...ma anche una perquisizione pretestuosa ai rappresentanti del Sudd Cobas che stavano andando a prendere l'operaio all'ospedale
“Sappiamo che sei stato al sindacato”. E giù bastonate,
alle braccia e al volto, a un operaio pakistano di 22 anni che aveva
denunciato al Sudd Cobas turni di 12-14 ore al giorno, lavoro nero e
abusi di ogni genere da parte dell’azienda e del caporale che ne
gestisce la forza lavoro. Questa volta è successo a
Quarrata, ai confini occidentali del “distretto parallelo” del
settore del pronto moda, del tessile e delle confezioni, perlopiù a
conduzione cinese, che si è via via allargato in tutta la Piana
fiorentina, pratese e pistoiese.
La risposta dei lavoratori e del sindacato di base
non si è fatta attendere. Dopo che Tahla, l’operaio aggredito, si
è fatto medicare (sette i giorni di prognosi) al pronto soccorso
dell’ospedale Santo Stefano di Prato, sotto l’azienda Vot
International è partita la contestazione: “Sciopero, sciopero.
Toccano uno, toccano tutti”. La mobilitazione non ha riguardato
solo la Vot International, dove si confezionano divani. Anche in
altre due aziende del pistoiese, riconducibili agli stessi
proprietari, i lavoratori sono entrati in agitazione e hanno
incrociato le braccia.
Il sindacato di base ricorda che l’azienda di
Quarrata “è stata oggetto recentemente di controllo da parte
dell’Ispettorato del lavoro, che aveva avuto modo di riscontrare
diverse irregolarità. Ma lo sfruttamento in fabbrica è proseguito
già dal giorno dopo il controllo, proprio come avveniva prima”.
Appena quattro giorni fa il Pd di Prato aveva
organizzato la sua assemblea provinciale a Seano, dove all’inizio
del mese c’era stata un vera e propria aggressione squadrista a un
presidio di protesta nell’ambito dello Strike Day, mobilitazione
messa in cantiere dal Sudd Cobas per chiedere il rispetto dei
contratti collettivi nazionali di settore e orari regolari di lavoro,
40 ore la settimana e non 70 come molto spesso accade nella maggior
parte delle aziende del comprensorio.
Nell’occasione il segretario pratese dei dem
Marco Biagioni aveva lanciato un appello: “Siamo chiamati a fare
tutti gli sforzi possibili per salvaguardare il distretto e le tante
imprese che operano nella legalità, combattere la concorrenza
sleale, tutelare chi lavora. Non ci voltiamo dall’altra parte: il
fenomeno dello sfruttamento nel nostro territorio esiste, va
riconosciuto e combattuto con tutte le nostre forze”.
Impietosa l’analisi della situazione: se in
Toscana oltre il 9% dei lavoratori è irregolare, nella Piana della
Toscana centrale la percentuale del lavoro nero, grigio e a cottimo
si alza in maniera impressionante. Di qui l’esigenza di contrastare
l’illegalità e lo sfruttamento con maggiori controlli, come ha
scandito il presidente regionale Eugenio Giani: “Occorre una forte
azione di controllo da parte delle forze dell’ordine, così come
già avvenuto anche in passato grazie al progetto ‘Lavoro sicuro’”.
Al tempo stesso, visto che i soli controlli non
bastano almeno a giudicare dalla puntuale denuncia del Sudd Cobas,
dall’assemblea dem è emersa anche la necessità, quanto mai
urgente, di incentivare la formazione dei lavoratori, quasi tutti
migranti, assicurando loro i più elementari diritti civili e sociali
a partire dalle regolarizzazioni. In parallelo, il Pd propone di
“sostenere la buona impresa anche attivandoci per offrire sgravi
fiscali a chi assume lavoratori che hanno presentato denunce di
sfruttamento”.
PERQUISIZIONE “ANTIDROGA”… O
ANTISCIOPERO? Domattina tuttə a Quarrata!
Mentre insieme a un lavoratore della
Vot International e un’altra attivista del sindacato ci recavamo a
Pistoia per andare a trovare l’operaio aggredito ancora in
ospedale, siamo stati fermati dai Carabinieri.
I nostri corpi e la nostra auto sono
stati stata perquisiti alla “ricerca di armi ed esplosivi”.
L’intervento avvenuto alle 2 del pomeriggio in una strada
trafficata è stato giustificato - si legge dai verbali rilasciatici
- “in quanto la presenza non appariva giustificabile, in relazione
a specifiche e concrete circostanze di tempo e di luogo”. Alle
16:00 era convocato lo sciopero alla Vot.
Invece di individuare e punire
immediatamente i caporali responsabili della gravissima aggressione a
colpi di bastoni di oggi, i carabinieri provano a intimidire i
sindacalisti.
Siamo nella Repubblica italiana nel
2024 o nell’Italia fascista del 1922? Il problema sono lo
sfruttamento selvaggio fatto di lavoro nero, i turni di 12 ore e le
spedizioni punitive a colpi di bastonate… oppure il sindacato che
lotta per opporsi a tutto questo? Qualcuno dovrà dare spiegazioni.
Il motivo addotto per questa grave decisione è che Raimo, dal palco della festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, durante un dibattito pubblico sulla scuola e non durante una lezione in classe (e questo è un particolare molto importante per giudicare nel modo giusto questo fatto), aveva criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, della Lega.
Aveva detto che “dentro l’ideologia del ministro [c’è] tutto il peggio, la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione”, oltre che “un evidente classismo, sessismo”; per questo, aveva aggiunto Raimo, il
Criticò Valditara: Christian Raimo sospeso per 3 mesi dall’insegnamento. Proteste di Pd, M5s e Cgil: “Clima di controllo e intimidazione”
La questione può apparire delicata, ma se le parole del prof. Raimo, pronunciate al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni, si configurassero “come un’offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile”, il ministro Valditara avrebbe dovuto, ritenendosi offeso e diffamato, semplicemente denunciarlo e a quel punto sarebbe entrata in gioco la magistratura a decidere, con tutte le garanzie proprie del processo penale.
Ma certamente il comportamento del docente, per di più anche esponente politico (essendosi presentato alle ultime elezioni europee per Alleanza Verdi-Sinistra) e che come tale ha espresso la propria opinione, non può essere sanzionato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, grazie ad un codice “di comportamento” (accettato anche dai sindacati “maggiormente rappresentativi”) che lascia nelle mani un qualunque impiegato dell’ex Provveditorato il diritto di infliggere sanzioni per delle semplici opinioni!
Ecco quindi che la sospensione di Raimo per tre mesi appare abnorme e ingiusta e, se è vero che il dissenso è il cuore della democrazia, tale provvedimento rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione nella scuola e nella società e costituisce un precedente inquietante; un tentativo, neanche troppo nascosto, di intimidire chiunque osi criticare il governo e i suoi esponenti.
Non ci resta quindi, anche in nome del sindacato Unicobas che rappresento, che esprimere piena solidarietà a Christian Raimo e alle studentesse e agli studenti che oggi sono scesi in piazza in suo sostegno, con la consapevolezza che la mobilitazione è appena iniziata per resistere culturalmente a qualcosa che somiglia sempre più ad un regime