domenica 4 gennaio 2015

4 gennaio: Meno 1 milione e 600 mila giovani al lavoro e 1 milione e 100 mila anziani in più! La presa in giro del governo sul “Piano giovani” spiattellata pubblicamente (malgrado loro) dai padroni...



Da una Nota del Centro Studi Confindustria dal titolo “In Italia più occupati anziani e meno giovani” vengono fuori dati che dicono chiaramente cosa è successo ai lavoratori in tempo di crisi nel nostro paese e smentiscono apertamente le chiacchiere, per esempio, sul piano giovani del governo.
Questi dati dicono che “Durante la crisi i 55-64enni con lavoro sono aumentati di 1,1 milioni, contro il calo di 1,6 milioni tra i 25-34enni.”
“Una performance tra le peggiori a livello europeo (hanno segnato contrazioni più pesanti ella nostra solo Grecia, Spagna e Irlanda).”
“L'incremento degli occupati con 55-64 anni di età ha interessato quasi tutti i paesi Ue...”

Che nessuno si illuda, non sono aumentati i posti di lavoro – anzi, se ne sono persi almeno un milione - è solo l'effetto tipo Fornero!
“Il fatto che ci siano più 55-64enni a lavoro è dipeso essenzialmente dalle ultime riforme previdenziali che hanno progressivamente innalzato i requisiti minimi per l'accesso alle pensioni (in parte minore si spiega anche dalla circostanza che le coorti di popolazione che superano via via i 55 anni provengono da una scolarizzazione più elevata che ha ritardato l'ingresso nell'occupazione – e perciò il conseguente ritiro).”
Ma ancora il bello deve arrivare...
“Ma l'asticella complessiva è ancora bassa e quindi la dinamica (di crescita) proseguirà anche nei prossimi anni, come stima pure la Commissione europea (dal 2020 gli italiani si ritireranno dal lavoro a un'età molto più elevata di quella prevalente in precedenza).” E la conferma è il nuovo decreto del governo che aumenta l'aspettativa di vita...
Ma la Confindustria si “preoccupa”, scopre che i giovani sono “la categoria più vulnerabile … (hanno poco esperienza e sono titolari per lo più di contratti temporanei).” quando “l'economia si contrae” e dice che servono interventi mirati. E quali sarebbero? Certo non il famigerato “piano giovani” del governo che non è mai partito e di cui loro stessi parlano male, ma il rafforzamento del “legame tra scuola e imprese” come si fa in Germania, per esempio, presa ad esempio ancora per il paese del “capitalismo-guida”.
Ma il sindacato dei padroni, mette le mani avanti anche su possibili altre “soluzioni” che potrebbero venire dalla constatazione che se ci sono sempre gli anziani al lavoro i giovani non hanno speranza! (E allora si potrebbe pensare a ridurre l'età pensionabile!). E si chiede retoricamente: “Tutto ciò penalizzerà l'occupazione giovanile?” e si risponde da sola: “L'analisi del CsC risponde 'no', sfatando così una tesi molto popolare, e diffusa, che l'occupazione degli anziani penalizza i giovani.”
Ai padroni non basta mai niente, vogliono sempre questo e quello purché qualsiasi iniziativa non intacchi il profitto e soprattutto il loro sistema sociale.



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