IL PUNTO
CON LA LOTTA I LAVORATORI COOP PROMETEO DELLA PIATTAFORMA DI CHIARI ORGANIZZATI CON LO SLAI COBAS SC HANNO SPAZZATO LE BALLE DEI PADRONI E DEI CONFEDERALI SULLA FINE DEL LAVORO NEL MAGAZZINO CON LA CESSAZIONE IL 30.9.20 DELL’APPALTO CONAD (EX SMA/AUCHAN)
OGGI ‘TUTTI AMMETTONO’ CHE IL LAVORO C’È E CONTINUA.
LA MOBILITAZIONE A SETTEMBRE QUINDI RIPRENDE DA UN PUNTO PIÙ AVANZATO: LA DIFESA DEL LAVORO NEL MAGAZZINO.
MA IL PROBLEMA È PROPRIO QUESTO: I CAMBI APPALTO SONO UN BUCO NERO, NIENTE CERTEZZE, SERVONO PER SELEZIONARE I LAVORATORI E PER IMPORRE CONTRATTI PEGGIORATIVI O PEGGIO CONCILIAZIONI TOMBALI.
SENZA UN PATTO D’AZIONE FORTE, CHE IMPUGNI LA LOTTA GENERALE AL MODERNO CAPORALATO E FACCIA DEI CAMBIO APPALTO UNA TRINCEA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO, DIFFICILMENTE TROVEREMO DELLE VIE D’USCITA.
La capitolazione per i lavoratori, ad ogni cambio appalto assume diverse forme:
conciliazione tombale con regalo alle coop di centinaia di migliaia di euro dei lavoratori, abbandono del posto di lavoro con misera buonauscita e utilizzo della Naspi come incentivo, passaggio selettivo ad una nuova cooperativa con peggioramento del contratto di lavoro, magari cancellando l’anzianità, magari al livello più basso, magari cambiando settore tipo multiservizi, magari con il tempo determinato… o con un trasferimento.SIAMO OPERAI DEL MAGAZZINO NON SIAMO SCHIAVI DELLA COOPERATIVA.
Attorno a questa parola d’ordine i lavoratori della coop Prometeo stanno cercando una prospettiva differente, si sono organizzati per difendere il loro posto nel magazzino e conquistare un nuovo contratto. Perché nei magazzini della logistica e in particolar modo nella piattaforma di Chiari, proprio perchè è a 500 metri dal casello ‘Chiari ovest’ del mostro mangia soldi pubblici BreBeMi e ‘vale tanto oro quanto pesa’, il lavoro c’è, sono solo gli appalti che cambiano.
I LAVORATORI DI PROMETEO OGGI DIFENDONO IL LORO POSTO DI LAVORO NEL MAGAZZINO DI CHIARI, AFFERMANDO SUL CAMPO IL DIRITTO DI CONTINUITÀ TRA UN APPALTO E L’ALTRO.
Una lotta che ha scelto di non lasciare intentata nessuna possibilità: è stato richiesto ed ottenuto un confronto alla Prefettura di Brescia. Dopo due incontri, chiarito che il magazzino non chiude, la prospettiva del prossimo è di fatto centrata sulla decisione delle committenti, vecchie e nuove a partecipare al tavolo di trattativa. Proprio in questi giorni di fine agosto è attesa la risposta
Di seguito un estratto dall’esposto presentato dallo Slai Cobas sc a supporto della vertenza Prometeo, alla Prefettura di Brescia sul moderno caporalato.
Una forma di moderno caporalato.
...la nostra esperienza sindacale sul campo, a difesa dei lavoratori assunti attraverso il sistema degli appalti alle cooperative logistiche, ci ha fatto conoscere una forma di reclutamento della manodopera, capace di ridurre al minimo se non azzerare i diritti dei lavoratori, che si è sviluppata enormemente negli anni recenti nelle piattaforme logistiche al servizio della Grande Distribuzione Organizzata. Un modello talmente efficace e incontrastato, che è penetrato persino nelle fabbriche, anche di grandi gruppi industriali, riproducendo i medesimi meccanismi di controllo e coercizione, tra le linee produttive, a tutto svantaggio dei lavoratori.
Il sistema degli appalti, che ha un nodo cruciale nel cosiddetto cambio appalto, una forma feroce di competizione al massimo ribasso tra cooperative, sempre più spesso tra consorzi di cooperative, senza garanzie sulle forti riduzioni di spesa offerte alle aziende committenti, lascia poi i lavoratori in balia delle cooperative stesse, del loro capillare sistema di controllo e comando sul posto di lavoro, degli strumenti che usano per assicurarsi comunque un buon margine di profitto.
E’ indagando la quotidianità di questi lavoratori che abbiamo potuto incontrare e scoprire la sistematicità, l’efficacia, la diffusione, i reali meccanismi del sistema di funzionamento delle cooperative per tenere soggiogati i lavoratori alle volontà aziendali, reprimendone ogni istanza, personale come sindacale.
Il sistema degli appalti attraverso le cooperative logistiche, si configura oggi come uno strumento che permette alle aziende di baypassare le leggi in vigore in questo Paese e di rendere inefficaci i Contratti Collettivi di Lavoro.
È un sistema ‘sotterraneo’ di controllo sui lavoratori, fortemente invasivo della sfera personale, intimidatorio e repressivo e come abbiamo potuto constatare direttamente, si è dimostrato effettivamente capace di colpire i lavoratori di volta in volta presi di mira, sfruttando al meglio l’inconsistenza della tutela del contratto di lavoro, stipulato con una cooperativa logistica subordinata a sua volta ad un appalto che può essere rimesso in discussione in ogni istante.
Un sistema impunito di fatto, per via della enorme carenza di strutture governative di ispezione adeguate, per un’azione di contrasto sul campo. Le strutture di controllo sono fortemente sottodimensionate rispetto alla diffusione che gli appalti hanno avuto e rispondono a piani di lavoro ‘politici’ che risultano essere inefficaci e divianti.
La dimensione e la gravità del problema si possono intuire anche dai casi e sono purtroppo la classica punta dell’iceberg, che vengonon sanzionati ma non cessano, o che traspaiono dall’enorme e grave fenomeno delle conciliazioni tombali…
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