SlaiCobas per il Sindacato di Classe
SEDE LEGALE E NAZIONALE TARANTO VIA LIVIO ANDRONICO, 47 tel 099/4792086 347/5301704 slaicobasta@gmail.com
mercoledì 20 novembre 2024
lunedì 18 novembre 2024
GLI OPERAI BELGRAVIA IN SCIOPERO CONTRO AGLI ATTACCHI PADRONALI DECIDONO DI PORTARE LA LORO LOTTA DENTRO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 NOVEMBRE DELLA RIVOLTA SOCIALE
In fabbrica le paghe sono differenziate e basse di partenza per il Ccnl agricolo, che impone un regime di fabbrica dove la produzione industriale è gestita arbitrariamente come produzione agricola, senza la garanzia della continuità lavorativa, e con una paga da fame ridotta rispetto ai CCNL industriali.
Una imposizione basata sulla complicità di Cgil Cisl Uil che assumono le decisioni dei padroni di tagliare la paga e i diritti agli operai applicando un CCNL agricoli e florovivaisti. Per meglio farlo in questo caso hanno strutturato un doppio livello di applicazione del CCNL nazionale, che rafforza il loro ruolo a livello locale nella gestione e controllo dei lavoratori, in stretta collaborazione con i padroni. Che proprio per questo li riconoscono ai tavoli di trattativa senza difficolta’.
Nello sciopero i lavoratori si stanno schierando. Da una parte chi fa il crumiro, chi si illude così di avere qualche riconoscimento speciale dall’azienda tradendo la lotta dei compagni in sciopero (la cronaca e la storia delle lotte su questo dicono che le promesse dei padroni durano molto poco). Per intanto i padroni si vantano di aver ordinato pizza per tutti, straordinariamente fatta arrivare in fabbrica per sfamare gli operai che hanno fatto la doppia giornata in sostituzione degli operai in sciopero, richiamati anche da casa.
Dall’altra chi rompe con la rassegnazione e prende coraggio e nella lotta diventa più precisa anche la denuncia della vita e della produzione nello stabilimento. Pesanti sono le condizioni di lavoro, non per
venerdì 15 novembre 2024
15 novembre - PALERMO: SPARI A SCUOLA, LO SLAI COBAS sc DENUNCIA
Lo Slai Cobas per il sc denuncia come gravissimo quanto accaduto a Palermo nella scuola statale Borsellino, Istituto Comprensivo a Piazza Magione, dove alcuni giorni fa all’interno di una iniziativa didattica per la sicurezza stradale alcuni vigili urbani, simulando un arresto, con l’ausilio di un cane addestrato hanno sparato colpi di pistola a salve davanti ai piccoli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.
I bambini in particolare della scuola dell’infanzia si sono impauriti e hanno iniziato a piangere, si legge in un quotidiano locale “«Papà lo sai questa mattina hanno sparato a scuola per uccidere il cattivo, si è sentito dire un genitore dalla figlia di 4 anni appena tornata dall’asilo. “Lo giuro, per un secondo mi si è gelato il sangue nelle vene – racconta il genitore – poi mi ha spiegato cosa era successo e sono rimasto sconvolto, senza parole» (da La Repubblica Palermo).
E’ paradossale che la Dirigente Scolastica che ha subito preso le distanze dall’iniziativa non sapesse nei dettagli come questa sarebbe stata svolta, così come minimo sono ipocrite le scuse del Comandante dei vigili urbani alle famiglie dei bambini mentre ha fatto presente che da ora in poi queste iniziative non si organizzeranno più nelle scuole di primo grado ma alle superiori si. Per gli studenti delle scuole di secondo grado nella scuola attuale che tanto piace al governo Meloni le esercitazioni militari e poliziesche vanno invece bene!
Ed è stato assolutamente vergognoso utilizzare, per giustificarsi, il fatto che parecchi bambini della scuola primaria abbiano applaudito, ma i bambini sono bambini appunto e in generale seguono gli esempi, le incitazioni che arrivano dai cosiddetti adulti, da chi li dovrebbe educare, vedi alcune maestre che hanno incitato i bambini ad applaudire come si sente nel video pubblicato e diffuso sui mass media.
Da più parti si è sollevato nell’immediato lo stesso interrogativo: cosa c’entrano gli spari, la simulazione di un’azione repressiva con una iniziativa didattica volta alla sicurezza stradale?
E se l’interrogativo è logico e naturale, purtroppo invece non c’è affatto da sorprendersi poiché anche questa negativa “lezione” fatta nella scuola di Palermo si inserisce nella concezione e azione concreta del governo Meloni/Valditara che mentre si riempie arrogantemente la bocca di “legalità” a scuola, di “educazione alla convivenza civile” di “educazione civica” e via dicendo, nei fatti vuole invece sempre più imporre una scuola che deve sempre più essere quella dell’alternanza scuola-lavoro al servizio della logica militare e della guerra, quella in cui agli studenti si insegna come usare il manganello, vedi l’osceno caso di Genova, la scuola del voto in condotta e della repressione, dell’umiliazione degli studenti alla Valditara maniera e contemporaneamente della loro irregimentazione, e come si vede già sin da quando sono piccoli.
Esprimendo solidarietà agli alunni e ai genitori che hanno giustamente protestato, non possiamo che ribadire che questa scuola deve essere rigettata e combattuta ma per farlo occorre lottare ad ampio raggio contro il governo Meloni.
Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo
articolo della stampa
Venerdì, 15 Novembre 2024
Gli spari dei vigili a scuola e la simulazione dell'arresto, la preside: "Drammatica sottovalutazione, chiedo scusa a tutti"
UBBIDIRE AI PARONI VUOL DIRE MORTE E MISERIA, ALIMENTIAMO LA RIVOLTA. VERSO LO SCIOPERO DEL 29 NOVEMBRE
L’uomo aveva 54 anni e stava effettuando lavori di ristrutturazione sul tetto di un capannone a Pozzuolo Martesana, all'interno del polo logistico della Dhl. La vittima sarebbe un operaio di una ditta esterna che stava effettuando lavori di ristrutturazione. Per fare i rilievi sono arrivati i carabinieri di Pioltello, il personale di Ats Milano Est e le autorità giudiziarie.
Secondo una prima ricostruzione l'uomo, un operaio di origine argentina, durante un lavoro di rimozione copertura isolante sul tetto e posa della nuova, a causa di un cedimento, è precipitato dal tetto nella tromba delle scale interne. Ha sbattuto violentemente la testa procurandosi una grave lesione al cranio. E' morto sul colpo.
Anche questo operaio
è stato mandato sul tetto a lavorare da un padrone in appalto, da un
capo che diceva ‘qui comandiamo noi, sappiamo cosa è giusto fare,
tu devi solo ubbidire!!!’ E invece il tetto non ha retto il suo
peso condannandolo a morte.
In questa guerra
quotidiana del profitto, dove a morire sono solo i lavoratori, ci
vuole un cambio di passo. Rispondere,
con fatti piccoli e grossi, da far crescere, da unire in una RETE NAZIONALE. Reagire, ribellarsi.
Lo sciopero
improvviso dell'altro giorno delle operaie in appalto al Salumificio Beretta dello Slai
Cobas, che dopo le offensive e fascisteggianti parole dei capi rivolte alle contestazioni delle operaie sul modo di lavorare
‘andate al Mc Donald se volete fare polemiche, i lavoratori non
hanno diritto di parola nelle decisioni dell’azienda…’ è stato
giusto. E' ancora una goccia nel mare della classe opeaia, ma è un segnale.
Ribellarsi, reagire
è la strada per recuperare dignità, forza e sicurezza nelle fabbriche.
È un esempio che denuncia come la Cgil sia tutto il contrario di così. Cgil che per l’appalto Beretta viene chiamata alla trattativa da Mpm in funzione anti Slai Cobas, perché pronta a firmare un accordo aziendale che porta indietro la tutele e la condizione delle operaie. Dalle operaie che scelgono e fanno il sindacato, torna il modello del sindacato dove le operaie subiscono e non hanno voce né diritto di sapere. Invece che protagonismo, sottomissione. Un sindacato che accetta il sistema dei padroni ‘quello del comando io, voi non avete diritto di parola, noi sappiamo cosa fare…’. Perchè sostanzialmente si comportano allo stesso modo!!
Contestiamo con tutti i mezzi un Accordo Aziendale alle spalle delle operaie, misero e allineato a difesa dell’appalto. Contro padroni e sindacati amici dei padroni vale la stessa lotta, e la porteremo nello sciopero generale nazionale del 29 novembre, perché se Landini ha dichiarato in tv ‘che ci vuole la rivolta sociale’, questa rivolta non può restare una vuota dichiarazione, ci vuole veramente e va alimentata a partire dalle fabbriche.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
giovedì 14 novembre 2024
14 novembre - FORMAZIONE OPERAIA: MARX A TARANTO
Invitiamo i lavoratori x giovedì 14 ore 16.30 biblioteca comunale
piazzale Bestat - interviene prof Di Marco ex direttore dipartimento
filosofia università Federico secondo Napoli Nella situazione di oggi sempre più difficile per i lavoratori,
è importante comprendere il perchè attraverso l’analisi scientifica
della crisi del capitalismo e della contraddizione capitale / lavoro un ciclo di formazione marxista rivolta a avanguardie operaie e di
lotta Slai Cobas sc - Taranto
mercoledì 13 novembre 2024
13 novembre - Dal bog di C. Soricelli: Con Salvini al Governo i morti aumentano del 25%
Salvini chieda perdono ai familiari dei lavoratori anziani morti sul lavoro. Ha preso i voti in tutte le ultime elezioni dicendo che avrebbe abolito la Legge Fornero ma lui e il suo partito l'hanno addirittura peggiorata facendo aumentare in modo angosciante i lavoratori morti in tarda età. Un morto si tre sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni, col governo nel quale lui è ministro i morti sul lavoro sono aumentati di oltre il 25% se si considerano morti sul lavoro non solo gli assicurati a Inail ma anche i morti in nero e quelli assicurati a altri Istituti. È su queste cose che si fa opposizione cari Schlein, Conte, Fratoianni e Gribaudo. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro.
13 novembre - info: ETERNIT BIS, OVVERO I PADRONI NON VOGLIONO PAGARE I LORO CRIMINI
Oggi, in tribunale a Torino, prima udienza del processo Eternit Bis
Ad inizio udienza è stata ricordata con un video la figura di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente di Afeva
13.11 ore 17:43. Si è aperto oggi, in una delle maxi aule del Palazzo di giustizia di Torino il processo d'appello Eternit bis per le morti provocate dall’esposizione ad amianto a Casale Monferrato, nell’Alessandrino.
Prima udienza del processo Eternit Bis
Il ricorso è stato presentato dai difensori di Stephan Schmidheiny, in seguito alla sentenza della Corte d'Assise di Novara del 7 giugno 2023, che aveva condannato il magnate svizzero a 12 anni di reclusione per omicidio plurimo aggravato di centinaia di cittadini e lavoratori. Allo stesso tempo il ricorso è pure
da parte della Procura a causa del reato derubricato in omicidio colposo e non doloso.
I procuratori generali Sara Panelli e Gianfranco Colace hanno chiesto la rinnovazione del dibattimento per dimostrare la responsabilità dell’imputato anche su alcuni dei casi per i quali era stato scagionato. I decessi presi in esame nel corso del procedimento sono stati 392. La condanna, a Novara, è stata pronunciata per 147, mentre la prescrizione è stata dichiarata per 199.
Ad inizio udienza è stata ricordata con un video la figura di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente di Afeva mancata lo scorso settembre. Si torna in aula mercoledì prossimo.
Processo Eternit Bis, al via il ricorso in appello a Torino
martedì 12 novembre 2024
12 novembre - CLA INFORMAZIONE: VITTIMA, 69 ANNI, SUL LAVORO A LUCCA
Operaio muore travolto da un carrello elevatore alla
cartiera ‘Modesto Cardella’ in via dell’Acquacalda a San
Pietro a Vico
Lucca, 12 novembre. Incidente sul lavoro, questa mattina, poco dopo le ore 9.30.
È un dipendente della cartiera, l'operaio travolto da un carrello elevatore mentre lavorava in un capannone della ditta. A morire, Luca Cavati di 69 anni, residente in provincia di Pistoia.
Sul luogo dell’incidente sono arrivati i parenti dell’operaio deceduto, la moglie e due figlie, che hanno chiesto con insistenza, fra le lacrime, di poter vedere il loro congiunto.
Sul posto, anche il magistrato di turno della Procura di Lucca, che ha disposto la rimozione della salma per il trasporto in obitorio a disposizione dell’autorità giudiziaria.
A causa dell’incidente è stata annullata l’inaugurazione del parcheggio a servizio della scuola di San Pietro a Vico prevista nel pomeriggio alle 14,30.
COORDINAMENTO
LAVORATRICI E LAVORATORI AUTOCONVOCATI PER L'UNITA' DELLA CLASSE
domenica 10 novembre 2024
10 novembre - Christian Raimo sospeso dall'insegnamento - lo Slai cobas per il sindacato di classe si unisce alla solidarietà e invita tutti a esprimerla
Insegnante, segretario nazionale dell'Unicobas Scuola & Università
Il motivo addotto per questa grave decisione è che Raimo, dal palco della festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, durante un dibattito pubblico sulla scuola e non durante una lezione in classe (e questo è un particolare molto importante per giudicare nel modo giusto questo fatto), aveva criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, della Lega.
Aveva detto che “dentro l’ideologia del ministro [c’è] tutto il peggio, la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione”, oltre che “un evidente classismo, sessismo”; per questo, aveva aggiunto Raimo, il
Criticò Valditara: Christian Raimo sospeso per 3 mesi dall’insegnamento. Proteste di Pd, M5s e Cgil: “Clima di controllo e intimidazione”
La questione può apparire delicata, ma se le parole del prof. Raimo, pronunciate al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni, si configurassero “come un’offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile”, il ministro Valditara avrebbe dovuto, ritenendosi offeso e diffamato, semplicemente denunciarlo e a quel punto sarebbe entrata in gioco la magistratura a decidere, con tutte le garanzie proprie del processo penale.
Ma certamente il comportamento del docente, per di più anche esponente politico (essendosi presentato alle ultime elezioni europee per Alleanza Verdi-Sinistra) e che come tale ha espresso la propria opinione, non può essere sanzionato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, grazie ad un codice “di comportamento” (accettato anche dai sindacati “maggiormente rappresentativi”) che lascia nelle mani un qualunque impiegato dell’ex Provveditorato il diritto di infliggere sanzioni per delle semplici opinioni!
Ecco quindi che la sospensione di Raimo per tre mesi appare abnorme e ingiusta e, se è vero che il dissenso è il cuore della democrazia, tale provvedimento rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione nella scuola e nella società e costituisce un precedente inquietante; un tentativo, neanche troppo nascosto, di intimidire chiunque osi criticare il governo e i suoi esponenti.
Non ci resta quindi, anche in nome del sindacato Unicobas che rappresento, che esprimere piena solidarietà a Christian Raimo e alle studentesse e agli studenti che oggi sono scesi in piazza in suo sostegno, con la consapevolezza che la mobilitazione è appena iniziata per resistere culturalmente a qualcosa che somiglia sempre più ad un regime