Guerra, ricorre continuamente, ad
ogni edizione di ogni tg megafono della propaganda imperialista. Non
possiamo fare a meno di sentire come questa barbarie della politica
sia sempre più condizione da normalizzare tra le masse. Perché sì,
la guerra non è conseguenza di condizioni sfavorevoli dovute a
strane congiunzioni astrali, ma bensì è frutto della specifica
volontà dei capitalisti e dei governanti che li rappresentano di
tutto il mondo, i nostri mostri compresi. Ad ogni periodo di crisi
del capitale, ad ogni stagnazione dei profitti seguono sempre delle
guerre, che portano nient’altro che miseria, sofferenza, perdita
tra le genti cosiddette “comuni”, alle quali noi apparteniamo, e
nuove spartizioni di bottino tra i ricchi che usano, che abusano, dei
poveri ai quali queste guerre vengono imposte con la forza e la
violenza di combatterle.
Ed
è la rapina di nuove terre che ha giustificato e che comunque
continua a giustificare, nonostante la tregua, attraverso la
narrazione filosionista dei media di regime, il genocidio dei
palestinesi, il più grande massacro che la Storia recente ricordi. E
questo massacro è potuto accadere grazie agli immensi aiuti inviati
dall’Occidente al proprio cane da guardia in Medio Oriente. I più
grandi alleati di Israele non è un caso che siano gli Stati Uniti,
una nazione che sin dalla sua nascita ha conosciuto la violenza, una
nazione nata essa stessa dal massacro dei popoli indigeni per far
posto ai coloni, una nazione che è come un’epidemia la quale
ovunque arrivi uccide.
Sappiamo
benissimo qual è la politica di Trump nei confronti dello scontro
tra palestinesi ed israeliani, ma l’amministrazione a maggioranza
democratica con a capo Biden, con un colpo di coda prima di
lasciare lo
scranno da presidente, ha voluto sanzionare la corte penale
internazionale, corte penale che gli stessi USA non riconoscono, rea
di aver emesso mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant.
Ma
il conflitto purtroppo non è solo quello presente in Medio Oriente;
tra i tanti, troppi, presenti nel mondo quello che probabilmente ci
riguarda più in maniera diretta è quello in Ucraina iniziato oramai
da quasi tre anni, anche se in realtà bisogna tornare indietro di
ben undici anni per inquadrarlo nel giusto contesto storico.
In
quello che nella narrazione della TV di regime è l’invasione da
parte della Russia di uno Stato sovrano, noi proletari non vediamo
altro che lo scontro tra due blocchi imperialisti pronti a tutto pur
di raggiungere i propri interessi, che non sono mai stati, e mai lo
saranno sino a che questo sistema economico vivrà, gli interessi dei
lavoratori, delle masse.
Come
ogni guerra di carattere imperialista, i popoli non hanno nulla da
guadagnare ma solo tutto da perdere, e siamo chiamati ad opporci con
ogni mezzo a nostra disposizione a questa atrocità.
Tra
i tanti, i primi ad essere in dovere di ripudiare e, soprattutto, di
opporre strenua resistenza allo scoppio ed al dilagare delle guerre
siamo chiamati noi lavoratori, noi operai, con gli scioperi, con il
fermo delle fabbriche e della produzione ad uso e consumo dei
profitti attraverso anche questi conflitti, non solo simbolicamente
in segno di solidarietà, che ha un impatto tutto sommato limitato,
ma impedendo che con la produzione stessa si alimenti questa
degenerazione della società.
Piattole
umane come Putin, Zelensky, Trump o Biden che sia, Netanyahu ma anche
il traditore Abu Mazen, o ancora Meloni, così come tutti i leader
occidentali servi della Nato, non è esprimendo il tifo da stadio
verso di essi che può risollevare le nostre coscienze, ma anzi è
condannandoli, esprimendo un profondo disprezzo nei loro confronti
attraverso la disobbedienza, con le proteste di piazza, che ci
permetterà di comprendere quanto noi stessi come popolo possiamo
essere influenti nel potere decisionale della propria nazione, ma se
rinunciamo a questo, rinunciamo anche a vivere.
Ed
è proprio per evitare che le piazze si sollevino attraverso le lotte
e le rivolte dei cittadini che entra in gioco la prossima
approvazione del nuovo (ma in realtà vecchio di cent’anni) decreto
sicurezza, il Ddl 1660, un disegno di legge che è a sua volta una
dichiarazione di guerra all’interno dei confini dello Stato, da
parte dei detentori del potere nei confronti delle masse impoverite
dal furto della loro ricchezza, un disegno di legge che è il
necessario passo per i governanti dell’estrema destra di reprime
con ogni metodo, che siano le minacce o che sia la violenza diretta,
ogni manifestazione del dissenso, ogni pur minimo diritto avanzato
dalla parte più fragile della popolazione. Ma a noi piace essere
realisti, sappiamo perfettamente che maggiore sarà il grado di
impunità verso le repressive forze dell’ordine pubblico e maggiori
saranno le proteste e gli attacchi violenti nei loro confronti.
Quando la genti si vedranno definitivamente negata anche quella
misera giustizia che oggi di tanto in tanto arriva come una lotteria
dai tribunali, allora nessuno avrà più nulla da perdere, e sarà in
quel momento che le rivolte si svilupperanno in guerra civile. I
nostri governanti bramano la guerra? E guerra sia.
Noi
sappiamo perfettamente chi è il nostro vero nemico, che è quello
che disprezza le nostre vite per il proprio interesse, il nostro
nemico è chi ci arma per combattere una guerra che non ci
appartiene, ed è verso di esso che dobbiamo rivolgerle.