lunedì 16 settembre 2024

16 settembre - PALERMO: ASSISTENTI/PRECARI INGIENICO/PERSONALE, DELLO Slai Cobas sc, in lotta e in presidio per il posto di lavoro e contro il governo

 

I precari con forte spirito combattivo hanno riaperto la lotta determinati a difendere il loro diritto al lavoro e il diritto allo studio degli studenti disabili ma hanno portato anche una forte denuncia contro i governi al potere, dal governo nazionale Meloni al suo corollario regionale con a capo schifani, che senza scrupoli attaccano sempre più pesantemente diritti basilari, governi antiproletari e antipopolari contro cui si deve lottare ad ampio raggio per cacciarli.

Al sit-in vivace di oggi, con slogan e denuncia al megafono costante, volantinaggio alle macchine che passavano, non è mancata la necessaria solidarietà delle precarie e precari verso il popolo palestinese, verso i bambini palestinesi che non possono andare a scuola e non possono avere una vita normale di bambini, i precari hanno esposto per tutto il tempo questo cartello

 

La scuola è iniziata ma non per tutti, altro che diritto allo studio proclamato ipocritamente dal Ministro Valditara, 500 studenti disabili solo a Palermo ma migliaia in tutta la Sicilia sono ancora una volta privati del servizio di assistenza igienico personale specializzato così circa 200 Assistenti a Palermo ma migliaia in Sicilia nuovamente sono sotto attacco nel loro diritto di lavorare.

La Regione e gli enti intermedi siciliani , nel silenzio assenso del governo Meloni, dicono di non avere soldi per il servizio di assistenza igienico personale specializzato, un servizio essenziale previsto per legge.

E laddove queste figure sono state invece stabilizzate come nelle scuole di I grado a Palermo, il Comune di Lagalla vergognosamente ad inizio anno scolastico le ha tolte per trasferirle in uffici a coprire vuoti di organico di anni e anni su cui non sono mai state fatte assunzioni, il tutto sulla pelle dei bambini alunni disabili e delle famiglie, facendo carta straccia delle leggi vigenti.

E’ chiaro che si tratta solo di operazioni che rientrano anche nel piano più generale dei governi, dal nazionale attuale Meloni al regionale, di tagli sempre più pesanti ai servizi pubblici come la scuola, la sanità, i servizi sociali perché i soldi devono servire ad altro, all’ economia di guerra e alle imprese private da un lato mentre dall’altro lor signori devono aumentarsi privilegi e poltrone d’oro nei palazzi del potere.

Si è ottenuto un incontro di una folta delegazione di precari con il capo di Gabinetto Greco e alcuni dirigenti alquanto infastiditi dalla protesta che rovina la loro immagine a livello cittadino, ma ipocrita!, i rappresentanti della Regione hanno poi detto che avrebbero sbloccato le risorse (230 mila euro per 404 studenti per il periodo settembre-dicembre) e che non c’era bisogno di fare tutto questo caos ma gli è stato ribadito che il fatto oggettivo è che ad oggi la scuola è iniziata già da una settimana il servizio di assistenza per gli alunni disabili nelle scuole superiori non c’è con danno per gli studenti, le famiglie e i lavoratori !

DomanI si continua la protesta alla Città Metropolitana Palazzo Comitini dalle ore 10,00

Assistenti igienico-personale specializzati Slai Cobas sc Palermo

16 settembre - Dal blog tarantocontro: Commenti e interventi dell'Avv. Gianluca Vitale di Torino sulle sentenze del processo "Ambiente svenduto" della Corte d'appello e del 1° grado

Riportiamo il commento breve di Gianluca Vitale su questa grave sentenza della Corte d'appello che ha deciso l'annullamento del lunghissimo processo di 1° grado. Ma è importante, anche alla luce di quanto successo il 13 settembre, risentire e rileggere quello che aveva detto Vitale sia in un'assemblea a Taranto all'inizio del processo d'appello sia in un'assemblea a Torino sulle motivazioni della sentenza di 1° grado 

Commento dell'Avv. Gianluca Vitale alla sentenza di annullamento del processo di 1° grado 

 

 

Intervento all'assemblea del 19 aprile 24 a Taranto, con le parti civili, fatta all'inizio del processo d'appello

 

 

 

 

Intervento in un'assemblea pubblica a Torino del 11 marzo 2024 in cui Gianluca Vitale si sofferma su alcuni passaggi importanti della sentenza di 1° grado

"in qualche modo riporta il carattere criminale del sistema di produzione capitalista, del sistema di gestione della produzione"

E' questo fondamentalmente che ha pesato nella decisione ora della Corte d'appello di annullamento del processo di 1° grado! 

"...il processo di primo grado che è stato il più grande processo per questioni ambientali e lavorative... Ha condotto a quella che può essere definita una buona sentenza anche per alcuni passaggi che ci sono. Ma è mancata la spinta propulsiva dei rapporti di forza. Anche la Giustizia vive di rapporti di forza e anche il sistema giudiziario ovviamente è influenzato da quelli che sono i possibili rapporti di forza.

Venendo a quello che è l'esito di questo processo. Esso ha visto anche nella sua storia un braccio di ferro tra due organismi, tra due poteri dello Stato che sono il potere giudiziario e il potere esecutivo. Perché quando il potere giudiziario tentava di fare o ha fatto determinate scelte, si è trovato di fronte la strada sbarrata dal potere esecutivo. Il sistema Ilva ha visto la reiterazione per anni dello scudo penale, che una aberrazione giuridica. Scudo penale che è stato salvato ripetutamente.

Nelle 3800 pagine della sentenza, ci sono aspetti fondamentali che vale la pena di ricordare. Una parteabbastanza ampia della sentenza parla di “disastro ambientale”, e si parla di quello che è stato o che dovrebbe essere il bilanciamento. Anche nella Corte costituzionale la preminenza è data a quell'aspetto, al bilanciamento fra il diritto all'ambiente, il diritto alla salute e il diritto all'impresa. Sostanzialmente il diritto all'iniziativa economica. Questo significa che quello che è stato percepito, anche dall'autorità giudiziaria che ha affrontato questo processo, è stata questa dicotomia fra diritto alla salute della popolazione tarantina e diritto alle iniziativa economica, come iniziativa economica privata del grande capitalismo privato.

Credo che questo sia uno snodo fondamentale di questa vicenda, perché non credo che si possa negare, ma nessuno credo l'abbia mai fatto, gli effetti devastanti che un certo tipo di impresa ha avuto sulla città di Taranto, che ha avuto sui lavoratori diretti dell'Ilva, sui lavoratori degli appalti, e altri lavoratori. Ci siamo trovati a difendere i lavoratori cimiteriali perché il cimitero del quartiere “Tamburi” è attaccato all'Ilva e ne ha subito le conseguenze.

Il secondo aspetto della sentenza, che credo sia ancora più centrale, è la ricostruzione dell'attività imprenditoriale nella prospettazione accusatoria, che poi è stata fatta propria anche dalla Corte di Assisi di Taranto - vedremo la Corte di Assise di appello cosa deciderà di questo sistema imprenditoriale – Come associazione criminale, associazione a delinquere. Perché questo è importante? Perché intanto non credo che sia molto frequente in questo tipo di processi trovarsi di fronte a una contestazione di questo genere. Ma perché a me sembra che la sentenza del processo Ilva sostanzialmente sia una sentenza che restituisce il nocciolo duro del sistema di produzione capitalista. Andando a vedere le pagine della sentenza che sono dedicate alla contestazione dell'articolo 416, cioè del reato associativo - che sono dalla pagina 3200 in poi – in cui viene riconosciuto che c'era un sistema criminoso che vedeva come vertici la famiglia Riva, ma anche i dirigenti aziendali. Un sistema criminoso di cui, come tutti i sistemi criminosi, qualche volta sembra di leggere passaggi di sentenze per “associazione mafiosa”: doveva intessere dei rapporti col tessuto non solo locale, ma anche nazionale.

sabato 14 settembre 2024

14 settembre - PALERMO: Assistenza igienico personale specializzata per gli studenti disabili: NON CI SONO SOLDI! dice la Regione/Enti locali. Comunicato Slai Cobas sc

 

Lunedì 16 settembre in protesta all’Assessorato Politiche Sociali/Lavoro/Famiglia dalle ore 10,00

Martedì 17 settembre in protesta alla Città Metropolitana Palazzo Comitini dalle ore 10,00

Il pesante attacco ai diritti degli studenti disabili e ai lavoratori del settore dell’assistenza igienico personale nelle scuole ORMAI E’ NORMA per il governo regionale, oggi con a capo Schifani, (cambiare per non cambiare niente anzi per peggiorare la condizione di vita dei lavoratori, dei soggetti sociali più fragili e della popolazione più in generale), per gli enti locali, il tutto nell’ambito del grave silenzio/assenso del governo nazionale Meloni, che ai tempi delle elezioni tanto si era allargato la bocca sui diritti delle persone disabili.

Subito dopo la gravissima situazione in cui centinaia di studenti disabili delle scuole di primo grado (infanzia, primaria e medie) di Palermo sono stati privati dal primo giorno di scuola di questo anno dal Comune di Palermo con la giunta Lagalla dell’importante servizio di assistenza igienico personale specializzata, gli Assistenti sono stati infatti trasferiti dall’oggi al domani negli uffici amministrativi comunali a coprire buchi di organico su cui non sono mai state fate nuove assunzioni, un’operazione del Comune solo per risparmiare soldi sulla pelle dei bambini disabili,

è ALTRA GRAVE NOTIZIA DI OGGI che il servizio di assistenza igienico personale specializzato non partirà neanche nelle scuole superiori di Palermo e provincia.

La Città Metropolitana, delegata dalla Regione per la gestione del suddetto servizio, ha fatto sapere che non ci sono i soldi per avviare il servizio poichè la Regione/Assessorato Politiche Sociali/lavoro/Famiglia non ha trasferito neanche un centesimo in merito, mentre la stessa Città Metropolitana non sarebbe nelle condizioni di anticipare somme, per i palazzi del potere questa deve essere la “normalità”!

Ancora una volta la vita degli studenti disabili, circa 500 abbisognano del servizio di assistenza igienico personale specializzato nelle scuole superiori di Palermo e provincia, la vita delle famiglie e degli Assistenti specializzati, precari storici del settore che da anni, organizzati con questa O.S., lottano per difendere il loro lavoro e i diritti degli studenti, anche insieme ai genitori in diverse fasi, NON DOVREBBE CONTARE PROPRIO NULLA per questi scellerati governI!

Lunedì 16 settembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il Ministro Valditara del MIM saranno a Cagliari alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025, ma di quale diritto allo studio parleranno?? Diciamo a gran voce al Presidente Mattarella e al Ministro del governo Meloni che quanto accade a Palermo ma in generale in tutta la Sicilia non solo è di una vergogna inaudita, per gli studenti disabili che o non frequenteranno la scuola o avranno grandi difficoltà a farlo senza la presenza degli Assistenti, non c’è nessuna piena garanzia del diritto alla studio, ma tutto questo è anche assolutamente illegale visto quanto contemplano la Costituzione e le leggi anche regionali pienamente vigenti che per studenti disabili e lavoratori del settore devono invece diventare carta straccia.

E’ chiaro che si tratta solo di operazioni per fare cassa che rientrano anche nel piano più generale dei governi, dal nazionale attuale Meloni al suo corollario regionale Schifani agli enti intermedi, di tagli sempre più pesanti ai servizi pubblici come la scuola, la sanità, i servizi sociali perché i soldi devono servire da un lato all’ economia di guerra e alle imprese private mentre dall’altro devono aumentare privilegi e poltrone d’oro nei palazzi del potere.

Ma a fronte dei gravi attacchi di lor signori sferrati su studenti, famiglie e lavoratori Assistenti igienico-personale specializzati, rispondiamo con la lotta!


Assistenti igienico-personale specializzati Slai Cobas sc Palermo

14 settembre - Annullamento Processo "Ambiente svenduto": Un altro schiaffo agli operai e ai cittadini di Taranto - MA NON FINISCE QUI! Primi commenti - video

 

Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto e l'Avvocata Antonietta Ricci rappresentante parti civili Slai Cobas presenti all'udienza del 13 settembre

 

 Avvocato Gianluca Vitale di Torino rappresentante Slai Cobas e Medicina Democratica

ANSA - L'Avvocato Gianluca Vitale, in una dichiarazione immediata all'Ansa ha espresso preoccupazione, sottolineando come il trasferimento del processo a Potenza potrebbe diventare “un pericolosissimo precedente”. Vitale teme che, accogliendo le eccezioni sollevate dai difensori, la decisione rischi di bloccare il più grande processo per disastro ambientale mai celebrato in Italia, aprendo la strada ad altri casi in cui, se tra le vittime figurano giudici, i processi potrebbero essere annullati.

Da Sky Tg24 - Corriere del Mezzogiorno - La Stampa - Il trasferimento del processo Ilva a Potenza "un'arma in mano agli inquinatori". E' quanto afferma da Torino l'avvocato Gian Luca Vitale, patrono di parte civile per Slai Cobas e Medicina Democratica. "Naturalmente leggeremo le motivazioni - spiega il legale - ma ora come ora siamo del parere che accogliendo le eccezioni dei difensori degli imputati la Corte di Taranto rischia non solo di mettere una pietra tombale sul più grande processo per disastro ambientale celebrato in Italia. Il rischio è che si crei un pericolosissimo precedente, un'arma in mano agli inquinatori: più ampio e grave è l'inquinamento, più sarà possibile dire che tra le potenziali vittime ci sono dei giudici e, quindi, più facile sarà annullare il processo". Secondo Vitale "una norma posta a tutela dell'indipendenza della magistratura, e quindi a difesa della giustizia, diviene norma di ostacolo alla giustizia e di tutela della logica del profitto a tutti i costi".

Avv. Enzo Pellegrin Torino, che rappresenta alcune parti civili organizzate dallo Slai Cobas: "Occorre prima di tutto leggere la motivazione, purtuttavia, come fu nel caso del petrolchimico di Marghera, il processo penale é di per sé un'arma spuntata per la tutela degli interessi delle classi popolari inquinate e della salute dei lavoratori. L'approntamento di organi e agenzie amministrative che possano agire in modo immediato ed esecutivo, nel contempo avendo poteri istruttori pari alla magistratura e possibilità di sospendere, limitare o revocare i diritti di proprietà privata, possono dare miglior prova nel regolare in modo immediato ed equo i diritti di chi per primo ci lascia la pelle. L'accertamento processuale può venire dopo e se del caso modificare i provvedimenti presi. Ma una Commissione esecutiva cautelare amministrativa, magari partecipata da elementi eletti da e direttamente responsabili verso la comunità, avrebbe maggiore efficacia".

Margherita Calderazzi (Slai COBAS sc),  Alessandro Marescotti (Peacelink)

 

venerdì 13 settembre 2024

13 settembre - ANNULLATO PROCESSO "AMBIENTE SVENDUTO" DI 1° GRADO. Comunicato dello Slai Cobas sc Taranto

Un vero scandalo, una vergogna! Poco fa il presidente della Corte d'appello di Taranto, Del Coco, in meno di due minuti di lettura ha annullato l'intero processo "Ambiente svenduto" di 1° grado. 7 anni di udienze per avere giustizia CANCELLATI!

Il processo viene trasferito da Taranto a Potenza e deve ricominciare tutto da zero, dall'udienza preliminare.

Un pesantissimo schiaffo agli operai Ilva, agli abitanti del quartiere Tamburi e di tutta la città di Taranto, alle famiglie degli operai morti, dei bambini morti.

Un enorme e gravissimo regalo ai padroni, a tutti i loro complici istituzionali, politici, agli avvocati degli imputati lautamente pagati, e che ora potranno continuare ad essere foraggiati per altri anni.

Del Coco, con atteggiamento supponente prima ha rinviato la lettura dell'ordinanza alle 14,30, con una lunghissima pausa da stamattina di quasi 3 ore, inspiegabile, e poi non ha letto neanche le motivazioni riservandosi di renderle pubbliche entro 15gg. E' stato evidente che la pausa serviva solo a "sfoltire l'aula dalle parti civili".

La realtà è che padroni, governo, giudici della Corte d'appello hanno fatto una sorta di alleanza per salvare i padroni assassini e tutti gli imputati e per consegnare ai nuovi padroni una ex Ilva non gravata da nessuna condanna e provvedimento.

Noi eravamo stati "cattivi profeti", quando abbiamo denunciato che l'ordinanza di sospensione della provvisionale fatta da Del Coco alla prima udìienza era un cattivo segnale, un preavviso della linea pro Ilva di questa Corte d'appello.

Ma non finisce e non può finire qui.

Lo Slai Cobas mobiliterà le parti civili, chiama gli operai, la cittadinanza di Taranto a ribellarsi a questa pesante offesa, morale, pratica.

Stiamo preparando per fine mese (quando vi saranno le motivazioni di questa ordinanza) un'assemblea pubblica con la presenza degli avvocati nostri di parte civile, e vogliamo preparare una grande manifestazione.

Nello stesso tempo stiamo già verificando tutte le possibilità di ricorso legale contro questa ordinanza.

Già domani sera nel presidio convocato in piazza Immacolata alle 18,30, apriremo l'iniziativa con la vergogna di oggi.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

Calderazzi Margherita

13.9.24



 

13 settembre - Una buona notizia - Cade l'accusa di Terrorismo per Luigi

 


Entro ottobre il tribunale di Palermo deve esprimersi su misura

 alternativa

Un' ottima notizia ... se toccano uno toccano tutte e tutti!

lavoratori e lavoratrici Slai Cobas sc Palermo

giovedì 12 settembre 2024

12 settembre - Dal blog tarantocontro: Asili Taranto - Stato di agitazione - sciopero fine mese - basta miseria, precarietà, attacco alla salute

Dall'apertura degli asili comunali è in atto lo stato di agitazione delle lavoratrici e lavoratori della Ditta Servizi Integrati srl, addetti ai servizi di pulizia e di ausiliariato negli asili nido comunali di Taranto.

Primo passo verso giorni di SCIOPERO! 

le lavoratrici devono lavorare tra gli scarafaggi

Lo stato di agitazione è motivato, oltre dalla perdurante grave condizione di lavoro e le rivendicazioni che non trovano risposta - aumento dell'orario di lavoro; attività lavorativa in tutto l'anno senza periodi ciclici di sospensione; inserimento nel nuovo prossimo contratto d'appalto dell’obbligo per le ditte appaltatrici dell'applicazione di un salario minimo garantito; problematiche su sicurezza e salute dei lavoratori; stop alla precarietà lavorativa - anche da quanto accade in questi giorni. Al danno di aver scippato il lavoro di un mese in questa estate da parte del Comune, si è aggiunto la "sorpresa" che al rientro al lavoro del 2 settembre si pretende che le lavoratrici e i lavoratori svolgano pulizie ultra straordinarie - non di loro competenza - per rimuovere tutto lo sporco lasciato dai lavori edili. Le lavoratrici dovrebbero pulire ambienti, armadietti, tavoli, giocattoli, sedie, suppellettili, ecc. pieni di tufo, escrementi (anche di sangue) sui pavimenti e nei bagni, in locali anche infestati da scarafaggi su pavimenti, muri, mobili; tutto questo lavoro tra l'altro fatto senza idonea attrezzature meccanica ed elettrica e senza adeguati Dpi.

LA LOTTA NON SI FERMERA' FINO A RISULTATI CONCRETI PER I NOSTRI DIRITTI

MA VOGLIAMO DI PIU'! 

VOGLIAMO CACCIARE QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI TARANTO che pensa a mettere fondi solo per fare di Taranto una città turistica e peggiora le condizioni delle lavoratrici;

VOGLIAMO FAR CADERE QUESTO GOVERNO MELONI FASCISTA che da soldi ai grandi padroni, alle armi per la guerra e attacca i diritti dei lavoratori e delle donne, dal No al salario minimo al peggioramento della legge sugli appalti per cui i padroni possono fare ciò che vogliono, e ora attacca il diritto di lotta di noi lavoratori, fino a decidere il carcere per blocchi stradali.

12 settembre -MENTRE CONTINUA LA CARNEFICINA SUI LUOGHI DI LAVORO IN NOME DEL PROFITTO, SONO IN AUMENTO LAVORATORI ULTRA SESSANTENNI, E OLTRE, UCCISI MENTRE DOVREBBERO STARE IN PENSIONE

 DAL BLOG DI C. SORICELLI



mercoledì 11 settembre 2024

12 settembre - Da Slai Cobas sc Palermo: lotta dei lavoratori e caduta del governo.

La vergogna infinita dei governi, dal nazionale al regionale
e comunale che attaccano senza scrupoli diritti basilari,
ma mentre si lotta per difendere e affermare diritti
sempre più sotto attacco (diritto al lavoro e diritto allo
studio) si deve lottare contro questi governi per cacciarli 
Slai Cobas sc Palermo

sulla stampa

 

Assistenti igienico personali agli studenti disabili. Nessuna certezza sulla ripartenza

TeleOne 11 Settembre 2024


Riaprono le scuole in Sicilia ma al momento nessuna certezza sulla ripresa del servizio degli assistenti igienico personali specializzati e formati nell’assistenza agli studenti disabili. Una criticità che si ripresenta anno dopo anno.

11 settembre - Processo Ilva "Ambiente svenduto" - Non vi azzardate a spostarlo da Taranto! - 13 settembre presidio alla Corte d'appello

 

Durante il presidio intervento diretto dal processo per la Controinformazione rossoperaia - ORE 12

Venerdi 13/9 il presidente della corte d'appello Del Coco si esprime sulle eccezioni degli imputati, la principale delle quali è che non si può fare a Taranto questo processo e va spostato, riportandolo alla casella iniziale.

Chiaramente nell'aula del tribunale si sono espressi contro i PM e le parti civili - primi fra tutti lo Slai cobas Taranto e il centinaio di operai Ilva/appalto, lavoratori e operatori del Cimitero ecc, abitanti quartieri Tamburi e Paolo VI, ecc, attraverso interventi e memorie dei loro avvocati, Gianluca Vitale foro di Torino, Lamanna, Ricci, Silvestre foro di Taranto.

In occasione della udienza del 13 facciamo appello a tutte le parti civili e a tutti gli interessati al processo "Ambiente svenduto" a partecipare all'udienza, che deve essere pubblica come richiesto da noi nel corso delle udienze - in ogni caso vi sarà un presidio informativo esterno dalle 10:00, saremo collegati con alcune radio nazionali e con gli avvocati di Torino per informare sull'udienza.

Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto - info parti civili/slai cobas 3475301704 WA 3519575628

martedì 10 settembre 2024

10 settembre - dal blog tarantocontro: Cosa è in gioco nella prossima udienza del processo "Ambiente svenduto" - L'intervento della avv. Antonietta Ricci all'assemblea nazionale del 31 agosto presso Slai Cobas Taranto

 

Nell’ultima udienza di giugno noi siamo stati gli unici che abbiamo parlato per portare le ragioni dei lavoratori e di tutte le parti civili, perché dall'altra parte gli avvocati degli imputati sono stati attrezzatissimi, per ben tre udienze si sono presi l'egemonia generale perorando la loro causa. È una questione da un punto di vista formale, giuridico e processuale molto importante perché loro contestano la competenza della Corte d'appello di Taranto, secondo loro il processo non doveva essere celebrato a Taranto perché i giudici di Taranto non garantirebbero una imparzialità nella decisione, perché i giudici, dichiarano questi avvocati, anche loro respirano l'aria inquinata e quindi non possono dare un giudizio imparziale.

Già in primo grado gli avvocati degli imputati hanno posto questa eccezione, che però è stata respinta dalla Corte. Riproponendo questa eccezione in Corte d'appello, qualora venisse accolta, significherebbe veramente un danno alla città di Taranto, perché il processo si sposta in un'altra corte d'appello, quella di Potenza generalmente riconosciuta per competenze territoriale.

Di fatto, significherebbe che il processo deve essere rifatto completamente tutto da capo. E questo significa incorrere nella prescrizione. E' quindi un danno anche da un punto di vista morale per la cittadinanza che ha subito e subisce un danno ambientale di questa portata; nei confronti dei lavoratori poi il danno è ancora più grande, perché riguarda anche la sicurezza. Il processo “Ambiente svenduto” infatti non riguarda soltanto la questione ambientale, ma tratta anche delle gravi inadempienze a livello di sicurezza in fabbrica.

Quindi, il trasferimento del processo significherebbe veramente fare un ulteriore smacco a questa città già colpita e che, come ha definito la Corte internazionale di giustizia, è una “zona di sacrificio”, cioè una zona che deve accettare, che deve subire questa situazione generale

Ma la questione di questa fabbrica non si pone soltanto in termini di mancato rispetto delle regole ambientali. Ciò che sottolinea anche questo processo è che una fabbrica di per sé non è un danno per una popolazione, ma è un danno quando questa fabbrica viene gestita in funzione solo e soltanto del capitalismo. In quel momento la fabbrica diventa dannosa.

Ecco perché strenuamente si difendono i diritti dei lavoratori, i diritti di tutela del lavoro, perché non è colpa della fabbrica, ma di come è stata gestita. E’ ovvio che se questa fabbrica viene gestita soltanto per raggiungere e massimizzare il profitto, costituisce tutti questi danni a livello ambientale e a livello delle condizioni di lavoro degli operai stessi.

Nella sentenza del processo Ilva, di più di 3000 pagine, ci sono delle testimonianze in cui i lavoratori parlano per esempio della tuta ignifuga, quella che viene data per tutelare da eventuali problemi di incendio, ma una volta che viene lavata, non è più ignifuga. Quindi di fatto un lavoratore dell'Ilva su 300 giorni di lavoro ne passa 295 a rischio incendio e solo per 5 giorni è tutelato. Uno potrebbe dire, vabbè, basta dare un'altra tuta. E invece non avviene, perché per il padrone significherebbe spendere più soldi.

All'Ilva ci sono stati moltissimi grossi infortuni, tipo quelli avvenuti alla gru, dove dopo 7 anni si è ripetuto lo stesso identico infortunio causando la morte di un altro operaio e dando la dimostrazione che in 7 anni praticamente non è stato fatto niente: il governo niente perché non è il diretto responsabile, il datore di lavoro perché ha gestito la fabbrica per fare profitto e basta, e di tutto il resto non si interessa.

Perché, quindi, dire “chiudere la fabbrica” è sbagliato, perché non è la fabbrica in sé che fa male, ma è come è gestita. Questo è un concetto che deve essere ripetuto più volte: è una fabbrica gestita in favore del profitto che fa male, non la fabbrica in sé.

Il 13 settembre noi avremo la decisione del giudice della Corte d'appello circa l’accoglienza o meno dell’eccezione che hanno sollevato gli avvocati degli imputati. Le premesse non sono buone. Alla prima udienza il Presidente ha annullato anche la provvisionale concessa dal giudice di primo grado in favore di tutte le parti civili. La provvisionale significa un risarcimento che viene dato appunto in modo provvisorio, finché poi si calcola quello definitivo. Oltre tutti i problemi per riuscire a rintracciare i soldi, perché nel frattempo le società si sono fatte trovare tutte senza soldi, il Presidente ha avuto la buona idea di togliere la provvisionale perché - ed è un aspetto dell'ordinanza veramente deprecabile - ha detto che il danno economico che subirebbero gli imputati qualora fossero assolti sarebbe superiore rispetto a quello delle parti civili: "come farebbero a recuperare questi soldi?". Quindi, ciò che è diventato preminente da tutelare è il potere economico, la tutela del patrimonio degli imputati rispetto alla salute, a tutti gli operai morti, a tutti gli abitanti dei Tamburi morti e che continuano a morire, a tutti i bambini morti per la leucemia. Il danno a questi operai, a questi bambini è inferiore rispetto a quello patrimoniale che subirebbero gli imputati.

Alcune pagine della sentenza di primo grado sono un gigantesco affresco del modo di produzione capitalista in action; Carlo Marx ci sarebbe andato pazzo. Alcuni passi smontano l'idea che sia solo una sentenza riguardante l'ambiente, quando invece è un'analisi del processo produttivo e del rapporto produzione condizione operaia, fotografato in maniera dettagliata attraverso i fatti concreti e le perizie. 

Noi siamo tenuti a essere ottimi. Però stiamo allarmando le parti civili che può succedere il contrario, che il processo venga realmente trasferito da Taranto.

In questo caso sarà legittimo protestare dentro e fuori del tribunale.

L’abbiamo già fatto dentro il Tribunale contro un procuratore, Capristo, che voleva affossare il processo. Abbiamo protestato in 10 in tribunale, la Digos minacciava denunce, ecc. Però cosa è successo? Che alcuni mesi dopo questo procuratore della Repubblica è stato arrestato.

Il processo “Ambiente svenduto” è unico in Italia. Ha fatto storia. Ora siamo a uno snodo perché il trasferimento del processo sarebbe clamoroso, e deve trovare oltre la nostra protesta immediata la mobilitazione della città e anche su scala nazionale.

lunedì 9 settembre 2024

9 settembre- La situazione per gli operai del gruppo Stellantis (da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 6/9)

 

Ci occuperemo con una analisi dettagliata di ciò che sta succedendo nei vari stabilimenti della Stellantis dove, in particolare, interverremo direttamente con un presidio, con delle iniziative alla Stellantis di Melfi e a quella di Mirafiori.

La crisi dell'automobile mondiale si estende, la Volkswagen annuncia chiusure di di stabilimenti in Germania trovando subito l'immediato no dei sindacati, così come il gruppo Stellantis è sotto attacco anche negli Stati Uniti, dove gli operai pensano a un nuovo sciopero.

Nel nostro paese gli incontri e gli scontri tra il management della Stellantis e il ministro Urso sono state pure chiacchiere, o meglio, dietro le chiacchiere, c’è la sostanza che il piano della Stellantis marcia a tappe forzate.

La produzione è crollata in tutti gli stabilimenti del paese e sono finora 3000 gli operai che hanno perso il lavoro in varie forme in quest'ultimi tempi. Lo stabilimento di Melfi, ad esempio, ha visto crollare drasticamente i volumi produttivi del 2024 passando da 99.085 vetture a 56.935. Questo calo ha già messo in ginocchio l'intero indotto che si trova a fronteggiare licenziamenti e cassa integrazione.

La transizione verso l'elettrico in realtà è un cammino pieno di licenziamenti e di attacchi alle condizioni dei lavoratori. D'altra parte la Stellantis lo ha messo in chiaro: privilegia i mercati e i modelli che gli diano una possibilità di profitti e questo avviene in altri paesi. Invece negli stabilimenti italiani abbiamo dei numeri che preoccupano i lavoratori. A Cassino si è passati da una produzione di 30.000 vetture a 18.000, a Mirafiori da 52.000 a 18.000, a Modena da 600 a 160. L'unico stabilimento dove attualmente la situazione sembra meno negativo è quella di Pomigliano.

Dal 2014 ad oggi sono 11.500 i lavoratori diretti usciti dagli stabilimenti italiani di Stellantis di cui 2800 dagli enti centrali. Nel 2024 sono previste ulteriori 3800 uscite incentivate che in realtà sono licenziamenti mascherati a cui vanno aggiunti gli oltre 3000 lavoratori in somministrazione che risultano già licenziati a giugno 2024.

Siamo di fronte da un lato a un piano internazionale di Stellantis che privilegia gli stabilimenti dove può avere massimi profitti, dall'altro un piano in Italia che è di ridimensionamento obiettivo, tant'è vero che il governo con il ministro Urso ha spesso minacciato che è necessario in Italia far entrare una nuova industria automobilistica, in particolare un gruppo cinese. Ma è Stellantis stessa che ha deciso di fare un accordo per la vendita in Italia di macchine cinesi della Leapmotor.

Quindi gli effetti di questa crisi e di questo scontro mondiale che avviene nell'auto vengono scaricati sugli operai e i lavoratori.

I lavoratori sono sotto ricatto. Stellantis vuole trasferirne una parte direttamente in Polonia e chiaramente gli operai come possono rispondere a questa richiesta dell'azienda? La stampa parla anche di operai disponibili ad accettare perché meglio avere un salario anche in Polonia che rimanere in cassa integrazione e, in prospettiva, rimanere in esubero in Italia. Ma la linea che occorre opporre è quella che i sindacati confederali finora non hanno opposto, vale a dire unire tutti gli stabilimenti in una lotta reale che punti alla tutela reale del lavoro, del salario, con lo sciopero. Senza lo sciopero unitario dei lavoratori della Stellantis non si possono mettere in discussione i piani del padrone né tantomeno si riesce a cambiare l'orientamento del governo che dice una cosa ma nella sostanza finora ha fatto provvedimenti sotto dettatura richiesti dalla Stellantis.

Ora si tratta in qualche maniera di costruire l'autonomia operaia rispetto alla linea che viene proposta dai sindacati tutta spostata nelle richieste di incontri al governo, tutta spostata nel coinvolgere le amministrazioni regionali in piani che sono praticamente di pilotaggio delle fuoriuscite dalla Stellantis. Invece della lotta per difendere il lavoro e salario nella crisi, la linea è quella di collaborare col governo e in particolare affidare il destino dei lavoratori alle regioni e ai loro piani che sono sostanzialmente di aiutare la dismissione in atto nelle fabbriche.

9 settembre - Addio a Mara Malavenda: la sindacalista che ha segnato la lotta operaia in Italia. Un ultimo saluto a pugno dallo Slai Cobas psc Taranto

Le lavoratrici e i lavoratori dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto mandano un forte saluto a Mara Malavenda e alle sue compagne e compagni di lotta.

Tanti di noi l'hanno potuta conoscere direttamente nelle sue battaglie contro i padroni, i governi. Anche qui a Taranto contro l'Ilva, per l'amianto, ecc.; sempre a fianco delle nostre lotte, sostenendoci e dando un apporto enorme alle lotte; sempre con semplicità, determinazione, gioia, sempre come una di noi pur se stavamo lontani.

Ci siamo sentite vicini anche come lavoratrici per le sue battaglie per le donne, che erano al centro delle sue parole, della sua azione; un esempio di combattività per tutte noi.

Anche quando è stata in parlamento la sua attività - con lo Slai Cobas e i suoi compagni di Napoli - è sempre stata al servizio della nostra causa di classe sia immediata che futura, con coraggio e sfida, senza mai alcun compromesso. Non abbiamo più avuto una come lei.

E' una perdita importante sia per voi ma per tutti noi operai, lavoratrici. Anche se siamo lontani, camminiamo nella giornata triste di oggi fianco a fianco.

Lavoratrici e lavoratori

Slai Cobas per il sindacato di classe

9.9.24

Siamo molto tristi che Mara ci ha lasciato. Un forte abbraccio a Vittorio e alle sue compagne, compagni di lotta.
La notizia della sua morte è stata un colpo per noi, perchè Mara la consideravamo e la considereremo sempre nostra compagna. Datele un saluto anche per noi.
Qui a Taranto tanti operai, lavoratori l'hanno conosciuta e apprezzata, per la sua passione nel lavoro che faceva. E in tante occasioni abbiamo continuato anche in questi anni più recenti a parlare di lei, delle sue battaglie. Ne continueremo a parlare anche a chi non ha potuta conoscerla.
Per noi è una grande tristezza anche personale, i tanti momenti insieme nelle lotte dentro lo Slai Cobas e nell'attività esterna tra le lavoratrici e lavoratori, nelle discussioni anche vivaci e a volte non facili, sono stati sempre pieni di affetto, di profondo rispetto per la sua forza, determinazione, combattività.
Compagne come Mara resteranno sempre con noi.
Margherita e Ernesto - Taranto 

 8 Settembre 2024

Addio a Mara Malavenda: la sindacalista che ha segnato la lotta operaia in Italia

Mara Malavenda, ex parlamentare e storica sindacalista, è venuta a mancare all'età di 79 anni nella sua casa di Bagnoli. Co-fondatrice dello Slai Cobas, ha dedicato la sua vita alle battaglie per i diritti dei lavoratori, lasciando un'impronta indelebile nel panorama sindacale italiano. La notizia della sua morte è stata resa nota da Vittorio Granillo, membro dell'esecutivo nazionale del sindacato di base, che ha rilanciato il suo impegno infaticabile per la giustizia sociale e per i diritti dei lavoratori, sottolineando l'importanza del suo operato.

Il lascito di una sindacalista pionieristica

Mara Malavenda è ricordata come una figura emblematicamente combattiva del sindacalismo italiano. Con determinazione e coraggio, ha rotto le convenzioni stabilite dai sindacati confederali, lottando per guadagni significativi e diritti paritari, soprattutto per le donne nel mondo del lavoro. Granillo ha affermato: "Chi come Mara ha lottato per cambiare le regole non muore." Le battaglie condotte da Malavenda hanno avuto un impatto duraturo, culminando in sentenze giudiziarie che hanno rafforzato il diritto europeo nelle fabbriche italiane.

Nel corso della sua carriera, Malavenda ha affrontato numerosi ostacoli e ha portato avanti lotte significative, dall'occupazione di spazi istituzionali in segno di protesta a una crescente attenzione sui temi della discriminazione di genere nel posto di lavoro. Attraverso il suo lavoro, ha contribuito a dare voce a molti lavoratori, rendendo le loro rivendicazioni pubbliche e incoraggiando le nuove generazioni a seguire il suo esempio.

Un percorso politico significativo

Nel 1996, Mara Malavenda è stata eletta come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista, all'epoca in cui lavorava nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. Tuttavia, nel corso degli anni, la sua avversione nei confronti delle politiche del Governo Prodi la portò a essere espulsa dal gruppo politico. Da quel momento, fondò il gruppo misto dei Cobas per l'Autorganizzazione, continuando la sua battaglia per una rappresentanza più autentica e efficace nel mondo sindacale.

Durante la sua carriera parlamentare, Malavenda divenne famosa non solo per la sua tenacia ma anche per la quantità di emendamenti presentati. Nel 1998, i Cobas riuscirono a produrre oltre 170.000 emendamenti alla Camera, un'impresa che la rese un simbolo di impegno e attivismo. Nel 1999, il suo lavoro continuò con la presentazione di ulteriori 130.000 emendamenti alla Finanziaria, dimostrando la sua capacità di mobilitare e mobilizzarsi a favore dei diritti lavorativi.

L'eredità di una vita dedicata

Terminata la legislatura, Malavenda tornò al suo secondo amore: la fabbrica di Pomigliano, dove continuò a lavorare fino al raggiungimento della pensione. La sua vita è stata caratterizzata da un attivismo instancabile e una passione evidente per la giustizia sociale. Il suo operato ha ispirato molti, rendendola una figura rispettata e amata nel mondo del lavoro. A testimoniare il suo impatto sono i tanti colleghi che la ricordano come una leader forte e carismatica.

La morte di Mara Malavenda segna la perdita di una delle più influenti voci del sindacalismo italiano. I funerali si svolgeranno domani, alle 10.30, presso la chiesa Maria Santissima Desolata in via Maiuri a Bagnoli, dove amici e sostenitori potranno darle l'ultimo saluto e onorare la sua memoria.


domenica 8 settembre 2024

8 settembre - Davanti alle portinerie di Acciaierie d'Italia/ex Ilva contro l'accordo di luglio, per la piattaforma operaia

da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 5/09/2024

Riprendiamo a parlare di Acciaierie d'Italia/ex Ilva perché questa grande fabbrica, insieme all'altro grosso gruppo in Italia, Stellantis, sono attualmente le fabbriche in cui “si gioca” – usiamo questo termine anche se è una brutta parola  - lo scontro di classe centrale, la possibile lotta degli operai, perché attualmente invece in queste fabbriche c'è una sorta di "buco nero" del movimento operaio nella lotta generale contro padroni e governo e contro questo governo in particolare.

Acciaierie e Stellantis hanno un valore nazionale rispetto a questa battaglia perché da "buco nero" si trasformi in una lotta reale che incida nei rapporti di forza, che diventi invece il "buco nero" di Capitale e governo. Noi su questo siamo ottimisti perché è inevitabile che a fronte di una situazione che peggiora la condizione dei lavoratori sia sul fronte del lavoro sia sul fronte dei salari e dei diritti in generale questa situazione prima o poi debba portare a una ribellione degli operai.

Giovedì scorso siamo stati a Taranto alle portinerie dell'Ilva per verificare il clima tra gli operai, per incontrare gli operai e per diffondere un volantone sull'accordo di luglio che ha portato a una nuova fase per Acciaierie e appalto.

Per quanto riguarda gli operai diretti di Acciaierie la situazione registra una presenza di operai notevolmente ridotta per l'accordo che ha portato ad un aumento della cassa integrazione straordinaria che arriverà regime con 3500 operai fuori dalla dalla fabbrica, attualmente si attesta sui 2008/3000 operai in cassa integrazione straordinaria.

Per quanto riguarda gli operai che lavorano il “clima” è quello di tenersi il lavoro e quindi di non essere messi tra le liste di chi deve andare in cassa integrazione. Per quanto riguarda i tantissimi operai in cassa integrazione che via via diventa permanente c'è la condizione oggettiva totalmente sfavorevole di non essere in fabbrica e quindi dal punto di vista della loro compattezza sono dispersi e quindi non possono pesare. L'aspetto più negativo, insieme al problema del lavoro non solo attuale, ma anche quello futuro, delle prospettive che il governo sta portando per gli anni a venire, la situazione del lavoro è di un taglio rilevante, e chiunque siano i padroni che si prenderanno Acciaierie comunque vi sarà un taglio che può arrivare anche a 5000 operai sugli attuali 8200 a Taranto.

La situazione è pesante per quanto riguarda il fatto che con la cassa integrazione i salari sono tagliati in maniera pesante per gli operai e per le loro famiglie. A parte queste ricadute, queste condizioni, ciò che pesa maggiormente per la lotta di classe degli operai è che mettere migliaia di operai in cassa integrazione spezza la forza degli operai, divide gli operai, incide pesantemente sull’unità necessaria degli operai contro i padroni – commissari attualmente e padroni reali nel prossimo futuro - e governo, in particolare questo governo. Dividendo gli operai manca questa base di unità, la forza dello scontro si indebolisce e incide anche nella coscienza degli operai.

Siamo stati anche alle ditte dell'appalto di Acciaierie e la situazione qui è diversa, è più movimentata sul fronte operaio, la quasi totalità delle ditte è entrata, sta lavorando, non ci sono attualmente operai che dovranno rimanere in cassa integrazione ordinaria, tant'è che le ditte che l'avevano richiesta non hanno fatto ora una ulteriore richiesta di nuova cassa integrazione ordinaria o straordinaria e quindi la maggior parte degli operai sta lavorando, non solo, ci sono anche delle nuove assunzioni fatte dalle ditte dell'appalto metalmeccaniche perché legate ai lavori di ripristino degli impianti in Acciaieria, dagli altoforni - attualmente è in funzione solo uno - a tutti gli altri impianti.

Qui il problema del lavoro immediato non c'è, ci sono queste assunzioni che però sono a tempo determinato, sono per tre mesi poi potranno prorogarsi per altri mesi, e c'era una fila di nuovi operai al gabbiotto della vigilanza delle ditte dell'appalto che attendevano di avere il badge o un altro documento che gli consentisse di entrare perché ancora i tesserini non erano pronti.

sabato 7 settembre 2024

AUTORITARISMO CONDIZIONI DI LAVORO CONTRATTO E APPALTO INNESCANO LO SCIOPERO ALLA BERETTA. E LA CGIL STA DALL’ALTRA PARTE.

 Riuscito sciopero delle operaie Slai Cobas dell’appalto al Salumificio Beretta di Trezzo. Non solo per le conseguenze produttive, ma per la sorpresa di un partecipato sciopero, quando i padroni dell’appalto e della fabbrica pensavano di aver la situazione pienamente sotto controllo.

Un controllo che classicamente marcia su piani diversi. L’abuso di potere, per una forma di repressione strisciante, capi che urlano per avere ragione e usano le maldicenze per creare diffidenza tra le operaie; i diritti trasformati in mercato con permessi, turni favorevoli, mansioni e linee a scelta, ‘mi fai il sabato ti do il permesso…’ dove lo scambio di favori mira ad ottenere la fedeltà produttiva da una parte di lavoratrici in cambio di concessioni mirate, penalizzando le operaie scomode per staccarle dal sindacato.

Dividere e scoraggiare le operaie per contenere gli episodi di ribellione, che non si sono mai fermati.

Per imporre la produzione di Beretta, penalizzante per tutte le operaie, amiche o ribelli, per i ritmi, la flessibilità, le conseguenze sulla salute, dove persino i problemi tecnici finiscono per investire le operaie, ad esempio con i nuovi prodotti. Prima la produzione, le linee non si devono fermare, e le operaie con la ‘paga dimezza’ dal meschino Multiservizi dell’inconsistente appalto, si devono arrangiare a trovare soluzioni, facendo le veci dei tecnici strapagati di Beretta.

Aumenta inevitabilmente lo stress, la fabbrica è diventata invivibile. Lo sciopero ne è stato un segno.

Attualmente oltre alle operaie Slai Cobas una parte è iscritta alla Cgil che si è degnamente sostituita alla Uil nella collaborazione produttivistica e nella sottomissione sindacale ai padroni. Uil chiamata in fabbrica per firmare il cambio appalto e un accordo che ha ridotto il salario alle operaie e poi sparita ‘prendi i soldi e scappa’. Allo sciopero e in generale alle rivendicazioni, dividendo le operaie non partecipa la Cgil, che invece in occasione della recente contestazione dei sabati straordinari tramite le sue delegate ha raggiunto un intesa di 20 eu in tikets, buoni spesa, per incentivare i sabati e fermare la protesta.

Condizioni di lavoro che si aggiungono al rifiuto di Beretta Spa e Mpm Spa, alle legittime richieste di incontro delle lavoratrici e dello Slai Cobas per il rinnovo del contratto integrativo aziendale concluso il 6.08.2021 tra Slai Cobas la coop The Workers, con la garanzia con la clausola al punto 7 -controfirmata da Beretta Spa e Fresco Food- del posto di lavoro al Salumificio F.lli Beretta di Trezzo, alle operaie in appalto. Contratto in scadenza il 30.09.24.

Con le sue parole un’operaia ha reso l’idea molto bene ‘la pazienza è finita’ oggi sciopero.

7 settembre - PALERMO: RICOMINCIA LA SCUOLA MA RESTANO I PROBLEMI PER LA SITUAZIONE DEGLI ASSISTENTI/IGIENICO/PERSONALE . DENUNCIA DELLO Slai Cobas sc

 

Comunicato stampa 06/09/2024


Ricomincia la scuola ma i problemi rimangono uguali e anzi si aggravano mentre si continuano a ledere diritti basilari come quelli degli studenti disabili.

Denunciamo con forza infatti il vergognoso taglio del servizio di assistenza igienico personale specializzato agli studenti disabili nelle scuole di primo grado con il nuovo “richiamo” al Comune in questi giorni, proprio a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico, dei Collaboratori professionali ai servizi scolastici che, stabilizzati da tanti anni, hanno appunto svolto l’assistenza igienico personale specializzata verso gli studenti disabili, un rientro al Comune giustificato dall’Amministrazione Lagalla/Tamajo dal fatto illegittimo di scaricare questo servizio in toto ai collaboratori scolastici statali, che invece per contratto non possono fare assistenza ai disabili di tipo specializzato, il CCNL scuola infatti così recita per il profilo del CS: … presta ausilio materiale non specialistico agli alunni con disabilità…” cioè assistenza di base.

Si tratta di un attacco ai diritti sacrosanti dei bambini e dei ragazzi disabili che frequentano a Palermo la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

E paradossale è che proprio a privare i bambini disabili di un diritto sacrosanto sia il Sindaco Lagalla che ai tempi in cui era Assessore Regionale dell’istruzione scrisse la Legge Regionale 10/2019 sul diritto allo studio, ma non per tutti gli studenti a quanto sembra, legge che conferma che il servizio di assistenza igienico personale agli studenti disabili nelle scuole è di tipo specializzato e deve essere erogato dagli enti locali (Comuni nelle scuole di primo grado – Città Metropolitane e/o Consorzi nelle scuole superiori).

I Collaboratori professionali ai servizi scolastici tolti da oggi dalle scuole statali di primo grado andranno invece a rimpinguare vuoti di organico antidiluviani di settori del Comune che, invece di fare nuove assunzioni (ma come sono bravi prima delle elezioni a parlare di “lavoro, sbocchi occupazionali, diritti dei più deboli bla bla bla…!!), useranno invece solo per risparmiare unicamente sulla pelle dei bambini/studenti disabili, questi lavoratori, svilendone la professionalità acquisita in tutti questi anni nelle scuole e danneggiando gravemente gli alunni disabili di cui viene messa a serio rischio perfino la frequenza scolastica perché non potranno più avere un’adeguata assistenza che spetta loro pienamente per legge.

Ma accanto a questa azione grave del Comune di Palermo, constatiamo che anche questo anno scolastico inizia gravemente senza la presenza degli Assistenti all’autonomia e comunicazione sin dal primo giorno di lezione nelle scuole di I grado, nonostante l’annuncio che gli Assistenti saranno convocati a breve dal Comune.

Nelle scuole superiori la Città Metropolitana ha assicurato a questa O.S. che il servizio di assistenza igienico personale specializzatopartirà e che gli Uffici stanno lavorando per questo in vista dell’inizio delle lezioni, abbiamo chiesto un incontro ufficiale urgente per entrare nel merito della questione, visto l’avvicendarsi della partenza la prossima settimana della scuola.

Ma la situazione resta alquanto precaria e negativa anche a livello regionale, a Trapani e provincia per fare un esempio ad oggi non partirà alcun servizio di assistenza igienico-personale per gli studenti disabili né nelle scuole di primo grado né nelle scuole superiori

Non resteremo, come sempre abbiamo fatto, a guardare, da anni combattiamo duramente per difendere questo servizio previsto dalla legge e diritti basilari come il diritto al lavoro degli Assistenti, rigettando con la lotta i tentativi di cancellarlo dalla Sicilia, regione a statuto speciale e con leggi regionali specifiche e assolutamente vigenti.


Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo

giovedì 5 settembre 2024

5 settembre - info scuola e precariato, dal presidio ADL Cobas al provveditorato Milano: ORGOGLIOSE DI NON ESSERE CATCHING

 che mette in evidenza l'occupazione in ogni campo del governo fascista Meloni/Valditara e al servizio di irrigidimentazione di studenti, insegnanti al motto "dio, patria, famiglia"

Quarto giorno di protesta

Superata la notte in UST nonostante il maltempo, i precari continuano la loro lotta e mantengono il presidio. Si comincia questa mattina con l'assemblea di tutti i precari che si terrà in UST e alle 19.00 per una condivisa e solidale.

Nella notte sono accorsi giornalisti, mentre altri (in particolare il conduttore di Propaganda, famoso Zoro) ci hanno detto che "il precariato non è catching". Catching significa "attraente". In sostanza il precariato non è una notizia che fa audience. Così come altri giornalisti ci hanno vietato di pronunciare il nome del ministro Valditara durante le interviste perché "già sappiamo che ci tagliano il servizio". Questa è la situazione della stampa in una democrazia occidentale e in uno stato che si dichiara di "diritto". A quanto pare se viene negato il diritto al lavoro nella totale illegalità, con una ispettora responsabile delle nomine assente da giorni, con una richiesta di incontro da parte dei sindacati negata, possiamo comunque continuare ad insegnare la costituzione, anche se le istituzioni per prime non la rispettano e questo viene considerato normale e non oggetto di denuncia.

Hanno ragione i giornalisti, non siamo attraenti e non è quello il nostro obiettivo. Andremo avanti e non ci fermeremo soltanto alle nuove nomine, che avverranno grazie alla lotta e alla vigilanza quotidiana. Vogliamo che il sistema dell'algoritmo che risulta fallace da anni e che peggiora sempre più venga definitivamente rimosso.

Come al nostro solito, come dice la nostra storia: COSA VOGLIAMO? VOGLIAMO TUTTO.

ADL COBAS

mercoledì 4 settembre 2024

4 settembre - PER UNA CONTRO/INFORMAZIONE DI PARTE, AUTONOMA, DI CLASSE, AL SERVIZIO DELL'ORGANIZZAZIONE E DELLA LOTTA: E' ripresa la Controinformazione rossoperaia

 

https://open.spotify.com/episode/1re33RjOYddaOZPbq3iuw3?si=D4tZob9fSHSv1DpYUcbF8w 

E' ripreso da martedì 3 settembre ORE 12 Controinformazione Rossoperaia 

quotidiano audio e settimanale stampato. Ogni giorno (dal martedì al venerdì) dalle ore 12 lo puoi ascoltare sul blog di proletari comunisti (https://proletaricomunisti.blogspot.com/) o sul podcast spotify.

Puoi farlo girare e commentare - Se lo vuoi direttamente su WhatsApp basta che ce lo chiedi: WA 3519575628

4 settembre - CONTINUA LA CERNEFICINA SUI POSTI DI LAVORO: Latina, Un boato forte come una bomba: la vittima è Marco Mauti

 

In condizioni gravi il collega Emiliano D.S., 40enne di Latina. Le indagini della procura affidate alla polizia

Un boato forte come una bomba ha fatto tremare i vetri delle abitazioni fino a un chilometro di distanza. L'onda d'urto dell'esplosione ha investito gli operai, le schegge di metallo del serbatoio esploso hanno colpito due dei lavoratori che si trovavano nelle vicinanze. Il bilancio della tragedia sul lavoro avvenuta nel pomeriggio di ieri, 4 settembre, nell'azienda siderurgica Pst di via Nascosa, è di un morto e un ferito gravissimo.

A perdere la vita Marco Mauti, 58 anni, residente a Cisterna. Al San Camillo di Roma, trasferito d'urgenza con un'eliambulanza del 118, è ricoverato invece un 40enne di Latina, Emiliano D.S. Secondo i primi accertamenti a esplodere è stato un boiler ad aria che ha provocato la distruzione di un portellone di metallo del capannone le cui schegge hanno investito i due operai che lavoravano al collaudo di un serbatoio. 

Le indagini che dovranno fare luce su questa nuova tragedia sono affidate alla polizia che, con i vigili del fuoco e gli ispettori del lavoro, avranno il compito di stabilire cosa non ha funzionato all'interno dell'azienda di via Nascosa. Già ieri, subito dopo le operazioni di soccorso, l'azienda è stata raggiunta anche dagli esperti della scientifica per un sopralluogo. Già oggi probabilmente verrà inviata una prima informativa in procura con una parziale ricostruzione dell'incidente. Intanto l'area è stata sottoposta a sequestro.

e questo bollettino di guerra, di classe, in nome del profitto già conta 941 lavoratori uccisi, come riportato dal blog di C. Soricelli

 

lunedì 2 settembre 2024

Superati i 700 morti per infortuni sui luoghi di lavoro: con l'itinere così come li conta insieme INAIL siamo a 941 morti complessivi. nel post il Report dei morti sul lavoro del 2024 al 31 agosto 

LOMBARDIA 80 sui luoghi di lavoro (123 con itinere) Milano 10, Bergamo 3 Brescia 17 Como 5 Cremona 3 Lecco 4 Lodi 6 Mantova 5 Monza Brianza 9 Pavia 8 Sondrio 4 Varese 3 CAMPANIA 59 sui luoghi di lavoro (79 con itinere) Napoli 16 Avellino 8 Benevento 3 , Caserta 17 Salerno 15 2 EMILIA ROMAGNA 53 sui luoghi di lavoro (71 con itinere) Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 7 Parma 5 Ravenna 2 Reggio Emilia 8 Piacenza 1 SICILIA 51 sui luoghi di lavoro (71 con itinere) Palermo 15 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 8 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 6

martedì 3 settembre 2024

3 settembre - Riprendiamo, dal blog tarantocontro: Ad Acciaierie e appalto riprendiamo dalla chiarezza sull'accordo e sulla necessaria critica/lotta alle posizioni

Questo volantone è uscito in occasione dell'assemblea 

nazionale aperta del 31 agosto che si è tenuta a Taranto,

 in cui erano presenti rappresentanti di fabbriche 

siderurgiche e metalmeccaniche

Verrà diffuso nei prossimi giorni alle portinerie di 

Acciaierie d'Italia e Appalto