Decine di lavoratori hanno dato vita ad una combattiva giornata di lotta tra il magazzino Italtrans di Calcio e la prefettura, che la stampa prova a stravolgere, dando voce ai padrone che invoca sempre più forza e polizia a difesa del suo ordine e disciplina di produzione, ben consapevole di parlare al nuovo governo Meloni, reazionario e fascista, che, più di prima, affronta ogni lotta con la repressione.
Un articolo che finisce però per suonare come un avvertimento, visto che, in poche righe, riesce a concentrare le posizioni convergenti di padroni e sindacati confederali, nella difesa del sistema di sfruttamento dei magazzini della logistica, basato su appalti, cooperative, sulle coperture governative attraverso leggi permissive e un sistema di controllo reso inoffensivo, perché senza risorse, perché senza autonomia operativa, su CCNL favorevoli.
Posizioni convergenti di padroni e sindacati confederali, nella difesa del diritto a sfruttare, che l’arroganza del dirigente Italtrans esprime in modo esplicito, seguito
a ruota, ancora una volta dai segretari confederali, che ne assumono attivamente il punto di vista e ne sostengono la legittimità. Del resto, oggi, è il giorno nero della Meloni al congresso Cgil.Niente che possa offuscare le ragioni dei lavoratori, per aumenti strutturali in busta paga (oggi quando ci sono, esistono 'premi/incentivi' come un vero e proprio cottimo), per diminuire i ritmi di lavoro che spaccano la schiena, per i diritti in generale soffocati dalla condizione di socio-lavoratore, per le libertà sindacali nei magazzini, per tutti.
Niente che possa offuscare la necessita della lotta. Solo la lotta, organizzata e autodifesa, per opporre la forza dei lavoratori ai manganelli, alla repressione della polizia, ai vigilantes e al fascismo padronale dilagante nei magazzini, in particolare dentro Italtrans.
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