massiccia distribuzione oggi all'ilva
ore 6 port.d
ore 15 port.a
di un documento dello slai cobas per il sindacato di
classe
347-5301704
"fumo" e peggioramento per gli
operai e la popolazione, "arrosto" per i padroni... con i soldi
pubblici.
Un decreto fondato sulla sabbia, che contiene
forzature e/o violazioni di leggi fatte (dalla "Marzano", alle norme
europee, alle stesse leggi poste a tutela della proprietà privata) e che può
franare da un momento all'altro per intervento della Comunità europea e della
stessa proprietà Riva. Un decreto fatto con lo "scopo è di garantire la prosecuzione
dell'attività produttiva... che le risorse aziendali siano prioritariamente
destinate a tale scopo". Altro che risanamento, si mantiene per ora lo
stabilimento per garantirne la futura svendita a nuovi padroni! Padroni indiani
in primis..
All'art. 1 il decreto, in merito ai posti di lavoro
degli operai Ilva e appalto, parla solo di "garanzia di adeguati livelli
occupazionali" che deve dare l'affittuario o l'acquirente, quindi non dà
alcuna reale garanzia sul mantenimento degli attuali posti di lavoro. Poi
"adeguati" a che? Alle esigenze produttive e di mercato dell'Ilva,
che, in regime di amministrazione straordinaria, e di crisi della siderurgia
italiana, europea non possono dare alcuna garanzia di salvaguardia di tutti i
posti di lavoro, né dei salari e diritti acquisiti. Anzi, nelle dichiarazioni
di Renzi, si fa esplicito riferimento al "modello Alitalia" che ha
significato ristrutturazione con tagli dei posti di lavoro, salari e diritti,
All'Ilva questo vuol dire migliaia di esuberi. A questo va aggiunto che quasi
di soppiatto nel comma 5 di questo articolo si parla anche di affitto o cessione
di "rami di azienda" - aprendo qla strada per dividere l'Ilva in "new
company" e "bad company", per dare ai privati il buono che dà
profitti e lasciare in un bidone vuoto ciò che sono costi.
Sull'Aia, il decreto all'art. 2, impone una
immodificabilità (in meglio) delle prescrizioni Aia scrivendo che "Il
rapporto di valutazione del danno sanitario non può unilateralmente modificare
le prescrizioni dell'Aia in corso di validità" ; ma nello stesso tempo il
governo in varie dichiarazioni ha detto che le prescrizioni possono eccome
essere riviste e ridimensionate in peggio come chiedono i padroni indiani.
Impunibilità del commissario sul piano ambientale.
L'art. 2 pone questa grave questione che rasenta l'incostituzionalità e
comunque è in aperta violazione di tutte le norme sulla responsabilità penale
su questioni di sicurezza-salute. Si scrive che si "esclude la punibilità
delle condotte poste in essere in attuazione del piano". Quindi il
commissario e i suoi funzionari possono fare e soprattutto non fare o fare male
e non sono responsabili né penalmente, né amministrativamente. L'articolo dice praticamente
che l'Ilva non è "terreno per i giudici", che questi e la legge devono
rimanere alle porte della fabbrica, così come le ispezioni, controlli. E, in
uno stabilimento come l'Ilva con tanti infortuni, morti, ammalati, questo è né
più né meno una sorta di nuova licenza di infortunio, malattie professionali e
uccidere.
Sui tempi, l'art. 2 dice che entro il 31 luglio 2015 devono
essere realizzate "almeno l'80% delle prescrizioni scadenti in quella
data", mentre sul restante 20% non detta tempi. Nonostante che proprio in
questo 20% c'è la copertura del parco minerali e gli interventi in agglomerato
cokeria altiforni, entrambi scadenti a ottobre...si escludono, rimandandoli a
tempi indefiniti, proprio gli interventi nelle aree più a rischio salute, e chiaramente
più onerosi! Questo comporta altri malati e morti per tumore, compresi i
"famosi bambini" di cui lo sciacallo e demagogo Renzi, parla in TV e
giornali.
Ma se c'erano dubbi sulla natura di questo decreto,
questi vengono sciolti all'art. 3 dalla questione dei fondi. In totale per le
bonifiche Renzi ha parlato di 2 miliardi di euro! Al massimo servono per pagare
le banche creditrici, gli stipendi e assicurare la mera continuità produttiva dell'Ilva.
Non ad altro! Solo per l'attuazione dell'AIA ufficialmente dice che ci vogliono
almeno1,8 miliardi! Bondi, poi, indicò in 3 miliardi le necessità. Per non dire
che la Giudice Todisco quantificò in più di 8 mld quanto sarebbe stato
necessario per la bonifiche, non fatte, di impianti e aree.
Venendo nel merito. L'art. 3 indica dove reperire le
risorse finanziarie.
Primo, nei famosi 1 miliardo e 200 milioni sequestrati
ai Riva, ma tuttora oggetto di ricorsi giudiziari e quindi inutilizzabili;
secondo, "in altre contabilità aperte (da anni) presso la tesoreria
statale" non ben quantificate e specificate; terzo, nelle somme
rinvenienti dalla sottoscrizione con Fintecna spa di "un atto di
liquidazione dell'obbligazione del contratto di cessione dell'Ilva". Vale
a dire: in realtà i soldi concretamente ancora non ci sono! Nulla stabilisce
seriamente su requisire i fondi dei Riva dei paradisi fiscali,
L'art. 6, su programma per la bonifica,
ambientalizzazione e riqualificazione dell'area di Taranto, è molto generico! Si parla solo di "programma
di misure" senza indicare quali; i tempi sono indefiniti ma la dizione:
"medio e lungo termine" lascia presagire tempi lunghi e non controllabili;
si usano poi tutta una serie di termini attenuativi: "un adeguato livello
di sicurezza per le persone e per l'ambiente", "mitigare le criticità"
ma... salvaguardando "la competitività delle imprese", che mostrano
che in realtà è decisamente poco quello che si intende fare. Per le risorse
economiche, anche qui, verrebbero raccattate da vari fondi non chiari e non
quantificate.
Sul fronte bonifiche in città, in realtà il decreto
dice poco su ciò che era già previsto ma non ancora all'opera, in particolare
ai Tamburi, Cimitero, Mar piccolo. E invece di andare nettamente più avanti,
riparte da zero,scrivendo che "il commissario straordinario... è
incaricato di predisporre un programma di misure...". Questo porta come ad
un allungamento dei tempi inaccettabile sul fronte salute dei quartieri
inquinati.
Gli altri art. 7 e 8 affrontano la questione del
Porto, in cui si dà il via libera a"Tempa Rossa"; e della
valorizzazione della città e dell'Arsenale,per lo sviluppo dei beni culturali e
turismo, ma qui ciò che appare certo sono i vari e contorti passaggi
burocratici, con la lungaggine delle procedure; mentre i fondi restano incerti.
Sull'Arsenale, poi si va decisamente indietro. Tutte le aree occupate restano
dell'Arsenale, azzerando ogni previsione di restituzione alla città anche di
parte di queste aree. Infine il 'centro di ricerca per i tumori infantili' è semplicemente
sparito dal decreto.
In conclusione, un decreto che dichiara esplicitamente
che lo Stato dei padroni nazionalizza le perdite e privatizza i profitti; QUESTA
E' L'UNICA "NAZIONALIZZAZIONE" CHE UN GOVERNO, SEMPRE AL SERVIZIO DEL
SISTEMA DEL CAPITALE, PUO' FARE!
E i fautori della "nazionalizzazione"
sono venditori di fumo se non mettono in
discussione il capitali, lo stato e is uoi governi!
Questo decreto Renzi conferma quello che diciamo da
tempo: Ogni soluzione fatta dai padroni e governo dei padroni per l'Ilva è un
disastro per gli operai. I gli operai non
hanno altra strada che battersi
per una difesa rigida di posti di lavoro, salari, diritti e sicurezza-salute
per sè e le masse popolari. Bisogna lottare per la piattaforma contenuta nella
nostra proposta di Decreto operaio.
Tutti i posti di lavoro devono essere realmente salvaguardati; salari e diritti non
si possono toccare; durante la messa a norma degli impianti, gli operai dei
reparti interessati non devono essere mandati a casa ma impiegati in altri
reparti e nei lavori di risanamento; la prima messa a norma è garantire la
sicurezza e la vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione
ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su sicurezza e
salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e
lavorare per tanti anni ma 25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici
pensionistici, ; la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini,
servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie
d'emergenza.
Organizziamoci con lo Slai cobas per costruire insieme
il sindacato di classe
le nostre deleghe sono regolarmente riconosciute e il
diritto di sciopero è garantito
costruiamo insieme una lotta generale contro questo
decreto e imporre gli
obiettivi operai
SLAI COBAS per il sindacato di classe
via. Rintone, 22 TA - slaicobasta@gmail - 3475301704
TA. 21.1.15
BLOG: Slai cobas per il sindacato di classe -
Blog: Tarantocontro -
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