PALERMO – rappresentante
del policlinico
Dopo avere
pressato con la una lotta a tutto campo e senza tregua, Regione, assessore
regionale alla salute e Prefettura, perché venga garantita l’assunzione dei
pulizieri aderenti allo Slai Cobas sc; dopo avere costretto alla rescissione
anticipata di 3 anni del contratto della PFE, ditta che attualmente si occupa
del servizio di pulizia; dopo avere imposto che il costo dell’appalto venisse
raddoppiato e avere preteso ed ottenuto, in buona parte, che il nuovo
capitolato d’appalto rispondesse alle effettive esigenze del Policlinico; nella
settimana che ha preceduto il Natale vi è stata un’ulteriore mobilitazione
degli ex pulizieri presso il Policlinico al fine di accelerare il conferimento
del nuovo appalto alla ditta subentrante.
Una cosa è certa: i pulizieri, consapevoli di non avere proprio nulla da perdere, se non la loro miseria, anche perché non più giovani, non permetteranno, costi quel che costi, di essere scippati ulteriormente del diritto al lavoro.
Una cosa è certa: i pulizieri, consapevoli di non avere proprio nulla da perdere, se non la loro miseria, anche perché non più giovani, non permetteranno, costi quel che costi, di essere scippati ulteriormente del diritto al lavoro.
Per quanto
riguarda i lavoratori policlinico. Dopo la diffida sugli arretrati fondi
produttività, l’azienda ha provveduto ad erogarne una parte; abbiamo sollevato
la questione della mancata equiparazione economica di parte del personale
universitario che presta servizio presso il Policlinico, e presenteremo entro
gennaio ricorso.
Questa
vertenza ha portato centinaia di lavoratori a cercarci. Ed inoltre, buona parte
dei
lavoratori ricorsisti, che fino a poco tempo fa era legata essenzialmente a snals, uil, cisl,cisal, adesso ha strappato le tessere dei sindacati venduti.
lavoratori ricorsisti, che fino a poco tempo fa era legata essenzialmente a snals, uil, cisl,cisal, adesso ha strappato le tessere dei sindacati venduti.
E’ stata
anche presentata la diffida per le progressioni economiche, e i ricorsi per il
risarcimento danni, del personale appartenente alla cat. Bs che da anni sarebbe
dovuto passare nella cat. C.
Tutta questa
vicenda che abbiamo messo in moto, che ci ha reso maggiormente popolari e che
ha portato parecchi lavoratori a revocare la propria adesione ai sindacati filo
aziendali, preoccupa seriamente non solo le due amministrazioni, che dovranno
pagare grossissime somme, ma anche le OO.SS. confederali e autonome, in primis,
snals, l’amico n. 1 dell’azienda, che adesso temono per l’esito delle elezioni
RSU, che si terranno nella prossima primavera.
Tanto ci
temono, soprattutto i dirigenti di snals e cisl (che alcuni mesi fa abbiamo
denunciato per avere fatto assumere presso l’Università di Palermo, con manovre
alquanto viscide e strane…, rispettivamente, figlia, genero e moglie), che
cercano ogni scusa per farci colpirci dall’amministrazione. Hanno anche
accusato, falsamente, la dirigente del cobas di avere tenuto un’assemblea dei
lavoratori segreta e non autorizzata. Su tale segnalazione, l’azienda ha
disposto il sequestro della telecamera di sorveglianza posta nel corridoio
della clinica ove si sarebbe svolta, a loro dire, la predetta assemblea,
oltreché ha avviato un provvedimento disciplinare contro la dirigente del Cobas
ed un altro lavoratore che avrebbe permesso arbitrariamente l’uso dell’aula.
Nei primi di
novembre i due sono stati sentiti dalla commissione disciplinare.
Da un lato,
si tratta di un fatto grave, teso ad intimidire cobas e lavoratori, dall’altro,
è stato un ennesimo autogol per lo snals e la cisl che, a maggior ragione,
vengono considerati dai lavoratori “confidenti” dell’amministrazione.
Il
segretario provinciale dello snals, lo scorso anno, ha anche denunciato alla
procura la dirigente del cobas, per diffamazione a mezzo stampa, per avere
redatto due volantini non graditi a quest’ultimo. Ed il 17 febbraio prossimo vi
sarà la prima udienza.
Sulla
questione RSU, dalla metà di gennaio partirà la nostra campagna. Pensiamo di
essere messi abbastanza bene, grazie alla guerra scatenata in tutti questi
anni, contro l’azienda e i sindacati venduti, nonché alle numerose vertenze
ancora in corso, ed alle nuove. Nel “segreto delle urne”, saremo votati anche
da una parte di quelli iscritti agli altri sindacati, che ancora non vi si sono
cancellati, poiché temono ritorsioni (trasferimenti forzati, mobbing).
Dal punto di
vista della salute/sicurezza siamo divenuti il punto di riferimento dei
lavoratori.
Attraverso
denunce abbiamo via via fatto spostare parecchi lavoratori con seri problemi di
salute, in posti di lavoro consoni. Alcune lavoratrici sono state messe a
riposo per 6 mesi e dopo saranno posti in quiescenza anticipatamente, senza
penalizzazioni.
Al
policlinico una parte degli iscritti allo Slai cobas, in questi anni ha anche
partecipato alle diverse manifestazioni contro i governi che si sono
susseguiti, ai diversi scioperi generali, ultimo quello del 14 novembre
u.s.
Una parte
delle lavoratrici, le più avanzate, ha partecipato anche a quasi tutte le
manifestazioni delle donne organizzate dallo SLAI Cobas s.c. e dal mfpr, in
questi anni, tra cui lo "sciopero delle donne" del 25 novembre 2013 e
l’8 marzo 2014.
Non si può
non essere d’accordo sulla necessità della ripresa del movimento sindacale di
classe e di massa contro la politica padronale e quella della macelleria
sociale, arrogante e dittatoriale, del governo Renzi, tesa a schiacciare
maggiormente il proletariato e le masse popolari, cancellandone, diritti,
salari, servizi etc; e sulla necessità dello sciopero generale, che deve avere
chiaro l'obiettivo della cacciata del governo Renzi mediante campagna nazionale
prolungata, con occupazioni di piazze, blocchi stradali, ferroviari, ed una
lotta senza tregua e a tutto campo, a partire dalle principali fabbriche – Ilva
etc. - dove avanza il fascismo padronale, incentivato e sostenuto, a piene
mani, dal governo moderno fascista di Renzi.
La storia della lotta dei disoccupati a Taranto la potrebbero scrivere più
i tribunali. Solo tra febbraio e marzo vi saranno ben 6 processi, che
colpiscono ognuno da una decina a più di 20 disoccupati e la coordinatrice
dello Slai cobas sc.,con accuse che vanno da blocchi del ponte girevole a manifestazioni
“non autorizzate” a occupazioni. Questi processi testimoniano la dura lotta
fatta in questi anni per il lavoro e come le Istituzioni rispondano invece con
la repressione.
Ma nello stesso tempo dimostrano che la lotta paga. In vari di questi processi
si ripetono i nomi di alcuni disoccupati, ma se andiamo appunto a leggere
questi nomi, la maggiorparte dei dicossupati processati oggi lavorano, grazie
proprio a quelle lotte criminalizzate.
La repressione delle lotte è un fenomeno di massa e va affrontato con le
masse ed è necessaria l'organizzazione di difesa, che affronta l'aspetto
difensivo legale, ma soprattutto per coordinare ed unire tutti i lavoratori, i
disoccupati, i ribelli, i compagni che subiscono la repressione e coordinare
queste lotte, anche con la solidarietà, la controinformazione.
A questo proposito,
rispondendo all'appello di due compagni Davide Rosci e Mauro Gentile, in
carcere, accusati di un incendio ad un blindato della polizia durante la
manifestazione del 15 ottobre 2011 a Roma (quel blindato era “un'opera d'arte”
chiunque l'abbia fatto...) , abbiamo partecipato a dicembre ad un'assemblea
nazionale a Teramo contro la repressione. Qui abbiamo portato la proposta della
costituzione del Soccorso Rosso Proletario. Dall'assemblea è stato fatto un
appello che rileva la necessità per chi lotta di organizzarsi in una struttura
comune. L'appello raccoglie anche le proposte di Davide, di avviare nei
territori delle assemblee locali per una manifestazione nazionale e Roma in
occasione del 11 aprile.
MILANO - lavoratrice della scuola.
L'attacco
alla scuola dura da decenni. Con Berlinguer si tenta per la prima volta di
stravolgere la politica dello studio, con la questione dell'introduzione del
merito nelle scuola. Oggi Renzi sta intervenendo in maniera complessiva, ma c'è
stata un'opera lenta che era già in atto e che oggi viene ufficializzata. Renzi
ha utilizzato anche la possibilità di venire condannato per la reiterazione dei
contratti precari in seguito alla pronuncia della corte europea, per partorire
la cosiddetta “buona scuola” e abolire le supplenze.
L'altro aspetto, anche questo già presente, che viene ufficializzato è
l'alternanza scuola-lavoro. Noi anni fa avevamo detto che essa sarebbe
diventata una fonte di profitto per le aziende che avranno non solo manodopera
gratis, ma saranno pagate per fare questa alternanza. A questo si aggiunge la
questione delle scuole paritarie e dei finanziamenti che ci sono a vari
livelli, nazionale, regionale, che vanno ad aumentare un badget incredibile.
Vengono continuamente cambiate le regole del gioco; la scuola sta
diventando disumanizzante, inaccettabile. Parlano di “buona scuola” che
significa programmazione, verifica, ma oggi non è più possibile fare questo.
Significativa è la questione della commissione esami di Stato con tutti i
membri interni, non è fatto solo per risparmio, ma così viene tolto il titolo
legale di studio e la valutazione degli studenti è resa dipendente dalle
aziende che decidono loro chi sa fare e chi no.
C'è un'interazione stretta tra la “buona scuola” e la legge di stabilità.
Perchè con essa i processi nella scuola si accelerano: si aumenta il numero di
alunni per classe (fino a 45/50 studenti), il personale complessivo della
scuola viene ridotto, agli insegnanti viene spesso cambiata la sede, cosa che
provoca uno stress anche mentale. Si è parlato dei passaggi di ruolo degli
insegnanti precari, ma vengono fatte barattando ulteriormente diritti e non
coprendo comunque i bisogni reali.
Verso gli studenti gli attacchi più pesanti sono a livello ideologico. Si
realizza una scuola che vuole preparare il consenso al regime, come hanno
denunciato gli studenti. Altra questione è la salute e sicurezza, il 70% delle
scuole sono a rischio altissimo, sono piene d'amianto, cadono a pezzi.
Ma purtroppo non è scontato che ci sia contro la “buona scuola” una
risposta conseguente. Settori sempre sensibili, attenti, invece di lottare si
sono lanciati in questa consultazione on line sulla “buona scuola”. Per fortuna
alla fine questa consultazione che porta acqua al mulino, distrae la attenzione
critica, non è andata bene. Noi abbiamo detto che non c'era nessuna
consultazione da fare.
C'è una frammentazione tra i vari settori dei precari, una perdita di
memoria, e un addomesticamento capillare, anche questo rende difficile condurre
la battaglia fino in fondo.
L'11 aprile si sta
preparando lo sciopero dei precari.
PALERMO – lavoratrice
del personale ATA
Voglio denunciare altri aspetti dell'attacco profondo che il governo Renzi
sta portando nella scuola. Viene potenziato il ruolo dei dirigenti scolastici
che stanno entrando nel ruolo di neo-padroni. Sul personale Ata vi è uno
scarico dei compiti da parte di tutti gli altri Enti, il nostro lavoro è
diventato stile call center, su alcune pratiche vi sono anche le multe. Vi è
una sorta di classifica di merito, si va avanti con i “pesi”, quanto pesa il
tuo lavoro... Su questo abbiamo fatto una protesta compatta: non vogliamo
nessun “peso”, i compensi accessori devono essere divisi in parti uguali,
obbligando su questo le Rsu.
Su questo, che riguarda anche la questione salute e sicurezza, si deve
avviare una battaglia seria. Lo Slai cobas sc è l'unica organizzazione che fa
circolare nelle scuole volantini. Nella mia scuola lavoriamo sempre sottorganico.
Abbiamo detto basta, anche se possiamo essere soggetti a provvedimenti, diamoci
un taglio, non sostituisco più il collega assente.
Abbiamo scioperato tutti
il 14 novembre, anche gli iscritti ai sindacati confederali. E' vero che Renzi
è il “miglior amico” dei lavoratori, fa incazzare tutti... Scioperando tutti
abbiamo fatto chiudere la scuola. Questo ha fatto anche arrabbiare i genitori,
che, alcuni, sono andati a minacciare direttamente il personale scolastico, ma
questo non ha impedito lo sciopero.
PALERMO – rappresentante del lavoro alle fabbriche
La Fiat e la Fincantieri sono le due realtà di Palermo più importanti, sono
unite dallo stesso destino, oltre la chiusura, l'attacco ai diritti, e unite
anche dal fascismo padronale.
Gli operai della Fiat hanno subito in pieno l'arroganza di Marchionne (ha
chiuso la Fiat perchè la produzione delle auto costava di più).
L'amministratore della Fincantieri fa esattamente la stessa cosa, imponendo
con arroganza nelle nuove contrattazioni nazionali le stesse cose che Marchionne ha imposto
alla Fiat.
A Termini
Imerese hanno fatto un accordo con un nuovo padrone di componenti auto. Il
piano si presenta bene a parole. I primi 200 operai dovrebbero entrare il 2016,
poi nel 2017 altri 400, poi 800 nel 2018. Ma è un piano non realistico,
esagerato se è solo per la componentistica auto nell'attuale stato dell'auto.
Un piano così non c'è mai stato. Ma poi dovrebbe produrre auto
ibride/elettriche. L'azienda è Blutec è una costola della Fiat. Potrebbe
sembrare un trucco di Marchionne, di avere una produzione con i soldi dello
Stato (gli operai finiscono il terzo anno di cig e poi vi sono altri tre anni
di cig). Potrebbe essere una manovra, la Fiat potrebbe farlo per eliminare la
concorrenza in casa. Gli operai sono dubbiosi. Ora sono in attesa, perchè in
questi giorni si deve perfezionare tutta la situazione. Ma già i padroni hanno
tolto il simbolo Fiat alla fabbrica e gli operai ci sono rimasti male.
Teniamo
presente che con la nuova legge di stabilità, gli operai che rientrano nello
stabilimento risulterebbero nuovi assunti, a meno che nel contratto non scrivi
che questi già lavoravano.
Noi stiamo
seguendo la situazione e proporremo un'assemblea ai lavoratori per vedere con
loro cosa significa tutto questo. La voglia di organizzarsi gli è scattata
l'anno scorso con 40gg di tenda, voluta fortemente da loro, ma si sono resi
conto che non è facile mettere insieme dai lavoratori (vi è stata anche una
divisione tra operai di Palermo e di Termine Imerese).
Alla
Fincantieri in questo momento gli operai lavorano due mesi alla volta, hanno 4
periodi di lavoro fino a novembre 2015, dopo due mesi rientrano in cig. Così
per l'azienda è più facile tenere a bada gli operai
Hanno deciso
che a Palermo le navi non si costruiscono più, ma si fa solo manutenzione.
Stanno vendendo poche azioni ai privati, lo Stato se li è dovuti ricomprare. I
sindacati si lamentano perchè i padroni li trattano a pesci in faccia.
Gli operai
dovrebbero subire la rinuncia al pagamento dei Par per un periodo di tre anni,
l'estensione della flessibilità, la definizione di un nuovo premio legato
all'utile di bilancio, diminuzione del numero di ore per gli Rsu, la disdetta
formale di tutti gli accordi precedenti.
Con gli
operai siamo in costante rapporto, il problema è il livello di organizzazione
sindacale, che non sembra per ora vogliano cambiare.
Nella cintura di PA esistono altre aziende che però negli anni si sono ridotte di dimensione: una è l'Italtel da 800 a 300 operai, in cui a turno sono tutti in cig, l'altra è la Keller adesso ha chiuso definitivamente, con operai in cig per circa 20 anni, con un utilizzo scientifico degli ammortizzatori sociali.
Nella cintura di PA esistono altre aziende che però negli anni si sono ridotte di dimensione: una è l'Italtel da 800 a 300 operai, in cui a turno sono tutti in cig, l'altra è la Keller adesso ha chiuso definitivamente, con operai in cig per circa 20 anni, con un utilizzo scientifico degli ammortizzatori sociali.
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