domenica 31 marzo 2024

31 marzo - Sciopero lavoratrici e lavoratori delle Coop. Sociali - Dalle lavoratrici Slai Cobas sc Palermo: No aumenti elemosine, No discriminazioni

 

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI PRECARI DELLE COOP SOCIALI DELLO SLAI COBAS SC DI PALERMO SARANNO IN ASSEMBLEA NELLA GIORNATA DI SCIOPERO NAZIONALE DEL 10 APRILE, IN COLLEGAMENTO CON TUTTE LE LAVORATRICI E LAVORATORI DEL SETTORE IN MOBILITAZIONE,LA LOTTA NON SI FERMA!

contro il CCNL siglato dai confederali da "aumenti" elemosina dei salari rispetto all'aumento dei prezzi e al carovita, da negazione degli arretrati, di più sfruttamento di discriminazioni verso le lavoratrici madri...

vogliamo un lavoro stabile, basta precarietà! Il servizio di assistenza igienico-personale specializzato deve essere garantito per tutti gli studenti e studentesse disabili delle scuole superiori che ne hanno diritto dall’inizio e per tutto l’anno scolastico, è già stata predisposta dalla Città Metropolitana una programmazione, anche con la Regione Siciliana, per l’anno scolastico prossimo per evitare i problemi annosi di risorse e di tempi che si ripresentano ogni anno?

La richiesta alle famiglie degli studenti disabili della certificazione UVM come presupposto per erogare il servizio di assistenza in questione non è legittima, crea discriminazioni e deve essere abolita

a tutti gli Assistenti igienico personale specializzati del bacino deve essere garantito il diritto al lavoro, senza alcuna discriminazione verso le Assistenti donne, a maggioranza nel settore, chenon devono essere penalizzate ed escluse dal lavoro, come già gravemente successo, per una presunta e non legittima “questione del genere” che se applicata in modo non consono discrimina difatto le lavoratrici donne da un lato e per l’agire delle Cooperative Sociali non trasparente e non in linea con quanto stabilito dalla normativa vigente e non sufficientemente controllato

il principio di continuità utente/operatrice/operatore deve essere garantito pienamente senza mettere in atto, come successo gravemente quest’anno, accorpamenti non legittimi di utenti o assegnazioni non trasparenti alle Coop Sociali senza rispettare affatto le scelte delle famiglie,solo nell’ottica di risparmiare risorse e tagliare posti di lavoro da parte dell'Ente appaltante, Città Metropolitana

Le ore di servizio settimanali, ad oggi assolutamente non sufficienti, devono essere aumentate per garantire un servizio di piena qualità e sicurezza

è nostro diritto avere la copertura delle giornate di lavoro, in caso di assenza prolungatadell’alunna/alunno disabile, o di assemblee di Istituto o sospensioni di attività didattiche, con la copertura economica per i primi due/tre giorni in caso di assenza dell’alunno e la modalità del recupero delle ore non espletate per i giorni seguenti di assenza, o per le giornate di sospensione

si deve garantire la sostituzione dell’Assistente che deve accompagnare lo studente disabile incaso di gite eliminando invece le attuali modalità che di fatto generano discriminazioni per glistudenti in questione

si devono garantire migliori condizioni di salute e sicurezza sul posto di lavoro

Basta soldi da parte del governo Meloni antiproletario per la guerra ma per i servizi, la scuola, la sanita'!

Slai Cobas sc Palermo Via M. Cipolla 93

sabato 30 marzo 2024

30 marzo - dal blog tarantocontro: EX ILVA - LOTTA E ORGANIZZAZIONE VERSO IL 19 APRILE

 

le parole di padroni, governo, sindacati e la realtà alle ditte dell'appalto licenziamenti, ulteriore precarizzazioni, cassa integrazione permanente e senza futuro

resistenza operaia nelle ditte contro accordi peggiorativi nell'appalto Acciaierie /porto -contro lavoro interinale, contratti a tempo determinato/ giungla dei contratti/ precarietà

costruzione della mobilitazione autonoma degli operai acciaieria e appalto nella giornata di lotta/sciopero dove è possibile/presidi per il 19 aprile - per un comitato di lotta operai appalto/acciaieria/operai cigs in AS

campagna di informazione e presa di posizione nazionale nelle fabbriche siderurgiche e metalmeccaniche con rappresentanti nazionali a Taranto per il 19 aprile 

convegno della Rete Nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio a Taranto il 19 aprile in occasione dell'inizio del processo di appello per “Ambiente Svenduto”

info slaicobasta@gmail.com 3519575628  


30 marzo - info: Diritto di sciopero - il divieto Salvini sconfitto in tribunale

dal comunicato delle organizzazioni sindacali di base che avevano indetto lo sciopero del 15 dicembre

Che l’ordinanza di Salvini, con cui impose la riduzione a 4 ore dello Sciopero dell’intera giornata del 15.12.2023 degli autoferrotranvieri, fosse un vero e proprio abuso di potere era chiaro a tutta la categoria, in lotta per migliorare le condizioni salariali, normative, di sicurezza e contro le privatizzazioni.

D’altra parte, gli autoferrotranvieri avevano già subito una ordinanza di riduzione dello sciopero del 27.11.2023, decidendo di rinviarlo al 15.12.2023.

Ora anche il Tar del Lazio ha riconosciuto la legittimità di quella mobilitazione del 15.12.2023 e l’illegittimità della ordinanza di riduzione dello Sciopero emanata da Salvini, considerandola, di fatto, un vero e proprio abuso di potere del Ministro che è intervenuto senza una fondata ragione di urgenza e senza “la sussistenza nel concreto dei presupposti sostanziali per provvedere”.

Il TAR del Lazio, nel riconoscere la possibilità, in astratto, del Ministro dei Trasporti ad intervenire sugli scioperi per limitarne o revocarne l’effettuazione, conferito gli dalla legge antisciopero, conferma i limiti entro cui tale potere deve essere esercitato.

In realtà, come avevano denunciato le sigle dei sindacati di base che avevano proclamato unitariamente la mobilitazione del 15.12.2023, Salvini ha abusato del potere conferitogli dall’art. 8 della L.146/90 e L.83/00 – norme che limitano l’esercizio del diritto di sciopero in Italia – solo per fare la sua campagna elettorale, quale Ministro capace di usare il pugno di ferro contro i lavoratori l’esercizio del “diritto dei diritti” qual è quello di Sciopero.

Anche i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno riconosciuto l’illegittimità di un atto antidemocratico ed inaccettabile che non può e non deve ripetersi né contro gli autoferrotranvieri, né contro i lavoratori in genere.

28.3.2024 i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno riconosciuto l’illegittimità di un atto antidemocratico ed inaccettabile che non può e non deve ripetersi né contro gli autoferrotranvieri, né contro i lavoratori in genere.

28.3.2024

ADL Cobas

AL Cobas

Confed. COBAS

CUB trasporti

Sindacato Generale di Base SGB

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Stralcio della sentenza

del Tar del Lazio del 28.3.2024

giovedì 28 marzo 2024

28 marzo - ACCIAIERIE EX ILVA ALL'OLIGARCA UCRAINO

 

Una parte rilevante dell'acciaio italiano è finita o sta finendo in mano a Metinvest, la società ucraina posseduta di fatto da due oligarchi, come Akhmetov e Novyns'kyj; dopo aver assunto il controllo degli impianti di Piombino e di quelli di proprietà della famiglia Malacalza, acquisiti tramite una holding lussemburghese, Metinvest è stata chiamata in causa per Taranto dal Ministro Urso.

In questo modo Metinvest diverrebbe un monopolista rispetto all'intero settore dell' acciaio italiano.

su tutto questo contro tutto questo

19 aprile sciopero indetto dallo Slai Cobas per il sindacato di classe

19 aprile -ore 9,00 presidio di massa lavoratori/cittadini/sindacati/associazioni ambientalisti al Tribunale paolo VI comincia l'appello per il maxi processo ambiente svenduto

19 aprile -ore 14   incontro con operai port. A/Direzione acciaieria

19 aprile - ore 16.30 convegno Rete
Nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio - relatori avvocati parti civile Bonetto/Vitale/Pellegrin/ operai e rappresentanti Slai Cobas fabbriche siderurgiche e realtà di lotta / Marescotti peacelink/ Medicina democratica nazionale...

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28 marzo - APPELLO DEI LAVORATORI PALESTINESI PER LA GIORNATA DELLA TERRA

lottiamo per la nostra terra e per la nostra libertà

Appello dei lavoratori palestinesi per la giornata della terra: lottiamo per la nostra terra e per la nostra libertà

lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce all'appello, diffonde in questi giorni questo appello agli operai e lavoratori italiani nelle fabbriche e nei posti di lavoro e città in cui siamo presenti in cui siamo presenti

info slaicobasta@gmail.com

L’esercito di Israele ha bombardato lo scorso 7 marzo la sede centrale della Federazione Generale dei Sindacati Palestinesi (PGFTU) nella città di Gaza. La sede della PGFTU forniva servizi cruciali [a tutta la popolazione], tra i quali un asilo per 380 bambini e un panificio che serviva molte famiglie. E’ la terza volta che la sede generale della PGFTU subisce una tale distruzione, i precedenti attacchi erano avvenuti durante il bombardamento israeliano di Gaza del 2014. Oltre l’edificio principale, sono state distrutte tre sedi PGFTU nel quartiere di Al-Rimal e in Via Yarmouk. L’attacco ha colpito, oltre gli edifici, i mezzi di sussistenza e i diritti dei lavoratori palestinesi. Tuttavia i lavoratori palestinesi restano fermi sulle loro posizioni: persevereremo nella nostra lotta per la giustizia e la dignità. Mentre ci prepariamo a celebrare la Giornata della Terra palestinese il 30 marzo e l’anniversario della Grande Marcia del Ritorno del 2018, continuiamo a chiedere con forza ai sindacati e ai lavoratori di tutto il mondo a stare al nostro fianco. Chiediamo a tutte le persone di coscienza di porre fine alla complicità con i crimini di Israele, a cominciare dall’immediata cessazione del commercio di armi.

Tanto la Giornata della Terra che le commemorazioni della Grande Marcia del Ritorno hanno un significato profondo per il nostro popolo, perché ricordano la nostra lunga lotta per la giustizia e la realizzazione dei nostri inalienabili diritti. A fronte del genocidio israeliano e dei tentativi di pulizia etnica a Gaza, è indispensabile riaffermare la centralità del diritto al ritorno per tutti i palestinesi. La maggior parte dei palestinesi, compresi quelli di Gaza, sono rifugiati, e il loro diritto al ritorno alle proprie case originarie rimane al centro della lotta palestinese.

Mentre ci prepariamo a queste commemorazioni, siamo di fronte alla straziante situazione di Gaza. I bombardamenti ininterrotti e le tattiche intenzionali di affamamento di Israele rivelano la natura genocida della sua aggressività, e scaricano sui lavoratori le conseguenze più pesanti.  L’evacuazione forzata dei palestinesi dall’area settentrionale di Gaza, insieme agli attacchi indiscriminati contro gli sfollati e le infrastrutture vitali, sono un chiaro tentativo di pulizia etnica, una continuazione della Nakba del 1948.

Prendiamo nota delle dichiarazioni e delle azioni del movimento sindacale in risposta all’appello iniziale dei sindacati palestinesi in ottobre e rendiamo omaggio a tutti coloro che si sono schierati al fianco del popolo palestinese. Questi atti di solidarietà, sia con le parole che con le azioni, sono in continuità con la grande tradizione dell’internazionalismo sindacale. Tuttavia, è necessario fare di più: durante la Giornata della Terra chiediamo un’intensificazione delle azioni per porre fine al genocidio. È indispensabile minare non solo la vendita e il finanziamento di armi a Israele, ma anche il trasporto di queste armi e di altri materiali chiave utilizzati dall’esercito israeliano per imporre il suo brutale e illegale assedio.

Chiediamo ai lavoratori e ai sindacati di tutto il mondo di mobilitarsi per la Giornata della Terra 2024 tramite:

  • Il rifiuto di partecipazione nella produzione e nel trasporto di armi destinate a/o provenienti da Israele; interrompendo la logistica delle operazioni militari di Israele, possiamo impedire la sua capacità di esercitare ulteriori violenze contro il nostro popolo.

  • Lo scontro con la complicità dei governi che perpetuano l’aggressione di Israele. Ciò include la contestazione del rilascio di licenze per la vendita di armi, e le proteste presso i Ministeri della Difesa e degli Esteri. I governi devono essere ritenuti responsabili del loro ruolo nel facilitare il genocidio di Israele.

  • L’intensificazione di tutte le azioni sindacali efficaci – approvazione di mozioni, agitazione nei luoghi di lavoro, organizzazione di sessioni di educazione e creazioni di network.

Nonostante l’orrore del genocidio perpetrato da Israele e dei suoi crimini quotidiani contro i palestinesi, non possiamo cedere alla disperazione né deviare la nostra attenzione [da questo]. Al contrario, per celebrare questa giornata storica per il popolo palestinese nella nostra lotta di liberazione, dobbiamo rinnovare il nostro impegno a rimanere uniti come lavoratori contro l’ingiustizia.

20 marzo 2024


28 marzo - SCIOPERO COOPERATIVE SOCIALE, info solidale

MERCOLEDI 10 APRILE 2024 SCIOPERO NAZIONALE INDETTO da SGB, CUB, ADL COBAS, CLAP, SIAL Cobas 

SCIOPERO NAZIONALE per i lavoratori e le lavoratrici dei contratti coop sociali, uneba, aninsei, agidae, misericordie, enti opere e istituti valdesi, e degli altri contratti di associazioni, fondazioni, cooperative sociali, aziende speciali, imprese e società operanti nei settori socio-educativi, socio-sanitari, accoglienza per rifugiati e migranti, servizi di assistenza alla persona (diurni e residenziali) in appalto, affidamento, concessione, accreditamento, sia pubblici che privati, impiegati nei servizi integrativi, di assistenza alla comunicazione e all'integrazione scolastica per l’inclusione degli alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado , in attuazione della L. 104/92 – INTERA GIORNATA DEL 10 APRILE 2024

Le scriventi OO.SS., incontratesi con altre organizzazioni, comitati e assemblee autoconvocate di lavoratori e lavoratrici dei settori in oggetto, il giorno 22 marzo 2024 hanno discusso delle condizioni dei servizi alla persona (a gestione pubblica in appalto o accreditamento presso gli enti locali). Tale discussione è stata preceduta da ulteriori assemblee territoriali e nazionali che hanno fatto emergere le problematiche di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, operanti nei servizi pubblici esternalizzati e gestiti da enti del privato sociale, legate a forti iniquità salariali e discriminazioni in rapporto ai colleghi/e direttamente assunti dal pubblico. Queste assemblee hanno portato all’indizione dello stato d’agitazione reso pubblico l’11 marzo 2024. Considerato che le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici in appalto subiscono una grave discriminazione di diritti contrattuali e salariali rispetto ai colleghi/e, di pari mansione, assunti direttamente dal pubblico.

Considerato che i differenti contratti nazionali applicati nelle diverse tipologie di servizi dedicati alla cura, all’educazione, l’assistenza delle persone fragili e delle fragilità sociali sono tutti inferiori alle condizioni salariali e altri istituti di diritto contrattuale rispetto ai contratti pubblici (MIUR, EE.LL., SANITA’ PUBBLICA). Coerentemente con quanto espresso dagli orientamenti della CGSSE, circa la proclamazione di sciopero e la procedura di raffreddamento, in particolare a quanto contenuto nei verbali n. 396 del 5.10.2000 e n. 530 del 15-16.01.2004, relativamente all’obbligo di esperire la procedura di raffreddamento e conciliazione.

PROCLAMA SCIOPERO NAZIONALE per i lavoratori e le lavoratrici dei contratti coop sociali, uneba, aninsei, agidae, misericordie, enti opere e istituti valdesi, e degli altri contratti di associazioni, fondazioni, cooperative sociali, aziende speciali, imprese e società operanti nei settori socio-educativi, socio-sanitari, accoglienza per rifugiati e migranti, servizi di assistenza alla persona (diurni e residenziali) in appalto, affidamento, concessione, accreditamento, sia pubblici che privati, impiegati nei servizi integrativi, di assistenza alla comunicazione e all'integrazione scolastica per l’inclusione degli alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado , in attuazione della L. 104/92 – INTERA GIORNATA DEL 10 APRILE 2024

Motivazioni dello sciopero:

Avviare un confronto sull’internalizzazione dei servizi pubblici in appalto o accreditamento , in particolare riguardanti scuola, sanità, CSE, CDD, RSA, RSD con il Governo e gli Enti locali.

Rivendicare un'equiparazione delle paghe e dei diritti contrattuali dei lavoratori e lavoratori in appalto ai contratti del pubblico impiego.

Contrastare la mercificazione del welfare e dei servizi sociali e il continuo peggioramento dei servizi (taglio delle rette per l'assistenza all'utenza, taglio delle risorse per l'assunzione del personale e per la messa in sicurezza dei Servizi) e dei trattamenti economici e normativi di chi ci lavora.

Richiedere un piano di investimenti per la messa in sicurezza dei Servizi, sia dal punto di vista della manutenzione delle strutture, sia relativamente all'utilizzo di dispositivi e strumentazioni tecniche per svolgere le prestazioni di cura in piena sicurezza per gli/le assistiti/e e gli/le operatori/operatrici.

Si sollecitano le associazioni datoriali in indirizzo alla puntuale comunicazione dello sciopero alle proprie associate, consociate al fine di ottemperare all’obbligo di informazione all’utenza e per la garanzia dei servizi minimi essenziali ai sensi delle norme che regolamentano la materia. Le scriventi OO.SS. rendono noto che laddove non fossero rispettate le procedure previste dalla legge 146/90, così come modificate dalla legge 83/2000 per lo sciopero dei servizi pubblici essenziali, cui le associate alle centrali in indirizzo sono sottoposte, segnalerà le eventuali inadempienze alla commissione di garanzia


28 marzo - CONTINUA LA CATENA DELLE MORTI, STRAGI, SUL LAVORO

Orzivecchi, travolto dal carico della gru nel cantiere della Casa di riposo: muore operaio di 52 anni

di Riccardo Caffi

La vittima è Nazmi Morina, 52 anni. Nessuno ha assistito alla scena. E' stato un volontario a notare l'ingresso del cantiere spalancato e il camioncino con il cassone aperto

28 marzo 2024

Il luogo dell'infortunio mortale e la vittima, Nazmi Morina

 Nazmi Morina aveva 52 anni era originario del Kosovo, ma era bresciano d’adozione. È lui l’ennesima vittima sul lavoro. L’operaio è rimasto schiacciato da un bancale di serramenti nel cortile della Rsa dove sono in corso i lavori di efficientamento energetico finanziati dal Superbonus 110. La tragedia si è verosimilmente consumata intorno alle 17. In quel momento l'operaio, dipendente della Aurora Costruzioni di Orzinuovi che ha in carico l'appalto, era solo sul cantiere. Non c'era nessuno neppure nel cortile perché parenti, volontari e molti dei 42 anziani ospiti della Casa di riposo «Carlo Frigerio» erano radunati nella cappella per la messa del mercoledì santo. Manovrando la gru, Nazmi Morina stava scaricando da un camioncino un bancale di serramenti in pvc, completi di doppio vetro e pronti per essere montati. (...)

 

“MACCHINISTA SOLO” MUORE SUL TRENO MENTRE GUIDA

Manoppello (PE) – Abbiamo da poco appreso dell’ennesima morte prematura di un macchinista alle soglie della pensione: si tratta del collega Antonio D’Acci, di 61 anni, che era alla guida del treno regionale 4193 Pescara – Sulmona.

Antonio D’Acci

La causa della morte, dalle prime notizie, sembra essere un infarto che lo ha colto mentre si trovava alla guida del suo treno nei pressi dell’Interporto di Manoppello, in provincia di Pescara. Non sappiamo ancora se il soccorso sia stato adeguato e tempestivo né se avrebbe potuto influire sul tragico esito. In attesa di informazioni più precise esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia del collega, ma non possiamo non lanciare per l’ennesima volta il nostro appello contro gli equipaggi a “macchinista solo”, contro una normativa di lavoro atipica ed altamente usurante e contro l’innalzamento dell’età pensionabile per macchinisti, capitreno e manovratori: prima della modifica delle regole con la famigerata legge Fornero il collega sarebbe stato già in pensione da 3 anni. Invece ci troviamo oggi a piangere il 147º collega prematuramente scomparso, da quando nel 2015 iniziammo a tenere questo triste conteggio, avendo nostro malgrado verificato che la scia di macchinisti morti si allungava sempre di più.

La redazione di Ancora In Marcia


martedì 26 marzo 2024

26 marzo - NON È UNA PARTITA DI CALCIO, SONO LE STRAGI SUL LAVORO CHE IL GOVERNO MELONI STA INCENTIVANDO: Italia batte Francia 4 a 1 è quello che mi viene in mente vedendo che i Francesi dall'inizio dell'anno avevano fino a pochi giorni fa 67 morti mentre noi a questa mattina ne contiamo sui luoghi di lavoro 237 e oltre 300 con itinere e altri morti che lavoravano sulle strade

 da C. Soricelli Osservatorio Bologna

Davvero sconcertante leggere che i francesi hanno quest'anno 67 morti sui luoghi di lavoro, mentre l'Osservatorio Nazionale di Bologna a questa mattina ne ha registrati 237. Mettiamoci un modo diverso di monitorare, che non ci mettono i morti di fatica, ma il confronto è inaccettabile, certo che se anche loro hanno un Istituto come INAIL che raccoglie le denunce dei suoi morti.....In Italia spariscono i morti in nero e gli anziani che continuano a lavorare, ma anche i morti che sulle strade ci lavorano come gli agenti di commercio, e altri 4 milioni che non sono assicurati a INAIL. Ho mandato le mie rimostranze anche alla Presidente di Eurostat (Istituto europeo di Statistica) ma la loro risposta è stata solo burocratica, Anche da loro considerato un rompicoglioni evidentemente. Ma io continuo, anche se pian pianino si stanno accorgendo tutti che quello che scrivo è vero, come nel caso delle donne lavoratrici che muoiono molto più degli uomini percentualmente per il triplo lavoro, lo denuncio da anni. Ora anche INAIL se ne accorge e lo scrive. scrivo loro Benvenuti nella realtà, capiterà anche così anche per il numero di morti. ora anche il Presidente di ANMIL mette le mani avanti e scrive che i morti di INAIL non sono tutti, anche a lui dico Benvenuto. Ci ho messo 17 anni ma dico finalmente. Il sistema, chiamiamola gentilmente "lobby della Sicurezza" che si nutre su queste tragedie con miliardi di euro, mica si mette contro a chi gli fa riempire la pancia, hanno i referenti in Parlamento e nelle Istituzioni. Ora c'è già chi si sta riposizionando, piano piano, per non disturbare e non perdere i lauti guadagni

 Operaio di 60 anni precipita dal tetto di un'azienda e muore

Il tragico incidente sul lavoro costato la vita a un uomo è avvenuto questo pomeriggio nella zona industriale di Aprilia


lunedì 25 marzo 2024

25 marzo - OPERATORI SANITARI DI FIRENZE E MILANO PRENDONO POSIZIONE CONTRO IL GENOCIDIO A GAZA: CHE ALTRI OPERATORI DI ALTRE CITTÀ SI UNISCANO PER COSTRUIRE INIZIATIVE A LIVELLO NAZIONALE

 


25 marzo - info Stellantis: Stellantis, Tavares grandi prospettive (a condizione) - Per gli operai: cassintegrazione, contratti di solidarietà, rischio lavoro per 1 lavoratore su 2

 

Stellantis, il ministro Urso convoca (il 3 aprile) il tavolo sul futuro di Mirafiori

Intanto una ricerca Ires Piemonte lancia l’allarme: «l’elettrico mette a rischio un lavoratore su due»

Dall'intervista a Tavares di Sole 24 Ore

Il futuro di Mirafiori sarà discusso il 3 aprile al tavolo di Stellantis convocato dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso. All’incontro, dedicato al Piemonte e alla sua filiera dell’auto, saranno presenti Anfia, Regione e sindacati. Aperto la scorsa estate, e ancora in attesa di un accordo, il tavolo su Stellantis e l’automotive punta a riportare in Italia la produzione di auto a quota  un  milione di vetture l’anno. Per riuscirci, oltre all’intesa da raggiungere con Stellantis, l’esecutivo sta passando in rassegna, ascoltandoli,  tutti i protagonisti della componentistica auto italiana: fornitori, lavoratori, enti locali.  Il  3  aprile tocca al Piemonte, con focus sulla complessa situazione che sta vivendo l’impianto di Mirafiori, in cassa integrazione per 11 settimane, e con gli operai Maserati in solidarietà fino a fine anno.  

Un lavoratore su due della filiera è a rischio

Se Mirafiori frena, si ferma un bel pezzo dell’indotto automotive del Piemonte ancora molto legato a Stellantis e ai suoi marchi. Ires Piemonte ha pubblicato una ricerca sulla filiera dalla quale emerge che la svolta elettrica è tutt’altro che una passeggiata. Il 34% delle imprese dell’indotto auto e il 43% degli occupati piemontesi  sono ad «alto o medio rischio spiazzamento»  perché tante  componenti non sono presenti nei veicoli elettrici.  Pertanto quasi 20 mila dipendenti del territorio sarebbero a rischio.  

L’Italia è uno dei tre pilastri di Stellantis nel mondo, insieme e Francia e Stati Uniti. E resterà tale. Lo garantisce al “Sole 24 Ore” Carlos Tavares, Ad del terzo gruppo automobilistico globale per ricavi. Tra il 2019 e il 2022 Stellantis ha investito cinque miliardi nel nostro Paese, di cui due a Torino. Sono stati avviati 240 milioni per Mirafiori con il Battery Tecnology Center, Circular Economy, e DCT e grEEn

Campus. E 2,4 miliardi di investimenti a Termoli, per una delle tre gigafactory di batterie europee realizzate in consorzio con Mercedes-Benz e Total, Acc. Più gli investimenti per mettere in produzione i nuovi modelli elettrici sulle due piattaforme di ultima generazione, Stia large e Stia medium negli impianti di Cassino e Melfi. 

venerdì 22 marzo 2024

22 marzo - dal blog tarantocontro: Acciaierie - quali rivendicazioni immediate - 19 aprile

 

All'appalto

Portinerie Acciaierie

Questa mattina lo Slai Cobas per il sindacato di classe è intervenuto alle portinerie dell'ex Ilva-Acciaierie/Appalto, portando le rivendicazioni immediate che difendono gli interessi dei lavoiratori e, nello stesso tempo, indicando una scadenza generale di mobilitazione.

I comunicati delle imprese dell'appalto e delle organizzazioni sindacali parlano di clima più sereno dell'appalto, con ripresa graduale delle aziende al lavoro e di segnali diststensivi anche sulla cassintegrazione nelle Acciaierie, su cui i sindacati confederali chiedono rotazione eque.

Lo Slai cobas guardando ai fatti rivendica il rientro immediato e generale di tutti gli operai dell'appalto che è il primo segnale che deve venire dal governo e Commissari Acciaierie.

Noi riteniamo, proprio per le cose dette dalle imprese dell'appalto, dal governo e dai commissari, che non ci sia giustificazione alcuna al rientro generalizzato di tutte le ditte e gli operai dell'appalto; o comunque ad un calendario ben definito di questo rientro nelle prossime settimane. E' chiaro che questo comporta da parte delle Ditte il pagamento degli stipendi e delle spettanze finora mancanti, e comunque l'autorizzazione, il pagamento della cassintegrazione ordinaria anticipata dalle stesse Ditte.

Sul fronte di Acciaiarie Commissari e sindacati sono chiamati alla verifica dei fatti rispetto ad una massiccia riduzione della cassintegrazione e l'attuazione effettiva della rotazione.

La seconda questione che poniamo per Acciaierie e ditte dell'appalto è l'integrazione alla indennità di cassaintegrazione, per fronteggiare il crollo dei salari di fatto dei lavoratori.

A fronte dei prossimi incontri romani lo Slai Cobas insiste che nessun accordo, nessun piano industriale può prevedere o aprire la strada ad esuberi sia in Acciaierie che nell'appalto. Così come va affrontata seriamente e in forme innovative il piano di bonifiche e ambientalizzazione e sicurezza sul posto di lavoro, con controllo costante da parte degli enti preposti.

Sono questi i contenuti che saranno al centro della 'Piattaforma operaia', su cui chiamiamo alla giornata di lotta e di discussione del 19 aprile (giorno in cui peraltro inizia l'appello del processo "ambiente svenduto".


22 marzo - info: FERMO LA CGIL ATTACCA UNA LAVORATRICE - LE QUERELE CONTRO I DIPENDENTI ORA LE FANNO DUE DIRIGENTI E SEGRETARI CGIL. A FERMO (MARCHE) C'È CHI PAR ESSERE PEGGIO DEI PADRONI.

 

Apprendiamo e raccontiamo, dopo opportune verifiche, la storia da potere padronale "ancien regime" attuato da due alti dirigenti sindacali Cgil Marchigiani, verso una dipendente. Un fatto accaduto a Fermo, contro una dipendente di una società Srl - in house - controllata dalla stessa Cgil, nella quale i due dirigenti ricoprono ruoli in consiglio di amministrazione.

I fatti in sintesi: la dipendente riconosciuta da tutti come capace e di grande esperienza, dopo anni di precariato a orario ridotto, esasperata, critica aspramente i sindacalisti-imprenditori, i quali reagiscono con una contestazione disciplinare. Segue la sanzione disciplinare: 10gg di sospensione dal lavoro e dallo stipendio.

Sanzione impugnata dalla dipendente, perché ritenuta totalmente e palesemente sproporzionata e discussa davanti al Giudice del tribunale del lavoro di Fermo. Per evitare di soccombere in giudizio, si arriva ad una conciliazione giudiziale, la sanzione viene ridotta a 4 giorni.

Fin qui un classico tra impresa e lavoratori, con una anomalia: l'imprenditore è un alto dirigente del sindacato, che dovrebbe essere seduto a fianco e in difesa della lavoratrice. La dipendente si è rivolta a un legale.

Ma mentre si discute della sanzione, vista la mal parata, stante la palese sproporzione ormai acclarata, con un atto che appare intimidatorio e con una condotta scorretta ed impropria, i due dirigenti sindacalpadroni querelano la dipendente.

Gesto che nessun padrone fa, in quanto nei rapporti di lavoro lo strumento coercitivo del datore di lavoro è appunto la sanzione disciplinare, graduata in relazione alla gravità dei fatti.

Evidentemente pare che questi due sindacalisti non siano adatti né come sindacalisti né come imprenditori.

Speriamo sia solo un gravissimo episodio locale attribuibile ai due soggetti e non una nuova tendenza, e ciò lo si capirà se i due saranno o meno dovutamente sanzionati dall’organizzazione di cui sono dirigenti.

Va detto che uno dei due pare abbia ritirato la querela, anche su suggerimento e pressione dei livelli superiori della Cgil. Pure in questo caso servirà proporzionalità nella sanzione e nelle pene afflittive. Proporzione che non hanno saputo cogliere loro, né da padroni, né da sindacalisti.


giovedì 21 marzo 2024

21 marzo - info solidale da Palermo: Solidarieta' ai compagni di Antudo colpiti dalla repressione di Stato - giù le mani da chi lotta contro i padroni e il governo della guerra imperialista

 

LA QUESTURA DI PALERMO HA EMESSO TRE MISURE CAUTELARI RESTRITTIVE VERSO 3 COMPAGNI MILITANTI DI ANTUDO

“Una custodia cautelare in carcere e due obblighi di firma con accuse di atto terroristico e istigazione a delinquere per aver diffuso un video di un'iniziativa simbolica di protesta avvenuta alla sede della Leonardo SPA di Palermo nel novembre 2022 a tre militanti di Antudo. Oggi anche in Sicilia chi svela i piani criminali del governo italiano e delle sue fabbriche di morte viene represso e privato della sua libertà, mentre i responsabili dei massacri e del genocidio in atto a Gaza si riempiono le tasche con i grassi profitti dell'industria bellica. Libertà per chi lotta contro la guerra, Leonardo complice del genocidio!” (dal comunicato di Antudo).

MASSIMA SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE DI STATO

GIÙ LE MANI DA CHI LOTTA CONTRO LE FABBRICHE DI MORTE E DELLA GUERRA IMPERIALISTA.

Per il governo italiano, guidato dalla fascista Meloni, la Leonardo spa non si deve toccare. La Leonardo Spa, come si è denunciato con forza in questi mesi di manifestazioni, di protesta, a Palermo, davanti la fabbrica Leonardo con la presenza di centinaia di compagni, di militanti, di lavoratori, di studenti, produce sistemi d’arma che vengono usati e venduti in tutto il mondo per le guerre imperialiste e continua a fare profitti per miliardi su migliaia e migliaia di morti, feriti e immani distruzioni. E la Leonardo non si ferma, anzi compra altre aziende militari ad alta tecnologia e cerca anche nuovi alleati: “…l’altro risvolto, gli alleati che la Leonardo sta cercando, e in particolare l’alleanza con la Iveco Defence per espandere la propria presenza nell’industria degli armamenti terrestri”.

Continueremo a combattere contro Il governo italiano ogni giorno sempre più reazionario e guerrafondaio, pienamente al servizio degli interessi del Capitale, dei padroni assassini come la Leonardo Spa, pienamente complici oggi del massacro genocida del popolo palestinese messo in atto dallo Stato nazisionista di Israele, non sarà la repressione di questo Stato borghese a fermare la lotta giusta e immediata che serve, che deve essere necessariamente inserita nella prospettiva di lottare per rovesciare questo sistema sociale capitalista e imperialista che produce solo guerre, miseria, distruzione, repressione….

Libertà immediata per i compagni arrestati e sottoposti a misure cautelari.

Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo


21 marzo - info GKN: CHIAMATA AI CANCELLI PER LA DIFESA DELLA FABBRICA

 È un nuovo 9 luglio di fatto. Bodyguard dentro e attorno l'azienda. Il liquidatore è entrato in azienda nella piena tranquillità dimostrando la piena agibilità dello stabilimento. L' opinione pubblica è stata presa in giro per mesi. Ma con lui l'azienda ha insediato una ditta di investigazione privata presso il presidio. Questo avviene proprio quando si facevano passi avanti sul terreno della reindustrializzazione. E a pochi giorni dall' incontro ministeriale. Avviene il giorno dopo che il comune di Campi ha concesso il patrocinio al festival della Letteratura. Chiamiamo tutto il territorio e la cittadinanza solidale ai cancelli stasera alle 20.30.


Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Il liquidatore si inventa una ricostruzione fantasiosa dei fatti e invoca l' intervento del Ministero degli Interni. Attacca il Comune di Campi e il presidio dei lavoratori che chiedono stipendio e lavoro. L' agenzia investigativa lascia lo stabilimento. Attaccano il Festival di Letteratura Working class perché in questo paese gli operai devono restare muti. La solidarietà si stringe ancora attorno alla fabbrica. Martedì 26 andiamo a Roma. Chi può venga con noi.

Form per la partecipazione solidale https://forms.gle/yxQKmE28cRPv3Xpp9

#insorgiamo



mercoledì 20 marzo 2024

20 marzo - SCIOPERI IN EGITTO, LE OPERAIE IN PRIMA FILA: MIGLIAIA DI LAVORATORI SCIOPERANO PER L’AUMENTO DEI SALARI NELLA FABBRICA DI GHAZL AL-MAHALLA

 

– di Beesan Kassab, 25 febbraio 2024

I lavoratori di Ghazl al-Mahalla sono in sciopero per ottenere salari più alti e bonus più equi. Circa 7.000 lavoratori si sono riuniti sabato mattina nella piazza centrale del complesso industriale di Ghazl al-Mahalla per uno sciopero che dura già da tre giorni. Chiedono che il loro pasto giornaliero venga aumentato a 30 LE [=0,57 euro], alzando un coro in cui si dice che l’importo copre a malapena “il prezzo di un litro di latte”. Chiedono anche l’applicazione di salari più alti, facendo riferimento a un recente aumento salariale per il settore pubblico basato su istruzioni del presidente Abdel Fattah al-Sisi, in mezzo a un’ondata inflazionistica che ha fatto salire il costo della vita a livello nazionale. In altri slogan, i lavoratori hanno chiesto: “Dov’è la decisione di Sisi?”. La mega-fabbrica di proprietà pubblica impiega decine di migliaia di persone nei settori della filatura, del tessile e del cotone medicale, oltre a una centrale elettrica su un’enorme area di terreno a Mahalla al-Kubra, nel governatorato di Gharbiya. Fino a domenica, le trattative dei lavoratori con la società madre sono fallite, ha dichiarato il Centro per i sindacati e i servizi ai lavoratori in un comunicato diffuso sabato sera. All’incontro hanno partecipato un rappresentante della presidenza, dell’Ufficio del Lavoro, del Ministero del Commercio e dell’Industria e il presidente del Sindacato Generale della Filatura e Tessitura. Diversi uomini che lavorano nell’azienda sono stati trattenuti sabato dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dopo essere stati convocati per essere interrogati dall’organismo di sicurezza insieme ad alcune lavoratrici, ha dichiarato la CTUWS, senza specificare il numero dei detenuti. I lavoratori hanno lanciato lo sciopero giovedì [22 febbraio], hanno dichiarato a Mada Masr, iniziando nelle fabbriche di abbigliamento a prevalenza femminile, che storicamente sono state in prima linea in diversi scioperi famosi dell’azienda. Hanan*, supervisore di una fabbrica di abbigliamento, ha raccontato a Mada Masr che gli operai del suo edificio hanno iniziato a scandire slogan, interrompendo infine il lavoro mentre i canti si diffondevano da una fabbrica all’altra.

20 marzo - INFO POSTE: SCIOPERO CONTRO PRIVATIZZAZIONE, PRECARIATO E PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO

 



martedì 19 marzo 2024

19 marzo - info solidale: Maxidi di Belfiore Verona: nella notte perquisizioni e sequestri ai danni di 3 sindacalisti del Si Cobas

 

Nella tarda serata di ieri, varie pattuglie del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri hanno effettuato perquisizioni domiciliari a casa di tre sindacalisti del SI Cobas, attivi in prima fila nella lotta alla Maxidi di Belfiore: Asmerom Zemenfes e Abbas Mohsan dell’esecutivo nazionale e Florina Ghiorghita del coordinamento nazionale. A tutti e tre i compagni sono stati sequestrati i telefoni cellulari e le rispettive SIM, considerate “corpo del reato”, relativo agli scioperi iniziati da giugno dello scorso anno per rivendicare l’effettiva e integrale applicazione del CCNL trasporto merci e logistica nel magazzino della GDO di Belfiore, e che nelle ultime settimane ha prodotto ben 17 giorni di sciopero e presidi fuori ai cancelli a seguito della volontà del nuovo fornitore (la cooperativa Manhandwork) di non riconoscere il SI Cobas, largamente maggioritario tra i lavoratori. I capi di imputazione principali, manco a dirlo, sono i soliti: violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale e blocco stradale così come “riveduto e corretto” dal nuovo decreto sicurezza del governo Meloni. Evidentemente la Procura di Verona, che ha emesso il mandato di perquisizione, intende utilizzare i sequestri dei beni personali dei nostri compagni come strumento di intimidazione al fine di fare cessare gli scioperi fuori ai magazzini Maxidi e le proteste dei lavoratori che si sono sviluppate in queste settimane anche sui punti-vendita, arrivando al punto di esprimere valutazioni di merito sulla giustezza o meno degli scioperi: un giudizio tutto politico che dovrebbe esulare dal ruolo e dai compiti di una procura… Addirittura, gli atti di indagine accusano gli scioperanti di aver acceso dei fuochi per riscaldarsi durante il presidio di notte al gelo, e arrivano persino a giustificare l’immonda aggressione di un vigilante dell’azienda che il mese scorso, come da noi ampiamente documentato, è arrivato a puntare la pistola in faccia ai lavoratori!!! Per quanto ci riguarda, denunciamo con forza quest’ennesimo atto repressivo e intimidatorio nei confronti della nostra organizzazione, e ribadiamo ancora una volta che a decidere della legittimità degli scioperi non sono i Tribunali né tantomeno i padroni, bensì i lavoratori: quei lavoratori che nello scioperare mettono in gioco il loro salario e il loro posto di lavoro al fine di eliminare lo sfruttamento, i salari da fame e le rappresaglie antisindacali. Se i padroni e le Procure credono che queste intimidazioni possano fermare le nostre battaglie per i diritti e la dignità degli operai, presto si renderanno conto ancora una volta di aver fatto male i conti.

Al fianco dei lavoratori in lotta della Maxidi di Belfiore!

Solidarietà ad Asmeron, Abbas e Florina!

Toccano uno- toccano tutti!

SI Cobas nazionale


19 marzo - dal blog tarantocontro: Ex Ilva, i sindacati tornano a Roma info - costruire una giornata di lotta unitaria degli operai Acciaierie/Appalto/ operai in cigs as - la proposta dello Slai Cobas è per il 19 aprile

 

da corriere di Taranto

Il Governo ha convocato i sindacati metalmeccanici per lunedì 25 marzo alle ore 19 a Palazzo Chigi. L’incontro, annunciato da fonti sindacali, si svolgerà presso la Sala Verde di Palazzo Chigi e servirà per fare un nuovo punto sulla situazione dell’ex Ilva, dopo la procedura di amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia e delle sue associate.

Le organizzazioni sindacali attendono di ricevere chiarimenti in merito alle risorse che il governo intenderà destinare al rilancio produttivo del siderurgico, a cui certamente non basteranno i 320 milioni di euro destinati con l’ultimo decreto approvato in ordine di tempo, che dovranno comunque ottenere il via libera da parte della Commissione Europea, in quanto si tratterà di un prestito ponte da elargire in una o più trance entro dicembre 2024. Né certamente l’eventuale implementazione di altri 150 milioni di euro, che dovrebbero arrivare dall’amministrazione straordinaria di Ilva in AS, che “al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori trasferisce fino a 150 milioni ai commissari di Acciaierie Italia” come prevede l’articolo 39, su misure urgenti per l’ex Ilva, della bozza del decreto Pnrr post Consiglio dei Ministri dello scorso febbraio e che non è certo sarà poi approvato. Per far ripartire l’azienda serviranno molte più risorse, pari a non meno di un miliardo di euro, tra l’acquisto delle materie prime, la manutenzione ordinarie e straordinaria degli impianti, il pagamento delle bollette scadute del gas ad Eni e Snam tramite i pianai di rientro sottoscritti con le due società, senza dimenticare quella corretta gestione della cassa integrazione (che si attesta intorno al 30%) che i sindacati chiedono da tempo e che al momento non è cambiata dopo l’estromissione del socio privato ArcelorMittal. Oltre a porre sul tavolo la questione inerente il bando di gara internazionale con cui si cercheranno nuovi gestori del siderurgico, che difficilmente vedrà la luce prima della fine dell’anno (vista la complessità di una procedura del genere e l’esperienza recente con ArcelorMittal) nonostante le intenzioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso che vorrebbe anticipare i tempi all’estate.

Così come saranno chiesti chiarimenti all’esecutivo in merito alla deliberazione di due linee di factoring, destinate a sostenere la liquidità e la continuità di Acciaierie d’Italia in As (Adi) e della filiera di fornitori, da parte di SACE. In particolare, la prima linea spiega il comunicato, riguarda la cessione dei crediti che Adi vanta nei confronti dei propri clienti (c.d. ciclo attivo) per un importo complessivo di 100 milioni di euro. “Sace anticiperà i pagamenti ad Adi, che potrà così disporre di risorse immediate per le esigenze più urgenti”. La seconda linea riguarda il sostegno alla filiera di fornitori di Acciaierie d’Italia (c.d. ciclo passivo), per un importo fino a 120 milioni di euro. Sace potrà acquistare i crediti che i fornitori vantano nei confronti di Acciaierie d’Italia, “per cercare di venire incontro alle esigenze di liquidità”. Anche perché bisognerà poi capire se effettivamente la strada scelta dall’esecutivo sia quella più utile per garantire le aziende dell’indotto o meno, visto che quest’ultime inizialmente erano poco propense a tale soluzione.


19 marzo - RICEVIAMO CONDIVIDIAMO/PUBBLICHIAMO QUESTA PRESA DI POSIZIONE DI OPERATORI SANITARI DI FIRENZE E CI ADOPERIAMO PER DIFFONDERLO E FAR SCHIERARE ALTRI OPERATORI A MILANO. Slai Cobas sc Istituto Tumori Milano

 


lunedì 18 marzo 2024

18 marzo - PALERMO: FORUM DELLA PACE?

Contro il reclutamento alla guerra imperialista di studenti, studentesse e giovani

Contro il “Forum Internazionale per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità” 

organizzato a Palermo dal 17 al 20 marzo 2024, rivolto principalmente a studenti e studentesse delle scuole superiori e dell’università, che ha in programma tante e variegate manifestazioni che hanno come oggetto la guerra ma che sono coperte dal nome accattivante di “pace”.

L’uso di nomi “accattivanti”, “neutrali” è ormai la norma: i paesi imperialisti con a capo gli Stati Uniti (sempre affiancati dall’imperialismo italiano) hanno chiamato le guerre “missioni di pace”, “operazioni di polizia internazionale”, “guerra umanitaria”! “Libertà duratura” (Enduring freedom)…

A smentire le loro parole sono gli stessi organizzatori del Forum quando dichiarano che mirano a coinvolgere “rappresentanti del sistema giudiziario, dell'ordine pubblico e della professione delle armi” che vogliono esplorare “in modo collaborativo il ruolo delle forze armate, delle istituzioni dell'ordine pubblico e della giustizia nel creare le basi per una fiorente comunità globale basata sulla pace e sulla prosperità”.

Altro che “pace e prosperità”! questa iniziativa si inserisce in un contesto che già vede studenti impegnati, anche attraverso la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, nell’“alzabandiera”, negli incontri nelle scuole con le “forze dell’ordine”, nelle visite guidate nelle caserme, nelle basi come Sigonella, negli aeroporti militari per imparare a pilotare aerei da guerra… e ha di fatto lo scopo di spingere studenti, studentesse e giovani ad arruolarsi nei vari corpi dell’esercito.

Un “Forum” per l’indottrinamento, quindi, di “conquista dei cuori e delle menti” dei giovani, come da manuale di guerra, proprio per rendere la guerra imperialista un fatto accettabile non più solo la “guerra mondiale a pezzi” come la chiama il papa, ma anche la guerra totale e perfino esplicitamente nucleare.

Il governo italiano ha di fatto già trascinato il Paese nella guerra in corso con soldi e armi come quella combattuta in Ucraina, tra i diversi imperialismi, per interposta persona! o nella guerra contro il popolo palestinese con il suo sostegno allo Stato nazisionista di Israele che sta portando avanti un genocidio; ma anche con l’invio di navi da guerra nel Mar Rosso contro lo Yemen, o della portaerei Cavour insieme ad altre 5 navi militari nel Mar cinese meridionale… e i morti, i feriti e la distruzione che tutto questo causa è sotto gli occhi di tutti quotidianamente!

È un caso che queste iniziative si tengano in Sicilia? che è già una “portaerei al centro del Mediterraneo” piena zeppa di basi militari; questo “Forum” guerrafondaio, al quale hanno dato il loro sostegno tante istituzioni, come la Regione Sicilia e l’Ufficio scolastico regionale, deve essere innanzi tutto smascherato come aperta propaganda per la guerra, anche perché fa carta straccia ancora una volta dell’articolo 11 della Costituzione che è chiarissimo: “L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, e con l’art.11 si fa carta straccia di tutto il diritto che disciplina i rapporti internazionali fra Stati.

La necessità dello smascheramento delle iniziative del governo e dell’esercito va di pari passo con le mobilitazioni contro la guerra imperialista che vanno continuate, allargate e rafforzate.

Slai Cobas per il sindacato di classe

Via M. Cipolla, 93 Palermo


domenica 17 marzo 2024

17 marzo - Le insidie della casa. spesso drammi della solitudine.. Gli infortuni domestici sono tra le prime cause di morti per infortuni nelle case: tanti anche quest'anno i morti provocati da incendi

 da Osservatorio C. Soricelli

 Tre bambini e la madre morta. Si rimane impressionati nella mia Bologna una delle città più ricche d'Europa sentire che in una strada della nostra città, che ha diversi primati in Italia,  sono morti tre bambini e la madre per il fumo provocato di notte da una stufetta elettrica, Conosco bene via Bertocchi dove si è verificata la tragedia, è anche una strada decorosa, ben servita. ma ovviamente anche qui si annidano forti povertà, perchè era accesa la stufetta di notte, il riscaldamento funzionava o era spento per l'impossibilità di pagare le bollette, gli impianti erano a norma, si poteva affittare se non lo erano? La bella e giovane mamma rumena faceva le pulizie e si era separata dal marito, anche se erano rimasti in buoni rapporti. Ecco i drammi della solitudine. Ecco alcuni casi. Il 4 gennaio muore anziano per asfissia in casa, sempre in provincia di Bologna il 6 gennaio muore un' anziana bruciata per aver voluto accendere il camino con l'alcol, Itala mazzetti aveva 87 anni, sempre il 6 gennaio a Paternò in Sicilia una donna sola di 52 anni ha battuto la testa cadendo in casa, sempre in Sicilia Antonino Facella muore per un incendio in casa, Giuliano Lazzari aveva solo 56 anni, ma anche lui è morto intossicato dai fumi a Trento. l'8 gennaio Rocco De Nuzzo muore fulminato sotto la doccia a Lecce, a Imperia il giorno dopo una coppia muore intossicata dal monossido di carbonio. Anche a Firenze un morto per il monossido di carbonio di una stufetta il 15 gennaio, il 17 gennaio a Perugia, una donna prende fuoco si era avvicinata troppo al camino, aveva 78 anni. Ana Maria Rodigrues peruviana di 58 anni, stesso giorno a Trieste uno straniero  muore bruciato nell'appartamento il 24 gennaio. Il 28 gennaio a Bologna Roma e Novara altri 3 infortuni domestici mortali, ustionato da un fornello, corto circuito bollitore elettrico e esalazioni di una stufa. Ombretta Castellani aveva solo 50 anni rimase travolta da un carico di legname di un camion. Giovanni Crimi a Sassari è morto il 4 febbraio per un' esplosione di una bombola. Mi fermo qui ma la casistica e la registrazione di questi morti è infinita: c'è chi si improvvisa antennista e cade dal tetto, chi infila la testa in un tombino , chi si improvvisa imbianchino e cade dalla scala, chi si mette a lavare i vetri delle finestre e cade sulle strade, chi diventa montatore di tende e tapparelle e cade all'interno e all'estero. chi si recide le arterie in garage con "frullini" di vario genere,  chi si mette a potare gli alberi del giardino e ne rimane travolto, ecc...  potrei continuare all'infinito. Insomma la casa è piena di pericoli e mettersi a fare lavori che richiedono cautela è molto, molto pericoloso



17 marzo - dal blog tarantocontro: Come già denunciato dallo Slai Cobas: si tratta di una vera e propria RESTAURAZIONE

I condannati, chi ha fatto parte delle azioni criminali ai tempi di Riva e successivamente, non possono ora dirigere Acciaierie!

19 aprile - giornata di sciopero e lotta - presidio al Tribunale di Paolo VI dove comincerà l'appello del 

processo "Ambiente svenduto".

Da Il fatto quotidiano

L’Ilva di Stato sembra quella dei Riva: tornano l’ex direttore condannato a 17 anni e il manager ritenuto colpevole della morte di un operaio

di Andrea Tundo | 14 Marzo 2024

Il cuore produttivo dell’Ilva di Taranto è di nuovo nelle mani di due condannati per gli episodi più gravi avvenuti nell’acciaieria. Nel silenzio generale, riappaiono tra i manager dell’impianto Salvatore De Felice e Ruggero Cola per volontà dei neo-commissari governativi Gianluca Quaranta, anche lui con una condanna per vicende avvenute nel siderurgico, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli. De Felice e Cola, scelti per supportare il nuovo dg Giuseppe Cavalli, il primo aiuterà il direttore generale nella gestione dell’area a caldo, quella che comprende altiforni e acciaierie, mentre il secondo si occuperà di laminazione e tubifici. Faranno consulenza, sostanzialmente, su zone che conoscono benissimo, avendole già dirette anche nell’era Riva. E non sempre nel migliore dei modi, secondo i giudici.. De Felice – pensionato dal 2021 – è stato condannato per l’avvelenamento di acque e sostanze destinate alla alimentazione in primo grado nel maxi-processo Ambiente Svenduto, il cui appello inizierà tra poche settimane. In qualità di capo area altiforni, diretta tra il 2002 e il luglio 2012, e di direttore dello stabilimento nel periodo seguente, i giudici della Corte d’Assise di Taranto gli hanno inflitto 17 anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sentenziando che era “senza dubbio” a conoscenza che “l’impianto di sinterizzazione” dell’Ilva “fosse una fonte di diossine”. L’ingegnere – assai vicino ad ambienti del Pd locale e già consigliere comunale a San Giorgio Jonico – ritorna quindi in sella nonostante, si legge nelle motivazioni della condanna, fosse uno dei “più stretti collaboratori” dei Riva e avesse un “pieno coinvolgimento” nelle “politiche industriali” degli allora proprietari dell’acciaieria. Ragioni per cui è stato considerato responsabile dello “sversamento di sostanze nocive” e della “contaminazione” del mare e dei terreni dove c’erano diverse aziende agricole locali. Quello che, sostengono i giudici, sotto i Riva trasformò l’Ilva in qualcosa di simile a un “deposito di esplosivi gestito dai nostri imputati come fochisti”. La Corte non gli ha concesso neanche le attenuanti generiche perché De Felice aveva patteggiato in altri procedimenti, risalenti al 1999 e al 2007, per un omicidio colposo e lesioni. Precedenti che, scrivono i giudici, ne descrivono la “capacità a delinquere”. Cola, una carriera iniziata in Ilva nel lontano 1984 e interrottasi nel 2021, è invece stato condannato da così poco tempo che le motivazioni non sono ancora note. Lo scorso 29 febbraio, la giudice del tribunale di Taranto Federica Furio gli ha inflitto 6 anni di carcere per la morte dell’operaio Alessandro Morricella, deceduto il 12 giugno 2015 a causa di un incidente nel reparto Afo2 avvenuto quattro giorni prima. Aveva 35 anni. Il giovane lavoratore si era avvicinato al foro di colata dell’altoforno 2 per effettuare i prelievi finalizzati al controllo della temperatura della ghisa, ma invece della lenta fuoriuscita del materiale che scorre in un canale apposito, venne improvvisamente colpito da una fiammata di materiale liquido. Dopo un’agonia durata quattro giorni, Morricella si spense a causa delle ustioni di secondo e terzo grado sul 90% del corpo. Si va quindi componendo con nuovi ritorni eccellenti la squadra che dovrà operativamente gestire il tentativo di tenere in vita l’Ilva in attesa che parta la nuova gara europea per assegnarla ai privati. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha più volte assicurato che il rilancio ci sarà e grazie all’amministrazione straordinaria è stato sventato il rischio di un blocco degli impianti. Non solo. Il ministro ha anche sottolineato come i commissari scelti sono stati “giudicati da tutti in maniera eccellente” e “hanno rimesso in moto i processi produttivi a cominciare dalla messa in sicurezza degli impianti, che ovviamente ci preoccupava per l’ambiente e la salute dei cittadini”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto al ministero se fosse a conoscenza dei procedimenti giudiziari che coinvolgono De Felice e Cola ma al momento della pubblicazione non ha ancora ricevuto alcuna risposta.


sabato 16 marzo 2024

16 marzo - "Ampliato il servizio negli asili nido comunali" - Ma per le lavoratrici di ausiliariato e pulizia restano poche ore e bassissimi salari

 


Alle lavoratrici/lavoratori dell'ausiliariato e pulizie che garantiscono servizi, igiene degli ambienti, tutela della salute dei bambini, la risposta dell'Ass. Petrosillo e dei dirigenti del Comune, a fine febbraio, è stata invece che nessun reale aumento dell'orario di lavoro, e quindi del salario, ci sarà neanche in futuro, - al massimo l'orario giornaliero di 3 ore e 30, sarà aumentato di un'altra mezzora - questo nonostante questi lavoratori sono diminuiti, passando da 82 agli attuali 68, mentre i servizi, carichi di lavoro sono aumentati e le lavoratrici sono costrette a fare le attività come 50 anni fa, senza le attrezzature idonee, pagando tutto questo anche con la salute.

Lo Slai cobas da tempo chiede: 

l'internalizzazione del servizio e quindi dei lavoratori; si tratta di un servizio permanente, strutturale, senza il quale gli asili non possono funzionare:

aumento delle ore lavorative, portandole almeno a 5 ore al giorno e 30 settimanali; aumento delle retribuzioni;

fine di ogni periodo di sospensione;

attrezzature meccaniche ed elettriche per le pulizie, ai fini della sicurezza/salute per le lavoratrici e garanzia di effettiva igiene per i bambini.

Su questo vi è stata una mobilitazione, presidio al Comune nella giornata dell'8 marzo, perchè è sulle donne - che negli asili sono il 99% del personale - che si scarica questo sfruttamento. E per le donne questa condizione è alla base della condizione generale di doppio sfruttamento, oppressione, violenza.

E nessuna illusione! Ora le lavoratrici, i lavoratori riprenderanno la mobilitazione.