “quel fare chiarezza” che la giusta direzione sindacale delle lotte operaie oggi in Egitto ha davvero bisogno.
I lavoratori della più grande fabbrica tessile egiziana hanno fermato le loro macchine e dichiarato uno sciopero a tempo indeterminato finché le loro rivendicazioni non saranno accolte Lunedì mattina diecimila lavoratori turnisti della Weaving and Textile Company del settore pubblico egiziano a Mahalla City hanno avviato uno sciopero, sostenendo che la direzione della compagnia non abbia rispettato la scadenza del pagamento dei bonus dei loro dividendi. I lavoratori di Mahalla, in totale attorno alle 24.000 persone, sono andate in sciopero il mese scorso, dopo essere stati pagati solo la metà del bonus concordato (l'equivalente del salario di 45 giorni). La direzione ha promesso che avrebbero ricevuto la somma rimanente con le buste paga di agosto, ma questa non si è materializzata. "Il ministero delle finanze ha ritardato il pagamento a causa dell'attuale situazione economica", ha dichiarato ad Ahram Online Ibrahim Badr, capo dell'azienda. "Non posso dire esattamente quando la somma sarà disponibile, ma non ci vorrà più di qualche giorno", ha aggiunto. In contraddizione con la versione dei lavoratori, Badr dichiara che solo qualche centinaio degli operai specializzati dell'azienda hanno scioperato. Gli scioperanti hanno avanzato altre richieste, incluse le dimissioni del direttore della Holding Company per la tessitura e la filatura, Fouad Abdel-Alim, e la sospensione dell'attuale comitato sindacale gestito dallo stato, accusato dai lavoratori di schierarsi con la direzione. "Le dimissioni di Fouad Abdel-Alim sono una richiesta centrale. Lo conosciamo molto bene. L'azienda non prospererà per tutto il tempo che resterà in quella posizione", ha dichiarato ad Ahram Online Kamal El-Fayoumi, un lavoratore divenuto una figura rinomata dopo aver giocato un ruolo chiave negli scioperi attuati prima della deposizione di Mubarak. "Non è affare dei lavoratori decidere chi debba essere dimissionato o nominato; la responsabilità è dello stato", commenta Badr. Sono in corso negoziati tra i rappresentanti dei lavoratori ed il governatore militare di Al-Mahalla riguardo ad una via di uscita da questo stallo. La faida tra Abdel-Alim ed i lavoratori di Mahalla si è protratta per anni, da quando egli era a capo dell'azienda. Dopo il 25 gennaio, è stato rimosso dal suo incarico con significativi scioperi in corso. ''Abbiamo creduto che (la rimozione di Abdel-Alim dall'incarico) fosse avvenuta in risposta ai lavoratori, ma il governo lo ha successivamente promosso", ha detto El-Fayoumi. I lavoratori di Mahalla, con una lunga tradizione di militanza, hanno guidato molti scioperi, sia prima che dopo il 25 gennaio 2011. Hanno avviato un'onda di movimenti nel lavoro nel 2006, ed ancora nel 2008, rappresentando una sfida aperta all'allora regime di Mubarak. Nel 2008, la città del Delta del Nilo di Mahalla è divenuta la sede delle maggiori proteste anti-regime della trentennale era di Mubaral. Iniziando come sciopero di lavoratori, le proteste sono cresciute in una lotta diffusa, seguendo gli scontri con le forze di sicurezza. Per la prima volta sono circolate in internet immagini di un poster di Mubarak sporco e calpestato, segnando l'inizio della caduta dell'allora temuto dittatore egiziano. Gli scioperi dei lavoratori di Mahalla contro il regime del presidente deposto Mubarak ha guadagnato una diffusa popolarità e molti attivisti ed analisti in Egitto credono che abbiano significamente contribuito a preparare la piazza per lo scoppio della Rivoluzione del 25 gennaio.
Nessun commento:
Posta un commento