domenica 25 agosto 2024

GLI OPERAI SI ORGANIZZANO E GESTISCONO IN AUTONOMIA LIBERE ELEZIONI DEL DELEGATO ALLA SICUREZZA IN FABBRICA. MA SEMPRE PRIMA HANNO DOVUTO ROMPERE CON CGIL UIL E CISL RACCOGLIENDO LE INDICAZIONI DI SLAI COBAS.

Due mesi 24 giugno/23 agosto, segnati da fatti con protagonisti gli operai Belgravia una settantina nella fabbrica della cosiddetta IV gamma, quelle che lavorano e imbustano le verdure pronte per l’uso, a maggioranza immigrati in prevalenza indiani.

Si apre il 24 con un’assemblea più partecipata del solito, al centro l’omicidio di Satnam Singh ferito mortalmente al lavoro e abbandonato per strada dal padrone assassino, poi verranno fatte segnalazioni per la sicurezza dei lavoratori nei reparti.

Da qui la partecipazione con altre decine di operai alla campagna del 1 luglio a Bergamo, in solidarietà e sostegno al popolo che in India lotta e resiste per rovesciare il regime fascista hindutva di Modi, che si è fusa con la rabbia e il dolore per la morte atroce di Satnam Singh, assassinato da padroni che considerano la vita dei braccianti uguale a zero, ‘basta scappare dall’India per venire a morire a Latina, organizziamoci e lottiamo uniti a casa nostra, non contro le mele marce come dice il governo Meloni che li difende, ma contro l’intero sistema di sfruttamento..’

La segnalazione per la salute fatta in assemblea porta alla contestazione dell’azienda con il coinvolgimento dell’assemblea, arrivando alla fine ad una positiva soluzione. Una sorta di battaglia del freddo perché l’impianto che mantiene la bassa temperatura nei reparti, necessaria per la lavorazione delle verdure fresche è stato ristrutturato pensando in primo luogo all’insalata, non agli operai. In pratica è stata aumentata la portata d’aria per raffreddare l’ambiente più efficacemente ma senza regolazione, lasciando gli operai esposti ad un forte getto diretto e gelato.

Davanti a questi fatti, Cgil Uil e Cisl per recuperare terreno pensano bene di ipotecare il rinnovo del delegato RLS in scadenza e convocano una loro assemblea per il 22 luglio con quello all’odg, dove è chiaro che puntano ad un colpo di mano e con le loro solite modalità di nominare da li il nuovo RLS.

Slai Cobas ribadisce che devono essere gli operai ad eleggere liberamente il delegato RLS e per difendere le votazioni, chiede per prima cosa che venga boicottata questa assemblea di Cgil Uil e Cisl.

Nessun lavoratore si presenta dai confederali e si apre ufficialmente la sfida perché i lavoratori in autonomia arrivino a gestire realmente le votazioni.

Intanto nuovi operai si iscrivono e portano preziose energie allo Slai Cobas.

Quattro operai si propongono per formare una Commissione Elettorale. Ricevono le istruzioni essenziali perché possano garantire una consultazione trasparente democratica e senza possibilità di polemica.

Prendono contatto con l’azienda per la parte necessaria relativa ad orari e luoghi. Per scelta riducono al minimo le richieste, si accordano per lo spazio da utilizzare in mensa e per un armadio sicuro negli uffici per la conservazione dell’urna la notte. Poi preparano le schede, i turni e tutto il materiale necessario.

Il clima felicemente positivo di partecipazione e protagonismo di questi fatti innescati dallo Slai Cobas, porta l’80% dei lavoratori a votare il nuovo delegato RLS e la Commissione Elettorale alla sua prima esperienza, a sperimentare in autonomia e con spirito operaio la gestione delle votazioni riuscite molto bene, compresa la soluzione agli inevitabili problemi.

Una votazione che ha dato agli operai l’occasione pratica per provare ‘che possono fare da se’, se si organizzano.

Ma sempre prima devono rompere le barriere e i legami soffocanti di Cgil Cisl Uil.

venerdì 16 agosto 2024

14 agosto - Sciopero contro la repressione alla Montello spa. Sotto accusa gli accordi di Coop/CGIL/UIL

Stiamo parlando dell’appalto Montello alla cooperativa GHS dove lavorano oltre 300 lavoratori in prevalenza operaie sule linee, a dimostrazione degli interessi convergenti di aziende e Cgil-Uil che nelle fabbriche collaborano ognuno facendo la sua parte contro i lavoratori e i loro interessi.

Il  motivo scatenante che ha portato alla riuscita della mobilitazione sono state le ritorsioni ai delegati e attivisti come Singh Jasvir che non erano d’accordo con le conciliazioni tombali dei confederali e che dopo averli contestati hanno raccolto l’opposizione dei lavoratori con lo Slai Cobas, per cui l’azienda, consigliata dai delegati confederali messi in difficoltà, ha inflitto spostamenti punitivi per isolarlo con cambi di orario da turni a giornata per dargli problemi in famiglia.


Questo ha dato nuovo impulso alla risposta delle operaie con il sindacato Slai Cobas che sono tornate ai cancelli spingendo anche gli altri lavoratori che hanno capito che l’organizzazione e la mobilitazione sono l’unica via in fabbrica per riprendere a lottare per  i diritti, la libertà personale e sindacale contro l’arroganza aziendale del tipo “o ti adegui o farai la stessa fine di Jasvir” avvallata dai confederali che sono stati zitti, mentre per lo slai cobas se “toccano uno, toccano tutti”.

Uno sciopero contro la repressione aziendale che ha messo in campo vari tentativi di ritorsione per fermare la denuncia del clima fascista in fabbrica, fino ad arrivare a mettere in discussione  le motivazioni dello sciopero per limitare l’esercizio di fronte ad una situazione di vera emergenza democratica.

Uno sciopero al cambio turno in cui si è utilizzato il tempo per rafforzare il gruppo, trasformando le nuove iscrizioni dei lavoratori che non si erano mossi prima assieme a quelle di chi è tornato allo slai Cobas in una lotta unica contro gli accordi truffa. Importanti sono stati anche i momenti pratici come la raccolta dei mandati per combattere la conciliazione come parte della battaglia più larga sulla fabbrica contro le condizioni di lavoro e il clima repressivo, cosi come la necessaria riorganizzazione del sindacato sia nei sistemi di comunicazione che nella rappresentanza dei delegati per essere più forte e presente nei reparti.



Ma la repressione alimenta la ribellione e come si vede nel video nella lotta si trova la forza e la gioia delle lavoratrici e dei lavoratori  che stanno tornando ad essere protagonisti con lo Slai Cobas per riprendersi  il rispetto e la dignità contro le catene di azienda e confederali che li vogliono ricattati e ubbidienti.


Una lotta di rivendicazione particolare inserita nella lotta più generale dove la bandiera della Palestina è stata l’elemento più immediato della solidarietà internazionale tra lavoratori e popoli che lottano contro la stessa oppressione del sistema dei padroni, capitalista e imperialista, che si muove all’interno del nostro paese che va alla guerra che vuol dire economia di guerra, aumento dello sfruttamento e repressione, in un contesto generale di guerra imperialista nel mondo dove i lavoratori sono carne da macello. 

mercoledì 14 agosto 2024

14 agosto - Intervista di Radio Blackout Torino allo Slai Cobas sc Taranto sulla situazione in Ilva

 

Il secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia dello SLAI Cobas di Taranto, per quanto riguarda gli sviluppi in quel dell’ex ILVA di Taranto, tratto da un comunicato che il sindacato di base ha affisso davanti allo stabilimento delle acciaierie:


 

Buon ascolto

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