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da padroni, governo e la linea dei sindacati confederali
"Vogliamo lavorare, non l'elemosina. Non si può vivere così". La disperazione degli operai Lear sotto il Grattacielo della Regione
Scadono il 20 ottobre gli ammortizzatori sociali per gli addetti di una filiera automotive che perde commesse che vanno in Turchia e Polonia"
"Era una nostra commessa, quella dei sedili della 500bev, ma è finita in Turchia perché glieli fanno quasi gratis".
"Noi ormai lavoriamo due giorni al mese, quando va bene. E ci troviamo a elemosinare il lavoro, che dovrebbe essere dovuto".
"Chiediamo nuove commesse, ma è difficile, con la competizione internazionale. In questa vertenza c'è l'ennesimo tentativo di togliere diritti e creare deserti". "Siamo stufi, speriamo di trovare il modo per andare avanti, ma si tratta sempre di allungare il brodo".
Sono voci di disperazione e di rassegnazione strisciante, quelle che si moltiplicano sotto il Grattacielo della Regione in via Nizza. Sono i lavoratori della Lear di Grugliasco, azienda dell'indotto auto che sconta il legame strettissimo, quasi esclusivo, con Stellantis. E che il 20 ottobre vedrà scadere la cassa integrazione.
Ci sono commesse che vanno in Polonia o comunque all'estero, lasciando la Lear e i suoi 400 lavoratori a bocca asciutta. "Vivo con l'ansia di fare qualche giorno di lavoro, ma non si può stare tutti i giorni con questa tensione. Avere un ammortizzatore sociale vuol dire avere 4-500 euro in meno e vuol dire stare attento a tutto. A ogni passo che fai". "Ci dicono che non lavoriamo perché guadagniamo troppo e quindi non prendo altre opportunità".
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