Nel 2021 “occultati” 536 cadaveri di lavoratori morti per infortuni, è questo che mi viene in mente leggendo i rapporti Inail, ma è così tutti gli anni. Ogni mese INAIL diffonde il numero dei morti sul lavoro nel mese in corso, Nel rapporto annuale del 2021 (ma è così da quando 15 anni fa ho cominciato a monitorarli) ha diffuso 1221 denunce di morti sul lavoro che gli sono pervenute, Questo il primo mese del 2022, poi scopriamo dopo almeno sei/sette mesi che i morti accertati diventano 685, ma ci chiediamo che fine hanno fatto gli altri 536 lavoratori? Sono resuscitati? non vengono trovati i cadaveri? Dove e perché spariscono? Non vengono riconosciuti da questo Istituto perché non sono assicurati a questo Ente dello Stato, che ricordiamo che gli introiti sono prelevati nelle buste paghe dei lavoratori (beh, lo dicano): ci sono contenziosi in corso che dureranno anni? Tra l’altro noi ne registriamo molti di più. Ma com’è possibile che ogni anno scrivo queste cose, le diffondo a tutti, ma nessuno che va a vedere, parliamo della vita di circa 7500 lavoratori morti per infortuni spariti nel nulla in questi 15 anni. E i sindacati? E la politica di tutti i partiti, che fanno per queste tragedie? NIENTE. C’è una commistione di potere e di interessi economici e politici che riguarda tutti. Del resto basta andare a vedere dove sono a finire alla fine delle loro carriere i vari ministri del Lavoro e delle Politiche Agricole che si sono succeduti nel corso di questi anni: stipendi stratosferici ad occupare posti, avevo voglia d’informarli della reale situazione delle morti sul lavoro. Il silenzio era d’oro; si preparavano così a collocarsi nei posti che avrebbero dovuto controllare. Il mondo del lavoro seppure disporrebbe di una forza enorme, è solo e non ha più nessun riferimento. Ora promettono mare e monti, e se solo il 10% di quello che promettono venisse realizzato l’Italia fallirebbe così come stava facendo nel 2010. Poi verrebbe chiamato un “Monti” a mettere a posto i conti: E chi li pagherebbe? I lavoratori e pensionati con stipendi da fame, con allungamento ulteriore dell’età per andare in pensione, così in tanti morirebbero per infortuni sul lavoro. Ricordo a tutti che un lavoratore su quattro ogni anno che muore per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni. Una strage degli innocenti che nessuno ricorda. Troppo distante da chi lavora la politica di ogni colore. Per la prima volta nella mia vita questa volta non so se andrò a votare; dal mio osservatorio privilegiato vedo solo opportunismo. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
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