venerdì 16 maggio 2025

Ex Fiat/ex Blutec Termini Imerese: a “sorpresa” il nuovo padrone Pelligra vende le sue quote alla Nicolosi Trasporti e il "piano industriale" va a farsi benedire

 

dal blog proletari comunisti

 
Ross Pelligra e il ministro Urso

Nonostante gli annunci roboanti anche del ministro Urso che “all’inizio dell’anno aveva annunciato per febbraio la presentazione a Termini Imerese del piano industriale insieme a Ross Pelligra. Un appuntamento slittato a data da destinarsi e scomparso dai radar” alla ex Fiat di Termini Imerese non si è mosso praticamente niente. Anzi. Adesso è arrivata pure la sorpresa, per chi ancora in tutta questa telenovela si sorprende!, della vendita da parte di Pelligra addirittura dell’80% delle sue azioni, praticamente la proprietà è passata di mano.

Ma in tanti fanno raccolta di “brutte figure”, per dirla in maniera semplice, tra questi c’è l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, che adesso “si limita a sottolineare, non senza nervosismo, che «la Regione continuerà a vigilare sul piano di rilancio e sulla salvaguardia dei lavoratori».”

Il nuovo proprietario, infatti, secondo le notizie di Repubblica, è per il 70,22% la Nicolosi Trasporti, di

Gaetano Nicolosi, ex patron del Catania Calcio! mentre alla cooperativa edilizia Caec va il 19,78% e Pelligra rimane con il 10%! E cosa ci deve fare la Nicolosi Trasporti, colosso catanese della logistica guidato da Gaetano Nicolosi, nello stabilimento? Un enorme garage per i Tir?

Ma la faccia tosta di questi padroni, ai quali tutti, dai politici ai sindacalisti confederali, dicono di sempre di sì!, non finisce qui, perché Pelligra ha il coraggio di smentire e dice che si tratta di «Una situazione transitoria – si affrettano a chiarire dalla holding – Pelligra Italia ha scelto due partner strategici per il territorio e rimane alla guida del progetto smentendo qualsiasi notizia relativa a una vendita».

Intanto di concreto c’è che non sono mai partiti i famigerati “corsi di riqualificazione” per i 350 operai rimasti né la ristrutturazione dei capannoni! E del piano industriale e delle aziende che dovevano installarsi nello stabilimento nemmeno l’ombra!

“Ad aggiungere incertezze – continua il quotidiano degli Agnelli - anche la frenata della statunitense Renesys Energy che a Termini doveva produrre batterie di ultima generazione ma che con i chiari di luna di Donald Trump sui dazi sembra aver preso tempo.

Mentre per gli operai ci sono stati anche i ritardi nel pagamento della cassa integrazione che sembra (perché anche qui gira aria di “mistero”) sia stata anticipata proprio dal Nicolosi.

È proprio ora che gli operai mandino davvero tutti, padroni politici e sindacati a… quel paese, e decidano di dare una svolta seria a questa assurda, lunghissima vertenza, impegnandosi direttamente con la lotta!

16 maggio - info da tarantocontro: Dalle lavoratrici asili di Taranto - continuità lavorativa nei mesi estivi

 

Alla Commissaria prefettizia

Comune Taranto

Dr.ssa Perrotta

TA. 14.5.25

OGGETTO: Richiesta di continuità lavorativa per i mesi di luglio e agosto 2025 per le lavoratrici di ausiliariato e pulizie asili - Richiesta incontro

Egregia Dott.ssa Perrotta,

con la presente le RSA Slai Cobas delle lavoratrici di Taranto e la coordinatrice dello Slai Cobas, a nome delle lavoratrici ausiliarie degli asili nido comunali, attualmente dipendenti della Ditta Servizi Integrati, storiche del servizio da più di 30 anni, prendendo atto positivamente della Sua decisione di adottare gli atti necessari per la continuità occupazione dopo il 30 giugno (data in cui cesserebbe il contratto d'appalto della nostra Ditta), desiderano sottoporre alla Sua attenzione una richiesta di continuità lavorativa per i mesi di luglio e agosto 2025. Attualmente, il nostro contratto a termine non prevede attività durante i mesi estivi, periodo in cui, tuttavia, le strutture educative necessitano di interventi di pulizie straordinarie per l'avvio del nuovo anno scolastico. In passato, grazie alla collaborazione con l'amministrazione straordinaria siamo riuscite ad ottenere la possibilità di lavorare durante i predetti mesi estivi per 30 giorni complessivi, garantendo una, sia pur parziale, continuità lavorativa e salariale (una "boccata di ossigeno" per chi, come noi, riceve uno stipendio misero a causa delle poche ore settimanali, 21, e di un livello retributivo ancora non corrispondente alle affettive mansioni), e il rispetto dell'igiene e sicurezza richiesti, guardando soprattutto alla salute dei bambini. Nel 2024, a causa di lavori urgenti nelle strutture, non è stato possibile svolgere le attività previste nel periodo estivio, nè recuperare le ore non lavorate almeno durante le sospensioni natalizie e pasquali. Inoltre non abbiamo ricevuto informazioni riguardo a come sarebbero stati utilizzati i fondi stanziati per il 2024 e non spesi (il Comune aveva con delibera stanziato i fondi per 3 anni: 2022-2023-2024). Desideriamo sottolineare che la nostra richiesta si fonda sul principio della "tutela giuridica della consuetudine" e sul rispetto delle disposizioni del capitolato d'appalto, in particolare l'art. 12, che prevede una pulizia di fondo delle strutture "immediatamente prima dell'inizio di ciascun anno scolastico". Considerando che quest'anno l'arrivo dei bambini è previsto per il 1° settembre, come delle educatrici, riteniamo che sia opportuno avviare le operazioni di pulizia di fondo nella seconda metà di agosto e quelle di fine anno scolastico nelle prima metà di luglio. Questa organizzazione del lavoro permetterebbe di garantire, oltre la continuità occupazionale delle lavoratrici, la tutela della loro salute grazie ad un carico di lavoro distribuito in modo equilibrato  e di rispettare le normative di sicurezza sul lavoro che impongono l'assenza di altro personale durante le operazioni delle pulizie di fondo. Infine chiediamo cortesemente alla SV di veicolare la nostra legittima richiesta alla nuova amministrazione comunale che si insedierà dopo le elezioni, affinchè venga mantenuto l'impegno per la continuità lavorativa anche in futuro, e per l'aumento delle ore lavorative (almeno 30 settimanali, a fronte dell'aumento del carico di lavoro e delle mansioni, dell'aumeno dei bambini e, di contro, della riduzione del nostro organico - passato da 82 a 68 unità - per pensionamenti, malattie lunghe, ecc.).

Per tutto quanto sopra chiediamo un incontro con la SV e risposte circa la nostra richiesta del lavoro nel periopdo estivo.

Restiamo a disposizione e confidiamo in un Suo favorevole riscontro.

Distinti saluti

RSA Cavaliere Enza

RSA Fon Aurora

Slai Cobas per il sindacato di classe - Calderazzi Margherita


Per comunicazioni: 3475301704 - WA 3519575628 - e mail: slaicobasta@gmail.com o pec:  slaicobassc@pec.libero.it



16 maggio - Le borse di Valentino fatte dagli operai cinesi sfruttati, i pm: “Condizioni degradanti”...ma ancor più degradante è l'impunità di cui godono i committenti coperti da questo governo

di Rosario Di Raimondo, Carmine R. Guarino

Scatta l’amministrazione giudiziaria per la società, collegata alla maison, che produce accessori griffati. La nota: “Collaboreremo con la magistratura” 

 Sfruttamento dei lavoratori: Valentino Bags Lab in 

amministrazione giudiziaria

 Negli appalti del brand 7 opifici cinesi clandestini e irregolari. Nelle immagini anche un bambino con il girello tra i macchinari

LaPresse / CorriereTv

(LaPresse) Ancora caporalato nell'alta moda. Il Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria di una società del gruppo Valentino in un'inchiesta della Procura di Milano che ha svelato l'incapacità del marchio di «prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo» lungo la propria filiera produttiva. Si tratta della Valentino Bags Lab srl, il ramo produzione di borse, pelletteria e accessori dell'omonimo marchio. I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Milano hanno accertato l'esistenza di 7 opifici cinesi clandestini e irregolari negli appalti del brand, i cui titolari sono stati tutti denunciati per caporalato. Sono stati identificati 76 lavoratori di cui 9 tutti occupati in nero e 3 senza documenti. Negli stabilimenti di produzione è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in «condizione di sfruttamento» con pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri e in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro ospitando gli operai all'interno di dormitori abusivi. Nelle immagini anche un bambino con il girello tra i macchinari. Sono state elevate multe per 286mila euro e sanzioni amministrative per 35mila euro.


giovedì 15 maggio 2025

15 maggio - Ex-Ilva: la crisi si aggrava padroni/governo e sindacati collaborazionisti la scaricano su operai e masse popolari

 da


Rispetto alla nuova crisi – “nuova” per modo di dire - che ricade sull’ex-Ilva Acciaierie d’Italia e in particolare sullo stabilimento di Taranto e l'appalto a Taranto, di cui ci siamo occupati nelle iniziative di agitazione e propaganda fatte all'Acciaieria di Taranto e in particolare all'appalto, noi avevamo già espresso un parere nettamente negativo su tutta l'evoluzione e sull'ultima fase della vicenda, Abbiamo detto un chiaro no alla svendita delle Acciaierie d'Italia al gruppo azero perché anche nell'esposizione delle intenzioni di questo gruppo erano previsti esuberi oscillanti intorno a 3500 operai, in aggiunta agli oltre 1500 che sono già fuori, ed era prevista una cassintegrazione che sarebbe continuata in tempi lunghi con un uso flessibile secondo gli esclusivi interessi dei nuovi acquirenti.

E tutto questo viene taciuto, messo sotto il tappeto da tutte le organizzazioni sindacali, dai loro dirigenti che alternano sparate sui giornali e una prassi di collaborazione. Sindacati dell'imbroglio e ingannapopolo, della passività dei lavoratori, firmatari di tutte le cassintegrazioni possibili e immaginabili, di tutti gli accordi che prevedono organicamente precarietà e divisione dei lavoratori dell'appalto. La cosiddetta “tempesta perfetta”, una formula coniata dallo Slai Cobas in tutti questi anni, che ha trovato radicale conferma negli eventi concreti, mentre gli altri hanno strillato ben altro - è quella che produce la perdita del lavoro, nessuna soluzione della questione ambientale e del suo carico mortale sui proletari, le masse popolari dei quartieri vicini, con morti sul lavoro, tumori, malattie professionali etc., che sono sotto accusa in un processo in cui solo noi stiamo facendo la nostra parte - solo lo Slai Cobas - tutto il resto sono inganni, noia, venditori di fumo, truffatori, collaborazionisti dei padroni e l'USB è parte di questo gioco, indipendentemente dalla volontà e dal rispetto che abbiamo verso i lavoratori che con la scelta dell’Usb hanno pensato di fare una cosa alternativa ai sindacati confederali, ma il signor Franco Rizzo, dirigente dell'USB nazionale e locale, non è la soluzione ma una parte del problema.

La soluzione è solo una: la lotta autorganizzata che fa i conti con le dinamiche reali che vi sono. Ogni volta che qualche sindacalista delegato dice una cosa che è nell'interesse dei lavoratori noi l’appoggiamo, perché in questa fabbrica - siccome non c'è un autentico sindacato di base e di classe, e noi siamo quelli che lo propagandano ma attualmente non siamo in grado di organizzarlo come forza reale - non possiamo che attaccarci a ogni spiraglio che permetta ai lavoratori in lotta di mobilitarsi e, una volta mobilitati, di poter far pesare il loro orientamento, che non è affatto quello che vanno cianciando altri demagoghi che esistono come quelli di Operai Contro che dicono che gli operai sono alla disperazione. Sono tutte chiacchiere di chi non conosce i lavoratori ma li lisciano per potersi fare belli ma non contribuiscono in nessuna maniera né alla ripresa della lotta e all'organizzazione né a portarla sul terreno dell'autonomia operaia, della lotta di classe, del braccio di ferro da fare attraverso il blocco, anche ad oltranza, della fabbrica, della città, che porti a casa il risultato vero che può essere solo quello dettato dai rapporti di forza nella situazione concreta. Quindi noi non abbiamo che da ripresentare lo stesso schema: lavorare per uno sciopero vero, una mobilitazione prolungata che preveda l'occupazione innanzitutto della città, delle strade, che crei un'emergenza reale che spinga a cambiare la sostanza delle cose o ad acutizzarla fino a uno scontro frontale tra proletari e città da una parte, governo, Stato e padroni dall'altra.

15 maggio - PORTUALI DI GENOVA CONTRO LA GUERRA E IL TRAFFICO DI ARMI

Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali

Porto di Genova 8 maggio 2025

E’ da circa una settimana che si sente parlare di un conflitto un po' dimenticato tra l’India e il Pakistan che si contendono alcuni territori in Kashmir, conflitto potenzialmente gravissimo avendo tutti e due gli stati l'atomica..

Per noi portuali genovesi in realtà la guerra in quei territori non era così sconosciuta, visto che le navi della compagnia Bahri che transitavano nel nostro porto - da cui è iniziata la nostra lotta al traffico di armi - avevano più volte trasportato mezzi da guerra tra cui gli elicotteri da combattimento per l'esercito indiano facendo rotta in quei paesi oggi teatro di conflitto.

Tutti i conflitti vengono programmati per tempo, vengono organizzati logisticamente grazie alle compagnie di navigazione che si prestano a questi trasporti marittimi.

Quello che abbiamo imparato in tutti questi anni è che contrastare i traffici di armi è l'unico modo per ottenere qualche risultato.

Certo avere a che fare con grandi multinazionali del mare rendo tutto molto difficile, ma non impossibile...

La corsa agli armamenti europea va nella stessa direzione trascinerà noi tutti in una spirale impossibile da fermare se li lasciamo agire indisturbati.

Prima che sia troppo tardi è necessario fare la nostra parte…

Sciopero internazionale di tutti i porti e di tutti i portuali che vogliono provare a essere quel granello di sabbia che può intralciare la macchina da guerra.

mercoledì 14 maggio 2025

14 maggio - TARANTO, CRISI EX ILVA: comunicato Slai Cobas per il sindacato di classe

 

alla crisi ex ilva si risponde con la lotta dura sciopero/blocco/ 

autonomia operaia e organizzazione di classe assemblea 

telematica nazionale da Taranto martedì 20 maggio ore 17 -

link nei prossimi giorni


14 maggio - info da Taranto: Processo ambiente svenduto Potenza

 

accolte tutte le parti civili autorganizzate dallo Slai Cobas / lo stesso Slai Cobas/Medicina Democratica coordinata con lo Slai Cobas -

respinte le oltre 400 pagine di eccezione degli avvocati degli imputati - ringraziamento ai legali Vitale//Della Pepa del foro di Torino / Ricci-Lamanna- Silvestre del foro di Taranto / Vendegna del Foro di Potenza/con Consulenza avv. Bonetto/Pellegrin Torino.

Ora dopo l’udienza preliminare di Potenza del 23 maggio - vi sarà una assemblea generale a Taranto - data da fissare e un convegno nazionale in autunno -

per le parti civili -

Margherita Calderazzi

Slai Cobas sc TA


 


martedì 13 maggio 2025

13 maggio - info solidale: LOTTE OPERAIE, DIPENDENTI DELLA SCALA IN PRESIDIO MENTRE SI TIENE IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Oggi, lunedì 12 maggio, mentre si riunisce il CdA della Fondazione Teatro alla Scala di Milano, i dipendenti del Teatro e dei Laboratori Ansaldo hanno organizzato un presidio per ricordare all’azienda tutti i motivi per cui è stato dichiarato lo stato di agitazione.

Da mesi chiedono di ridiscutere l’organico, che va potenziato, e stabilizzare i precari, di riformulare i carichi di lavoro, che sono eccessivi, di discutere una riduzione dell’orario di lavoro mensile e della flessibilità fuori da ogni limite, di aprire una vera trattativa su aumenti salariali, di garantire a tutti i lavoratori i corsi di formazione per l’abilitazione di tutti i macchinari con il relativo riconoscimento economico, di trovare forme di maggior tutela della malattia per i lavoratori a tempo determinato, che a oggi è di fatto inaccessibile.

Dal presidio il collegamento con Roberto della CUB Informazione e Spettacolo di Milano e prov. Ascolta o scarica

lunedì 12 maggio 2025

DENUNCIA E MOBILITAZIONE AL SALUMIFICIO BERETTA, CONTRO L’ACCORDO BIDONE 2.19 E LA CGIL CHE SI E’ FATTA AZIENDA

 

Oltre la mobilitazione delle operaie Slai Cobas, sole a rivendicare una piattaforma operaia con aumenti salariali, la difesa delle condizioni di lavoro, l’internalizzazione dell’appalto, che oggi di fronte all’accordo bidone è denuncia e opposizione per cancellarlo, in reparto e ancora nei giorni scorsi assemblea e sciopero, il fatto nuovo è un comunicato stampa di cui siamo venuti in possesso, uscito dalla sede milanese Cgil, vergognoso, che usa toni paternalistici verso le lavoratrici ed è pieno di menzogne, inviato evidentemente alle redazioni dei giornali dato che in fabbrica non hanno aperto bocca. ‘Prendi i soldi e scappa’, verrebbe da dire, solo che a differenza del noto film i soldi li hanno lasciati tutti nelle tasche dei padroni, ma spariti quello si. Cgil non ha detto o scritto una sola riga nello stabilimento, di fronte alle contestazioni quotidiane contro l’accordo e le delegate che lo hanno convalidato.

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Il comunicato è quello qui riportato.

Ne abbiamo fatto una lettura critica, riga per riga, in assemblea con le operaie durante uno sciopero, in pubblico alla portineria e questa è la valutazione che ne è uscita.

Cgil è in perfetta malafede, concetti come percorso democratico della trattativa, mandato e parere favorevole sono abusati in modo spregiudicato come paravento.

Nella realtà, Cgil ha fatto proprio il fascismo padronale dell’azienda, che nega alle operaie la libertà e i diritti sindacali, come quello di scegliersi il sindacato, ed ha agito attraverso fatti compiuti grazie all’alleanza ed alle concessioni interessate del padrone, spacciate come riconoscimento (noi trattiamo!).

La trattativa è avvenuta nel chiuso degli uffici, non vi è traccia di bozze di piattaforma, ‘quelle del Cobas non le devono sapere...’ sono arrivati a giustifcarsi con loro iscritte, che appaiono come parte passiva quando in realtà opportunisticamente praticano la divisione di classe e il crumitaggio durante gli scioperi. Nessuna assemblea generale e chiaramente le lavoratrici dell’appalto non sono state chiamate ad alcuna votazione per approvare ipotesi di piattaforma.

Il 18 marzo in fabbrica la notizia è arrivata a sorpresa ‘ieri le delegate della Cgil alla sede Mpm hanno firmato il nuovo accordo aziendale’. Una firma che ha spiazzato tutte le operaie che non ne erano al corrente, non conoscevano nemmeno la bozza dell’accordo, comprese le iscritte Cgil.

Tanto è falso il comunicato stampa che pure le date sono piegate alla loro versione democratica di comodo: l’accordo inequivocabilmente riporta che è stato firmato il giorno 17.03.25 non a gennaio o