mercoledì 10 agosto 2022

10 agosto - da tarantocontro: NUOVO DECRETO. PER ACCIAIERIE d'ITALIA LA MONTAGNA, PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E I LAVORATORI IL TOPOLINO

Annunciato in pompa magna nell’incontro al Mise tra i ministri del governo provvisorio Draghi, Invitalia, Acciaierie d’Italia e organizzazioni sindacali, il governo ha messo nel decreto “aiuti”, fino ad un miliardo di soldi freschi per l’azienda, un miliardo ancora poco chiaro da dove è preso, a quale titolo. Un miliardo per fronteggiare la crisi di liquidità dichiarata e ostentata dalla Morselli e presa a “scatola chiusa”. Altri gruppi nazionali e mondiali dell’acciaio anche in questa fase di crisi fanno profitti e ricavi, invece Acciaierie d’Italia dichiara di non avere un centesimo.
Un miliardo sostanzialmente per permettere ad Acciaierie d’Italia acquisto di materie prime, l’attività ordinaria, per pagare fornitori e indotto, ecc.; vale a dire per funzionare come ora, senza nessuna contropartita. Le stesse precedenti dichiarazioni di Ministri di rientro di parte dei cassintegrati a fronte del miliardo, sono sparite nel nulla; anzi il Min. Orlando ha detto che finora le ispezioni (ma quando sarebbero avvenute, chi le ha viste…?) nella sostanza non avrebbero messo in luce irregolarità, criticità, ecc., e che quindi la cassa integrazione unilaterale è legittima.
Continuerà quindi la cassa integrazione permanente per 3500 operai (futuri esuberi), lo sfruttamento e la precarietà sulla sicurezza dei lavoratori; al massimo si deve sperare che questi soldi non mettano in pericolo il pagamento dell’appalto e gli stipendi. A fronte di questa chiara politica: tutto per l’azienda, niente e sempre peggio per gli operai, troviamo sindacati ultra soddisfatti come la Fim divenuta ormai ufficialmente un sindacato di Stato e di azienda; dubbi e critiche dalla Uilm ma nessuna indicazione agli operai; la Fiom che parla del futuro per non parlare del presente.
Chiaramente non c’è stata nessuna risposta neanche alle timide richieste del coordinamento nazionale Rsu Fim, Fiom, Uilm, e meno che mai aperture verso il rientro dei Cigs Ilva AS.
Rispetto a questo ancor più si deve capire che solo la lotta generale dei lavoratori può cambiare le cose e può pagare in termini di interessi dei lavoratori su salario, lavoro, salute e sicurezza, e che l’attesa favorisce solo i piani dei padroni e dei governi al loro servizio.
Il governo Draghi lo abbiamo visto all’opera, sul nuovo governo possibile “peggio mi sento”, perché tutti sappiamo che Salvini, Meloni e Berlusconi sono sempre, a prescindere, dalla parte dei padroni.
Certo ci viene difficile parlare di lotta generale: chi la organizza, chi la fa, come e quando?
Abbiamo dato fiducia anche noi, pur con dubbi e certezze altre allo sciopero del 6 maggio e alla possibile continuità della lotta. I sindacati tutti, Rsu comprese, hanno promesso una continuità che non c’è stata e i risultati sono ora questi: con i sindacati confederali, nonostante le parole e qualche buona intenzione presenti in alcune dichiarazioni, una lotta anche importante viene “uccisa” e serve alla fine a dare un miliardo ai padroni e niente agli operai.
Bisogna rovesciare questa linea a partire dal rovesciamento della piramide.


A settembre tutto il potere alle assemblee


Nessuna fiducia nella direzione dei sindacati in fabbrica.


Lo Slai Cobas fin da ora promuove presidi e 

assemblee a tutte le portinerie dal 6 al 9 

settembre - 17 settembre Assemblea nazionale a 

Roma con altre realtà di fabbriche in lotta.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
Taranto via L. Andronico, 47 – 3475301704 WA 3519575628 slaicobasta@gmail.com


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